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Passato O Presente?


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28 replies to this topic

Sondaggio: Una sola delle due, spiace

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#1 wago

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Inviato 22 agosto 2022 - 17:58

Domanda del cavolo, tagliata col coltello ma anche per questo, forse, interessante.

Come ascoltatori e appassionati di musica, quale orizzonte temporale vi piace di più esplorare? Vi entusiasma ricostruire le vicende di storie bene o male chiuse, ma foriere di possibili rivalutazioni, riscoperte e chiavi di lettura inedite, oppure cavalcare la sensazione inebriante del "qui e ora", cercando di sintonizzarvi con piccoli e grandi fenomeni del momento?

 

A me personalmente piacciono entrambe le cose, e immagino sia così per tanti qui. Ma stringi-stringi credo sia la prima dimensione a dominare. Anche verso il presente, ho uno sguardo un po' "indietro": e perché ricerco nell'ora elementi di generi del passato che amo, e perché spesso mi succede che ai trend arrivo in ritardo, trascorso qualche anno, quando ormai mi è più facile guardarli come un qualcosa di riconoscibile, ancorché diramato e "in fieri".


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"It's a strange world." "Let's keep it that way."

#2 dick laurent

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Inviato 22 agosto 2022 - 20:58

Per me il passato ma non tanto per passatismo ma per un motivo diverso, e cioè il fatto che mentre con la roba nuova al piacere dello scoprire il disco nuovo fighissimo si accompagna un po' per forza di cose all'ascolto di un sacco di roba non così esaltante (soprattutto vista la quantità enorme di uscite), nel passato è già avvenuta molta più selezione e quindi è più facile seguendo recensioni/consigli trovare grandi dischi. Anche i ripescaggi di roba all'epoca trascurata tendo a essere effettivamente roba che mi piace molto spesso. Mi piacerebbe dedicare più tempo alla roba nuova e avere anche il piacere da talent scout che scopre la perla sconosciuta (e più che avere il polso della situazione, cosa di cui mi frega fino a un certo punto, trovare roba originale e sorprendente), ma tutto sommato preferisco ascoltare grandi dischi già scremati e che mi possono sorprendere comunque che dovere fare io la scrematura.

 

Tutto sommato mi sa che come motivo non è molto diverso rispetto al tuo.


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dai manichei che ti urlano o con noi o traditore libera nos domine


#3 wago

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Inviato 22 agosto 2022 - 21:23

A me in realtà piace anche molto l'"immergermi" i una scena, leggendo i pareri dell'epoca o le considerazioni successive dei fan dei critici o dei musicologi. Questo comporta anche l'ascoltare cose molto "minori" e spesso mediocri, ma con la percezione di stare arricchendo la propria esplorazione — in fondo anche queste cose mal riuscite, imitative, registrate così così ecc formano il loro contesto.
È una cosa che ovviamente si può fare solo per pochi filoni, anzi alla fin fine io lo faccio per uno solo nelle sue varie forme (ovviamente è il progressive), però la premessa è una forma di "stratificazione" che nel presente è molto difficile già esista. Nell'oggi davvero tutto risulta più random, senza possibili mappe al di là degli hype e dei numeri peraltro mai troppo santificabili.

Poi c'è un altro aspetto, apparentemente banale ma in realtà fondato su alcuni impliciti pesanti: il passato contiene molta più musica del presente, e quindi è abbastanza ovvio che sia lì che si trova la grandissima parte della musica più appagante.
Il non detto fondamentale è che dal presente sia possibile stabilire una connessione con la musica del passato che sia soddisfacente tanto quanto quella col presente: nel mio caso non solo è vero (almeno dall'epoca da cui bene o male mi oriento, la metà degli anni Sessanta) ma addirittura la sintonia è migliore. Per il passato, o almeno per alcuni ambiti a me cari, possiedo una solida rete di chiavi di lettura, che mi consente di valorizzare molte cose già a un primo ascolto; col presente questa rete mi manca, e spesso è solo col passare del tempo (e il crearsi di un insieme di punti di riferimento) che alcuni pezzi dischi artisti diventano per me qualcosa di importante.
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#4 Connacht

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Inviato 22 agosto 2022 - 21:29

A me piace riscoprire a distanza di anni i dischi del mio presente che mi sono perso nel corso del tempo.


