"Songs for Rounders" ha in effetti solo due brani originali su dodici, il resto sono tradizionali o cover, tutti arrangiati in maniera piuttosto ardita.
Se oggi avrebbe senso una cosa del genere? Forse non nel senso classico del termine: da quel punto di vista l'ultimo album che mi sembra avere retto è "American IV" di Johnny Cash e parliamo ormai del 2002, più di vent'anni fa. Curiosamente, ma forse non troppo, sempre in ambito country.
Però volendo, la vaporwave ha aperto nuovi scenari alla musica con delle "riletture ardite", ottenute non coverizzando ma manipolando direttamente le originali.
L'importante, sia che si coverizzi, sia che si manipoli, è raggiungere quell'equilibrio in cui da un lato il materiale originale rimane riconoscibile / rispettato, dall'altro il risultato finale riesce a essere tanto distante da tagliare il cordone ombelicale e assumere dignità propria: che non è facile perché con la preoccupazione di distaccarsi il più possibile il rischio di cadere nel ridicolo è dietro l'angolo (penso agli orripilanti Nouvelle Vague).
Ne consegue, in base al ragionamento di cui sopra, la seguente equazione:
"Songs for Rounders" : country = "Floral Shoppe" : ambient & vapor
(Ok, il finale era semiserio, ma la parte precedente no ).