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Siccità (Virzì, 2022)


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7 replies to this topic

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    pivello

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Inviato 26 ottobre 2022 - 14:13

siccita-virzi-locandina.jpg

 

https://www.ondacine...cita-virzi.html

 

 

Perché una simile recensione a "Siccità"? E' un film bellissimo. Virzì si è superato brillantemente, in particolare i suoi cliché di sinistra. E' un film italiano importante, con un messaggio politico significativo per un'audience larga e con un linguaggio potente.

Perché attaccare un film come questo e poi blasonare tutti i filmetti dei post-comunisti che verranno cancellati dalla storia in pochi mesi? O adorare il disimpegnato Licorice Pizza (che ho amato), che ha fondamentalmente lo stesso stile? E la stessa tradizione ma più ricca perché si c'è anche la commedia all'italiana, che appare malvista dal recensore.

 

Ma questa recensione esemplifica in modo brillante il motivo per cui questo film si dirige con tanta forza contro la "sinistra che non è abbastanza di sinistra". Esagererò come ha fatto il recensore.

La tesi del film è che non facciamo caso a ciò che è essenziale per la vita, perché siamo troppo presi a cercare di salvare ciò che ci rende superficialmente superiori agli altri.

I cardini ideologici del recensore sono: elitismo e xenofobia.

 

Il film ha chiaramente offeso il recensore con la scena dell'orchestra - con cui, provocatoriamente, il film inizia violentemente - e quella scena era fatta apposta per offendere il pubblico di intellettuali indifferenti e narcisisti.

La recensione dice che le metafore del film sono banali, ma non ha capito quella metafora. Che è una parodia dell'audience del film, chiamata in causa nei momenti più tragici a prendere posizione invece di provare piacere. Una mossa raffinata, che non ha bisogno di essere capita.

E il recensore si è fondamentalmente inalberato dall'essere chiamato in causa in questo modo. Sul suo piacere disimpegnato.

La problematicità politica di una cosa del genere per un aspirante critico è grave, soprattutto per un film dalle premesse umaniste, largamente condivisibili come questo.

 

Ma diventa problematico quando finisce per tradire o per contraddire lo spirito stesso dell'opera, che critica il "popolino" per poi macchiarsi delle medesime colpe.

Ma perché? Quando è che il film critica solo il popolino nei confronti del suo rapporto con l'acqua e del suo significato di necessità per la vita? Quando è che il film si macchia delle medesime colpe nei confronti del rapporto con l'acqua?

 

I personaggi di "Siccità" si indignano perché gli utenti social preferiscono la superficialità di Coelho alla profondità di Carver, o il chiacchiericcio del jet set ai libri Einaudi, il film non si accorge di commettere lo stesso identico errore.
Nel calderone viene gettato di tutto: dalla tematica lgbt+ alla critica verso la società dello spettacolo; dalla disoccupazione al femminicidio; dall'immigrazione all'odio verso il progressismo di una sinistra-non-abbastanza-di-sinistra.

La xenofobia latente.

Si rivela nella critica all'operazione fondamentale del film: che associa discriminazione, disoccupazione, immigrazione all'ignorare ciò che è essenziale per la vita.

In particolare quando si a accosta questa operazione alla superficialità degli influencer e jet set di sinistra, mettendola in un frangente politico contro cui ci si contrappone (usando tra l'altro il film stesso per prendere posizione).

La società dello spettacolo e la sinistra poco di sinistra sono alcune delle cause che il film vuole additare: ciò che ci rende superficialmente superiori agli altri.

Alcune cause tra le altre, perché il film ha una portata molto più ampia.

 

si preferisce terminare il tutto a pizza e fichi.
Ci si abbandona così a una morale facilona, dove ciò che conta è volersi bene, perdonare e "coltivare il proprio giardino". (Ma non c'entra l'illuminismo di Voltaire: il riferimento è piuttosto alla stucchevolezza di de Saint-Exupéry, ché l'immagine del roseto annaffiato si pone precisamente a metà tra "Il Piccolo Principe" e un'etica cristiana a cui non si sa o non si vuole rinunciare).