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You're an island of tranquillity in a sea of chaos. :.:: Last.fm

 

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It goes in circles
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Someone lives
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Of a culture
On the dark side
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#5 The Careless Whisper

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Inviato 22 agosto 2022 - 21:48

Il passato, soprattutto grazie al fatto che oggi è più facile approfondire i capisaldi di scene diverse dalle solite tre (italiana, inglese e americana) e che insomma tra il Dente cecoslovacco e il Battisti cecoslovacco in teoria dovrebbe essere più interessante il secondo.


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"Mi rifiuto di sentire gli artisti di oggi perché ho già sentito di meglio 20-30 anni fa." (Ricky Portera)

"Non mi piace la musica elettronica: amo la musica che viene effettivamente creata da un artista, creata da un musicista" (John Lodge, dei Moody Blues)

"Oggi è tutto elettronico ma fa anche tutto schifo" (Alberto Radius)

 

 


#6 paloz

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Inviato 22 agosto 2022 - 21:51

Dopo una necessaria (e certo mai del tutto conclusa) fase di abbeveramento alle meraviglie dei decenni precedenti, ho sostanzialmente dichiarato guerra al passatismo e cavalcato l'onda confusa e incerta del 'qui e ora'. C'è sicuramente meno possibilità di condizionamento - a patto di non curarsi degli hype, delle classifiche e del clamore critico -, ma soprattutto l'opportunità di respirare in tempo reale il clima culturale che man mano va mutando attorno a noi e compartecipa alla creazione (o distruzione) di senso del nostro presente.

 

Senza voler essere radicale e bastian contrario a tutti i costi, è anche una opposizione ideologica rispetto al rocker ottuso che non sa guardare oltre i fasti di almeno trent'anni fa, visione per l'appunto condizionata da chi ha deciso prima di lui cosa sia imprescindibile e cosa invece vada gettato nel dimenticatoio: viene così fatta propria una cernita decontestualizzata dalle temperie culturali che magari allora giustificavano determinate scelte di gusto, e che oggi permangono come i presunti "intoccabili" della musica del passato.

 

Purtroppo è assolutamente utopico riuscire a fare esperienza di qualunque musica per ciò che è, senza considerare il contesto storico e culturale di cui fa parte. Con la musica di oggi, e specie quella sperimentale, godo almeno in parte di questa illusione.

 

Questi i primi pensieri che mi vengono in mente, a un orario di scarsa lucidità asd


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#7 Gozer

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Inviato 22 agosto 2022 - 22:02

Il presente ha il grosso difetto di essere caotico. Non puoi studiarlo, puoi solo cercare di non sbattere la testa e risulta piuttosto difficile.

Infatti la critica musicale in presa diretta per quanto fino a un certo punto sia stata utile, soprattutto a livello underground, funziona soltanto se la leggi al momento ed esclusivamente per mettere qualche artista sotto i riflettori. Non è tuttavia capace di dare chiavi di lettura complesse.

 

Inevitabilmente, qualsiasi recensione istantanea anni dopo si rivela o giusta come intuizione ma incompleta a livello informativo, mancandole l'inquadratura che solo gli sviluppi storici possono fornire, o semplicemente sbagliata su tutta la linea. 

Gli unici scritti sulla musica un minimo affidabili sono quelli che analizzano un fenomeno o un artista in retrospettiva, a patto ovviamente che chi li cura sappia di cosa sta parlando, perché se si tratta del critico anglofono figlio della cancel culture, allora può anche essere roba di cinquant'anni fa, scriverà pattume lo stesso: ma il punto è che col presente rischiano di scrivere pattume anche quelli bravi. 

 

Personalmente, se possibile cerco di farlo passare qualche mese prima di scrivere le recensioni, che a volte è già sufficiente a far diminuire notevolmente il rischio di castronerie (ma l'ideale sarebbe comunque anni dopo). Se invece le si fa proprio nel giorno in cui esce il disco, come molta della critica ufficiale, allora difficilmente starai scrivendo di storia della musica, ma starai semplicemente facendo pubblicità all'artista che ti piace (ovviamente, c'è anche chi dice "ma chi la vuole la storia della musica, io voglio solo che mi consigli bei dischi", nel qual caso buon per lui, ma è una visione delle cose del tutto antitetica alla mia).

