“La maggioranza di governo ha deciso di trasformare la Rai nel proprio megafono. Lo ha fatto attraverso la Commissione di Vigilanza che ha approvato una norma che consente ai rappresentanti del governo di parlare nei talk show senza vincoli di tempo e senza contraddittorio. Non solo, Rainews24 potrà trasmettere integralmente i comizi politici, senza alcuna mediazione giornalistica, preceduti solamente da una sigla. Questa non è la nostra idea di servizio pubblico, dove al centro c'è il lavoro delle giornaliste e dei giornalisti che fanno domande (anche scomode), verificano quanto viene detto, fanno notare incongruenze. Per questo gentili telespettatori vi informiamo che siamo pronti a mobilitarci per garantire a voi un'informazione indipendente, equilibrata e plurale”.
Lo sentite questo profumo di ventennio nell'aria?
Criticare a destra è una cosa che ci viene sempre molto facile, troppo facile. Purtroppo il problema sta molto anche dall'altra parte. L'area di sinistra ha sempre avuto una egemonia culturale, che io ricordi. Da adolescente avrei potuto prendere tutti i media ad esempio e constatare che il 90% dei suoi protagonisti non aveva nulla da spartire con l'area di destra. Questo perché? Perché, che fosse rappresentata o meno da partiti, l'area potenziale della sinistra aveva dei riferimenti, degli interpreti e una molteplicità di identità.
Queste identita si sono o suicidate da sole, o non hanno più trovato interpreti e rappresentanti e si sono inaridite fino all'estinzione, o non hanno retto la prova dei fatti, a confronto con un mondo in rapido cambiamento globale di fronte al quale o non sono state date risposte adeguate o nemmeno chiavi di lettura credibili.
Non vale solo in Italia, ma certo in Italia e in qualche altro Paese questo avrà conseguenze culturali più gravi.
Berlusconi provò a sfoltire un po' aggredendo l'egemonia culturale dell'area di centrosinistra e ci riuscì, ma c'era talmente tanta offerta a sinistra o comunque antidestra che, a parte lo scandalo e il clamore del momento, si andò avanti comunque con il dominio di certi presidi. E quando si imponeva qualcuno di destra in una certa posizione apicale, costoro risaltavano per la loro inadeguatezza e comicità (penso a diversi direttori generali della RAI). Ora invece l'inconsistenza inizia sempre di più ad accomunare destra, sinistra e moderati vari.
Ci sono personaggi, in Italia e in tutto il mondo occidentale, che hanno tentato di ridurre l'impatto di questa involuzione e non ne farò i nomi perché nascerebbe una diatriba che, per quanto mi riguarda, sarebbe inutile e una perdita di tempo rispetto al punto su cui focalizzarsi. La sostanza è che l'area di centrosinistra non è mai stata culturalmente povera come oggi. E con lo scoppio della guerra in Ucraina e a Gaza, le posizioni prese o le interpretazioni date hanno dimostrato che è ancora più inconsistente, confusa e inadeguata di quanto si potesse pensare: asseconda i trend della destra perché ha perso gli strumenti per orientarsi. I problemi migratori e le questioni dei cambiamenti climatici (e dunque economici) hanno dato il colpo di grazia: se non sai cosa sono, se non hai risposte, se sai dare forma e peso alla tua voce, come puoi sopravvivere culturalmente e politicamente nella società?
Quindi le destre man mano abbattono quelli che erano capisaldi antidestra.
Non ne voglio fare nemmeno una questione di fascismi perché è un tic facile, guardando a destra partendo da altre aree culturali. È proprio che le destre, qualunque cosa siano, oggi si muovono più agevolmente in una landa desolata.
Soffermandoci un attimo sul centrosinistra politico italiano (quindi focalizzandoci un attimo su un aspetto piccolo di un problema grande), stiamo constatando che gli attuali leader - parlo di una ventina di persone, non di due o tre leader) sembrano parecchio inadeguati a livello non solo di preparazione culturale ma anche di carattere.