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Genere Noir


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329 replies to this topic

#301 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 07 maggio 2021 - 09:11

L'ho visto anch'io tempo fa e me lo ricordo effettivamente un prodotto più che onesto, un altro Neeson-movie non disdicevole è Run all Night diretto dal fedelissimo Collet-Serra (sta a Neeson come Jack Lee Thompson stava a Charles Bronson)


  • 0

#302 Tom

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Inviato 10 settembre 2021 - 21:51

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2019 5 è il numero perfetto Igort

Iniziato a vedere quasi di malavoglia aspettandomi la solita goffonata italiana alla "vorrei ma non posso", invece film eccellente, che mescola spericolatamente Melville, Leone, De Palma, John Woo e Mario Merola. Non sempre Igort riesce a mantenere il giusto equilibrio, qualcosa scricchiola nella messa in scena nella seconda parte, ma, cribbio, e' vero cinema fatto come si deve e fatto da qualcuno che si capisce che ha studiato e capito la materia. Per me meglio del tanto acclamato "Lo chiamavano Jeeg Robot" come cinefumetto, e meglissimo di tanto cinema d'autore impestante. Che ci volesse un fumettaro per tirare fuori un pezzo di vero cinema di genere conferma che qualcosa si e' intoppato da decenni nella selezione di chi fa cinema nel nostro paese.

 

(La graphic novel l'ho letta secoli fa, mi era anche piaciuta, ma non ricordavo nulla.)


  • 4

#303 signora di una certa età

    old signorona

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Inviato 10 settembre 2021 - 22:10

5-numero-perfetto-1-jpg-960x0-crop-q85.j
 
2019 5 è il numero perfetto Igort
Iniziato a vedere quasi di malavoglia aspettandomi la solita goffonata italiana alla "vorrei ma non posso", invece film eccellente, che mescola spericolatamente Melville, Leone, De Palma, John Woo e Mario Merola. Non sempre Igort riesce a mantenere il giusto equilibrio, qualcosa scricchiola nella messa in scena nella seconda parte, ma, cribbio, e' vero cinema fatto come si deve e fatto da qualcuno che si capisce che ha studiato e capito la materia. Per me meglio del tanto acclamato "Lo chiamavano Jeeg Robot" come cinefumetto, e meglissimo di tanto cinema d'autore impestante. Che ci volesse un fumettaro per tirare fuori un pezzo di vero cinema di genere conferma che qualcosa si e' intoppato da decenni nella selezione di chi fa cinema nel nostro paese.
 
(La graphic novel l'ho letta secoli fa, mi era anche piaciuta, ma non ricordavo nulla.)

questo l'ho perfino visto al cinema
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In realtà secondo me John Lurie non aveva tante cose da dire... ma molto belle


#304 Tom

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Inviato 10 settembre 2021 - 22:17

e ti era piaciuto?

 

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2020 I'm Your Woman Julia Hart

Recentemente ho visto anche questo, altro titolo ambientato negli anni 70 e molto newhollywoodiano non solo per via dell'ambientazione. Parte alla grande come un noir borghese e paranoico, si siede forse un poco in un intermezzo bucolico, ma si risveglia nell'incalzante parte urbana finale. Ricorda un po' quel capo di Gloria di Cassavetes, ma invece che una cazzutissima dura la protagonista in questo caso e' una donna depressa e un po' svampita. Il film asseconda il suo sguardo con un ritmo vagamente sonnambolico e un'atmosfera spesso ovattata, da film drammatico piu' che noir. Non certo un capolavoro, ma a me e' piaciuto.


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#305 signora di una certa età

    old signorona

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Inviato 10 settembre 2021 - 22:31

con qualche riserva ma non ricordo più perché : D
avevo letto anche il fumetto
  • 1

In realtà secondo me John Lurie non aveva tante cose da dire... ma molto belle


#306 Tom

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Inviato 11 ottobre 2021 - 12:51

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2018 The Standoff at Sparrow Creek di Henry Dunham
Dopo un episodio di omicidio di massa, i sette componenti di un gruppo paramilitare si radunano nel loro rifugio dentro una segheria, dove scoprono che l'attentatore in fuga e' uno di loro sette. Hanno poche ore di tempo per scoprire chi e' e farlo confessare prima dell'arrivo della polizia. 
 