 

p.s. Nel sondaggio ho votato "il passato", ma la lotta è impari anche solo per quantità. Detto ciò, preciso che se la domanda fosse stata "Nella musica sei passatista?" avrei votato no.


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RYM ___ i contenuti

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7 ottobre 2020, il più grande esperto di tennis del forum su Sinner al Roland Garros:

Tra due anni torniamo per vincere.


#8 wago

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Inviato 22 agosto 2022 - 22:17

No ma chiaro, la questione non vuole essere passatismo vs presentiamo (anche se magari c'è una correlazione con queste attitudini). Il punto è proprio se ci si senta più appagati a "surfare" il guazzabuglio caotico del presente oppure a cercare di rimettere insieme i cocci del passato.
Questo, almeno, guardando la faccenda per come appassionati ampiamente navigati come gli utenti di questo forum possono vederla. Chiaro che per ascoltatori diversi, magari meno esperti, magari semplicemente con meno tempo da dedicare all'esplorazione ossessiva di decine di proposte al mese, la situazione potrebbe apparire diversissima. Il presente potrebbe essere un insieme di pochi nomi ben riconoscibili che stanno dando forma al futuro della musica, e il passato invece essere un fenomenale museo di contributi imperdibili, ognuno dotato di un suo posto e un suo valore inaffondabili.
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#9 maladiez

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Inviato 23 agosto 2022 - 07:47

Decisamente passato, soprattutto cose che mi ero perso nel corso degli anni e che grazie a YouTube e Spotify riesco a recuperare, concordo sul fatto che il presente è molto caotico per potervisi immergere senza perdere la bussola,a meno che forse non piaccia una scena in particolare ed allora la si può seguire con una certa linearità, a me capito' ad esempio col metal nel periodo fine 90 metà 00, ero molto preso da quelle sonorità ed anzi la nuova uscita di un disco era seguita già in embrione. Cosa strana, al momento la band che mi prende maggiormente fa parte del presente e che sto seguendo quasi dagli albori ovvero i Bobby Joe long's Friendship party, i quali però fanno musica utilizzando elementi peculiari degli anni 80 per cui non so quanto questo possa essere indicativo.
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Alice: "Quanto tempo è per sempre?"

Bianconiglio: " A volte solo un secondo"


#10 Trespassive-aggressive

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Inviato 23 agosto 2022 - 08:37

Ho votato il passato, banalmente per questo motivo qui:

Il presente ha il grosso difetto di essere caotico. Non puoi studiarlo, puoi solo cercare di non sbattere la testa e risulta piuttosto difficile.


Per quanto riguarda invece il discorso del "passatismo" (sì, ho capito che non è oggetto del thread, ma si fa per parlare visto che qualcuno lo ha tirato fuori) io non sono mica così sicuro che i passatisti siano il male, i limitati, i boccaloni o semplicemente "boomer" (anagraficamente o di testa). Per me anche gli inguaribili "presentisti" hanno una visione delle cose ugualmente ottusa e mi hanno sempre dato l'idea di farlo solo per sentirsi parte di un'epoca vissuta sulla pelle. Come dire "non ero ancora nato nell'epoca del *scena musicale figa a caso*, allora voglio mostrare che anche *nei miei tempi* c'erano belle cose".
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#11 paloz

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Inviato 23 agosto 2022 - 08:49

Per fortuna una cosa non esclude l'altra. Ma anche rispetto alle arti figurative provo genuina attrazione verso le nuove forme espressive - alcune delle quali davvero vuote e pretestuose, non c'è che dire -, proprio perché nel bene e nel male fanno da barometro del nostro tempo. Ciò non mi impedisce di estasiarmi di fronte a un Pintoricchio, laddove di fronte a certa arte contemporanea si innescano altri sentimenti, magari molto più miti ma comunque riflesso delle rivoluzioni e crisi che si sono accumulate dal Novecento in poi, e perciò in qualche strano modo "parlanti".

