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[Gozer]

L'imperatore del city pop (e forse della musica tutta) torna a undici anni dal suo album precedente.

Qui la rece, scritta insieme a Lepo:

https://www.ondarock...hita-softly.htm

 

È appena diventato il suo dodicesimo album al numero 1 e l'ha reso uno dei soli quattro artisti ad aver piazzato almeno un disco in vetta per ognuna delle ultime tre ere (Showa, Heisei e Reiwa). Ecco la classifica di questa settimana:

 

(Al numero 4 si nota un altro grandissimo vecchietto, Kazumasa Oda).

 

 

L'album non è in streaming e non è scaricabile legalmente (potete vederlo anche dalla grafica di Oricon qui sopra: le vendite degli altri album sono calcolate sommando CD, download e streaming, mentre per il disco di Tatsuro noterete solo il simboletto del CD: ne ha smerciati 151mila in una settimana).

 

È invero nuovo solo a metà in realtà, perché diverse canzoni erano state pubblicate nel corso degli ultimi sei-sette anni come singoli, per quanto per l'album abbiano subito qualche lieve ritocco di arrangiamento o perlomeno di mixaggio (l'unica differenza palese che ho captato è stata in "Mirai no Theme", e devo dire che è addirittura migliorata).

A ogni modo, averli tutti finalmente raccolti e ben amalgamati con materiale nuovo è esaltante. 

 

La musica è molto eclettica (è il suo lavoro più variegato dai tempi dello splendido "Cozy") e sorprendentemente atemporale: lui è ormai completamente avulso ai trend circostanti (con l'eccezione di una singola canzone, "Love's On Fire", in cui ha provato ad affrontare certo pop dance d'attualità, con risultati gradevoli, ma non è certo il pezzo migliore della scaletta). Un album così sarebbe potuto uscire nel 2000 ma anche nel 2030 e in ambo i casi risulterebbe credibile. 

Sul secchio sta già circolando, per chi fosse interessato.

[good vibrations]

Sul secchio sta già circolando, per chi fosse interessato.

 

C'è modo di trasformarlo in rosellina?

[Trespassive-aggressive]

 

Sul secchio sta già circolando, per chi fosse interessato.

 

C'è modo di trasformarlo in rosellina?

 

 

Anche io, anche io!

[Gozer]

Guardate che il secchio funziona ancora benissimo eh. Basta fare un clic per aprirlo, due se dovete anche installarlo, manco doveste andare a scavare in miniera. Peraltro, con la roba che non si trova in streaming o sul tubo, e ce n'è ancora, come fate abitualmente?

[good vibrations]

Non ho pc, a parte quello aziendale che blocca ovviamente l'utilizzo di piattaforme del genere

[Gozer]

Io te la butto lì: non avere un pc per un fruitore di musica nel 2022 potrebbe rappresentare un problema. Non comprare vinili per un mese e fattene uno! (Nell'augurio che sia il primo passo per non comprare più vinili proprio e tornare all'unico formato che conti davvero: il CD).

 

Comunque io passo, uppare i dischi è uno sbatti infinito, se qualcuno trova il modo passi sul secchio e poi veda lui se rosellinarlo. Lo streaming c'ha veramente impigrito comunque. Tutto pronto e comodo e poi al primo intoppo si va in tilt come una tartaruga sottosopra.

[Trespassive-aggressive]

Cos'è il secchio?

[Gozer]

Annamo bene, proprio bene. https://en.wikipedia.org/wiki/Soulseek

[Trespassive-aggressive]

Ah ok, sì, l'ho usato. Non capivo l'assonanza "secchio-soulseek", al massimo ero rimasto al "mulo".

[shemo]

Come si può non voler bene ad un artista che dagli anni '70 continua a sfornare ottimi dischi? Se parliamo di rapporto tra longevità x output artistico stiamo parlando di uno dei migliori di sempre a livello globale e questo album lo riconferma alla grande. La "formula" della sua musica è più o meno la stessa, come dice gozzy nella recensione ha svillupato uno stile atemporale da 30 anni a queste parte fatto di microvariazioni e nonostante questo riesce comunque ancora a trovare guizzi e rendere interessanti le sue canzoni. Ecco, fa "semplicemente" belle canzoni, nel suo stile, come un onesto artigiano. Che volere più?

 

Nota di merito alla conclusiva Reborn, che nel 2022 (ok, 2017 in realtà) ci regala nel finale un bel assolo di chitarra che più classico non si può senza ammorbare le palle:

 

 

E chi non l'ha ancora fatto corra a recuperare il resto della sua discografia!

[good vibrations]

Premessa: i pezzi usciti negli anni scorsi non li avevo ancora ascoltati.