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Praticamente e' "Le iene" senza coolness, ironia e canzoni, o "La cosa" di Carpenter senza il lato fantastico, ma ambientata in un'America rurale piu' glaciale dell'Antartide, il tutto immerso in un clima di paranoia degna del Pakula di "Perche' un'assassinio?". Gia' solo la scena iniziale e' una piccola folgorante metafora: il protagonista nella prateria che non batte ciglio sentendo sporadici colpi di arma in lontanza, ci vogliono rumori di mitragliatrici ed esplosioni per smuovere il suo interesse. Raramente un film americano mi ha fatto sentire un europeo in grado di capire solo fino ad un certo punto le dinamiche sociali di quello che sta guardando. Ma non e' una banale e gia' vista requisitoria contro i redneck con troppi armi che votano Trump, il film va molto piu' a fondo e tira fuori un discorso sull'umanita e il tribalismo molto piu' doloroso e generale. Per molti versi anche coraggioso per come sa descrivere anche il dolore di personaggi molto "scomodi".
 
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L'implacabile e rigorosissima regia dell'esordiente Dunham concede poco allo spettatore, tra scene buie illuminate da fonti di luce solitarie che trasformano i vari ambienti in scene teatrali, dialoghi pieni di sottintesi non semplicissimi da seguire (e non aiutano troppo gli unici sottotitoli italiani che si trovano e che sembrano un copia e incolla da google translate), flashback subliminali e indizi che lo spettatore deve essere pronto e veloce a cogliere. Non c'e' una solo goccia di sangue e le rare scene d'azione sono rapidissime e riprese da lontano, ma la tensione non molla la presa dal primo all'ultimo secondo e il quadro generale finale e' di quelli che non si dimenticano. 
 
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A completare il tutto un cast di formidabili caratteristi. Quasi tutte facce conosciute e con filmografie chilometriche tra film e serie tv, ma per quasi ognuna bisogna andare di Google per ricordarsi un titolo in cui le si e' viste.
 
Insomma, per me bombetta atomica.
 
EDIT: ah ecco, non mi ricordavo dove e come me lo fossi segnato, ne aveva parlato qui sul forum Pancakes. Non ricordavo ci fosse dietro la stessa produzione, ma le affinita' col cinema di Zalher le avevo comunque colte.
  • 7

#307 Kerzhakov91

    Born too late

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Inviato 09 dicembre 2021 - 13:15

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Situazione pericolosa (I Wake Up Screaming) [1941] di H. Bruce Humberstone
 
Con Victor Mature, Betty Grable, Carole Landis, Laird Cregar
 
Uno dei primissimi noir hollywoodiani, per questo motivo spesso considerato più importante che bello. Anticipa molti tratti peculiari del genere che poi avremmo visto, maggiormente approfonditi, in svariati film ("Vertigine" di Preminger in particolare gli deve parecchio, mentre la scena dell'interrogatorio a Victor Mature ricorda quella celebre con Marlowe ne "L'ombra del passato"). Ma il principale merito del film è quello di aver introdotto una nuova tipologia di sbirro, qui splendidamente interpretato dal corpulento Laird Cregar: psicotico, ossessionato, minaccioso, persino inquietante (viene ripreso sempre con inquadrature espressioniste) e dalla personalità complessa. Un uomo toccato dal male, praticamente un Hank Quinlan ante litteram, in grado di rubare la scena a tutti.
 
 
 
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Volto di donna (A Woman's Face) [1941] di George Cukor
 
Con Joan Crawford, Melvyn Douglas, Conrad Veidt, Osa Massen
 
Precursore del filone più melodrammatico del noir, anche se a dirla tutta lo considero più un thriller gotico, per me gioca nello stesso campionato dei vari "Rebecca", "Notorious", "Angoscia" (sempre diretto da Cukor), ecc. Notevole la metamorfosi della Crawford, dall'anima divisa in due proprio come il suo volto deturpato, ma anche in questo caso il personaggio più interessante è il diabolico "benefattore" interpretato da Conrad Veidt.

  • 3
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#308 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 05 gennaio 2022 - 08:24

NARC (2002) di Joe Carnahan

 

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Secondo film di Carnahan (mai uscito in sala in Italia), lontanissimo dalla successiva deriva cazzone del regista, è un notevole poliziesco urbano, tragico, duro, senza speranza, con un'atmosfera infallibile e un minutaggio che non si perde in inutili digressioni, ha la forza dei suoi due straordinari interpreti: un inaspettato Jason Patric, tutto in sottrazione, che offre senza sforzo apparente l'interpretazione che Casey Affleck insegue da una vita e un Ray Liotta debordante, wellesiano, memorabile per forza e finezza interpretativa.

Da segnalare la comparsata del grande caratterista portoricano John Ortiz nel ruolo del tossico col cazzo in fiamme.

