Inviato 04 ottobre 2021 - 18:07
Interessante, io invece conosco poco Hong Sang-soo, approfondirò, grazie per l'input.
Allora c'è da dire che L'amour fou l'avrò visto una dozzina di anni fa se non di più (peraltro in copia scadente, mi pare un VHSrip, l'unica esistente probabilmente - speriamo che ci pensi Criterion), quindi ho ricordi un po' sbiaditi, però mi sembra che a livello di sostanza Hamaguchi si sia molto ispirato al maestro francese: un regista che vuole mettere in scena un classico della drammaturgia (in quel caso Racine), il rapporto che si crea fra questo e gli attori/attrici e tra gli attori stessi, il rapporto tra vita e teatro. Anche a livello formale come dicevo già la lunghezza di Happy Hour sembra confermare l'eredità rivettiana, la dilatazione del tempo diegetico per far sì che emergano i dettagli di cui sopra, che poi sono precisi topoi rivettiani appunto (anche in Paris Nous Appartient e il mastodontico Out 1, che non ho visto). Addirittura mi pare una scena, quella in cui fanno le prove all'esterno d'autunno sia proprio una citazione/omaggio, ma ripeto ho ricordi sbiaditi e vorrei rivederlo anche io.
Poi chiaro che sicuramente non puoi fare nouvelle vague para para come se fossimo negli anni '60, infatti è bello quando si mischiano tante influenze come in questo caso, tra la leggerezza francese e un ordine sì potremmo dire pure ozuesco, in più l'impronta murakamiana.
Insomma entrambi i film mi hanno folgorato, attendo con trepidazione di gustarmi Happy Hour non appena ho 5 ore libere.