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[Pietra Più Che Miliare] Czesław Niemen - Enigmatic


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20 replies to this topic

#1 Gozer

    Grande eletto non anglofonista Kadosch

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Inviato 28 marzo 2022 - 09:54

*
POPOLARE

E finalmente questo classico del prog e della musica polacca prima, europea poi e mondiale infine, trova spazio fra le pietre miliari di Ondarock.

 

https://www.ondarock...n-enigmatic.htm

 

 

Chi non lo conoscesse rimedi, anche se non ama particolarmente il prog, perché in realtà ci sono anche grosse dosi di soul, blues e jazz (posto che il prog va amato particolarmente, va da sé), e soprattutto perché si tratta di scoprire uno dei cantanti più potenti e viscerali degli anni Sessanta-Settanta (anche grande virtuoso delle tastiere, anche se questo magari tira meno).

 

Niemen mette d'accordo tutti, dagli utenti accademici come Corrigan ai semiseri come Silent, passando per l'intero comitato di World Elite. Piaceva parecchio persino a quello sbarellato di Simon.

 

 

 

 

Allego anche la rosellina di Sam.


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#2 bungle

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Inviato 28 marzo 2022 - 22:11

Era ora! asd

Con colpevole ritardo finalmente una pietra per Niemen. Speriamo a breve anche una monografia!

Allo stesso livello di "Enigmatic" anche "Aerolit" e "Vol.2", un filino sotto l'album rosso, splendidi anche "Strange Is This World" , "Vol. 1", "Ode To Venus" e "Dziwny jest ten świat..."


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#3 mr_tankian

    diesel_tankian

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Inviato 29 marzo 2022 - 11:29

Czesław Niemen in quella copertina aveva un non so che di Mark Hollis. Sarà forse per la capigliatura o per il modo di come si mette chino sull'organo. In effetti, i classici della musica polacca sarebbe ora che li riscoprissi. 


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#4 reallytongues

    Pietra MIliare

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Inviato 29 marzo 2022 - 14:46

Ho ascoltato il brano in link e non mi è piaciuto molto. Un mix tra il blues in Bare Wires di John Mayall in salsa gospel rollingstoniana (You Can't Always Get What You Want) curioso ma scontato. La chitarra non brilla
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Caro sig. Bernardus...

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#5 Gozer

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Inviato 29 marzo 2022 - 16:29

Male, Succo. Ti boccio senza appello e ti condanno a non ascoltare blues per i prossimi dodici mesi; verrai soggetto a controlli e in caso di mancata ottemperanza tradotto in carcere.

 

A parte ciò, se un pezzo del genere stesse in un disco dei Chicago parleresti di capolavoro assoluto e l'avresti già citato da tempo nel thread del grande blues bianco.

Che poi ok, blues e blues, ma il pezzo è prima di tutto jazz-rock e rappresenta l'eccellenza del campo, con la presenza di due fra i più grandi sassofonisti dell'epoca a livello internazionale: Namysłowski e Urbaniak.

Il coro pure ci vuole una bella forza a dire che sia derivativo da quel pezzo degli Stones, uscito nel 1969, visto che si tratta delle Alibabki, che erano in giro dal 1963.

 

L'impressione è che se fosse stata una band angloamericana non ti saresti mai permesso un giudizio così frettoloso e superficiale, considerato che tratti con enorme rispetto molti nomi minori di quel periodo. Pentiti e redimiti. 


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#6 bluetrain

    Fourth rule is: eat kosher salamis

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Inviato 29 marzo 2022 - 17:19

Ho ascoltato il brano in link e non mi è piaciuto molto. Un mix tra il blues in Bare Wires di John Mayall in salsa gospel rollingstoniana (You Can't Always Get What You Want) curioso ma scontato. La chitarra non brilla

 

Ci si sente molto più Graham Bond che John Mayall, Succo mi cadi sul blues bianco!


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#7 good vibrations

    Il primo disco del White Album è davvero un disc one

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Inviato 29 marzo 2022 - 17:26

Maremma Mayall
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#8 reallytongues

    Pietra MIliare

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Inviato 29 marzo 2022 - 17:39

Ho ascoltato il brano in link e non mi è piaciuto molto. Un mix tra il blues in Bare Wires di John Mayall in salsa gospel rollingstoniana (You Can't Always Get What You Want) curioso ma scontato. La chitarra non brilla

 
Ci si sente molto più Graham Bond che John Mayall, Succo mi cadi sul blues bianco!
Assolutamente no. Non conosci Bare Wires di Mayall .
Mi spiace ma il mio giudizio è questo
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#9 Gozer

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Inviato 30 marzo 2022 - 09:01

Io "Bare Wires" lo conosco però, e l'unica cosa in comune è che sono dischi con forti componenti jazz-rock e blues. Il che li accomuna a un centilione di dischi dell'epoca e vuol dire tutto e niente.

