disco interessante che ho in ascolto anch'io
L' album che sto ascoltando (jazz,classica & avanguardie)
#2101
Inviato 15 aprile 2021 - 08:07
#2102
Inviato 16 aprile 2021 - 10:25
Conoscete?
http://youtu.be/r1jUmqel1Is
Presente (be', uno dei "miei" maestri al conservatorio, come potrei non... )
Pur essendo bella non è forse la cosa migliore di Fauré, che ha nella musica da camera e soprattutto in quella per pf solo il suo vertice qualitativo.
Ti segnalo la curiosità che nella trasmissione di Bollani su Raitre nella quale ci fu ospite la pianista classica Beatrice Rana, i due suonarono proprio l'ultimo movimento di questa suite per pf a quattro mani.
«Ciò che l'uomo può essere per l'uomo non si esaurisce in forme comprensibili».
(k. jaspers)
Moriremotuttista
#2103
Inviato 18 aprile 2021 - 18:37
Per chi rimpiange il Nils Frahm acustico e minimale - con Philip Glass nel cuore - il bell'esordio solista della polacca Hania Rani(szewska).
La riprendo grazie a questa bella live session e confermo: laddove si è impantanato Frahm, Hania Rani ha preso le redini e tenuto in vita quella lucente poetica.
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
#2104
Inviato 22 aprile 2021 - 22:01
Caro sig. Bernardus...
"Echheccazzo gdo cresciuto che nin sei altro."<p>Scontro tra Titanic
#2105
Inviato 02 maggio 2021 - 18:14
Qualche mese fa avevo detto malissimo di un disco di Maurice Louca. Non mi sono ricreduto, ma in compenso mi è stato consigliato quest'altro (con la cantante Maryam Saleh e il polistrumentista Tamer Abu Ghazaleh, entrambi egiziani pure loro) che ho trovato stupendo. Ha tutti i meriti che l'altro non ha: pezzi ben direzionati, sound dalla chiarissima impostazione tradizionale ma con sperimentalismi e incursioni hi-tech che lo rendono particolarmente incisivo ed espressivo, melodie efficaci di netto stampo arabic pop, una forte ma piuttosto cerebrale componente percussiva. Folklorico e avveniristico al tempo stesso. Davvero affascinante.
الإخفاء = Lekhfa (mostakell, 2017)
#2106
Inviato 03 maggio 2021 - 21:52
Sì ma qui dentro non c'entra niente.
"SOVIET SAM" un blog billizzimo
7 ottobre 2020, il più grande esperto di tennis del forum su Sinner al Roland Garros:
Tra due anni torniamo per vincere.
#2107
Inviato 12 giugno 2021 - 08:36
Roberto Negro "Papier Ciseau"
Premetto che per ora l'ho ascoltato un paio di volte,decisamente insufficiente per della musica ricercata e variegata come questa,ma si nota subito che cammina su percorsi improvvisi ma con rigore programmatico.
https://youtu.be/OWOmmpbhQXU
#2108
Inviato 11 settembre 2021 - 07:00
AMARO FREITAS - SANKOFA
Eccellente pianista, qui in trio con percussioni e contrabbasso.
Forse il mio disco jazz dell'anno.
Avant-garde jazz, post-bop con echi lontani di Monk.
Un disco che parla del suo Brasile, di anima, della sua storia, mischiando funk, soul e ritmi afro.
Splendido.
#2109
Inviato 16 settembre 2021 - 12:25
AMARO FREITAS - SANKOFA
Eccellente pianista, qui in trio con percussioni e contrabbasso.
Forse il mio disco jazz dell'anno.
Avant-garde jazz, post-bop con echi lontani di Monk.
Un disco che parla del suo Brasile, di anima, della sua storia, mischiando funk, soul e ritmi afro.
Splendido.
Incuriosito ho voluto ascoltare qualcosa su YT e sono rimasto un po' sconcertato dalle indicazioni: "Avant-garde jazz, post-bop con echi lontani di Monk".
Ma dove li hai sentiti... ?
Io semmai ho sentito echi di un gradevole minimalismo, uno stile abbastanza "nordico" (nel senso Ecm del termine), oggi molto diffuso e dominante (sia a livello di ricezione sia - probabilmente - a quello commerciale): Wasilewski, Hulsmann... Cose così.
A me personalmente non dispiacciono (non in grandi dosi), ma avrei un'altra idea di cosa possa essere avant-garde oggi... (senza fare un feticcio nemmeno di questo tipo di correnti e concetti).
Di certo non questo.
«Ciò che l'uomo può essere per l'uomo non si esaurisce in forme comprensibili».
(k. jaspers)
Moriremotuttista
#2110
Inviato 03 ottobre 2021 - 20:40
Un personaggio un po' anomalo, inglese della Cornovaglia che però si è trasferito tempo fa in Francia dove pare abbia avuto più successo che in madrepatria, e dovrebbe essere ancora lì con la famiglia.