Molto consigliato direi,

Voto: 7,5


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#309 kristofferson

    Giù la testa, coglioni

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Inviato 16 febbraio 2022 - 16:44

Mano pericolosa (1953) di Samuel Fuller

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Uno degli otto film scritti e diretti da Fuller nel suo “periodo d’oro”, quand’era sotto contratto con la Fox (1951 - 1957), e tra i suoi più riusciti e compiuti. E’ una delle pellicole in cui la sintesi tra il vitalismo delle tematiche fulleriane - l’individualismo anarchico, l’ambiguità morale, la simpatia per i loser, il pessimismo di fondo, la fede a un personale codice morale… - e la forza del suo taglio visivo - l’azione frenetica, la ricerca del realismo (benché il film sia girato soprattutto in studio), la violenza ripresa in maniera brutale (vedasi la scena del pestaggio di Jean Peters), la messa in scena nervosa e aggressiva (con ampio uso di piani sequenza, camera a mano e close-up) - trova un equilibrio pressoché perfetto. Mascherato da spy-story anti-comunista come andava di moda al tempo (siamo in pieno maccartismo) in realtà è un noir che è quasi la quintessenza del genere, e che rappresenta alla perfezione il celebre dogma fulleriano: “Un film è come un campo di battaglia: è amore, odio, azione, violenza, morte. In una parola: emozione”. Uno dei migliori ruoli di Richard Widmark, che nel noir ha dato decisamente il meglio di sé (mentre nel western è sempre stato un po’ imbalsamato).


  • 7

#310 kristofferson

    Giù la testa, coglioni

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Inviato 17 febbraio 2022 - 10:30

Il fuorilegge (1942) di Frank Tuttle

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Film di lancio per Alan Ladd nel firmamento hollywoodiano, e soprattutto come interprete di film noir. Nonostante il protagonista del film sia Robert Preston e il suo non sia il ruolo principale, è il magnetismo di Ladd - attore ingiustamente sottovalutato che ha pagato la sua bassa altezza in un’epoca in cui al cinema era obbligatorio essere degli stangoni (in realtà era appena 2 cm più basso di Tom Cruise) - il catalizzatore che sposta il peso del film e finisce per monopolizzare l’intera pellicola. Il suo personaggio è uno di quelli che cristalizzeranno per sempre l’iconografia del killer a pagamento: trench lungo, cappello fedora, cravatta sottile nera, viso angelico, vive solitario con l’unica compagnia di un gattino in un appartamento disadorno e svolge i suoi incarichi con precisione rituale (se per caso vi ha ricordato qualcosa ebbene si, Melville e Delon hanno preso interamente da qui il loro personaggio di Frank Costello in Le samourai). Con Veronika Lake poi si crea un’evidente alchimia, e una sotterranea tensione erotica, tanto che i 2 poi faranno coppia fissa in altri tre noir. Tratto da un romanzo di Graham Greene, scritto da Albert Maltz (uno dei “dieci di Hollywood”), diretto con mano ferma e sicura, e con un’asciuttezza e un’essenzialità ancora oggi esemplari, dal veterano Frank Tuttle.


  • 5

#311 woody

    Classic Rocker

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Inviato 17 febbraio 2022 - 17:32

Io ho visto questo e un altro con Ladd/Lake, al momento non ricordo il titolo.
Ricordo però che entrambi erano poco espressivi (avevo scritto cani, magari era un termine eccessivo asd ), questa storia dell'altezza non l'avevo mai sentitaDi film con la Lake vidi anche La dalia azzurra, in cui l'atrice ebbe notevoli problemi con regista e sceneggiatore (Chandler) che la detestavano e vedendo il film devo dire che avevano ragione.

Poi mi dispiace per entrambi eh, hanno avuto una storia piuttosto triste.

 

EDIT: mi accorgo adesso che La dalia azzurra era il secondo film della coppia, non mi ricordavo ci recitasse pure Ladd.


  • 0

#312 woody

    Classic Rocker

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Inviato 17 febbraio 2022 - 18:23

Tra l'altro questo thread mi ha fatto tornare la voglia di noir Hollywoodiani anni 40/50, a parte gli strafamosi Il mistero del falco e Il grande sonno, c'è qualcuno che si offre per un listone? Anche qualche link a siti affidabili che si occupano del genere va bene.

Credo che uno di quelli che mi piacque di più fu Le catene della colpa, ma ce n'era un altro di circa metà anni 50 che ricordo molto bello e visivamente era considerato uno dei migliori del genere, però dannata memoria non me lo ricordo proprio...


  • 0

#313 geeno

    Pussy Malanga

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Inviato 17 febbraio 2022 - 18:39

The Killers con Burt Lancaster?


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#314 Kerzhakov91

    Born too late

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Inviato 17 febbraio 2022 - 19:07

c'è qualcuno che si offre per un listone?

 

https://rateyourmusi...m_h/Film Noir/1

 

Nell'elenco c'è anche qualche neo-noir, ma la maggioranza sono noir classici in b/n. 