Non nego che c'entri anche la sindrome dell'arrivare tardi, perché se ciò è inevitabilmente vero per il passato, nel presente si può decidere di restare sul treno in corsa e in parte contribuire alle scelte di gusto che un domani saranno "il nostro passato".


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#12 Damy

    pophead

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Inviato 23 agosto 2022 - 10:53

Manco io riesco a scegliere, trovo piacere in entrambi gli ambiti. 

 

Il passato porta conforto, oltre al fatto che la mole di musica pubblicata durante il solo Novecento rimane immane, quindi anche solo dedicandosi a quella puoi comunque impiegare tutto il corso della tua vita e morire sempre con grosse lacune.

 

Il presente invece continua a stuzzicarmi in modo diverso, e la cosa mi fa molto piacere vista la teoria secondo la quale uno dopo i 29 anni dovrebbe smettere di ascoltare e comprare musica nuova. Si vede che il mio percorso di crescita non sta finendo, ma sono ancora in fase di scoperta. Oppure, semplicemente, il cosiddetto "audio file" rimane un linguaggio a me naturalmente accessibile - mentre, per dire, di cinema e serie Tv mi frega sempre troppo poco. Poi ovviamente con l'andare degli anni mi rendo conto di aver in qualche maniera "calcificato" certi gusti, almeno per quei generi che ascolto da tanto tempo, come pop e r&b. Ma per dire, nel campo dell'elettronica, del jazz e della dance continuo a scoprire e appassionarmi a roba che anni fa non avrei nemmeno immaginato esistesse. Provo molto piacere anche ad andare a vedere dal vivo il debuttante o l'artista che ha fatto un disco che mi incuriosice, talvolta anche se sono generi non necessariamente da mia top ten ondarockiana di fine anno.

 

Difatti i miei ascolti non hanno senso, posso passare da Bela Bartok a PinkPantheress nello stesso pomeriggio  asd


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#13 Tony Randine

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Inviato 23 agosto 2022 - 13:59

Emtrambi. Ma 9 volte su 10 in cui riesco a trovare roba del passato che non conoscevo (o che conoscevo in modo molto marginale) e che mi prende bene, questa tende ad emozionarmi e rimanermi di più rispetto alle cose recenti.
Comunque bisogna anche stabilire, almeno a grandi linee, fino a quando un artista/musica del passato possa considerarsi tale.
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#14 wago

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Inviato 23 agosto 2022 - 18:38

Ammetto che mi aspettavo una maggioranza di amanti della ricerca nel passato, e su un paio dei pochi "presentisti" avrei scommesso anche prima di aprire il sondaggio. Però non mi aspettavo una preponderanza così netta di un'opzione sull'altra.
Io devo dire che il presente da un lato mi entusiasma — perché è davvero da scoprire in diretta — e dall'altro mi frustra, perché mi sento da un lato poco in sintonia coi trend critici dominanti, e dall'altro anche seccato che tante cose belle (nonché significative in termini di riscontri di pubblico) finisca per incontrarle in ritardo, perché i Powers that be, troppo impegnati a seguire questa o quell'altra new sensation americanoide e/o pseudoindie, non se la sono filata. Poi sarà che mi abbevero alle fonti sbagliate, e in fin dei conti è anche gratificante scoprirseli da sé alcuni filoni, ma spesso ho la sensazione che del presente vediamo una fetta piccolissima, e che sia la fetta sbagliata.
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#15 Mr telefax

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Inviato 23 agosto 2022 - 18:56

Io davvero non posso scegliere, soprattutto per il fatto che sono del tutto complementari e impossibili da scindere.

 

Mi speigo meglio: io ascolto per lo più roba del passato (pre 2010), anzi peggio: è da qualche tempo che riprendo ascolti dell'adolescenza e prima maturità per capire che ne è rimasto, con tutti gli entusiasmi e le delusioni del caso. quindi mi sto limitando non solo a roba del passato, ma quasi tutta già conosciuta. Apprezzo la musica in sé e per sé, la studio, mi beo dei ricordi che talvolta sono a a essa associati, la comparo con qualcosa di più recente per vedere come si sono evolute certe tendenze, e così via.