 

"Bare Wires", non ha cori, che hanno un peso enorme su "Enigmatic", sia quello accademico sul primo lato, sia quelli delle Alibabki sul secondo.

Il paragone con "You can't always get..." è del tutto fuori fuoco, perché Niemen aveva quei cori come costante della sua musica già da anni prima che gli Stones incidessero quel pezzo (documentarti prima di fare la sparata avrebbe potuto aiutarti, ma capisco che dover fare sempre il bastian contrario sia più allettante).

 

Le strutture: "Bare Wires" è composto da tutti brani corti, fra i 2 e i 4 minuti (ok che nel primo lato i pezzi sfumano l'uno nell'altro e sono presentati come una suite, ma non c'è niente di organico, le transizioni spesso sono brutali e palesemente incollate in studio dopo aver registrato i vari pezzi indipendentemente), "Enigmatic" invece è composto da un brano di 16 minuti, due di 7 e uno di quattro. 

In pratica, il brano più corto da una parte è il più lungo dall'altra: e la lunghezza dei pezzi di Niemen è pienamente organica, non ci sono stacchi, i pezzi evolvono gradualmente, persino il cambio nella suite da pezzo da chiesa a pezzo rock viene "preparato".

 

Sulle voci non c'è paragone: Mayall è un grande interprete nel suo campo, ma Niemen è semplicemente uno dei cantanti più dotati della storia, riconosciuto come tale da chiunque ci si sia imbattuto. La sua potenza è enne volte superiore, Mayall non sarebbe mai in grado di cantare i tratti in cui Niemen impenna. Sospetto avrebbe difficoltà uno Steve Winwood, figurati Mayall.

 

Ancora: "Bare Wires" è pieno di brani con la sezione ritmica che adotta tipici andamenti blues ("Harley Quits", "Killing Time" e diversi tratti del primo lato), mentre la componente blues su "Enigmatic" è messa in evidenza dagli assoli della chitarra, perché la sezione ritmica è molto spostata verso il jazz (anche quando esegue dei blues, come in "Mów do mnie jeszcze", sono zeppi di variazioni jazzistiche).

 

Ecco perché io quando mi imbatto in dischi di culture che non conosco sono sempre molto cauto e nei casi più complessi ho impiegato addirittura anni prima di formulare giudizi: il rischio di grossi scivoloni è sempre dietro l'angolo.

In particolare, è sempre dietro l'angolo il rischio di derubricare qualcosa come "derivativo" solo perché non appartiene alla cultura angloamericana, mentre lo stesso pezzo interpretato da un artista anglofono lo tratteremmo probabilmente con molto più rispetto riconoscendogli i meriti senza problemi.

Finché questa mentalità di protezionismo verso la cultura anglofona (che peraltro non sarebbe manco la nostra, eh asd ) non verrà meno, sarà ben difficile inquadrare dischi storici come questo. 

 

Infine, per quanto non conti niente, prova che non stiamo parlando di una fissa mia: su RYM "Enigmatic" ha il doppio dei voti e la media molto più alta di "Bare Wires". 

 

P.S. Eugene tristissimo come al solito.


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Inviato 30 marzo 2022 - 10:11

Sinceramente non ho sindacato su chi è venuto prima o dopo. A me contano i risultati. Il disco in questione comunque leggo che è del 1970 e tant'è mi basta.
Bare Wires ha tutto il blues rock in salsa jazz progressiva che sarà poi evoluto dai Colosseum, non x nulla possiamo dire che in Bare Wires suonano i Colosseum + Mayall + Mick Taylor e non x essere putigliosi, ma c'è una certa differenza riguardo la caratura tecnica rispetto a questi polacchi
Perchè non cito Graham Bond? Perchè è Mayall e non Bond ad aver portato il British blues in un campo quasi jazz big bandistico, cosa che in questo disco è ripresa anche grazie all'uso dei cori. Bond è sempre stato più r&b anche quando aveva con sé i futuri Colosseum
Ripeto, musicalmente non mi hanno detto granchè il chitarrista proprio non mi piace, la struttura del brano ampliata comunque gioca su un tema non molto interessante, anzi
Nomi più grossi nel British blues con album molto particolari di evoluzione dal discorso Mayalliano ce ne sono. Poi se vi piace questo, non sono cavoli miei, io ho detto solo la mia.
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Inviato 30 marzo 2022 - 10:43

Succo, ripeto, non sai di cosa stai parlando. 

