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Epifanie: Da Tetsuo Ad August Underground


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3 replies to this topic

#1 simon

    Scaruffiano

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Inviato 15 dicembre 2021 - 00:15

Purtroppo il cinema non è riuscito nel suo favoloso intento di trasformarsi in uno strumento di choc perenne per la società.

 

Lo choc può provocare effetti negativi, fino al disturbo ossessivo compulsivo.

 

Lo choc può provocare effetti positivi: la liberazione dalla prigione neurotica e il risveglio dello Spirito come atto che si pone, che crea.

 

TETSUO per la critica mondiale è stata un'epifania per coloro che credevano di aver già visto tutto. TETSUO non solo è uno dei pochi film veramente filosofici in quanto l'ontologia diventa liquida in quanto si adagia, si corteggia e riesce a fare l'amore con la mutazione e ci suggerisce nuovi stimoli per ampliare la nostra fenomenologia della percezione, ma a livello squisitamente estetico è la sintesi di tutte le avanguardie visive del Novecento.

 

AUGUST UNDERGROUND.. il regista FRED VOGEL è un intellettuale, come un RUGGERO DEODATO, ma a differenza del genio italico e del Maestro Lucio Fulci, è un pragmatista. Questo film ha provocato grossi problemi psichici a persone che lo hanno visto (l'Arte signori miei, non è consolazione, non è la pappa berlusconiana).. lo scrivente ha pensato a XAVIER BICHAT ed ha scritto di "stratigrafia della carne" del dopo Sade.

 

Non è un SNUFF FILM, ed è questa l'inumana genialità di FRED VOGEL, ma attraverso i suoi incredibili effetti speciali non solo esce dal concettualismo politico della controversia, ma arriva a di-mostrarci  (attraverso ciò che mostra) che cosa sia il linguaggio non più muto (sempre in PIERRE KLOSSOWSKI) la sua reazione quando l'anima se ne è andata via con Marsilio Ficino, morto ogni dualismo cartesiano, noi siamo un corpo affetto da più linguaggi.

 

Purtroppo NON posso postare alcuni filmati di AUGUST UNDERGROUND perché il film va visto dall'inizio alla fine, come in TETSUO è questo strano divenire ad imporsi e fa luce sull'oscurità eraclitea, sulla presunta oscurità eraclitea.

 

 

DER GOLDENE HANDSCHUC (2019) di FATIH AKIN si potrebbe definire il "termine medio" dei due capolavori, che letteralmente ci riporta al mondo della vita e la sua irredimibile complessità sempre attraverso il medium della psicopatologia della vita non-eterna.

 

 

Discussione interamente dedicata a GEORGES BATAILLE.


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„Non si può che confermarsi 'stranieri nella propria lingua'. Il plurilinguismo (crogiuolo di idioletti, arcaismi, neologismi di che trabocca il poema) è il contrario d'una accademia di scuola interpreti. È 'Nomadismo': divagazione, digressione, chiosa, plurivalenza, ecc. Il testo intentato è (deve essere) smentito, travolto dall'atto, cioè de-pensato.“

CARMELO BENE
 

 

 


#2 simon

    Scaruffiano

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Inviato 23 dicembre 2021 - 18:32

 

credo che il passo successivo a TETSUO è un ritorno alla trasparenza, condannati al fantasma.

 

BEGOTTEN

 

Lo trovate "tranquillamente" sul tubo.

 

Ma il cinema che si sbarazza del fantasma e in qualche modo, ritorna a una sorta di antropologia culturale deviante, se non si avvicina alla realtà, ritorna a squarciare notte e nebbia

 

 

AFRICA ADDIO lo trovate in 4K ed è una grande emozione

 

 

Credo fermamente che Gualtiero e Franco siano stati dei geni del cinema.. ci sono momenti che possono essere paragonati a livello stilistico, "fluido" a un piano sequenza di Orson o del montaggio di EISENSTEIN.


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„Non si può che confermarsi 'stranieri nella propria lingua'. Il plurilinguismo (crogiuolo di idioletti, arcaismi, neologismi di che trabocca il poema) è il contrario d'una accademia di scuola interpreti. È 'Nomadismo': divagazione, digressione, chiosa, plurivalenza, ecc. Il testo intentato è (deve essere) smentito, travolto dall'atto, cioè de-pensato.“

CARMELO BENE
 

 

 


#3 Mr telefax

    dendrite

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Inviato 24 dicembre 2021 - 08:21

Oggi mi sono svegliato presto, e sono rimasto a letto a crogiolarmi nei primi pensieri del giorno, quelli che sono frutto dell'attività inconscia notturna e ne mantengono le tracce, ancora contorte e avvilupate; uno di questi è stato su come rispondere a questo tema. Avrei voluto farlo degnamente, sviluppando un ragionamento in maniera puntuale, diretta e precisa, ma non ho conoscenze né costanza. L'unica cosa che mi chiedo è: si può parlare di qualcosa che si conosce e di cui sia ha esperienza solo in minima parte? Qualcosa che si è solo immaginato? No, infatti di solito non scrivo, non mi esprimo, perché non aggiungerei nulla di interessante, tantomeno di nuovo.

 

Ma sono un cane curioso.

 

I film estremi e la filosofia mi interessano, ma non ho mai approfondito né gli uni né l'altra. I primi, perché la mia sensibilità borghese mi impedirebbe di affrontare simili esperienze sino in fondo, il senso di sofferenza sarebbe eccessivo e non servirebbe il mantra "è finzione, non realtà" a farmeli sopportare. La seconda perché seppure mi attrae la costruzione di un ragionamento, pulito e rifinito sino allo splendore, mi manca (appunto) la costanza e la conoscenza di chi prima di me ha compiuto sforzi titanici per definire il pensiero umano.