 

Solo che il presente musicale ha un fascino a me sconosciuto e irresistibile, perlomeno in certe sue manifestazioni di nicchia. Anche se sono ascolti sporadici, non potrei in nessun modo fare a meno di sentire roba hyperpop, elettronica hi-tech oppure  sottogeneri vaporwave, e lasciarmi sommergere da queste onde di nichilismo tirato a lucido invetriato, o vestito a festa danzante, o rifulgente di scorie nostalgiche, che parlano di un oggi quanto mai esploso in  infiniti frammenti e mi aiutano (o così mi illudo) a capire qualcosa di sti tempi assurdi. Non ho citato la trap perché non ho voglia di affrontare quel mare di perlopiù robaccia e non mi ci sono mai cimentato, ma penso che sia anche lì un bel po' di scazzo cosmico, che come si sarà capito è qualcosa che sento particolarmente vicino.

 

Sono modalità diverse, come pure rimarcato da qualcuno qui sopra, perché si riferiscono a bisogni apparentemente differenti, ma li sento indispensabili allo stesso modo.


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I personaggi e i fatti narrati sono immaginari, è autentica invece la realtà sociale e ambientale che li produce

#16 Twin アメ

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Inviato 23 agosto 2022 - 20:54

Pensa che io, da iper schematico quale sono, negli ultimi anni avevo più o meno stabilito che mi sarei dedicato nella prima parte dell'anno a surfare il passato e nella seconda il presente (ovviamente per partire con un minimo di accumulo).

Negli ultimi due anni ho avuto una generale crisi di ascolti, ma quello è un altro discorso.


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“Era un animale difficile da decifrare, il gigante di Makarska, con quella faccia da serial killer e i piedi in grado di inventare un calcio troppo tecnico per essere stato partorito da un corpo così arrogante." (Marco Gaetani  - UU)

 


#17 The Careless Whisper

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Inviato 23 agosto 2022 - 22:16

Nel mio caso c'è anche un problema di scarsa "resistenza" al tempo dei dischi recenti o degli ex dischi recenti: ovvero più passano gli anni e più mi accorgo che quei 20-30 dischi degli ultimi 20 anni che consideravo capolavori, li rivaluto sempre più in negativo (specie l'indie-folk, il pop alla Grandaddy/Mercury Rev, i cloni di Elliott Smith etc.).

Quindi 'sti benedetti 30 dischi ne saranno rimasti 4 o 5 che continuo ad ascoltare, ma questo sfrondamento non avviene parimenti per il periodo 1967-1997, quel gruppone resta solido nel mio gradimento e anzi ogni tanto si aggiunge pure qualche new entry ripescata per caso dal passato remoto.

Allora vista l'esperienza e visto che il tempo impiegato è un investimento, preferisco investire il tempo nel passato.


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#18 wago

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Inviato 24 agosto 2022 - 06:42

Nel mio caso c'è anche un problema di scarsa "resistenza" al tempo dei dischi recenti o degli ex dischi recenti: ovvero più passano gli anni e più mi accorgo che quei 20-30 dischi degli ultimi 20 anni che consideravo capolavori, li rivaluto sempre più in negativo (specie l'indie-folk, il pop alla Grandaddy/Mercury Rev, i cloni di Elliott Smith etc.).

 

A me succede il contrario invece: coi dischi nuovi parto schiscio, nel senso che li trovo ok sì carini, poi la maggior parte di loro resta così mentre un piccolo numero negli anni cresce e cresce fino a diventare un disco della vita. Negli ultimi dieci anni ci saranno 6/7 album in tutto che metterei fra i miei preferiti di sempre, e tutti hanno già più di 5 anni. Può ben essere che la causa sia la vecchiaia mia che avanza, e che mai o sempre più di rado un album post-2017 potrà emozionarmi quanto uno dei miei pesi massimi anni Settanta; voglio però pensare che sia solo questione di tempo, e che appunto quando ne sarà passato abbastanza e il disco avrà avuto modo di accompagnarmi per un po', anche con le cose nuove (che allora tanto nuove più non saranno) emergeranno legami forti.

