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[Disco Del Mese] Błoto - "kwasy I Zasady" (2021)


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74 replies to this topic

#1 Gozer

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Inviato 01 giugno 2021 - 07:33

https://www.ondarock...wasyizasady.htm

 

 

È un fatto che la Polonia abbia la migliore scena jazz europea (in recensione l'ho toccata più piano aggiungendo "continentale", ma in realtà stanno sopra anche al Regno Unito se si va indietro nel tempo: solo che sarebbe stato fuori contesto mettersi a cavillare in quella sede). 

Il disco in oggetto ne è l'ennesima conferma ed è abbordabilissimo anche da chi il jazz non lo mastica, contenendo un sacco di arrangiamenti elettronici e essendo influenzato dall'hip hop strumentale.

Non fatevi ingannare dalla prima traccia avant-jazz (comunque piuttosto tesa e sensata, niente di troppo cacofonico), dalla seconda in poi è tutta atmosfera e ipnosi. Il resto è tutto in rece.

 

Nel video sottostante gli ultimi quattro brani della scaletta, i miei preferiti:

 


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7 ottobre 2020, il più grande esperto di tennis del forum su Sinner al Roland Garros:

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#2 paloz

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Inviato 01 giugno 2021 - 09:03

È un fatto che la Polonia abbia la migliore scena jazz europea (in recensione l'ho toccata più piano aggiungendo "continentale", ma in realtà stanno sopra anche al Regno Unito se si va indietro nel tempo: solo che sarebbe stato fuori contesto mettersi a cavillare in quella sede). 

 

 

Da vent'anni a questa parte, Scandinavia a mani basse.

 

Dopo Krzysztof Komeda e Tomasz Stańko non ho saputo di altre eccellenze del jazz polacco, ma magari sono io.


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I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.

 

(Samuel Beckett, Malone Dies)


#3 khonnor

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Inviato 01 giugno 2021 - 10:20

 

È un fatto che la Polonia abbia la migliore scena jazz europea (in recensione l'ho toccata più piano aggiungendo "continentale", ma in realtà stanno sopra anche al Regno Unito se si va indietro nel tempo: solo che sarebbe stato fuori contesto mettersi a cavillare in quella sede). 

 

Dopo Krzysztof Komeda e Tomasz Stańko non ho saputo di altre eccellenze del jazz polacco, ma magari sono io.

La butto lì, pur forse laterale, Zimpel?


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noncuranti della fine, del calore, di poterci sciogliere.

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#4 Gozer

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Inviato 01 giugno 2021 - 10:31

Dopo Krzysztof Komeda e Tomasz Stańko non ho saputo di altre eccellenze del jazz polacco, ma magari sono io.

 

 

Zbigniew Namysłowski, Andrzej Trzaskowski, Zbigniew Seifert, Hans Koller, Jerzy Milian, Michał Urbaniak, Extra Ball, Laboratorium, Alex Band, Ewa Bem, Marcin Wasilewski, Leszek Możdżer, String Connection, Jan "Ptaszyn" Wróblewski, Skalpel, Niechęć, Wacław Zimpel, Tymon Tymański, e conta che ho spurgato dall'elenco tutti quelli tendenti all'avant, che di norma mi piace poco, ma hanno nomi grossi pure in quell'ambito. 
 
È una scena enorme che va avanti dagli anni Sessanta ininterrotta con forti sovvenzionamenti statali e una marea di festival di settore.

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#5 paloz

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Inviato 01 giugno 2021 - 13:42

Minchia, famosissimi.

 

Arve Henriksen, Terje Rypdal, Mats Gustafsson, Esbjörn Svensson, Nils Petter Molvær, Paal Nilssen-Love, Frode Haltli, Ketil Bjørnstad, Trygve Seim, Nils Økland - visto che facciamo sto gioco, almeno torniamo un attimo sul pianeta Terra.


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#6 Merlo

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Inviato 01 giugno 2021 - 13:57

:fear:


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"Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace"


#7 Gozer

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Inviato 01 giugno 2021 - 14:07

Minchia, famosissimi.


Per chi ascolta jazz seriamente sì. Per chi non lo ascolta sono sconosciuti tanto quanto quelli detti da te.
Il topic è sul disco del mese a ogni modo.
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#8 mongodrone

    post-feudatario

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Inviato 01 giugno 2021 - 14:29

 

Dopo Krzysztof Komeda e Tomasz Stańko non ho saputo di altre eccellenze del jazz polacco, ma magari sono io.

