No, sul cartaceo non c??era niente di più di quanto pubblicato online.
Bene, non chiamiamola inchiesta. Per me non è un problema.
Sì badiamo ai contenuti. Spacciare un articolo basato su un intervista e qualche chattata per una inchiesta è intellettualmente disonesto da parte di un giornale.
E no. I contenuti son quelli, indipendentemente dalla pretesa disonestà della qualificazione data al lavoro giornalistico.
Oggi sono stati aggiunti altri contributi: qui e qui
Già, l??intervista a Gentiloni e a Don di noto, chi lo avrebbe mai detto.
Devo dedurre che non hai letto:
In studio a Roma Domenico Vulpiani, direttore Polizia postale e Filippo Ungaro, Save the children, responsabile comunicazione. In studio Paolo Berizzi di Repubblica. In collegamento telefonico don Fortunato Di Noto, presidente associazione Meter, parroco di Avola, Anna Serafini, presidente commissione bicamerale per l'infanzia, senatrice diesse, Alessia Sinatra, pubblico ministero a Palermo e Marco Strano, psicologo e criminologo. Conducono Paolo Garimberti e Edoardo Buffoni
.
Don Di Noto a parte (ma la cui onestà intellettuale non credo possa essere contestata), tutti al soldo del Papa ()? Peraltro, Garimberti fa un brevissimo accenno al noto accordo sui risarcimenti (sebbene fosse del tutto inconferente rispetto al tema della pedopornografia online).
Già, fa un brevissimo accenno.
E certo che è brevissimo: era del tutto inconferente, visto che si parlava di pedopornografia online.
Vulpiani: il materiale sequestrato è enorme, anche di produzione domestica.
Alessia Sinatra: internet ha determinato un incremento delle fattispecie di reato; la pedopornografia è una realtà quotidiana del mio lavoro.
Strano: l'età delle vittime si sta abbassando anche sotto i 4/5 anni, talvolta anche piccolissime; risulta dalle ricerche in quasi tutto il mondo.
Più svariati spunti sul sistema di filtraggio, sulla creazione di black-list europee per una tutela più efficace e sulle applicazioni giurisprudenziali dopo la legge del 2006.
Mi pare che nessuno neghi l??esistenza della pedopornografia
Bene. Allora spero che nessuno se ne risenta se un giornale ne parla.
Abbiamo visto che il sito NON conteneva materiale pedopornografico, NON conteneva né foto né filmati scaricabili a contenuto pedopornografico, ma è stato oscurato, ops! inibito, applicando una normativa contro la pedopornografia.
Il sito conteneva dei LINK che rimandavano a GALLERIE FOTOGRAFICHE di minori, alcuni dei quali erano ritratti con gli ORGANI GENITALI SCOPERTI (comprese quelle di von Gloeden e sul punto ci torno).
Ci sono avvocati che hanno pareri diversi dal tuo, come per esempio Minotti.
http://www.minotti.n...to-oscurato.htm
http://www.minotti.n...emessa.htm#more
http://www.minotti.n...non-capisco.htm
Che ci siano avvocati che la pensano diversamente da me è fisiologico ma non posso esimermi dal fare alcune osservazioni:
1) Nel secondo link che hai postato l'avvocato fa questa precisazione:
Siamo certi che, al di là del fine istituzionale che non è qui in discussione, sia tutto perfettamente legale? Vado subito alle conclusioni, poi argomento. La mia opinione, dando per scontata la validità di certe premesse (cioè che sui siti non sia presente materiale pedopornografico), è no.
Cioè, dà per scontato che il materiale pedopornografico non vi fosse. Sulla base di questa premessa anche io direi che il decreto è stato applicato illegittimamente; solo che io non do quella premessa per scontata, né posso farlo per via della presenza di quei link (che avevo anche postato in un intervento precedente) e dei quali l'avvocato invece sembra ignorare l'esistenza, giacché non vi accenna mai.
2) Dà per scontata quella premessa e omette di occuparsi della premessa della premessa: cos'è la pornografia?
Sul punto non ritorno perché ne ho parlato nei post precedenti ma ribadisco che quello definitorio è il vero nucleo centrale del problema.
E per dimostrarti che non è una cosa che mi sono inventato ti segnalo
questo parere/articolo pubblicato su un sito che ben conosci.
In quell'articolo si suggerisce di riempire di contenuto il concetto di pornografia facendo riferimento a quello di osceno.
In realtà, le due locuzioni non sono perfettamente coincidenti (possono però sovrapporsi), dato che non sempre ciò che è pornografico è per ciò stesso osceno, ove se ne eviti la pubblicità e l'esposizione a minori.
Può essere utile, invece, vedere come intende la pornografia la Corte di Cassazione italiana. Cito alcuni passi di una sentenza (Cassazione penale , sez. III, 22 aprile 2004 , n. 25464).
Inanzitutto va segnalata una scelta interpretativa fatta dai Giudici con riguardo alla nozione di prostituzione che, al pari di quella di pornografia, non è definita dalle legge. Essi sostengono che:
la nozione di prostituzione, anche se non risulta definita legislativamente, corrisponde ad un "tipo" normativo, che è stato delineato dalla giurisprudenza di questa Corte e non può essere, perciò, individuata in base a criteri di valutazione meramente sociale o culturale".
