Non certo il contenuto tecnico di produzione dell'immagine fotografica, che può essere minimo, ma semmai i valori formali di produzione dell'immagine in generale.
Cosa intendi per contenuto tecnico di produzione? Il fatto di stampare della carta fotografica? Guarda che anche usare il Photoshop é un atto dal contenuto fortemente tecnico. I valori formali sono essi stessi ottenuti mediante operazioni tecniche, quali le variazioni del tempo di esposizione, la luce, i filtri ecc.
Mica che quando si scatta una foto artistica si fa solo un'operazione concettuale. C'é una sapienza tecnica che si costruisce con l'esperienza e il talento.
Io invece trovo che sia una componente predominante... se non altro perchè la fotografia, a differenza della pittura, non vive in genere della singola opera ma vive del contesto (la serie) in cui ogni fotografia è inserita. "Selezione" e "ricontestualizzazione" significa anche dare un titolo ad una fotografia, oppure decidere se includerla o escluderla da una serie...
Non concordo molto con l'idea che la fotografia viva più del contesto che della singola opera. Gran parte dei concorsi premiano la singola foto. Chiaramente c'é spesso un filo tematico in molti lavori ma ciò può avvenire anche in pittura (pensa solo a Mondrian o a tanti altri).
Dare un titolo, ancora una volta, é un'azione che non é peculiare della sola fotografia ma di qualsiasi forma d'arte. Quanti quadri in fondo vengono "contestualizzati" grazie al titolo dell'autore?
La "selezione" é, per ovvi motivi, effettivamente tipica della fotografia ma non credo che non avvenga anche in altri contesti artistici. Ancora una volta, poi, si basa spesso sulla semplice verifica di quanto una determinata foto abbia o meno reso l'effetto che l'artista si prefigge. Penso che non siano molti i fotografi che vanno per i campi a scattare foto random e poi scelgano semplicemente quelle che sono venute meglio. Direi che il più delle volte cercano di cogliere alcuni aspetti di un'immagine e perciò tentano diversi esperimenti ma la "selezione" che tu intendi é, nella maggioranza dei casi, a monte e non successiva.
Ci sono tante foto diverse dalle gite domenicali, ma ciò non basta a renderle opere d'arte... Al contrario, se qualcuno avesse un'idea su come contestualizzarle, anche le foto delle gite domenicali potrebbero contribuire a produrre arte.
Per "gite domenicali" intendevo il classico tipo di foto che chiunque fa quando vuole immortalare un istante, un momento della sua vita senza particolari pretese estetiche o concettuali. Chiaro che poi ci siano anche quelli che interpretano tutto ciò in forma diversa e magari tentano un approccio artistico anche nelle foto della gita al lago.
Il punto é proprio questo: chiunque tenti questo approccio, anche in forma rozza, sa che non é così semplice ottenere certi effetti, anche con la macchina digitale da 2000 euro.
Il fatto che poi qualcuno possa "contestualizzare" anche le foto del matrimonio di mio zio non cambia il discorso. In questo caso, anzi, saremmo sì assai più vicini al concetto di ready-made.
Non sempre. Ho fatto il caso di Atget, che era un fotografo povero di tecnica e che usava materiali obsoleti. Steichen, che era un fotografo-artista, criticò i suoi "errori tecnici". Tuttavia, oggi Atget è molto più attuale di Steichen. La vera arte fotografica è nata più da fotografi dilettanti come Atget che dai fotografi-artisti...
Il fatto che Atget usasse una macchinina di legno 18x24 non significa che fosse povero di tecnica. Riguardati le sue foto. Per i tempi sono eccezionali. Quanto ai materiali obsoleti, é piuttosto discutibile. Ai tempi in cui Steichen e quelli della "Photo Secession" ancora si dilettavano con fotoincisioni e varie tecniche per rendere la fotografia simile alla pittura, Atget stampava le foto con gelatina e nitrato d'argento esattamente come poi si continuerà a fare per tutto il secolo successivo (e poi faranno anche gli stessi Stieglitz, Steichen e altri).
Considerare poi Atget un fotografo dilettante é un po' esagerato, visti i suoi contatti con gli artisti del tempo e l'attività di fotografo che di fatto era una professione. Certo non aveva velleità propriamente artistiche o perlomeno non al livello di Steichen (che era stato un pittore), ma la sua opera fu riconosciuta già negli anni '30, mica solo nei tempi moderni.