 

Spoiler


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#315 bluetrain

    Fourth rule is: eat kosher salamis

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Inviato 17 febbraio 2022 - 21:37

Tra l'altro questo thread mi ha fatto tornare la voglia di noir Hollywoodiani anni 40/50, a parte gli strafamosi Il mistero del falco e Il grande sonno, c'è qualcuno che si offre per un listone? Anche qualche link a siti affidabili che si occupano del genere va bene.

 
Ora non ho tempo per il listone, ma così al volo: Atto di violenza di Fred Zinneman del 1949 con Van Heflin, Robert Ryan e Janet Leigh, elegantissimo noir con alcune sequenze notevoli e una caratterizzazione dei personaggi per nulla banale.


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#316 kristofferson

    Giù la testa, coglioni

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Inviato 18 febbraio 2022 - 08:52

La chiave di vetro (1942) di Stuart Heisler

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Secondo film della coppia Alan Ladd - Veronica Lake, tratto da un romanzo di Dashiell Hammett già portato sullo schermo da Frank Tuttle nel ’35 con George Raft come protagonista. Dopo il successo de Il mistero del falco di Huston i romanzi di Hammett cominciarono a diventare contesi tra le case di produzione hollywoodiane e la Paramount mise in cantiere questo remake ad appena sette anni dal precedente. Come il romanzo anche il film ha una trama molto contorta ed elaborata ed è fitto di dialoghi taglienti, spesso ripresi pedissequamente dalla pagina scritta. E come il romanzo - seppur in maniera più edulcorata - scava nella corruzione del mondo politico, descritto come un covo di vipere dove nessuno è innocente e tutti sono più o meno corrotti e dove solo l’eroe hammettiano segue un proprio personale codice di lealtà e integrità. Senza lasciare che il sottotesto politico occupi più spazio del dovuto Stuart Heisler, solido artigiano attivo a Hollywood dagli anni ’20 fino ai 60’, tiene il timone della narrazione ben saldo fino alla conclusione.


  • 6

#317 bluetrain

    Fourth rule is: eat kosher salamis

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Inviato 18 febbraio 2022 - 12:09

 

Tra l'altro questo thread mi ha fatto tornare la voglia di noir Hollywoodiani anni 40/50, a parte gli strafamosi Il mistero del falco e Il grande sonno, c'è qualcuno che si offre per un listone? Anche qualche link a siti affidabili che si occupano del genere va bene.

 
Ora non ho tempo per il listone, ma così al volo: Atto di violenza di Fred Zinneman del 1949 con Van Heflin, Robert Ryan e Janet Leigh, elegantissimo noir con alcune sequenze notevoli e una caratterizzazione dei personaggi per nulla banale.

 

 
È arrivato il listone (come l'arrotino), sicuramente manca qualcosa ma ce n'é abbastanza per divertirsi:
 
Lo sconosciuto del terzo piano (Boris Ingster, 1940)
Ombre malesi (William Wyler, 1940)
Una pallottola per Roy (Raoul Walsh, 1941)
La chiave di vetro (Stuart Heisler, 1942)
Il bacio della pantera (Jacques Tourneur, 1942) 
Il fuorilegge (Frank Tuttle, 1942)
La settima vittima (Mark Robson, 1943)
Terrore sul Mar Nero (Norman Foster, 1943)
La donna del ritratto (Fritz Lang, 1944)
La donna fantasma (Robert Siodmack, 1944)
L'ombra del passato (Edward Dmytryk, 1944)
Il prigioniero del terrore (Fritz Lang, 1944)
La fiamma del peccato (Billy Wilder, 1944)
Vertigine (Otto Preminger, 1944)
Un angelo è caduto (Otto Preminger, 1945)
Giorni perduti (Billy Wilder, 1945)
Femmina folle (John M. Stahl, 1945)
L'ombra del passato (Edward Dmytryk, 1945)
La strada scarlatta (Fritz Lang, 1945)
Detour (Edgard G. Ulmer, 1946)
I gangsters (Robert Siodmack, 1946)
La scuola a chiocciola (Robert Siodmak, 1946)
Gilda (Charles Vidor, 1946)
Il grande sonno (Howaed Hawks, 1946)
Il postino suona sempre due volte (Tay Garnett, 1946)
La dalia azzurra (George Marshall, 1946)
Lo straniero (Orson Welles, 1946)
Anima e corpo (Robert Rossen, 1947)
Il bacio della morte (Henry Hathaway, 1947)

Fuggiasco (Carol Reed, 1947)
T-Men contro i fuorilegge (Anthony Mann, 1947)
Una donna nel lago (Robert Montgomery, 1947)
La fuga (Delmer Daves, 1947)
Odio implacabile (Edward Dmytryk, 1947)
La signora di Shangai (Orson Welles, 1947)
Le catene della colpa (Jacques Tourneur, 1947)
Solo chi cade può risorgere (John Cromwell, 1947)
La città nuda (Jules Dassin, 1948)