Nel caso dei dischi vecchi questo succede meno: comunque è molto raro che un album mi conquisti totalmente già al primo ascolto, ma avendo molte chiavi di lettura e una "struttura" un po' più solida per guardare agli stili del passato, mi risulta più facile entrare da subito in sintonia con quel che ha possibilità di piacermi, e riconoscere invece altre cose come troppo lontane dai miei attuali gusti perché approfondire oltre abbia senso.


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#19 Trespassive-aggressive

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Inviato 24 agosto 2022 - 10:24

Nel mio caso c'è anche un problema di scarsa "resistenza" al tempo dei dischi recenti o degli ex dischi recenti: ovvero più passano gli anni e più mi accorgo che quei 20-30 dischi degli ultimi 20 anni che consideravo capolavori, li rivaluto sempre più in negativo


Voglio essere il primo a citare il termine: BULIMIA!
Forse quel che dici tu dipende dalla bulimia d'ascolto degli ultimi anni? Magari molti dischi vecchi sono quelli che hai ascoltato da ragazzo/giovane o comunque senza ancora tutto lo streaming. E quindi ti sono "rimasti".
Molti dischi recenti, invece, li hai ascoltati una o due volte (anche se belli) e avanti coi prossimi.
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#20 The Careless Whisper

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Inviato 24 agosto 2022 - 11:59

 

Nel mio caso c'è anche un problema di scarsa "resistenza" al tempo dei dischi recenti o degli ex dischi recenti: ovvero più passano gli anni e più mi accorgo che quei 20-30 dischi degli ultimi 20 anni che consideravo capolavori, li rivaluto sempre più in negativo


Voglio essere il primo a citare il termine: BULIMIA!
Forse quel che dici tu dipende dalla bulimia d'ascolto degli ultimi anni? Magari molti dischi vecchi sono quelli che hai ascoltato da ragazzo/giovane o comunque senza ancora tutto lo streaming. E quindi ti sono "rimasti".
Molti dischi recenti, invece, li hai ascoltati una o due volte (anche se belli) e avanti coi prossimi.

 

 

In realtà moltissime cose sono andate in contemporanea: ad esempio per dire, molti dischi anni '70 e '80 (come i primi due dei Cockney Rebel o l'esordio di Alastair Riddell o i Twelfth Night o gli Alphaville) li ho scoperti mentre scoprivo The Shins, Grandaddy, e dischi indie che mi piacevano dopo averli selezionati perdendo pure nottate a cercare qualcosa che mi piacesse.

Posso citare Erland and the Carnival, The Irrepressibles, The Family Crest, Magnus Moriarty e tantissimi altri che avevo duramente selezionato ma col tempo si sono "spompati" fino a sparire gradualmente e completamente dai miei ascolti.

Ora i dischi anni '70/'80 che scoprivo parallelamente a questi mi piacciono ancora, quelli post-2000 ne salvo tipo 6 o 7 in tutto (l'esordio di John Grant, The Bachelor di Patrick Wolf e pochi altri). Significa che davvero gli ultimi 20 anni hanno ben poco da offrirmi.

 

Per dire, nel 2011 questi erano i miei dischi, ne misi ben 40....beh continuo ad ascoltarne solo 2 (le prime due posizioni, la prima tra l'altro sono i Duran Duran) e il disco dei Van der graaf, tutti gli altri li ho praticamente rinnegati

 

https://rateyourmusi...best_of_2011/1/


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#21 wago

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Inviato 24 agosto 2022 - 12:06

The Shins e Magnus Moriarty a me continuano a piacere assai. Gli Shins in particolare sono fra quei pochi artisti di cui alcune canzoni continuano a tornarmi in mente, tipo che mi sveglio col motivetto in testa e hai voglia a levarlo. Per me sono tra il top nel loro genere e nella loro epoca, come autori di canzoni.
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#22 The Careless Whisper

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Inviato 24 agosto 2022 - 12:25

La mia impressione è che dovevo per forza "trovare qualcosa" di contemporaneo, come se fosse una colpa il non amare la musica di oggi, e il risultato è stato forzare degli ascolti sui pochi dischi che trovavo ascoltabili, ma il tempo poi sistema tutto e quando non sei più disoccupato ma lavori e devi scegliere come investire quelle due ore libere al giorno, beh...dopo essere rimasto deluso dai riascolti di cose recenti, e dopo aver gioito per Rio, Ziggy, Kick inside, Forever changes e altri, sarebbe da masochisti insistere su cose che non fanno stare bene durante e dopo l'ascolto o che non ti danno quei picchi di sensazioni raggiunti solo con certi dischi.

