No, i primi tre sono ottimi film d'avventura, il quarto è una ciofeca, non c'entra l'età di quando li hai visti.
Onestamente però il secondo, rivisto da adulto, m'è scaduto parecchio, l'ho trovato davvero troppo infantile (forse per compensare alcune scene blandamente horror). E poi ha due tra i co-protagonisti più insopportabili nell'intera storia del cinema
Il primo invece rimane un capolavoro a qualsiasi età.
L'ultimo comunque nella prima metà, se sorvoliamo su alcune trovate, non è neanche così pessimo, deraglia più che altro nel finale.
Per quanto usciti nell'arco di solo otto anni sono tre film che fotografano tre epoche cinematografiiche diverse.
I Predatori e' la ripresa dei serial avventurosi della Hollywood classica, ma filtrati dal cinismo e della violenza degli anni 60 e 70. Come oggi non ci rendiamo piu' conto di che carica dirompente avessero i primi 007 di Connery quando uscirono, cosi' non facciamo piu' caso quanto i Predatori sia un film violento e crudo, pieno di scene con gente che muore malissimo. Anche la famosa gag del giannizzero abbattuto con un colpo di pistola oggi passa per un allegerimento comico, ma mi ricordo bene che quando da ragazzino la vidi per la prima volta io e tutta la mia famiglia rimanemmo interdetti: e' un black humor che oggi associamo a gente come Tarantino e Shane Black, non certo agli attuali standard dei film per ragazzi e famiglie, che possono essere apparentemente piu' estremi (tipo, chesso', i film di Deadpool), ma che in realta' spostano prudentemente sempre tutto sulla farsa o (specularmente) sul melodramma.
Il Tempio e' invece una perfetta fotografia dell'estetica anni 80. Piu' colori, piu' luna park, piu' effetti, piu' effettacci. Insomma, piu' finto. E anche piu' cupo, ma allo stesso tempo piu' innocuo perche' piu' fantasy e infantile. I suoi limiti sono in parte anche ricercati, chiaramente sia Spielberg che Lucas volevano fare un film piu' naif, in tutto e per tutto simile ai serial della loro infanzia. Significativo il passaggio (oggi inconcepibile) tra un personaggio femminile tutto di un pezzo come Marion a un'oca giuliva come Willie. Divertente notare che all'epoca il film suscito' parecchie polemiche perche' considerato troppo violento e horror. Io continuo a trovarlo mostrusamente divertente e, ahime', con l'avanzare dell'eta' mi accorgo che Shorty inizio a sopportarlo meglio e che Willie diventa misteriosamente sempre piu' giovane e sexi.
L'ultima crociata era il tramonto di quegli anni 80. Per quanto lo adorai ricordo benissimo che quando usci' mi sembrava gia' un prodotto tardivo, figlio di un spettacolarita' che gia' segnava il passo, in un'epoca in cui erano piuttosto film come Arma letale o Trappola di cristallo a rappresentare il presente. L'Ultima crociata era un film gia' crepuscolare, fortunatamente conscio di esserlo, come e' chiaro dai toni, dai temi e persino dalla fotografia, dove dalla pastosita' pittorica dei film precedenti si passa a una freddezza gia' in odor dei toni piu' distaccati degli anni 90. Si', era e sarebbe dovuta restare la chiusura perfetta.
E non perche' non si possa riprendere un personaggio come Indiana Jones in tarda eta'. Il problema di oggi non e' Indy ottantenne. Si possono fare bellissimi film con avventurieri invecchiati. Quel capolavoro di Robin e Marian ad esempio (lasciamo perdere che incredibilmente ne' Connery ne' la Hepburn avessero manco 50 anni, i loro personaggi ne avevano almeno 10 o 20 di piu'), ma persino quel testo sacro dell'Avventura che e' "L'isola del tesoro" se ci si fa caso e' il racconto di un ragazzino finito in un mondo di vecchi e spesso decrepiti pirati sul viale del tramonto da decenni. E crepuscolare non signifca per forza cupo, si puo' buttarla anche in commedia. Il problema e' che il cinema mainstream di oggi e l'immaginario collettivo che lo definisce non sembrano piu' in grado di affrontare davvero l'argomento della vecchiaia. Dallo sconcertante consenso di critica di un film come "Up!" (solo perche' e' animazione non ci rediamo conto che concettualmente la seconda parte e' una vaccata tale e quale il coevo Teschio di cristallo) al delirio attuale di non riuscire a concepire in nessun campo che il tempo passa e i propri beniamini invecchiano, con l'attesa di nuovi capitoli e recuperi che da un bel pezzo ha superato la soglia del grottesco. Con gli ultimi Star Wars e con l'ultimo Ghostbusters (mi dicono, non l'ho visto) siamo arrivati persino al recupero degli attori morti tramite camei digitali.
Tanto per dire, Mangold ha detto che, quando ha ereditato il film da Spielberg, e' rimasto sconcertato dal leggere le varie sceneggiature che gli proponevano, constatando che in nessuna si tenesse conto dell'eta' di Harrison Ford e quindi del personaggio, se non con qualche blanda battutina sugli acciacchi. (Che e' uno dei problemi, se non IL problema, che aveva affossato il Teschio.) A sentir lui avrebbe messo la cosa al centro del film. Certo che se poi ci son di mezzo i viaggi nel tempo ( ) e fin dal trailer vediamo un vecchietto che zompa da un veicolo all'altro in corsa, beh, sospetto che Mangold non abbia esattamente girato un film crepuscolare alla Peckinpah.
In realta', soprattutto nella seconda parte, e' una farsa anche troppo ironica e caciarona. Il problema e' che non fa MAI neanche sorridere, anzi i battibecchi tra Ford e la Allen in puro stile Vianello e Mondaini mettono un sincero imbarazzo (sospetto che il pessimo doppiaggio italiano ci metta del suo, ma non e' un film che mi vien voglia di andare a vedere in originale per verificare). Comunque anch'io sono tra quelli che non lo considera un disastro insalvabile, almeno la prima parte qualche vago spunto interessante ce l'ha. Certo, e' forse il peggior Spielberg di sempre.