Il terrore corre sul filo (Anatole Litvak, 1948)
Le forze del male (Abraham Polonsky, 1948)
Schiavo della furia (Anthony Mann, 1948)
L'isola di corallo (John Huston, 1948)
Doppio gioco (Robert Siodmak, 1949)
La furia umana (Raoul Walsh, 1949)
Atto di violenza (Fred Zinneman, 1949)
La sanguinaria (Joseph H. Lewis, 1949)
Seguimi in silenzio (Richard Fleischer, 1949)
Il terzo uomo (Carol Reed, 1949)
Stasera ho vinto anch'io (Robert Wise, 1949)
Il tesoro di Vera Cruz (Don Siegel, 1949)
Il diritto di uccidere (Nicholas Ray, 1950)
Giungla d'asfalto (John Huston, 1950)
Bassa marea (Fritz Lang, 1950)
I trafficanti della notte (Jules Dassin, 1950)
La porta dell'inferno (Mark Robson, 1950)
Due ore ancora (Rudolph Maté, 1950)
Viale del tramonto (Billy Wilder, 1950)
Neve rossa (Nicholas Ray, 1951)
Pietà per i giusti (William Wyler, 1951)
La città è salva (Bretaigne Windust / Raoul Walsh, 1951)
Seduzione mortale (Otto Preminger, 1952)
Le iene di Chicago (Richard Fleischer, 1952)
L'avventuriero di Macao (Josef von Steinberg, 1952)
La belva dell'autostrada (Ida Lupino, 1953)
Gardenia blu (Fritz Lang, 1953)
Niagara (Henry Hathaway, 1953)
Mano pericolosa (Samuel Fuller, 1953)
Il grande caldo (Fritz Lang, 1953)
La bestia umana (Fritz Lang, 1954)
Gangsters in agguato (Lewis Allen, 1954)
La casa di bambù (Samuel Fuller, 1955)
La baia dell'inferno (Frank Tuttle
Ore disperate (William Wyler, 1955)
Anatomia di un delitto (Jerry Hopper, 1954)
Un bacio e una pistola (Robert Aldrich, 1955)
La morte corre sul fiume (Charles Laughton, 1955)
La polizia bussa alla porta (Joseph H. Lewis, 1955)
Rapporto confidenziale (Orson Welles, 1955)
Il bacio dell'assassino (Stanley Kubrick, 1955)
Rapina a mano armata (Stanley Kubrick, 1956)
Ore d'angoscia (Frank Tuttle, 1956)
L'alibi perfetto  (Fritz Lang, 1956)
L'infernale Quinlan (Orson Welles, 1958)
Assassinio per contratto (Irving Lerner, 1958)
Strategia di una rapina (Robert Wise, 1959)
Il kimono scarlatto (Samuel Fuller, 1959)
La vendetta del gangster (Samuel Fuller, 1961)
Blast of Silence (Allen Baron, 1961)


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#318 woody

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Inviato 18 febbraio 2022 - 16:15

Grazie grazie, al momento posso solo scrivere un commento veloce, comunque il film che ricordavo come uno dei più riusciti visivamente era Il bacio della morte.
The killers non l'ho mai visto per una ragione stupida, ho visto il remake di Siegel e conoscendo già la storia mi è sempre mancata la voglia di vederlo.

Del listone del buon bluetrain me ne mancheranno almeno un terzo, quindi sicuramente sarà utilissimo per revisioni e approfondimento. GRAZIE

 

Ieri ho visto La città nuda, molto bello e ovviamente consigliato, forse al momento il mio preferito dei tre che ho visto di Dassin.

Menzione particolare per Femmina Folle citato da bluetrain, un uso dei colori veramente magistrale (un mio amico appassionato di noir a una prima visione credette di trovarsi di fronte a un film "ricolorato" in seguito tanto sembrava moderno), magari a mio avviso è più un dramma che noir, ma comunque spesso viene inserito nel genere.


  • 0

#319 kristofferson

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Inviato 21 febbraio 2022 - 16:30

La donna del bandito (1947) di Nicholas Ray

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Primo film di Nicholas Ray ed è già una mezza rivoluzione a Hollywood.

