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The Fabelmans (Spielberg, 2022)


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31 replies to this topic

#1 William Blake

    Titolista ufficiale

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Inviato 26 dicembre 2022 - 13:07

Forse abbiamo dato per scontato il cinema di Steven Spielberg? I suoi ultimi due film sono lavori monumentali e tra gli esiti più alti e felici della sua produzione.

 

thefabelmans_locandina.jpg

Il titolo, "The Fabelmans", tematizza la saga familiare ed è al contempo un chiaro rimando alla funzione cucita addosso a Spielberg come uomo delle fiabe, sommo sacerdote della magia dello storytellingcinematografico. Questo benché Spielberg abbia sempre operato su molteplici livelli, celando uno sguardo disincantato sotto le spoglie dell'illusione cinematografica e dell'ingenuità infantile. Ed è dunque attraverso la rievocazione della sua infanzia e della sua giovinezza, in un coming of age dall'andamento classico ed ellittico, che Spielberg si mette a nudo, in anni in cui diversi registi di mezza età hanno esplorato snodi esistenziali e traumi della propria vita, scaturigine di dolori e ispirazione: Cuarón in "Roma", Sorrentino in "È stata la mano di Dio", Branagh in "Belfast", Gray in "Armageddon Time", anche se il film che gli somiglia per ritmo e potenza di flusso è "Licorice Pizza" di Anderson. Adesso, a 76 anni, Steven Spielberg ha ormai compiuto il proprio destino di erede della classicità hollywoodiana e questa storia, la sua, è abbastanza lontana nel tempo per plasmare la mitologia privata in mito cinematografico. E questo mito ha a che fare tanto con il grande schermo e la celluloide, quanto con la famiglia e gli spazi domestici. È un apprendistato dello sguardo da cui possiamo trarre alcune lezioni.

La recensione: https://www.ondacine...-fabelmans.html


  • 5
Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#2 tiresia

    Sue Ellen

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Inviato 29 dicembre 2022 - 09:12

Premetto, non sono una fan di Spielberg, spesso molte parti dei suoi film sono capolavori che gli interi film non sono, la retorica e il didascalico sono di frequente una sua cifra distintiva, a memoria, neppure ne Il colore Viola, non è mai riuscito a tratteggiare un interessante ritratto di donna, una psicologia femminile complessa (il che non è una pecca di per sé, intendiamoci).

Questo film, essendo la sua riflessione autobiografica, non è esente dai suoi tratti distintivi, ma è caratterizzato da un atto di celebrazione del cinema, della visione, dell'immagine, del vedere, della forza della tecnica della visione e della sua ripetizione fra le più profonde, specifica, minuziosa, quasi autoptica e quindi onesta.

E' una autobiografia, tutto è filtrato dalla vita familiare che ha segnato una visione del mondo, fatta di traumi, amore, passioni, senso della felicità e del dolore (la storia della sua famiglia è la storia delle storie dei suoi film, il canovaccio insomma), ma in più c'è il cinema come mezzo, come strumento. Dalla prima esperienza al cinema che è stupore e emozione violenta in cui la realtà è rappresentazione aumentata, dalla necessità di governarla che il cinema gli consente per il suo stesso essere tecnico; dal coniugare arte e scienza (il didascalico che esce fuori sempre nel film è disseminato ovunque); dal disvelamento della realtà che è il saper guardare quella realtà aumentata e sublimata nel momento centrale del fare cinema ossia il montaggio; dalla manipolazione del girato/del reale che è la celebrazione della tecnica cinematografica, tutto in questo film è profondamente cinema.

Al netto dello spielberghismo un bel film sul cinema in cui la chiosa di Lynch/Ford è monumentale: non esiste oggettività, mai, non esiste l'orizzonte nel mezzo, quella è noia, non è arte, non è cinema.


  • 2

#3 ucca

    CRM

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Inviato 29 dicembre 2022 - 09:31

mi attira veramente poco.
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Mettere su un gruppo anarcho wave a 40 anni.


#4 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 29 dicembre 2022 - 09:44

Dopo 40 anni che fa cinema ancora ci si sente in dovere di premettere qualunque commento a un film di Spielberg con "non sono un suon fan ma...", "non  mi piace il suo cinema ma..." e altre formulette simili, ormai ho perso il conto di quante volte le ho sentite da utenti, addetti ai lavori o semplici cinefili.

Quindi: io sono un fan del suo cinema e non vedo l'ora di vedere The Fabelmans.