 

Però dicevo sono curioso, e come un cane mi avvicino, annuso e rimiro da fuori il film estremo, o la filosofia. Ne assaggio qualche inquadratura statica o in movimento, ne leggo stralci di sinossi, riassunti, quote citazioni aforismi, e in questa maniera me ne faccio un'idea, parziale, anzi con tutta probabilità sbagliata, ma un'idea.

 

Il succo di quello che volevo dire è: non penso che lo choc perenne serva alla società, un organismo di milioni di teste decerebrate come quella funziona con l'inerzia, e non sarà certo una visione sonorizzata a scuoterla dal torpore. Lo Spirito è morto, sopravvive in rari casi individuali, ma uno Spirito sociale non è mai esistito, tranne forse nelle vittorie sportive a livello nazionale, ed è effimero come quegli insetti che durano lo spazio di un giorno.


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I personaggi e i fatti narrati sono immaginari, è autentica invece la realtà sociale e ambientale che li produce

#4 simon

    Scaruffiano

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Inviato 24 dicembre 2021 - 08:51

Oggi mi sono svegliato presto, e sono rimasto a letto a crogiolarmi nei primi pensieri del giorno, quelli che sono frutto dell'attività inconscia notturna e ne mantengono le tracce, ancora contorte e avvilupate; uno di questi è stato su come rispondere a questo tema. Avrei voluto farlo degnamente, sviluppando un ragionamento in maniera puntuale, diretta e precisa, ma non ho conoscenze né costanza. L'unica cosa che mi chiedo è: si può parlare di qualcosa che si conosce e di cui sia ha esperienza solo in minima parte? Qualcosa che si è solo immaginato? No, infatti di solito non scrivo, non mi esprimo, perché non aggiungerei nulla di interessante, tantomeno di nuovo.

 

Ma sono un cane curioso.

 

I film estremi e la filosofia mi interessano, ma non ho mai approfondito né gli uni né l'altra. I primi, perché la mia sensibilità borghese mi impedirebbe di affrontare simili esperienze sino in fondo, il senso di sofferenza sarebbe eccessivo e non servirebbe il mantra "è finzione, non realtà" a farmeli sopportare. La seconda perché seppure mi attrae la costruzione di un ragionamento, pulito e rifinito sino allo splendore, mi manca (appunto) la costanza e la conoscenza di chi prima di me ha compiuto sforzi titanici per definire il pensiero umano.

 

Però dicevo sono curioso, e come un cane mi avvicino, annuso e rimiro da fuori il film estremo, o la filosofia. Ne assaggio qualche inquadratura statica o in movimento, ne leggo stralci di sinossi, riassunti, quote citazioni aforismi, e in questa maniera me ne faccio un'idea, parziale, anzi con tutta probabilità sbagliata, ma un'idea.

 

Il succo di quello che volevo dire è: non penso che lo choc perenne serva alla società, un organismo di milioni di teste decerebrate come quella funziona con l'inerzia, e non sarà certo una visione sonorizzata a scuoterla dal torpore. Lo Spirito è morto, sopravvive in rari casi individuali, ma uno Spirito sociale non è mai esistito, tranne forse nelle vittorie sportive a livello nazionale, ed è effimero come quegli insetti che durano lo spazio di un giorno.

 

 

Ciao,

 

il tuo intervento è molto bello. La mia discussione non voleva e non vuole essere un inno all'esecuzione di massa. Credo fermamente che almeno a livello artistico bisogna combattere due entità: capitalismo e fascismo.

 

La censura per fare un solo esempio, è la "cosa" più miserabilmente fascista e dunque non concepibile in uno stato che si definisce democratico. Roberto Curti aveva scritto molti anni fa (ora in ristampa) un libro di una bellezza spropositata sul cinema "estremo" lo scrivo tra virgolette in quanto non si occupava solo di gore, necrofilia, mondo etc. ma di autori sublimi che sfidavano le leggi del mercato: ZULAWSKI e ARRABAL..

 

Roberto ha scritto anche due imprescindibili volumi sulla censura dei film dalle origini ai nostri giorni: censura italiana ovviamente, il titolo ovviamente (visto l'autore) è "VISIONI PROIBITE".

 

TETSUO purtroppo rimane un film che non ha trovato nessun altro tipo di imitatore o sviluppatore.. tranne appunto nella dissolvenza di BEGOTTEN ma il cinema veramente estremo non è AUGUST UNDERGROUND o i film del buon NACHO.. il cinema estremo è quello di Tarkovskij e soprattutto in due scene di NOSTALGHIA: la prima è l'arrivo a Roma dell'eroe del film, una sorta di piano sequenza che oltrepassa il tempo percepito, la seconda non è il rogo in se ma i VERI malati di mente che il genio russo volle come corteo per l'esecuzione, da questo punto di vista si fonde la finzione del neo Giordano Bruno e una cupa anomia dei malati di mente.

 

Grazie a Dio non esiste solo una filosofia, ma tante filosofie: un'antropologia culturale e una fenomenologia del gesto potrebbero benissimo occuparsi (per dire) di CANNIBAL HOLOCAUST di Ruggero, per non parlare che METZ ha creato un vero e proprio strutturalismo semiotico-psicoanalitico che (secondo lui) era capace di evidenziare gli aspetti invarianti di tutte, ma proprio tutte le pellicole.


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„Non si può che confermarsi 'stranieri nella propria lingua'. Il plurilinguismo (crogiuolo di idioletti, arcaismi, neologismi di che trabocca il poema) è il contrario d'una accademia di scuola interpreti. È 'Nomadismo': divagazione, digressione, chiosa, plurivalenza, ecc. Il testo intentato è (deve essere) smentito, travolto dall'atto, cioè de-pensato.“

CARMELO BENE
 

 

 





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