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[scirocco]

Segnalo questa interessante autoproduzione indipendente che ha trovato (fortunatamente) una piccola distribuzione nelle sale. Si tratta del secondo lungometraggio di Moroni (dopo l'esordio di "Tu devi essere il lupo" nel 2005), un 'docu-fiction' piuttosto singolare che racconta i problemi di una giovanissima coppia di bengalesi a Roma. Lui, nella capitale ormai da sei anni, un giorno riceve una lettera dalla famiglia in cui si parla del suo matrimonio combinato e dell'obbligo di tornare immediatamente in patria per le nozze. Dopo il ritorno in Italia con la (bellissima) neo-sposa cominciano, però, i problemi.
La cosa interessante mi pare sia lo sguardo (assolutamente sincero e per certi versi inedito) che il regista coglie nella vicenda, il taglio, il linguaggio cinematografico attraverso cui viene raccontata la storia: brevi inqudrature statiche legate da un efficace montaggio nervoso. Moroni riesce a "congelare" la sottile tristezza degli affetti e il malinconico romanticismo delle cose (un gatto sonnacchioso, un desiderio bruciato, due piccioni sul tetto, girandole colorate) disegnando un ritratto etnico genuino, magico e pudico (la sequenza finale nel palazzetto del ghiaccio è pura poesia) della contemporanea gioventù in bilico tra tradizione e modernità, ambiguità e contraddizioni. Fresco cinema da incoraggiare, acuto cinema nostrano di cui abbiamo, oggi, più che mai bisogno. Passate parola.