L'elitismo disimpegnato.

Il film parla esplicitamente del "prendersi cura di ciò che si ama" in relazione alla pianta.

Nel 2022, come si fa a dire che è "un'etica cristiana" se non per volersi distanziare da una posizione di sinistra popolare? Non possiamo citare almeno un centinaio di anni di ecologismo efemminismo?
La crisi ambientale incombe, e voi giudicate questo messaggio "stucchevole"?

Perché se lo esprimono Paul Thomas Anderson o Sam Raimi (o classico X che ha espresso questo messaggio) è "stratificato"?

Cosa differenzia lo stucchevole dallo stratificato se non è la molteplicità in cui questo film affonda le sue radici?

Cosa pensi abbiano fatto Francesca Archibugi, Paolo Giordano, Francesco Piccolo, Paolo Virzì in mesi di lavoro e studio?

 

la strizzatina di Loris verso la malcapitata infermiera: ennesima prova della necessità di sdrammatizzare qualsiasi drammaturgia esistente. Ecco l'indizio rivelatore, la confessione involontaria.

Perché ci vuole far provare piacere e ridere dove non dovremmo? In una stanza di terapia intensiva, dove è in gioco la vita?


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#2 William Blake

    Titolista ufficiale

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Inviato 27 ottobre 2022 - 17:31

Intervengo giusto perché ho scritto di "Licorice Pizza" e perché la discussione può essere interessante.

Con tutto il rispetto per Virzì, Giordano, Archibugi e Piccolo e anche per te a cui il film è piaciuto, il paragone con "Licorice Pizza" e con Paul Thomas Anderson è proprio improbo. La differenza è formale e dunque anche sostanziale, stiamo su universi differenti, sia a livello di sapienza nell'intarsio narrativo e, soprattutto, nella tessitura di ogni singola immagine. Qui sono apprezzabili le premesse, le intenzioni, persino le ambizioni ma nel complesso il film non funziona, i personaggi sono come Silvio Orlando: ti devono portare da qualche parte per rivelarti qualcosa che già sai. E cinematograficamente siamo giusto un mezzo passo avanti rispetto a quella immane cagata di "Notti magiche" (che Virzì sbrigò come una pratica per liberarsi di un contratto), ma a livello di fotografia stiamo ancora là. Sull'incombenza della crisi climatica a questo punto meglio "Don't Look Up". Tra le critiche possibili ne aggiungo un'altra relativa alla parabola del personaggio di Emanuela Fanelli: inizialmente sembra che la sua trama vada da qualche parte ma chiaramente viene tagliata via e resta solo per essere protagonista di una sequenza di totale comic relief. E poi farla ammazzare così-de-botto-senza-senso se non come plot device per chiudere circolarmente la sottotrama relativa all'infermiera: non che mi interesi la questione morale ma, visto che si parla di "premesse umaniste", questo è oggettivamente un uso pretestuoso del femminicidio.


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Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

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    pivello

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Inviato 15 novembre 2022 - 12:18

Ma cosa c'è di strano nel rivelare qualcosa che già sappiamo? E' esattamente il senso di questo cinema naturalista che fa anche Paul Thomas Anderson. Chi è che non sapeva che le persone hanno bisogno di amore, libertà, devozione? Che la società è cieca, solipsistica, crudele? Perché dovrebbe essere una cosa sconosciuta ciò che bisogna scoprire? Il nuovo è solo ciò che è oggetto di nuova conoscenza?

 

Quindi se il film avesse avuto qualche attore Hollywoodiano in più - che so, Bradley Cooper, lui non ti fa il comic relief, è più stratificato nel suo monologo in Licorice Pizza - e fosse stato fotografato con scelte ottiche più dreamy (così de botto, senza senso, in un film realistico sulla siccità), staremmo a dire "Genio!" "So not italian"? Nuovo che avanza?