 

Niemen è uno dei più grandi virtuosi delle tastiere degli anni Sessanta-Settanta, se parli di caratura tecnica ciao proprio, e non solo lui: lo ripeto, i sassofonisti del disco sono Namysłowski e Urbaniak, due fra i più grandi jazzisti dell'epoca (il secondo anche eccezionale violinista, anche se in questo disco non si prodiga in tal senso).

Per Urbaniak ha suonato gente del calibro di John Abercrombie, Larry Corryell e Steve Gadd, parliamo del gota del jazz anni Settanta, altro che Mick Taylor succo mio.

 

Poi ovviamente non conta solo la tecnica e Mayall è un gigante, tant'è che l'unica cosa su Ondarock che lo riguardi porta la mia firma; né l'avrei mai messo in competizione con Niemen se non fosse stato per le tue assurdità, trattandosi di musicisti con percorsi estremamente diversi: Niemen è sostanzialmente considerato un musicista prog, mentre Mayall è un maestro del blues.

In Niemen il blues è solo una delle tante componenti e neanche la maggioritaria: il suo stile canoro viene dal soul, non dal blues; e per contro di soul nei dischi di Mayall non è che ce ne sia granché.

 

Il punto è che semplicemente il paragone non ha senso di esistere: se conosci soltanto chi vuoi esaltare, ignorando del tutto chi vuoi sminuire per via di meri pregiudizi, il risultato non potranno che essere scivoloni su scivoloni. Quanto hai scritto finora al riguardo non ti fa che disonore. 


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Inviato 30 marzo 2022 - 11:00

Io so di cosa parlo quando discuto del blues bianco americano e inglese. Non so chi siano questo polacchi ma posso dire che il brano non mi è piaciuto. Convenzionale giro soul blues arricchito da buoni arrangiamenti anche piuttosto curiosi, i cori, i fiati, la ritmica e anche la voce sono positivi, non da farmi dire wow però. Fortemente negativa la chitarra.
Questo è quello che ho sentito a prescindere dal valore che si da storicamente ai musicisti
Se poi vogliamo pure dire che sono superiori ai Colosseum e il chitarrista a Mick Taylor mi tolgo velocemente dalla discussione.
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Inviato 30 marzo 2022 - 11:04

questi polacchi

 

Se i toni devono ricorrere a questo criptorazzismo culturale spicciolo, non so effettivamente quanto sia costruttivo discutere.

 

Quanto al resto, hai detto tutto tu: sai di cosa parli quando discuti di blues bianco americano e inglese. 

Peccato questo disco non sia blues, non sia americano e non sia inglese; è invece prog a base jazz-rock con influenze soul e blues, ed è polacco.


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Inviato 30 marzo 2022 - 11:21

Di prog ci sento pochino, se non nell'ottica blues progressiva dell'epoca. Avrei creduto che avessero più tendenza prog, e invece sento qualcosa di molto tradizionale.
Aggiungerei come maestri dello stesso tipo di genere gli Electric Flag americani x esempio. X quanto mi riguarda superiori in termini di musicalità. Ma anche i Flock. I Chicago e la Miller Band avevano caratura compositiva superiore che va oltre i generi qui di riferimento.
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Inviato 30 marzo 2022 - 11:36

Comunque mi ascolterò l'intero album, ormai vado fino in fondo, e mi farò un'idea del percorso complessivo dei musicisti della band
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Inviato 30 marzo 2022 - 11:36

Continui a giudicare la carriera di un colosso basandoti su un pezzo (comunque capolavoro, ben chiaro) e continui a ciarlare di chitarra, che non è lo strumento intorno a cui ruota il disco e non si capisce neanche perché avrebbe dovuto esserlo. asd Hai ovviamente glissato su tutti i suoi punti di forza che ho ampiamente descritto.

Se vuoi mio consiglio, prima di giudicare documentati sempre su cosa stai andando a giudicare, non dare per scontato di avere sempre i mezzi per poterlo fare, perché in questo caso è evidente che non li hai.

E anche dopo esserti documentato, non dare per scontato di poterci capire tutto subito: io iniziai ad ascoltare musica polacca in maniera seria nel 2008 e mi sentii pronto per aprirci un blog solo quattro anni dopo.