Le innovazioni sia formali che contenutistiche introdotte da Ray sono tali e tante che si riverbereranno nel cinema americano per i decenni a venire fino a esplodere finalmente con la New Hollywood, dove troveranno pieno e totale compimento (Gangster Story di Penn, forse la pellicola che diede il via a quel periodo, deve tantissimo a La donna del bandito, mentre Gang di Altman ne è praticamente un remake non dichiarato).
I ribelli senza causa, gli antieroi destinati alla sconfitta, la fuga verso un’impossibile libertà, il disagio giovanile, la frattura generazionale padri-figli, la denuncia delle condizioni sociali in cui versa l'America, il road-movie, la messa in scena sporca e realistica… un bel po’ di tutto questo nasce proprio da qui.
L’unico difetto che imputo a Ray è una certa propensione per il sentimentalismo e il melodramma che personalmente mi è un po’ indigesta (anche in Gioventù bruciata).
Anche la scelta degli attori è anti-convenzionale: Cathy O'Donnell non è la classica fatalona da film noir ma una bellezza assolutamente ordinaria, mentre il giovanissimo Farley Granger, alla sua prima interpretazione come protagonista, è uno sconosciuto attore di belle speranze, ancora lontano dal ruolo che un paio di decenni dopo lo consegnerà per sempre alla storia del cinema.


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#320 Kerzhakov91

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Inviato 21 febbraio 2022 - 18:33

 

L’unico difetto che imputo a Ray è una certa propensione per il sentimentalismo e il melodramma

 

Ciò che lo rende il migliore della sua generazione (di mezzo), per quanto mi riguarda.

 

 

Sì, anche per me era un suo tratto fondamentale: in fondo, un po' tutti i suoi film erano spesso delle personali variazioni del melodramma hollywoodiano. "Johnny Guitar", "Il dominatore di Chicago", lo stesso "Gioventù bruciata", per non parlare poi di "Dietro lo specchio", non avrebbero quasi ragione di esistere senza la componente melodrammatica. 

 

Capolavorissimo anche "Neve rossa", per me da annoverare tra le sue cose migliori. Peraltro tra i noir più cupi e senza speranza che abbia mai visto (finale a parte, purtroppo imposto dalla produzione).

 

Della fase noir di Ray mi manca ancora "I bassifondi di San Francisco" (con Bogey), qualcuno lo ha visto?


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#321 kristofferson

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Inviato 22 febbraio 2022 - 09:56

Le vie della città (1948) di Byron Haskin

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Primo dei sette film della coppia Burt Lancaster - Kirk Douglas e uno dei pochi in cui sono antagonisti, con la bella Lizabeth Scott nel mezzo.
Sono proprio le interpretazioni dei tre attori il punto di forza di questo noir solido ed elegante diretto con buon piglio dall’ex-direttore della fotografia ed effettista Byron Haskin, che poi si dedicherà soprattutto ai film avventurosi e di fantascienza.
Alla sua uscita il film venne accusato addirittura di infrangere il famigerato Codice Hays in quanto il personaggio positivo del film (Lancaster) in realtà è un delinquente appena uscito di prigione niente affatto redento e che non fosse per l’opposizione dell’ex-socio (Douglas) riprenderebbe da capo le sue attività criminose. E uno dei più punti più interessanti del film è proprio la descrizione della transizione da una violenza concreta e tangibile a una sfumata e legalizzata, con un collegamento niente affatto banale tra criminalità organizzata e capitalismo finanziario.


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#322 Tom

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Inviato 22 febbraio 2022 - 10:57

La donna del bandito (1947) di Nicholas Ray

Gang di Altman ne è praticamente un remake non dichiarato

 

Sono tratti dal medesimo romanzo, se ben ricordo. Proprio avendo visto prima il film di Altman, quando vidi quello di Ray pensavo di trovarmi davanti alla stessa trama trattata in modo piu' classico, invece mi stupi' molto trovarmi di fronte a un film quasi altrettanto moderno e sfumato. La grossa differenza e' che Altman eliminava totalmente la componete sentimentale, con i due protagonisti che sembravano stare insieme piu' per caso e inerzia che per altro.


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#323 kristofferson

    Giù la testa, coglioni

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Inviato 23 febbraio 2022 - 09:33

Lo specchio scuro (1946) di Robert Siodmak

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Uno dei tanti capolavori realizzati da Robert Siodmak nel noir.
Con questa pellicola, realizzata a cavallo tra altri due capisaldi del genere come La scala a chiocciola e I gangsters, Siodmak affronta il tema del doppio - uno dei topoi del cinema espressionista tedesco da cui proviene - con la storia di 2 sorelle gemelle, una pazza e criminale e l’altra docile e remissiva (in pratica le due facce della figura femminile nel cinema noir, la dark lady e la "santarellina"). A questo ci innesta tutto un discorso psicoanalitico su dualismo, la schizofrenia e gli scambi di personalità (se ne ricorderà De Palma quando realizzerà Le due sorelle), tanto che lo spettatore fino alla fine non riesce a capire quale sia la buona e quale la cattiva.
Siodmak, maestro delle ombre, realizza come al solito un’opera dalla messa in scena geniale, con tutto un gioco di specchi, riflessi, incastri e simmetrie e un risultato tecnico eccezionale soprattutto per quanto riguarda l’attrice che interpreta le due gemelle, presenti nella stessa inquadratura anche in sequenze molto complesse.
Ma la cosa più impressionante del film è proprio l’interpretazione di Olivia de Havilland, in un paio di momenti veramente da pelle d’oca, che riesce a interpretare le due protagoniste dando loro toni, sfumature e gestualità differenti tanto che sembrano davvero interpretate da 2 attrici diverse.