 

Usando la tua logica, c'è lo stesso uso pretestuoso del femminicidio anche in Chinatown, "solo per chiudere circolarmente la trama del detective".

Ma poi perché "solo"? Non è abbastanza nuovo?

 

Comunque siete tra i pochissimi che hanno giudicato male il film in Italia. Eppure il modo in cui lo avete fatto è il più italiano di tutti (vedi le ideologie della "legatura", del "malocchio", della "jella", da riportare allo stato della musica classica in Italia, alla riforma Gentile, alle correnti del PD).

 

Ma di che tipo di "novità" avete nostalgia? La critica del consumismo dei boomer durante il dopoguerra? (Pasolini, Godard, Bene, ...) Paul Thomas Anderson è nostalgico o critico di quel consumismo? La sua novità è avanguardista o conservatrice? There will be blood e Teorema sono in realtà film più ambientalisti di Siccità perché sono più stratificati? Cosa rende una persona stratificata? La nostalgia? "Sono una forza del passato ...". Ma questo non è rivelare ciò che sapevamo già? Tipo che l'acqua è essenziale per la vita?

 

Ah poi se vogliamo dire che la retorica evidentemente piatta di "Don't look up", che si basa sulla ripetizione dello stesso rifiuto del mondo di ascoltare lo stesso monito dei personaggi, sarebbe più sorprendente di questo film, non so che dire.


  • 0

#4 Fidelio

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Inviato 06 febbraio 2023 - 10:14

Mi è piaciuto più di Notti Magiche. L'ho trovato perfetto per rappresentare la miseria umana. Un'umanità che, nel suo piccolo, ha bisogno di redenzione, anche davanti a piccoli grandi orrori. Mi è parso molto influenzato dalla pandemia covid, l'ho trovato molto nelle corde del regista
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#5 verdoux

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Inviato 09 febbraio 2023 - 10:20

Bellissimo film corale alla maniera di Altman. Chiaro che Virzì non è Altman, ma in questo film, più e meglio del maestro, riesce a comunicare un senso di inquietudine, di insicurezza, di attesa di qualcosa non si sa di cosa ma che preoccupa. Per cui il finale liberatorio non stona affatto, anzi ci sta tutto ed è la logica conclusione del film. Il film è costituito da una serie di piccoli short cut sullo sfondo tematico del titolo, potremmo anche intitolarlo “Italia Oggi”, per come mette a nudo il formicaio Italia che impazzisce: non c'è rancore o revanscismo in Virzì, direi solo addolorata e partecipata osservazione. Qualche difetto il film lo ha, ma ne inficia il valore artistico e la limpidezza narrativa. Siccità è un gran bel film, su questo non ci piove. Occhio è una metafora  :).


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#6 Tom

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Inviato 09 febbraio 2023 - 10:37

più e meglio del maestro

 

MA NON DICIAMO CAGATE

 

il mio caps lock, italic, in dimensione 18 batte in sicurezza e non smentibilita' il tuo grassetto, tie'


  • 7

#7 William Blake

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Inviato 10 febbraio 2023 - 16:00

 

più e meglio del maestro

 

MA NON DICIAMO CAGATE

 

il mio caps lock, italic, in dimensione 18 batte in sicurezza e non smentibilita' il tuo grassetto, tie'

 

 

severo ma giusto


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Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#8 paloz

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Inviato 18 febbraio 2023 - 23:52

Sull'incombenza della crisi climatica a questo punto meglio "Don't Look Up"



Questo poi no, anche se puzza di plagio all'italiana lontano un kilometro, con quella spruzzata di "Magnolia" che rende il tutto ancora più presuntuoso. Un film-lezioncina strapieno di cliché, birignao e filtro color piscio, al quale si sopravvive solo per il ritmo sostenuto e gli attori che alla fin fine non sono proprio dei brocchi – con qualche palese eccezione.
  • 0

esoteros

 

I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.

 

(Samuel Beckett, Malone Dies)





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