 

 

spielberg-gif.gif


  • 1

#5 tiresia

    Sue Ellen

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Inviato 29 dicembre 2022 - 09:54

Il non fan serio argomenta il perché, altrimenti è una battutina, da oltre 40 anni per di più.
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#6 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 29 dicembre 2022 - 10:06

Anche le argomentazioni sono piuttosto risapute però: il sentimentalismo, il didascalismo, il familismo....per altro ormai indicati come difetti d'ufficio senza manco andare a valutare la loro presenza e il loro senso nella sua opera.


  • 0

#7 tiresia

    Sue Ellen

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Inviato 29 dicembre 2022 - 10:14

Mai parlato di familismo(?), nè di sentimentalismo, è spesso didascalico e lo è anche qui (siccome non lo hai visto non hai potuto apprezzare come la madre ci debba spiegare scandendolo bene cosa muova il figlio all’indomani della visione del film), perché le due anime della sua famiglia sono il riflesso della sua sapienza come regista, solo che i due personaggi che le personificano lo ripetono costantemente per tutto il film e, nell’economia del film stesso, non ha senso e, volendo essere buoni, è ridondante all’ennesima potenza.
Poi ognuno vede quel vuole e sente quel che gli piace.
  • 1

#8 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 29 dicembre 2022 - 10:22

Non era una risposta al tuo commento in particolare, era una riflessione sui topoi che vengono invariabilmente tirati in ballo per giudicare qualunque opera di Spielberg che per altro ha una filmografia molto varia e differenziata con temi e riflessioni spesso in contrasto tra loro, sarà che ormai il suo nome è quasi sinonimo di regista, sarà che paga l'enorme successo che ha avuto ma mi sembra quasi un riflesso condizionato mettersi sulla difensiva quando si parla del suo cinema, cosa che non riscontro per altri autori anche molto meno validi di lui.


  • 0

#9 Sandor

    Enciclopedista

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Inviato 29 dicembre 2022 - 10:42

Come mai questa difesa dura e pura su un post che mi è sembrato più che onesto?

Tanti grandi registi,anche più grandi di Spielberg,sono massacrati e soprattutto non lavorano da anni .


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#10 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 29 dicembre 2022 - 10:53

Non è che non lavorano per colpa di Spielberg eh, il fatto è che il post di Tiresia andava bene anche senza la premessa che ormai alla millecinquecentosettantotessima volta che la sento comincia anche un po' a stufare.

 

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#11 Spiritchaser

    Classic Rocker

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Inviato 29 dicembre 2022 - 11:03

È già didascalico dal titolo asd
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#12 George Kaplan

    Giraghiere a tradimento

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Inviato 29 dicembre 2022 - 11:31

Più che altro è sorprendente lo scarto tra la grandezza dello Spielberg degli ultimi anni e la ricezione tutto sommato disinteressata o indifferente non solo del grande pubblico (che è il pubblico di Spielberg da sempre), ma anche degli appassionati. Oltretutto non si fanno neppure vere critiche, si ripetono luoghi comuni (non mi riferisco a Tiresia, eh, semplicemente il suo post - che è tutt'altro che indifferente e anzi articola una visione interessante sul film - fa in parte uso di quello stesso vocabolario e da qui nasce il discorso). E' curioso perché il cinema spielbergiano recente è davvero qualcosa di irripetibile, la trilogia sulla dialettica aperta con Lincoln, proseguita con Il ponte delle spie e culminata in The Post dava già l'idea che qualcosa di grande stava bollendo in pentola, poi è arrivato quel capolavoro assoluto di West Side Story a sancire l'apice di una visione e di una carriera in chiave autoriflessiva e al contempo di chiusura e rilancio di una tradizione.

 

E questo meraviglioso The Fabelmans è l'altra faccia di WSS, due film che non mi hanno lasciato dormire la notte per quanto continuavano a tornarmi in mente momenti, idee, inquadrature, musiche. Poi chiaro che si può anche dire che il concetto del genio ingegneristico del padre e quello creativo della madre che trovano sublimazione nel piccolo Spielbergo sia esposto fin troppo a chiare lettere, ma davvero vogliamo parlare di questo in un film che regala a ripetizione visioni tra le più belle degli ultimi anni? Non so, a me vengono ancora i brividi se ripenso a distanza di un anno alla scena del ballo in WSS (film in cui puoi togliere la musica e continuare a sentirla solo per forza di inquadrature) quando la macchina da presa scavalca l'intero corpo danzante per poi appoggiarsi sul pavimento a inseguire rapita le traiettorie di un personaggio, o il momento in cui Tony e Maria si liberano dalla grata che li separa e la mdp fa uno scarto laterale per aiutare il gesto. Il cinema di Spielberg è sempre stato questo, qualcosa che si dà interamente per mezzo di immagini in movimento (e non nei personaggi e men che mai nei dialoghi), forse lo scandalo in un mondo che chiede all'arte significati e intelligenza è proprio il suo essere così sfacciato nel rivendicare il primato assoluto della visione.