Questo tuttavia succede anche con qualche disco post-2000 ma se tipo ce ne sono dieci per il solo 1976, non arrivo a dieci negli ultimi 20 anni.

Alla luce di ciò la ricerca sul presente diventa nel mio caso un investimento con scarsi risultati, un po' come studiare sei mesi per un concorso che mette in palio un solo posto per 400.000 partecipanti e dopo tre o quattro tentativi la razionalità ti porta a dire "Ma chi te lo fa fare di perdere quel tempo? Non hai ancora imparato la lezione? Statisticamente non lo vincerai mai".

Quindi per tornare al post iniziale, l'appagamento nella ricerca si nutre anche di risultati: è come quando uno perde sempre a un determinato gioco, prima o poi gli passa la voglia.


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"Mi rifiuto di sentire gli artisti di oggi perché ho già sentito di meglio 20-30 anni fa." (Ricky Portera)

"Non mi piace la musica elettronica: amo la musica che viene effettivamente creata da un artista, creata da un musicista" (John Lodge, dei Moody Blues)

"Oggi è tutto elettronico ma fa anche tutto schifo" (Alberto Radius)

 

 


#23 wago

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Inviato 24 agosto 2022 - 16:43

Capisco quel dici, in realtà però il mio interesse per il passato è fatto da qualche tempo anche di accettazione e "valorizzazione" di dischi che trovo così così. Quasi sempre ascolto musica nella speranza che mi piaccia/mi piaccia molto, ma in alcuni casi — tendenzialmente proprio quando ho voglia di approfondire un certo fenomeno del presente o del passato — mi sta bene anche di sentirne che mi emoziona poco direttamente parlando, e che però trova un senso nell'arricchire il "contesto" di un dato filone o di una data epoca. Tendenzialmente diffido (anche se sotto sotto c'è un po' di invidia) di coloro per cui ogni uscita secondaria in un dato ambito è un capolavoro dimenticato e imperdibile, però se un tempo l'ascolto inevitabilmente deludente di queste presunte perle mi faceva incazzare e basta, ora lo vedo con una filosofia diversa, è in qualche modo un pezzo in più del puzzle. La sensazione mi sa che funziona dove il disegno complessivo bene o male riesco a intuirlo, e per questo è più facile scatti col passato che col presente. Con quest'ultimo il puzzle devo un po' inventarmelo, e certo è divertente ma è anche sbatti (oltre che applicabile a quel limitato numero di filoni che in effetti mi incuriosiscono, perché se no diventa puro masochismo).


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#24 Twin アメ

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Inviato 24 agosto 2022 - 20:59

Magnus Moriarty 

 

mai sentiti e pochissimi voti su rym, è un hype locale?

Che disco ascolto?


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“Era un animale difficile da decifrare, il gigante di Makarska, con quella faccia da serial killer e i piedi in grado di inventare un calcio troppo tecnico per essere stato partorito da un corpo così arrogante." (Marco Gaetani  - UU)

 


#25 wago

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Inviato 24 agosto 2022 - 22:06

Lo ho conosciuto con Kodachromerockopera ed è stato quello che mi ha convinto a sentire anche gli altri, peraltro era ancora un'epoca abbastanza pre-streaming e prima di trovare gli album precedenti ci ho messo un bel po'. Secondo me meritano parecchio anche "Ski-fi Beatitude" e "Perhaps Interior Heart Politeness".