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#324 Kerzhakov91

    Born too late

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Inviato 23 febbraio 2022 - 12:46

Ma la cosa più impressionante del film è proprio l’interpretazione di Olivia de Havilland, in un paio di momenti veramente da pelle d’oca, che riesce a interpretare le due protagoniste dando loro toni, sfumature e gestualità differenti tanto che sembrano davvero interpretate da 2 attrici diverse.

 

Ho visto di recente "La fossa dei serpenti": attrice immensa, poco da dire. Ed è vero ciò che dici: era abilissima a interpretare due o più protagoniste completamente diverse all'interno dello stesso film. Emblematici, in tal senso, titoli come "L'ereditiera" (metamorfosi progressiva impressionante) o "Piano... piano dolce Carlotta". 


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#325 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 16 marzo 2022 - 00:04

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2019 The Highwaymen di John Lee Hancock
Un bel film, il cui valore non e' dato dalla somma delle parti, ma da alcune sfumature che impreziosiscono l'insieme. Nel senso che regia, fotografia, sceneggiatura, ricostruzione storica sono tutte di livello (la generica colonna sonora non e' un granche', invece), ma il tutto non sarebbe niente di particolare senza un paio di elementi: il tono lento e crepuscolare con cui tutto e' raccontato e la magnifica accoppiata formata da un Kevin Costner con la panza improvvisamente invecchiato e un Woody Harrelson che, da sempre perfetto a fare il biascicone con lo sputazzo in canna, fa faville nella parte del vecchio decrepito. Ne esce fuori un noir-gangster-western fuori dal tempo che riempie bene le sue due ore e passa di durata.
Il film narra della caccia a Bonnie e Clyde ribaltando la consueta simpatia verso la coppia criminale, magari esagerando in senso opposto, mostrandoceli come dei gelidi e spietati Natural Born Killers (ah, vedi un collegamento con Harrelson a cui non avevo fatto caso). Gli autori giocano intelligentemente con il ricordo del film di Penn e della coppia Beatty / Dunaway, tenendo fuori campo e "fantasmizzando" i due criminali per tutto il film, fino al "colpo di scena" finale, quando

Spoiler


Concordo su tutto ma sarei anche più generoso, sia per premiare un film finalmente dal ritmo lento e disteso sia perché il cambio di prospettiva rispetto al classico di Arthur Penn non diventa mai eroicizzazione o esaltazione delle forze dell'ordine, anzi i due Texas ranger protagonisti, pur nella loro umanità, vengono descritti praticamente alla stregua di assassini al servizio della legge (i due monologhi, di Kostner nel negozio e di Harrelson durante la partita a carte, ma sarebbe bastata anche solo la fredda e sanguinosa esecuzione di Bonny e Clyde che ha poco da invidiare a quella del suo illustre predecessore).
Un approccio antiepico e desolato che viene mirabilmente riassunto nell'inedita e crudelissima scena dell'assalto della folla ai corpi martoriati dei due giovani delinquenti, una chiusa perfetta e dolorosa per un film che avrebbe meritato maggior fortuna.
L'unica pecca è forse una regia robusta ma fin troppo corretta e priva d'inventiva (qui la differenza di talento e capacità con Penn è veramente evidente), per me è comunque un sette pieno e forse pure qualcosa di più.
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#326 Tom

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Inviato 03 aprile 2022 - 17:45

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1999 The Limey (L'inglese) Steven Soderbergh
Film molto fico, anche se per i miei gusti a Soderbergh manca sempre qualcosa che faccia la differenza e gli faccia fare davvero grande cinema. Comunque questa e' forse la volta che ci e' andato piu' vicino. La piu' lineare delle storie di vendetta messa in scena con un ritmo alterato e sincopato come fosse un film del 1967: mi sa che in sala di montaggio qualcuno ha acceso piu' di un cero sotto il poster di Point Blank di Boorman. Anche gli attori arrivano da quei tempi, una specie di disincantata e per nulla sentimentale riunione di classe di alcune facce-simbolo del cinema alternativo d'epoca. Non solo new hollywwod, ma anche free cinema: addirittura nei flashback sul passato del protagonista vediamo davvero il Terence Stamp del '67, con scene prese da Poor Cow di Loach. Facce tutto sommato accomunate anche dall'essere state meno sfruttate di quanto avrebbero meritato: Peter Fonda, Lesley Ann Warren, Joe D'Alessandro e Barry "Vanishing Point" Newman. Un po' a sorpresa e' quest'ultimo che tiene piu' testa a un naturalmente aristocratico e risucchiante Terence Stamp.


