Desacralizzazione del Tempo morale, gioco e forma (forma del gioco?) e una visione che evidenzia il nettare degli Dei della letteratura settecentesca inglese e l'anti-morale pasoliniana, di quel cortocircuito tenebroso che è l'ultima pellicola del maestro di Casarsa.
KUBRICK-TARR-TARKOVSKIJ hanno lavorato splendidamente per un cinema che non si limita a mostrare, e non ha pretese di dimostrare, ma è un cinema che si distacca dalla fruizione media perché è capace di sintetizzare teorie temporali topologiche (KUBRICK), temporalità-alla Cioran (TARR) tempo-etico e ancora marxista (TARKOVSKIJ).
Vorrebbe essere un dibattito su questi tre giganti, le affinità e le divergenze: i quanta di 2001 la scena dell'invecchiamento dell'eroe e il mistero quantistico dell'aberrazione del movimento (BALTRUSAITIS) in NOSTALGHIA: il primo incontro con Domenico.
Ma tra questa immane triade, dall'Inghilterra è spuntato un quarto incomodo, rispetto alla rigidità scettica e al costruttivismo necessario di LOCKE, tralasciando i saggi di WIND sull'estetica inglese del Settecento, siamo riusciti a trovare colui che trova ispirazione nel sangue nel gioco paradossale nell'escrementizio e si eleva rispetto al triteismo (tra mille virgolette) neutralizzando il divenire, perché fissare la traslazione è la massima forma estetica possibile: Peter Greenaway.
Se il cinema di KUBRICK-TARR-TARKOVSKIJ è ancora cinema di relazioni senza gioco, un cinema ontologico temporale per eccellenza (il cervello in Kubrick, la morte del tempo in TARR, il sacrificio temporale in Tarkovskij) che rappresenta i sentimenti, ma è lontano da una vera e propria scienza ontologica.. Peter Greenaway con sagace ironia rivela al mondo la sua saggezza e ci rimanda a uno dei concetti chiave della filosofia post moderna: l'interpretazione storica. Il cinema di Peter Greenaway è Felliniano, è pura gioia che deve riflettersi in un naturalismo estremo e lo congiunge magnificamente (antitesi senza sintesi) con l'essenza dell'estetica, un formalismo che diverte e controbilancia l'ontologia severa dei tre maestri succitati.
Libro di riferimento su Peter Greenaway: THE FILMS OF PETER GREENAWAY (SEX, DEATH and PROVOCATION) e una piccola comparazione estetica
Il formalismo delizioso dell'Hitchcock degli anni Cinquanta che diviene puro accadere storico differentemente alternativo in Peter Greenaway. La sinestesia in Peter che uccide l'architetto, questo film a parte che è davvero un medium tra ciò che è stato e quello che sarà l'imbruttimento ironico della vita fotografata nei suoi momenti liberatori (Nietzsche come punto di riferimento?).
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