 
 
Zbigniew Namysłowski, Andrzej Trzaskowski, Zbigniew Seifert, Hans Koller, Jerzy Milian, Michał Urbaniak, Extra Ball, Laboratorium, Alex Band, Ewa Bem, Marcin Wasilewski, Leszek Mozdzer, String Connection, Jan "Ptaszyn" Wróblewski, Skalpel, Niechęć, Wacław Zimpel, Tymon Tymański, e conta che ho spurgato dall'elenco tutti quelli tendenti all'avant, che di norma mi piace poco, ma hanno nomi grossi pure in quell'ambito. 
È una scena enorme che va avanti dagli anni Sessanta ininterrotta con forti sovvenzionamenti statali e una marea di festival di settore.

 

 
 

Minchia, famosissimi.
 
Arve Henriksen, Terje Rypdal, Mats Gustafsson, Esbjörn Svensson, Nils Petter Molvær, Paal Nilssen-Love, Frode Haltli, Ketil Bjørnstad, Trygve Seim, Nils Økland - visto che facciamo sto gioco, almeno torniamo un attimo sul pianeta Terra.

 
pronti per la nuova versione di 
 
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#9 ucca

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Inviato 01 giugno 2021 - 15:11

Ah ma sei tu che l'hai recensito? l'ho anche fatto girare tra i miei amici, pensa te. Che vita. Il disco mi sembra molto bello e loro dei veri folgorati, sto ascoltando
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www.crm-music.com

 

Mettere su un gruppo anarcho wave a 40 anni.


#10 Gozer

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Inviato 01 giugno 2021 - 16:38

Ah ma sei tu che l'hai recensito? l'ho anche fatto girare tra i miei amici, pensa te. 

 

Si chiama karma, Ucca, così impari a dirmi cose brutte. 

 

 

Riguardo agli interventi precedenti, ragazzi facciamo a capirsi: oggi il jazz è musica di ultra-nicchia. Paloz che si lamenta della scarsa fama del mio elenco poi a sua volta posta il famosissimo Paal Nilssen-Love: 1200 ascoltatori mensili su Spotify. Oppure Nils Økland: 1900. Praticamente non li ascoltano manco i loro amici. 

E anche i più famosi viaggiano su cifre comunque irrisorie: Arve Henriksen ha 125mila ascoltatori mensili. Per capirsi su quanto siano pochi, la tanto odiata Sewerslvt (sì lo so che è un altro genere, ma il punto è proprio dimostrare quanto è poco ascoltato il jazz attuale) supera il mezzo milione facendo tutto da sola dalla sua cameretta, senza budget, senza contratto, senza distribuzione e senza essere inserita in alcun apparato concertistico.

 

Henriksen invece, con un pubblico molto minore, gira i festival jazzistici di mezzo mondo e viene lautamente pagato: come si spiega?

Semplice: il jazz di oggi poggia su un circuito live che si sorregge da decenni grazie alla sovvenzioni statali e all'interessamento delle élite. A livello discografico il suo pubblico è irrisorio, è tutto il contorno a tenerlo in piedi. 

Più questo sistema è radicato, se possibile a partire dalle scuole, più la scena jazz locale sarà imponente: in Polonia e in Norvegia infatti la cosa è radicatissima. In altri paesi molto meno e di conseguenza c'è molto meno jazz: la corrispondenza ha praticamente l'esattezza di una formula matematica, non ci si può sbagliare.

 

Sparare quindi nomi presunti famosissimi a caso spacciandoli per più importanti di altri non ha senso, perché nel migliore dei casi saranno musicisti conosciuti da quattro gatti, anche i più pagati del circuito. Quello che si deve vedere è la salute della scena nel suo complesso, e la Polonia da sessant'anni ininterrotti è satura di jazz, chiunque c'è stato può confermarvelo.

Precisato tutto questo, attendo fiducioso commenti sul disco.


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#11 paloz

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Inviato 01 giugno 2021 - 19:19

Henriksen invece, con un pubblico molto minore, gira i festival jazzistici di mezzo mondo e viene lautamente pagato: come si spiega?