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#327 lazlotoz

    Enciclopedista

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Inviato 04 aprile 2022 - 09:00

limey.jpg
 
1999 The Limey (L'inglese) Steven Soderbergh
Film molto fico, anche se per i miei gusti a Soderbergh manca sempre qualcosa che faccia la differenza e gli faccia fare davvero grande cinema. Comunque questa e' forse la volta che ci e' andato piu' vicino. La piu' lineare delle storie di vendetta messa in scena con un ritmo alterato e sincopato come fosse un film del 1967: mi sa che in sala di montaggio qualcuno ha acceso piu' di un cero sotto il poster di Point Blank di Boorman. Anche gli attori arrivano da quei tempi, una specie di disincantata e per nulla sentimentale riunione di classe di alcune facce-simbolo del cinema alternativo d'epoca. Non solo new hollywwod, ma anche free cinema: addirittura nei flashback sul passato del protagonista vediamo davvero il Terence Stamp del '67, con scene prese da Poor Cow di Loach. Facce tutto sommato accomunate anche dall'essere state meno sfruttate di quanto avrebbero meritato: Peter Fonda, Lesley Ann Warren, Joe D'Alessandro e Barry "Vanishing Point" Newman. Un po' a sorpresa e' quest'ultimo che tiene piu' testa a un naturalmente aristocratico e risucchiante Terence Stamp.

 

Lo vidi all'uscita, lo ricordo ottimo. 

Mi aveva spiazzato il passaggio da una produzione come Out of Sight dell'anno precedente a questo. Che aveva tutto un gusto di cinema indipendente, specie con quell'uso "sgangerato" del montaggio. 

Poi però ho capito che Soderbergh è proprio quella roba lì, fra indie e industria.

 

Bello bello, me lo riguardo va.


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#328 kristofferson

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Inviato 11 aprile 2022 - 09:48

La bestia umana (1954) di Fritz Lang

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Dopo Il grande caldo Glenn Ford e Gloria Grahame tornano di nuovo insieme in quest’altro classico di Fritz Lang, tratto nientemeno che dall’omonimo romanzo di Émile Zola (anche se il titolo originale americano è Human Desire) e soprattutto dalla pellicola che ne trasse Jean Renoir nel 1938 (L'angelo del male). Il regista francese nel suo film denunciava, come anche Zola, lo sfruttamento della classe operaia preda di pulsioni primitive e portata dall’ingiustizia sociale a commettere atti criminosi, ma Lang fa piazza pulita di tutti questi sottotesti sociali: a lui interessa principalmente scandagliare le profondità dell’animo umano e la fondamentale doppiezza che vi alberga, che può rendere un essere umano indifferentemente innocente o assassino. Il regista austriaco come sempre realizza un’opera di straordinaria precisione formale, con le rotaie e i tralicci della ferrovia che incombono sui protagonisti fino a formare una trappola senza uscita. Glenn Ford è al solito perfetto nella parte dell’ordinary man che si batte eroicamente contro circostanze avverse, mentre Gloria Grahame si conferma una delle più straordinarie bad girls di tutto il cinema noir.
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#329 kristofferson

    Giù la testa, coglioni

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Inviato 12 aprile 2022 - 09:20

Il diritto di uccidere (1951) di Nicholas Ray

IALP-Bogart-Grahame.jpg

Tra i titoli più amari, pessimisti e senza speranza di tutto il genere noir (e, di conseguenza, dell’intera storia del cinema). Come in altri film di Nicholas Ray si conclude con la sconfitta totale di tutti i personaggi coinvolti. E come in altri suoi film il protagonista è un uomo dalla personalità sofferta e tormentata, uno sceneggiatore di Hollywood fallito e alcolizzato, interpretato da Humprey Bogart, preda di improvvise esplosioni di violenza. Lo scavo psicologico effettuato dal regista si trasforma in un ingranaggio perfetto di tensione e suspense che diventa sempre più serrato e in cui lo stesso spettatore perde progressivamente tutti i punti di riferimento, fino allo straordinario finale.
Mostruosa l’interpretazione di Bogart, che dagli anni ’50 cominciò a uscire dal suo classico cliché interpretando ruoli più sfumati e in chiaroscuro, che trasmette la latente e sotterranea minacciosità del suo personaggio semplicemente con lo sguardo, ma c’è anche una Gloria Grahame totalmente inedita nel ruolo della brava ragazza.
Passato completamente inosservato alla sua uscita, rivalutato dai Cahiers du Cinema, adesso viene considerato da diverse parti come il capolavoro di Ray.


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#330 gwoemul

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Inviato 12 aprile 2022 - 09:48

Scusa kris, era un +


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