Così, appena messo, mi sono bloccato su Mirai no Theme.
Mi ha ucciso, per giorni non sono riuscito a passare oltre tanta era la voglia di riascoltarla a ripetizione.

Solo i successivi ascolti mi hanno consentito di innamorarmi, in sequenza, di Oppression Blues, di You, di Reborn e tutto il resto.

Non pensavo fosse capace, nel 2022, di tale freschezza.
Meraviglioso.

[Gozer]

Premessa: i pezzi usciti negli anni scorsi non li avevo ancora ascoltati.

Così, appena messo, mi sono bloccato su Mirai no Theme.

 

 

Questo però significa che non hai ancora visto "Mirai". Rimedia, grandissimo film.

 

 

 

Il regista, Mamoru Hosoda, è un fanatico di Tatsuro, è cresciuto con le sue canzoni sin da adolescente e da quando ha mosso i primi passi come tecnico nel mondo dell'animazione ha sempre sognato un giorno di poter fare film suoi con canzoni di Yamashita.

Ha dichiarato che quando Tats gli ha spedito le due canzoni per "Mirai" e le ha ascoltate per la prima volta è scoppiato a piangere. (Anche se non è la prima volta che i due collaborano, già nel superbo "Summer Wars" la canzone tema era del Maestro).

 

Con questo nuovo album Tats diventa anche il secondo artista più anziano a toccare il numero 1: 69 anni (solo Eikichi Yazawa, altro colosso che ottenne un numero 1 a 70 anni poco tempo fa, ha saputo fare di meglio).

 

Ma a parte questo è davvero pazzesco pensare che abbia 69 anni: i cantautori più classici hanno pure delle possibilità di fare bei dischi a quell'età, ma per chi fa pop come lui è durissima non risultare arcaici dopo una certa soglia.

I pezzi di questo disco nuovo peraltro li ha davvero piazzati ovunque: pubblicità di agenzie d'assicurazione, campagne delle Nazioni Unite, serie televisive, cartoni animati, film... sembra quasi ci sia stata una corsa a chiedergli le canzoni.

La settimana di uscita del disco il 3,1% delle canzoni trasmesse da tutte le radio del Giappone era suo.

 

Ecco un negozio ben agghindato per l'evento:

 

[good vibrations]

 

Premessa: i pezzi usciti negli anni scorsi non li avevo ancora ascoltati.

Così, appena messo, mi sono bloccato su Mirai no Theme.

 

 

Questo però significa che non hai ancora visto "Mirai". Rimedia, grandissimo film.

 

Ovviamente (per entrambe le cose).

 

Tutti quegli LP in foto poi mi fanno impazzire (su Discogs a una 70ina di € lo si porta a casa).

 

 

Nota a latere: mi è piaciuta molto la recensione. Sia la parte più "classica", che analizza e descrive contesto, testi ed esecuzioni senza tralasciare ogni singolo dettaglio, sia la parte focalizzata sulle composizioni. 

 

In generale, laddove possibile, qualche paragrafetto tipo questo di Lepo (analisi di dettaglio delle composizioni) lo includerei sempre nelle recensioni.

[Gozer]

Solita Pitchfork per niente razzista che l'ha recensito quattro giorni fa, parlandone benissimissimo, per poi chiosare con un 7,4.

 

Palesemente l'autore della rece avrebbe voluto mettere di più ma la zona alta della redazione ha posto il veto per questo rappresentante di una cultura inferiore.

[Stebroc]

Quel virgola 4 fa obiettivamente ridere, ma 7,5 come voto ci sta. Non per il valore del disco, che non ho ancora ascoltato ( potrebbe anche issarsi al livello di un "RIde on time ", così come essere l'ennesima conferma della sua grandezza ma non uno dei suoi capisaldi ), ma per il contesto. Non leggo Pitchfork, ma  mi pare di capire che non sia facile avere il 9, vieppiù se sei non anglofono. Magari, non fosse stato per il recente interesse occidentale al genere, Tatsu manco avrebbe avuto la rece.

[Gozer]

Quel virgola 4 fa obiettivamente ridere, ma 7,5 come voto ci sta. Non per il valore del disco, che non ho ancora ascoltato ( potrebbe anche issarsi al livello di un "RIde on time ", così come essere l'ennesima conferma della sua grandezza ma non uno dei suoi capisaldi ), ma per il contesto. Non leggo Pitchfork, ma  mi pare di capire che non sia facile avere il 9, vieppiù se sei non anglofono. Magari, non fosse stato per il recente interesse occidentale al genere, Tatsu manco avrebbe avuto la rece.