Non me lo sono inventato io, ne parla tra gli altri anche Susan Sontag (paragonando le fotografie agli "oggetti trovati" dei surrealisti, il che le avvicina proprio al concetto di ready-made).
I surrealisti sono già un bel pezzo lontani dal ready-made e dai dadaisti. Comunque diciamo che il paragonare le fotografie agli "oggetti trovati" lo considero accettabile solo se partiamo da un'analisi materialistica dell'atto artistico, ossia la fotografia, nella sua definizione classica, finisce comunque per riprendere oggetti e forme con un rapporto diretto con la realtà fisica.
Tra l'altro, proprio con l'avvento del digitale e del fotoritocco, questo tipo di affermazione finisce per essere molto discutibile, se si considera che oggi si possono realizzare foto di paesaggi o situazioni completamente fantastiche e senza alcuna connessione con la realtà.
Non è applicabile a qualsiasi produzione artistica, perchè la fotografia ha la singolare caratteristica di "prodursi da sè" (basta cliccare un pulsante per avere una fotografia). La fotografia può esistere anche con il minimo di interpretazione possibile, ossia solo il taglio (l'inquadratura). Il che corrisponde all'incirca all'operazione del ready-made: partire da qualcosa che esiste già, cambiandone qualcosa (il contesto, il significato, mostrandone magari la forma in modo straniante).
Per produrre un quadro basta gettare un secchio di vernice su una tela, ne converrai. Qualunque essere umano ha nella sua vita l'esperienza del disegno sin dalla più tenera età. E se, per sorte, ti si rovescia la vernice sul pavimento per un colpo di vento, avresti un quadro che si é "prodotto da sé". Mi pare che la differenza con la fotografia stia soltanto nello strumento e nel fatto che una macchina fotografica sia più sofisticata di un pennello.
Credo che tu abbia una concezione della fotografia riduttiva. Per te un fotografo guarda e decide cosa riprodurre. Per me, il più delle volte, decide cosa vuole riprodurre e poi guarda. Non é mica detto che parta da qualcosa che esiste già. Spesso, anzi, accade il contrario. E se osservi le pubblicità in una rivista di moda, ad esempio, ti accorgi che con i mezzi odierni, é davvero l'idea che crea la fotografia e non il contrario.
Il ready-made é molto lontano da questo approccio. Se uno si siede sulla macchina fotografica per sbaglio e fa una foto e poi la contestualizza, te lo posso concedere, ma il fatto stesso di cambiare una inquadratura é una scelta estetica, é un cambiamento dell'opera esattamente come buttare un secchio di vernice a destra non é la stessa cosa che buttarlo a sinistra. La differenza é prima di tutto visiva.
Non distingui tra oggetto della rappresentazione e rappresentazione. Nel ready-made sono praticamente coincidenti. L'oggetto stesso é anche la rappresentazione del concetto artistico. Nella fotografia non é così. Se fotografo una piscina, non significa che la foto che ne esce sarà la foto di una piscina. E questo, anche senza alcuna contestualizzazione. Può darsi benissimo che chi la vede non ci veda nessuna piscina, al di là di qualsiasi giudizio artistico.
Una fotografia può essere prodotta anche attraverso un automatismo (le macchinette delle fototessere non producono forse fotografie?) Non dimentichiamo che la fotografia è figlia della scienza e era delle macchine più che dell'arte...
Calma ... parlavo chiaramente della foto di contenuto artistico, laddove stavamo distinguendo tra ready-made e fotografia. Il concetto che volevo esprimere é già nella risposta precedente: quando un artista scatta una fotografia traduce una sua visione e con essa marca l'oggetto artistico stesso in forma fisicamente indelebile.
Ciò non accade con il ready-made, dove l'oggetto fisico é semplicemente trasposto di contesto. Chiunque si prenda un orinatoio e lo porti ad una mostra finirà per sortire lo stesso effetto sensoriale di quello di Duchamp (assumendo ovviamente stesse condizioni).
Se invece io e te scattiamo due fotografie allo stesso soggetto, difficilmente saranno simili.
P.S. Rispondo solo ora e non ho letto la continuazione del thread. Chiedo scusa già da ora se il contenuto é superato. Vedrò di modificare in seguito o postare nuovamente nel caso...