Semplice: il jazz di oggi poggia su un circuito live che si sorregge da decenni grazie alla sovvenzioni statali e all'interessamento delle élite. A livello discografico il suo pubblico è irrisorio, è tutto il contorno a tenerlo in piedi. 

 

Sì chiaro, non conta proprio nulla il fatto che sia il trombettista di generazione "recente" con il timbro più distintivo in circolazione.

Poi la mia dichiarazione sulla Scandinavia non si basa certo sugli ascolti su Spotify, ma sul fatto che da vent'anni a questa parte è una fucina inesauribile di jazzisti talentuosi e innovatori - in un periodo nel quale, peraltro, il cultore musicale medio dichiara che nessuno inventa più nulla. Basta ascoltare tre dischi a caso della Sofa Music o di Hubro per essere smentiti.

 

Il jazz lo bazzico quanto basta, negli ultimi anni mi son capitate a mano formazioni da qualunque latitudine, dall'Argentina alla Russia, polacchi mai. Magari è un gran peccato, ma continuo a dubitare della indiscussa superiorità della scena jazz polacca (ah, pure nel jazz sono i migliori? ma allora radiamo al suolo il resto del mondo, facciamo prima asd ).

 

Il disco in questione lo ascolterò alla prima occasione, ci mancherebbe.


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#12 bungle

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Inviato 01 giugno 2021 - 19:36

io non posso che confermare l'assoluta ricchezza della scena jazz polacca. La cosa sorprendente è come in ogni decennio a partire dagli anni 60 abbia avuto una grossa quantità di artisti di alto livello. Penso si possa considerare la scena non anglofona più ricca (almeno per quelle che sono le mie conoscenze)

Su RYM ho buttato giù una lista degli artisti che ho ascoltato

https://rateyourmusi...zz-from-poland/

 

La scandinavia pure è estremamente ricca ed interessante, ma se parliamo di scene nazionali, dobbiamo considerare  i singoli stati scandinavi e singolarmente nessuno è paragonabile alla Polonia come vastità.

 

 

per quanto riguarda il disco è la riprova di come la scena polacca riesca a stare sempre al passo con i tempi innovandosi senza perdere i legami col passato.


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#13 wago

    FURTHERMORE

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Inviato 01 giugno 2021 - 19:38

Posto che la diatriba su quale sia il paese colla storia jazzistica più fica dentro o fuori dall'Unione m'importa zero, segnalo che limitandosi al solo nu jazz quella polacca è effettivamente una scena di primo piano, con band che stavano "sul pezzo" quando il termine ancora non designava un filone specifico come quello odierno. Pink Freud, Skalpel, Jazzpospolita, Voo Voo sono formazioni con un suono distintivo che marca una serie di elementi che contraddistinguono l'"approccio polacco" alla corrente, e che io riconduco oltre che all'ovvia influenza del jazz polacco storico anche a una serie di inflessioni punk e rock che non è comune trovare nelle altre scene europee. Di alcuni di questi artisti avevo parlato anche nello speciale uscito su OR l'estate scorsa.

 

Il disco nuovo dei Błoto mi è piaciuto e mi pare inserirsi bene in questo filone, con un sound particolarmente cinico e abrasivo che mi ha ricordato, volendo stare sui riferimenti noti ai più, una versione più meccanica e incattivita dei BadBadNotGood. È abbastanza soprendente come il batterista sia lo stesso che negli EABS, perché lì il risultato è, tolti alcuni brani, decisamente più vitale e meno claustrofobico. Qua invece la scelta è di puntare tutto su scansioni metronomiche e di derivazione elettronica, cosa che rinforza il carattere opprimente della musica — facendolo poi contrastare con le evoluzioni meno ingabbiate di tastiere e fiati.
Avevo ascoltato anche l'album dell'anno scorso, che però era missato un po' infelicemente (bassi poderosi ma indistinti, e batteria assai meno definita) e non mi aveva colpito altrettanto.


  • 1
"It's a strange world." "Let's keep it that way."

#14 Gozer

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Inviato 01 giugno 2021 - 19:42

 

 

Sì chiaro, non conta proprio nulla il fatto che sia il trombettista di generazione "recente" con il timbro più distintivo in circolazione.

Questa è semplicemente la tua opinione e non c'entra nulla con la diffusione e la fama del musicista in sé, che rimane minima all'infuori del circuito live del jazz.