Hype mi sa che non lo è mai stato in nessun luogo comunque :D


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#26 reallytongues

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Inviato 24 agosto 2022 - 22:08

Io posso dire che quando da adolescente compravo dischi di quel presente, scena indie, post punk, noise rock, lo fi ecco di quei dischi non ascolto più nulla. Ho un certo gusto x il classico e di quel periodo trovo più interessanti oggi e ascolto cose più mainstream divenute oggi classiche (con classici intendo x quel periodo per esempio i Nirvana e non i Pixies e i Sonic Youth)
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Caro sig. Bernardus...

Scontro tra Titanic

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#27 Connacht

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Inviato 27 agosto 2022 - 15:38

Forse quel che dici tu dipende dalla bulimia d'ascolto degli ultimi anni? Magari molti dischi vecchi sono quelli che hai ascoltato da ragazzo/giovane o comunque senza ancora tutto lo streaming. E quindi ti sono "rimasti".
Molti dischi recenti, invece, li hai ascoltati una o due volte (anche se belli) e avanti coi prossimi.

 

 

Ecco, a proposito, ho un dubbio: se uno da adolescente viene introdotto da un amico che gli passa i cd a gruppi di 30 anni prima tipo King Crimson, Yes, Pink Floyd ecc. (e quindi la sua giovane mente in formazione viene "imprintata" subito sui classici del passato), e poi in futuro tornerà ad ascoltare quelli anziché i dischi usciti durante il suo "presente" e a cui in teoria è stato esposto tramite media/locali/chiacchiere, si può dire che in fondo sarà identico a chi si è focalizzato sui secondi (perché il meccanismo sottostante è lo stesso anche se l'oggetto è differente)?

Se un ascoltatore divenuto maggiorenne nel 2012 ha atteso con trepidanza l'ultimo disco dei Rush che ha scoperto pochi anni addietro alle superiori, è differente da chi invece non vedeva l'ora che uscisse il nuovo disco di, chessò, Drake?


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#28 wago

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Inviato 09 gennaio 2024 - 07:20

Capitato oggi, grazie alla ripresa su Facebook da parte di un follower ondarockiano, su un'intervista a Brian Eno del 2022:

https://www.rockol.i...ioni-intervista

 

Di solito non stravedo per le sue riflessioni, ma qui mi ha colpito un passaggio perché in assoluto non so bene se essere d'accordo o no. Credo però esprima efficacemente la polarità "ottimistica" che periodicamente ritorna nelle mie cicliche rimuginazioni sull'età musicale corrente.

 

 

Pensa che oggi la musica sia diventata un arredo, un accessorio, che sia meno importante per la vita delle persone?
Per quello che vedo c’è più musica interessante oggi che in passato, è un periodo molto interessante, siamo all’equatore e tutto intorno c’è una vita lussureggiante, in ogni possibile forma, una realtà senza precedenti. Quello che è cambiato è che non c’è più un canone. Prima, negli anni 60 e 70, c’era il collo di bottiglia del sistema delle case discografiche, era difficile fare un album, farselo produrre e distribuirlo, quindi non molti dischi venivano pubblicati, e cosi tutti sapevano cosa accadeva, era facile. Questo formava un canone, tutti erano d’accordo che Beatles, i Jefferson Airplane o Jimi Hendrix erano importanti. Oggi invece, quando tutti possono produrre musica, non abbiamo consenso su quale area della musica sia importante. Io personalmente penso che sia un bene, che questo ci porti verso uno spazio nuovo e promettente. Ci stiamo avvicinando ad una condizione simile a quella che era prima dell’avvento del disco, una condizione folk in cui ci sono tante cose che possono essere ascoltare e che sono famose anche in spazi piccoli e non planetari, ma che possono crescere in maniera sorprendente.

 


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#29 AvatarNull

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Inviato 12 gennaio 2024 - 16:17

Sarà una banalità, ma non c'è storia fra le due opzioni. Il passato ha un quantitativo di musica da scoprire enormemente maggiore, quindi per forza di cose ci dedico maggior tempo.

Al netto di una semplice questione di proporzioni, onestamente mi sembra che il presente abbia anche mediamente un po' meno di offrire in termini di qualità rispetto al passato, ma forse questa è solo una visione un po' da boomer, visto che i generi che ora vanno per la maggiore mi piacciono un po' meno.


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