Per puro caso, ho sentito "In your hands", una ballata funky piuttosto orecchiabile che resta impressa già al primo ascolto. Il testo solidarizza con chi arriva da un altro paese per dare un futuro alla sua famiglia, ma viene spesso bloccato da leggi e burocrazia poco umani.
Anche gli altri testi sembrano piuttosto orientati a parlare di chi rimane ai margini, per un motivo o per l'altro. Pure la musica suona come un ibrido di generi molto personale.
#2111
Inviato 05 ottobre 2021 - 07:54
Nobuya Sugawa - Nostalgia (1993)
niente di speciale (brani di Debussy, Satie, Ravel, Yoshimatsu), tranne per un paio di brani scritti da Yoko Kanno, di cui uno e' particolarmente stupendo:
Nostalgia
#2112
Inviato 05 ottobre 2021 - 13:40
:-)
#2113
Inviato 05 ottobre 2021 - 13:50
#2114
Inviato 17 ottobre 2021 - 18:50
Sarà banale dirlo, ma non mi stanca mai questo album.
#2115
Inviato 19 ottobre 2021 - 16:01
Who Are You?, il secondo album di Joel Ross, l'ho letteralmente consumato.
In questi giorni lo sto riascoltando con piacere, in vista anche del concerto che ci sarà il 29 Ottobre alla Triennale di Milano in occasione dell'edizione di quest'anno del JAZZMI (https://jazzmi.it/eventi/joel-ross/)
A chi se l'è perso consiglio di recuperarlo Who Are You? e chi può vada ai suoi concerti di questa leg del tour europeo, oltre alla data di Milano del 29 c'è anche quella del 18 Novembre all'Auditorium Monteverdi di Mantova).
Come dicevo è un disco che ho consumato, su tutti per iniziare consiglio questo brano:
#2116
Inviato 28 ottobre 2021 - 12:54
Appena messo su questo
#2117
Inviato 12 dicembre 2021 - 17:04
Stefano Scodanibbio, Daniele Roccato, Ludus Gravis Ensemble - Alisei - 2018
Musica che si fa vento.
#2118
Inviato 12 dicembre 2021 - 17:39
Stefano Scodanibbio, Daniele Roccato, Ludus Gravis Ensemble - Alisei - 2018
Musica che si fa vento.
Ho ascoltato dal vivo questo pezzo il mese scorso. Non ho praticamente respirato fino alla fine.
Un conto è il (pur meraviglioso) disco, un altro è veder scorrere questo alito di vita dai gesti sicuri e delicatissimi del maestro Roccato. Un prodigio.
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
#2119
Inviato 01 gennaio 2022 - 16:49
Praticamente ignorati dalla critica e da tutte le classifiche di fine anno. Non capisco se perché godano di pochissima stima generale o perché semplicemente in molti ignorano la loro esistenza. Per me questo nuovo - pur rimanendo un filino sotto il precedente Yellow Ochre - è comunque degno di nota.
#2120
Inviato 02 gennaio 2022 - 08:38
#2121
Inviato 02 gennaio 2022 - 10:20
Però a livello di sound l'ho sentito abbastanza in linea con l'EP precedente.
#2122
Inviato 06 gennaio 2022 - 16:35
Qualità della registrazione al limite dell'ascoltabile, ma di una bellezza...
Morteza Mahjoubi - Selected Improvisations From Golha, Pt.1
#2123
Inviato 17 gennaio 2022 - 10:31
Molto Jarrett del primo trio (quello con Motian e Haden)
In particolare, sono rimasto molto colpito da Hamburg 72, "ritrovato" d'archivio della ECM
#2124
Inviato 30 agosto 2023 - 13:21
Uscita imperdibile di quest'anno, l'integrale delle sonate per violino solo di Eugène Ysaÿe deve essere stata un progetto di lungo periodo per Hilary Hahn, e il risultato è semplicemente formidabile: bastano pochi minuti per capire che l'interprete ha vissuto queste partiture interamente, profondamente, prima di arrivare a registrarle in studio, dedicando una cura maniacale a ogni minima inflessione, sino a raggiungere una chiarezza espressiva che non teme paragoni nemmeno coi grandi del Novecento.
Ysaÿe si rifà dichiaratamente al repertorio per violino di Bach, ma specialmente nelle prime due sonate si avverte tutta quella tensione crepuscolare propria dei tardi romantici, con svolazzi che quasi mai atterrano sulla dominante in maniera convenzionale, deviando e rallentando per creare brevi effetti di spaesamento emozionale. Un ascolto a tratti vertiginoso, in altri momenti dolcissimo e rinfrancante ("L'aurore" nella quinta sonata), ma sempre e infallibilmente arricchito da un rapimento esecutivo totale.
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
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