  • 5

#13 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 29 dicembre 2022 - 11:39

"forse lo scandalo in un mondo che chiede all'arte significati e intelligenza è proprio il suo essere così sfacciato nel rivendicare il primato assoluto della visione"

 

:ossequi:


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#14 Spiritchaser

    Classic Rocker

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Inviato 29 dicembre 2022 - 12:03

A me sembrano poter essere vere contemporaneamente entrambe le cose, la celebrazione del primato della visione e il limite di un'affettazione didascalica non si escludono a vicenda.

interamente per mezzo di immagini in movimento (e non nei personaggi e men che mai nei dialoghi)

Beh, i dialoghi per esempio nel primo Jurassic Park sono assolutamente perfetti.
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#15 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 29 dicembre 2022 - 12:23

Anche in altri film ma di Spielberg si ricordano sempre in primis le immagini e dalla bicicletta volante di ET all'emersione improvvisa de Lo Squalo, dalla pietra enorme che rotola alle spalle di Indy alle terribili visioni dello sgombero del ghetto di Cracovia e dello sbarco in Normandia è difficile trovare un altro regista che abbia donato più visioni iconiche al suo pubblico.
  • 0

#16 Spiritchaser

    Classic Rocker

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Inviato 29 dicembre 2022 - 12:47

Certo, puntualizzavo solo sul "men che mai nei dialoghi", ho fatto l'esempio di Jurassic Park che è farcito di dialoghi memorabili quanto le immagini.
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#17 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 29 dicembre 2022 - 12:50

Anche Lo Squalo e Indy se è per quello, "ci serve una barca più grande"
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#18 George Kaplan

    Giraghiere a tradimento

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Inviato 29 dicembre 2022 - 13:08

Certo certo, ma infatti non intendevo sostenere che i dialoghi o le sceneggiature siano pessimi, semplicemente non è mai dipeso da queste la grandezza del suo cinema.


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#19 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 29 dicembre 2022 - 14:17

Diciamo che dialoghi e sceneggiature vengono dopo l'incredibile capacità affabulatoria e la prorompente visionarietà e queste ultime dietro alla tecnica mostruosa e caleidoscopica che è probabilmente il vero quid in più del vecchio Spielberg.
Questa tecnica gli deriva, oltre che da applicazione e naturale predisposizione, dalla sua conoscenza enciclopedica della storia del cinema, conoscenza che condivide con gli altri giganti della New Hollywood (Scorsese, Coppola, De Palma, Lucas) e che mi sembra latiti grandemente nei registi più giovani o sia, nel migliore dei casi, molto a compartimenti stagni, cosa che si ripercuote chiaramente nel livello monotono e nella scarsa verve visiva di molta produzione odierna.
  • 1

#20 John Trent

    Genio incomprensibile

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Inviato 29 dicembre 2022 - 15:39

Sono commosso, una discussione animata in "film recensiti" dopo mesi e mesi.
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#21 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 29 dicembre 2022 - 17:13



Tanto per fare un esempio di grande tecnica spielberghiana, ovviamente senza aver visto il film si perde la forza dell'irrompere degli aerei nell'estenuante routine del campo di prigionia ma anche così non si può non ammirare la perizia con cui il regista costruisce una sequenza così complessa e difficile, e pochi altri autori possono permettersi quell'incredibile rallenty centrale che in un attimo trasporta la scena dalla più cruda realtà alla visionarietà più lancinante con l'improbabile saluto del pilota già sogno/desiderio/ricordo del giovane protagonista e dello spettatore con lui.
E' una dei moltissimi pezzi di cinema magistrali in cui Spielberg non ha bisogno di dialoghi e spiegazioni, riesce far passare il massimo delle informazioni e delle emozioni solo tramite l'immagine, come lui pochissimi altri prima e dopo.


  • 4

#22 aomame

    Groupie

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Inviato 30 dicembre 2022 - 00:20

Scommetto dieci cent che il film di Spielberg più amato qui dentro sia Duel, proprio perchè non "didascalico" o "sentimentale" asd


  • 0

#23 debaser

    utente stocazzo

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Inviato 30 dicembre 2022 - 07:33

Scommetto dieci cent che il film di Spielberg più amato qui dentro sia Duel, proprio perchè non "didascalico" o "sentimentale" asd