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Inviato 30 marzo 2022 - 11:42

Ti ho preceduto nel post.
Comunque come brano i mezzi x giudicarlo ne ho anche troppi, stai tranquillo.
Probabilmente stavolta non ne hai tu x giudicare questo tipo di musica
Riguardo la chitarra: in questi brani espansi è fondamentale una solista che va di rifinitura tra una battuta e l'altra. Se mi metti una chitarra sporca ed elementare come quella svilisce non poco il tutto e scusa se una solista che sta praticamente dall'inizio alla fine a fare il controcanto la inserisco nella valutazione complessiva
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Inviato 30 marzo 2022 - 11:55

Che sia elementare lo dici tu, si potrebbe dire anche di alcuni assoli di Mayall basati su pochissime note/accordi, eppure non lo dici, perché in quel caso percepisci timore reverenziale dato dal fatto che Mayall lo conosci da molto tempo e sai che istituzione sia e che considerazione vanti; Niemen invece non l'hai mai sentito nominare prima e ti senti in diritto di sparare a zero.

 

Che la chitarra sia sporca non mi sembra, e anche lo fosse mi scende da un fianco che per te sia un problema, dopo anni passati sul forum a lodare i suoni sporchi, ne hai fatto praticamente il tuo marchio di fabbrica. asd

Il chitarrista è peraltro Tomasz Jaśkiewicz, un turnista di primo livello: oltre ad aver fatto parte degli Akwarele di Niemen, compare negli album di Bemibem, Klan e Tadeusz Woźniak, praticamente il meglio della musica polacca dell'epoca.

 

I mezzi no che non li hai, perché appunto ti ripeto che questo disco non è blues e non è angloamericano; è invece un coacervo di stili ed è polacco, e non ne sapevi niente fino a cinque minuti fa. 


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Inviato 30 marzo 2022 - 12:05

Non è un discorso di quante note, ma di come le suoni. Te lo ripeto il brano non mi è sembrato nulla di che. E se credi che non abbia i mezzi x giudicarlo, pensala pure così.
Come se quel tipo di musica non l'avesse suonasse nessuno. Dai su.
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Inviato 30 marzo 2022 - 12:52

Non è un discorso di quante note, ma di come le suoni. Te lo ripeto il brano non mi è sembrato nulla di che. E se credi che non abbia i mezzi x giudicarlo, pensala pure così.
Come se quel tipo di musica non l'avesse suonasse nessuno. Dai su.

 

Continui col criptorazzismo. Questo discorso di quanti suonassero cosa non lo faresti mai con gli artisti angloamericani, anche se a ben vedere potrebbe valere per ognuno di loro: dato che l'artista X fa parte di un genere molto diffuso, allora non è valido.

 

Ma con loro non lo fai, perché essendo angloamericani ne giustifichi l'appartenere a un genere molto diffuso e legittimi il fatto, invece 'sti polacchi inferiori come si permettono di rubare la musica altrui? Si torna sempre lì.

Il punto, di cui non ti accorgi, è che anche gli angloamericani la rubano: a ben vedere, l'unico che non la ruba è l'iniziatore di quel dato genere (sempre che sia possibile individuarne uno), dopodiché già il secondo ne sarà derivativo, indipendentemente che sia americano o polacco.

 

Si tratta di un ragionamento che, quando parliamo di musica anglofona, abbiamo ormai completamente delegittimato: apparteneva per esempio a Scaruffi (poi in realtà si contraddiceva diecimila volte, ma le linee guida dichiarate erano quelle) e abbiamo visto nel corso del tempo quanto sia un modo di ragionare stupido, e che in realtà molti fra i dischi migliori di un dato genere non sono i primi ma quelli della maturità, che arrivano anni dopo che il genere ha avuto modo di fiorire.

 

Eppure quando si parla di musica non anglofona ecco che magicamente, un ragionamento ormai ritenuto sorpassato da chiunque, viene riabilitato e si torna a parlare di musica derivativa senza colpo ferire. 

 

 

A parte tutto ciò, fa anche ridere che, nello specifico, questo disco non è manco blues, ma prog/jazz-rock, poi anche soul e blues, ma appunto solo poi. Tu fingi di non vedere il jazz-rock, fingi di non vedere il prog, fingi di non vedere il soul (anzi questo l'hai visto, ma hai sbagliato completamente il riferimento, citando un brano uscito sei anni dopo la nascita delle Alibabki asd ) e lo riduci a una linea di chitarra che non ti piace. 

Molto semplicemente sbagli, poi come ti pare, io vivo benissimo anche sapendo che hai giudicato uno dei geni della musica europea dall'ascolto di un singolo pezzo e senza esserti minimamente documentato.


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Inviato 30 marzo 2022 - 13:37

Infatti parlavo di quel pezzo. Come ho scritto mi documenterò su questi musicisti e ascolterò altro. Grazie x le info, spero di cambiare idea
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