Il twist finale su cui si regge il film è assolutamente inversomile: è incredibile che a nessuno degli investigatori venga in mente di controllare l'alibi del presunto stupratore di Amy e di ricostruire i suoi movimenti, è un uomo ricco sfondato (ma che evidentemente non ha parenti che spingono per appurare la verità) e che a occhio ha anche un lavoro importante quindi dovrebbero esserci una marea di testimoni che possono confermare che quella mattina era in tutt'altro posto, senza contare che si possono controllare le celle telefoniche e quant'altro.
Insomma va beh che gli sceneggiatori hollywoodiani utilizzano la tecnologia solo quando gli fa comodo ma qui veramente si sorvola sulle basi di qualunque indagine poliziesca perché è evidente che così come l'hanno raccontata non c'è veramente nessuna possibilità per Amy di farla franca.
Altre incongruenze abbastanza macroscopiche che mi vengono in mente al volo: Nessuno verifica le registrazioni delle telecamere della casa sul lago in cui si vede che Amy è arrivata lì molto dopo la data del presunto rapimento?
Come fa Amy a mettere nella legnaia una vagonata di regali senza essere vista da nessuno e soprattutto senza averne le chiavi?
Amy in teoria rimane incinta col seme prelevato in clinica, ma per prenderlo non ha dovuto firmare niente? Nessuna autorizzazione?
E ce n'erano molte altre....insomma è il classico plot alla Nolan dove per avere le scene fighe ci si affida a svolte di sceneggiatura cervellotiche che non stanno in piedi, in The Dark Knight i piani del Joker son tutti così ma in un cinefumetto si può perdonare in un thriller realistico è più dura.
C'e' da dire che il thriller di discendenza hitchcockiana, diciamo cosi', e' spesso anche piu' assurdo dei cinefumetti.
Anche molti film di De Palma sono del tutto inattendibili sul piano narrativo. Il piano dell'assassino di "Omicidio a luci rosse" si basa su presupposti completamente campati in aria e su un buco logico enorme (com'e' possibile che dopo l'omicidio il protagonista non venga a sapere chi era il marito della vittima?), il modo con cui il protagonista di "Blow Out" scopre il complotto e' delirante (ricostruisce il filmato dell'attentato e lo sincronizza col suo audio... ritagliando le foto da una rivista!), per non parlare dei cumuli di assurdita' che vediamo succedere in film scopertamente perculanti come "Doppia personalita'" e "Femme Fatale".
Ma appunto i film di De Palma sono pura fascinazione affabulatoria che chiedono esplicitamente allo spettatore di fottersene di trame che sono solo puro pretesto, per abbandonarsi al lato puramente visivo del cinema.
Invece i Fincher e i Nolan sono piu' paraculi, e nei loro thriller fingono di dare allo spettatore trame articolate e "importanti", con personaggi psicologicamente piu' attendibli e "profondi", tanto che per molti appunti sono film solidissimi, quando invece fanno acqua da tutte le parti. Per dire, il famoso finale di "Seven" e' completamente surreale, al solito basato sul fatto che tutti, protagonisti, l'intero corpo di polizia e persino il corriere espresso, si comportino al millimetro e al microsecondo esattamente come prevedeva l'assassino, e "Memento" si basa su forzature pazzesche (la "dark lady" che nel giro di pochi minuti prende per buona l'assurda situazione del protagonista e elabora al volo il suo piano). Poi, giustamente, chi se ne fotte, per me "Seven" e "Memento" sono comunque dei bei film che hanno lasciato il segno.
Preferisco l'onesta' dei vecchi registi che giocavano a carte scoperte col pubblico, ma anche il cinismo dei Fincher e i Nolan che giocano molto sulla presunzione del pubblico attuale, che si illude di essere il pubblico piu' scafato e intelligente mai esistito, ha una sua perfida simpatia. Tra l'altro, entrambi, con film teorici come "The Game" e "The Prestige" gli hanno pure detto in faccia al loro pubblico che e' comunque sempre e solo tutto un trucco, ma non c'e' peggior sordo...