Ovviamente Hook.
  • 0

Codeste ambiguità, ridondanze e deficienze ricordano quelle che il dottor Franz Kuhn attribuisce a un'enciclopedia cinese che s'intitola Emporio celeste di conoscimenti benevoli. Nelle sue remote pagine è scritto che gli animali si dividono in (a) appartenenti all'Imperatore, (b) imbalsamati, c) ammaestrati, (d) lattonzoli, (e) sirene, (f) favolosi, (g) cani randagi, (h) inclusi in questa classificazione, (i) che s'agitano come pazzi, (j) innumerevoli, (k) disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello, (l) eccetera, (m) che hanno rotto il vaso, (n) che da lontano sembrano mosche.
 
non si dice, non si scrive solamente si favoleggia


#24 ucca

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Inviato 30 dicembre 2022 - 08:56

Ne ha fatti tanti belli, il mio preferito forse è incontri ravvicinati
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#25 woody

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Inviato 31 dicembre 2022 - 17:04

Vabbè meglio 100 interventi come quello di tiresia che almeno ha buttato giù due concetti pensati e argomentati che l'intervento di the man che si incazza perchè Spielberg c'ha la tecnica, poi si va in musica e se c'è mezza nota in più allora diventano riccardoni.
Anche perchè tiresia non parlava di immagini quando descriveva quelli che per lei sono difetti, parlava di narrazione e Spielberg fa un cinema narrativo non stiamo parlando di Maya Deren, quindi ci poteva anche stare.
 


  • 0

#26 Earl Bassett

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Inviato 31 dicembre 2022 - 17:56

Ah Woody, guarda che me stai confonne' con quarcun'artro, penso di non aver mai scritto la parola "riccardone" in vita mia.
E l'ultima volta che mi sono incazzato era il 26 settembre del 1999.
  • 0

#27 woody

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Inviato 31 dicembre 2022 - 20:01

Era ingenerale, sta cosa della tecnica da una parte o da un'altra viene sempre fuori, non era diretta a te.
Vabbè non ti sarai incazzato ma il senso era chiaro, non è che ti volevo accusare di problemi di gestione della rabbia, sarà che sono a lavoro e non so che cazzo fare...


  • 0

#28 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 31 dicembre 2022 - 20:08

No problem, comunque ammetto che al cinema sono un amante della tecnica, e a parte rari casi i registi che preferisco sono tutti grandi tecnici, alcuni li compri con un po di intellettualismi e significati nascosti, con me è sufficiente un vertigo shot.
  • 1

#29 woody

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Inviato 31 dicembre 2022 - 20:31

No problem, comunque ammetto che al cinema sono un amante della tecnica, e a parte rari casi i registi che preferisco sono tutti grandi tecnici, alcuni li compri con un po di intellettualismi e significati nascosti, con me è sufficiente un vertigo shot.

Ma pure a me piace la tecnica in musica e al cinema e dovunque, ovviamente se usata bene.
Comunque sarebbe curioso sapere perchè sulla musica tutti rompono i coglioni col virtuosismo, spesso anche fuori luogo per gente che non è minimamente "segaiola", mentre al cine sta cosa è spesso (giustamente ci mancherebbe) lodata


  • 0

#30 Nijinsky

    Señorito en escasez

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Inviato 05 gennaio 2023 - 10:32

Pure a me è sembrato didascalico in due o tre occasioni  asd (però non so quanto dipenda da S. e quanto dalla tendenza contemporanea a considerare gli spettatori dei perfetti cretini). Comunque gran film su cui non dico niente se non questo: ai miei occhi, l'America degli anni '50 e '60 possiede una desiderabilità totale: i corpi abbronzati delle ragazze e dei ragazzi, le t-shirt, le automobili e le suppellettili, Walk on by: è tutto bellissimo.


  • 2

Siamo vittime di una trovata retorica.


#31 lazlotoz

    Enciclopedista

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Inviato 09 gennaio 2023 - 12:01

Però occhio, la questione della tecnica del cinema non va confusa. 

Qui si tratta di grammatica del cinema, è un aspetto basilare del suo linguaggio senza andare a scomodare Metz.

Spielberg è un conoscitore sublime del mezzo e della storia del cinema (quest'ultima cosa mi sembra che sia sempre meno frequente, ma comunque i grandi registi DEVONO essere anche dei conoscitori della storia del cinema, magari non con la passione di un Rossellini, o uno Scorsese, ma ecco forse sì).

Nulla ha a che fare questa competenza tecnica con la categoria del riccardone usato in musica.

 

Sarebbe da capire chi nel cinema può esser considerato un riccardone (il primo che mi viene in mente è Noé) ma poi si va OT.


  • 3

#32 Fidelio

    mainstream Star

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Inviato 06 marzo 2023 - 06:20

Sono partito molto prevenuto. Durante la visione c'è stata invece una miriade di emozioni e di sentimenti sulla famiglia, sul Cinema, sull'adolescenza e in generale sulla scoperta. Film veramente potente.


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