In buona sostanza, che cosa è prostituzione non lo stabilisco io secondo la mia coscienza, né tu, né l'avvocato Minotti né criteri di valutazione culturale o sociale ma lo stabilisce la Cassazione con la sua interpretazione.
Il passo è breve e il ragionamento viene esteso pure alla nozione di pornografia e per i Giudici "
la natura pornografica della rappresentazione di minori, in pose che ne lasciano scoperti integralmente o parzialmente gli organi sessuali, al fine di distinguerla dal materiale di natura diversa (pubblicazioni pubblicitarie, reportage giornalistici), deve essere individuata in base all'accertamento della destinazione della rappresentazione ad eccitare la sessualità altrui e dalla sua idoneità a detto scopo".
Ecco come le foto (in questo caso linkate) di minori nudi, anche quelle di Von Gloeden, inserite in un contesto in cui si propugna la bontà dei rapporti sessuali con minori, diventano pornografia.
Del resto, mi sembra di aver già detto che non conveniva essere così ingenui da pensare che quelle foto (quelle di von Gloeden) stessero lì per il loro valore artistico.
In conclusione, se la rappresentazione fotografica è idonea ad eccitare la sessualità altrui, quella (per la Cassazione) è pornografia.
Poi è chiaro che i giuristi sono liberi di sostenere le tesi che più condividono ma, date
queste premesse normative e giurisprudenziali, è, a mio avviso, azzardato tacciare perentoriamente di illegittimità l'applicazione che è stata fatta del decreto.
p.s. dire che i link non c'entrano nulla con il sito è d'azzeccagarbugli.
Sia chiaro, io ho espresso un mio personale parere, non ho mai sostenuto che è certamente così, quindi non capisco dove tu voglia andare a parare....
...... poi, sulla concomitanza delle notizie, sulla decadenza, e sulla piega (anche) clericale che sta prendendo un giornale dal passato glorioso come La Repubblica, ognuno tragga le proprie conclusioni.
Ma come?
Si trova sempre chi è più papista del papa.
La Repubblica si sta semplicemente adeguando al nuovo corso clericale dell??ex Ds e futuro Pd.
Lo strillo in prima pagina-taglio alto-caratteri cubitali, che lancia quella che loro molto pomposamente definiscono un??inchiesta sulla pedopornografia in internet (fenomeno peraltro marginale rispetto alla pornografia quella vera, quella praticata dai preti, dai genitori, dal turismo sessuale ecc. ecc), che è praticamente basata sull??ennesima intervista a Don Di Noto, un prete che questo fenomeno tenta di combattere, è [b]certamente utile per oscurare la notizia dei preti pedofili americani.
Edit: marginale? ??? (questo inciso, me l'ero perso).
Riporto ancora una volta:
Vulpiani: il materiale sequestrato è enorme, anche di produzione domestica.
Alessia Sinatra: internet ha determinato un incremento delle fattispecie di reato; la pedopornografia è una realtà quotidiana del mio lavoro.
Strano: l'età delle vittime si sta abbassando anche sotto i 4/5 anni, talvolta anche piccolissime; risulta dalle ricerche in quasi tutto il mondo.
Se poi tu fai una dichiarazione di questo genere
Poiché non ho motivo di dubitare della serietà di un giornalista di un quotidiano nazionale e non vedo per quale motivo dovrebbe pubblicare falsità, contravvenendo alla propria deontologia?.
allora possiamo anche finire di discutere.
Possiamo finire di discutere se estrapoli le mie dichiarazioni a caso.
Se la reinserisci nel suo contesto, il significato è che, prima di tacciare di disonestà un professionista, tenuto al rispetto di una deontologia, bisognerebbe quantomeno prendersi la briga di controargomentare almeno un po'.
Sennò, si fanno solo illazioni.
Per quanto riguarda la censura di siti web e la sua stupidità/inutilità, ti invito a leggere questi pareri
http://www.lastknigh...nfosecurity2007
http://www.lastknigh...video-completo/
http://www.lastknigh...apire-qualcosa/
http://www.lastknigh...censura-i-siti/
La censura è prevista pure in Costituzione...
Comunque, che su internet abbia poca efficacia,
specie se i siti sono all'estero (ma non anche in Italia), è indubbiamente vero.
Ma la soluzione non è abdicare, bensì cercare di promuovere il coordinamento con le legislazione degli altri Stati e, quantomeno a livello europeo, la via è più facilmente praticabile.
p.s.
Nell'ultimo link che hai postato, il Papa viene definito come Pastore Tedesco con evidente allusione alla razza canina. A parte che trovo questo modo di interloquire poco elegante e, ormai, niente affatto originale (davvero, non ride più nessuno), ma, a parte questo, mi spiace che non ci si renda conto di come simili espressioni nuocciano, in primis, al discorso di chi le usa, privandolo immediatamente di obiettività. Contento l'autore...
Che l'uso della censura sia poi condizionato da fattori culturali è indiscutibile; non a caso la contrarietà al buon costume (dato culturale per eccelenza) può esserne un presupposto ma eviterei di mettere nello stesso calderone situazioni completamente diverse.
Però guarda caso le due Mostre censurate, quella di Bologna e quella di Milano, erano di Arte Omosessuale, quindi non mi sembrano ??situazioni completamente diverse?.
Ma io non mi riferivo alla due mostre. Alludevo all'oscuramento del sito tedesco, da un lato, e alla censura della mostra e ai discorsi sui matrimoni omosessuali, dall'altro.