 

No che non ci sta. E proprio il "vieppiù se sei non anglofono" è il problema: trattano la musica non anglofona solo per sottolineare che è inferiore, e io proprio questo denunciavo nel post. Sarebbe come dire che se un razzista diffonde concetti razzisti, "ci stanno": potrebbero risultare prevedibili, ma che ci stiano proprio no. 

 

Soprattutto se, ripeto, la recensione è fortemente positiva: per un artista americano quelle parole avrebbero portato tranquillamente un voto abbondante in più. Hanno del resto scritto concetti molto simili a quelli della mia recensione, ossia che è un autore incredibilmente eclettico che fa musica in una dimensione personale sostanzialmente avulsa alle mode circostanti.

 

Musica che viene descritta, cito testualmente, come "irresistibile", con frasi roboanti come "all his music is like this: a natural overflow of his boundless love for—and belief in—pop music", "Half a century into his career, Yamashita has multiple lifetimes worth of songs written", "Yamashita is also an expert arranger. You can hear his attention to detail on [segue elenco]", o ancora "sometimes his voice is so overwhelmingly forceful that it floods you with pure feeling, but the subtler performances are equally immense".

 

Si tratta di un palese caso di ingerenza da parte dei caporedattori sul voto, per tenere fermo il concetto che la Grande Musica si fa in America, è evidente che il recensore di per sé avrebbe sparato molto più alto.

[Stebroc]

 

Quel virgola 4 fa obiettivamente ridere, ma 7,5 come voto ci sta. Non per il valore del disco, che non ho ancora ascoltato ( potrebbe anche issarsi al livello di un "RIde on time ", così come essere l'ennesima conferma della sua grandezza ma non uno dei suoi capisaldi ), ma per il contesto. Non leggo Pitchfork, ma  mi pare di capire che non sia facile avere il 9, vieppiù se sei non anglofono. Magari, non fosse stato per il recente interesse occidentale al genere, Tatsu manco avrebbe avuto la rece.

 

No che non ci sta. E proprio il "vieppiù se sei non anglofono" è il problema: trattano la musica non anglofona solo per sottolineare che è inferiore, e io proprio questo denunciavo nel post. Sarebbe come dire che se un razzista diffonde concetti razzisti, "ci stanno": potrebbero risultare prevedibili, ma che ci stiano proprio no. 

 

Soprattutto se, ripeto, la recensione è fortemente positiva: per un artista americano quelle parole avrebbero portato tranquillamente un voto abbondante in più. Hanno del resto scritto concetti molto simili a quelli della mia recensione, ossia che è un autore incredibilmente eclettico che fa musica in una dimensione personale sostanzialmente avulsa alle mode circostanti.

 

Musica che viene descritta, cito testualmente, come "irresistibile", con frasi roboanti come "all his music is like this: a natural overflow of his boundless love for—and belief in—pop music", "Half a century into his career, Yamashita has multiple lifetimes worth of songs written", "Yamashita is also an expert arranger. You can hear his attention to detail on [segue elenco]", o ancora "sometimes his voice is so overwhelmingly forceful that it floods you with pure feeling, but the subtler performances are equally immense".

 

Si tratta di un palese caso di ingerenza da parte dei caporedattori sul voto, per tenere fermo il concetto che la Grande Musica si fa in America, è evidente che il recensore di per sé avrebbe sparato molto più alto.

 

Ho detto che il voto ci sta, non il ragionamento per cui se non sei anglofono te lo abbasso per principio. 

[Tony Randine]

Tra l'altro (mi pare) sono stati anche gli unici - tra le testate angloamericane più note e "autorevoli" - a prendersi la briga di recensirlo. Io il bicchiere lo vedo tutto sommato mezzo pieno.

[Gozer]

Si festeggia la pietra miliare del Sommo, che ho assegnato a "Spacy" del 1977:

 

https://www.ondarock...shita-spacy.htm

 

Non necessariamente il mio preferito suo, scettro che forse assegnerei a "Boku no naka no shounen", il quale però è già stato recensito su Ondarock in occasione della sua ristampa del 2020 (se qualcuno se la fosse persa: https://www.ondarock...kanoshounen.htm ) e a parte questo la scaletta, composta da nove brani, contiene sette capolavori assoluti e un paio di ballate patinate non entusiasmanti, mentre "Spacy" è solidissimo, non spreca una nota dall'inizio alla fine. La perfezione formale fatta disco.

Inoltre è un disco emblematico in quanto il primo arrangiato e prodotto interamente da Yamashita, il primo con le sue famose architetture vocali a cappella, insomma il disco in cui Yamashita diventa lo Yamashita che conosciamo oggi, la presa di coscienza.

Buona lettura!