Se la qualità di una scuola la basiamo sui gusti di Michele Palozzo allora non discuto, se invece la basiamo su qualche minimo di dato, bisogna accettare che nessuno dei musicisti lì sopra sia davvero noto, né i miei né i tuoi, e quindi lamentarsi del fatto che non conosci tizio o caio non può essere un deterrente.

Peraltro ti farei notare che la Scandinavia, che continui a nominare come fosse una singola nazione, in realtà è composta da quattro stati.

 

 

ma sul fatto che da vent'anni a questa parte è una fucina inesauribile di jazzisti talentuosi e innovatori

Lo stesso vale per la Polonia. Di nuovo: il fatto che tu non te ne interessi non può essere un deterrente. Semplicemente non conosci il jazz polacco, così come del resto immagino tu non conosca quello indonesiano che pure ha una scuola niente male. 

 

 

Il disco in questione lo ascolterò alla prima occasione, ci mancherebbe.

Fanne tranquillamente a meno, tanto viene da una scena inferiore e per giunta l'ho consigliato io, pensa quanto valido potrà essere. ashd


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#15 paloz

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Inviato 01 giugno 2021 - 19:46

Peraltro ti farei notare che la Scandinavia, che continui a nominare come fosse una singola nazione, in realtà è composta da quattro stati.

 

 

Avrei potuto anche limitarmi alla Norvegia, comunque i nomi norvegesi da me citati rimangono indubbiamente più (ri)conosciuti nell'ambiente di quelli che hai messo tu - foss'anche soltanto perché escono su ECM. I'm out.


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#16 Gozer

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Inviato 01 giugno 2021 - 20:19

Anche Marcin Wasilewski ha pubblicato per ECM. O anche Maciej Obara, che sopra non ho elencato (come non ho elencato tanti altri). 

Leszek Możdżer pubblica per la ACT, che se è vero che bazzichi il jazz quanto basta avrai sicuramente sentito nominare. Insomma ne mancassero di polacchi con distribuzione internazionale: come se fosse poi quella a stabilire quanto sei valido. 

 

Dimenticavo: in passato Urbaniak ha pubblicato con la Columbia americana, se proprio vogliamo dirla tutta (appartiene a un'altra epoca, ma visto che l'hai dichiarato sconosciuto facendo di tutta l'erba un fascio, meglio precisare).


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#17 .Cyclo

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Inviato 02 giugno 2021 - 06:26

Per quello che conta, a me l'album al primo ascolto ha generato un'impressione nel complesso positiva.
Non sono convintissimo di certe "scansioni metronomiche", ma per il resto l'ho trovato un ascolto molto piacevole e anche discretamente coinvolgente.

Concordo con quanto espresso da Gozer.
Che, cioè, la parte finale dell'album è la migliore (o meglio, quella che mi piace di più).

Ovviamente con ascolti successivi il mio attuale 7 può tranquillamente salire.

Poi delle altre cose che avete scritto nel topic frega poco più di zero, a me: per non far torto a nessuno -e per il mio piacere- ora mi ascolto un album di jazz (pop) norwy.
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#18 Fast_Forward

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Inviato 03 giugno 2021 - 17:53

daje con le diatribe così spulcio! qualcuno ha un'altra bella lista fitta fitta?

 

P.S.: dei Bloto conosco Kwiatostan che mi era piaciuto abbastanza, anche se devo dargli altri tre-quattro ascolti.

 

P.S.S.: giusto per rinfocolare la discussione, io sono uno che il jazz lo bazzica come bazzica tutte le altre scene musicali (a spizzichi e bocconi) ma della lista svedese ne conosco due-tre, di quella polacca zero.


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#19 Gozer

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Inviato 03 giugno 2021 - 18:08

P.S.S.: giusto per rinfocolare la discussione, io sono uno che il jazz lo bazzica come bazzica tutte le altre scene musicali (a spizzichi e bocconi) ma della lista svedese ne conosco due-tre, di quella polacca zero.

 

 

La lista svedese è composta da tutti musicisti norvegesi, con un solo singolo svedese nel mezzo: se questo è quanto li conosci, direi che siamo comunque molto vicini allo zero. asd

Detto ciò, non vedo le tue conoscenze personali cosa possano entrarci con l'effettiva ricchezza di una scena: se una scena esiste ed è ricchissima, la carenza è di chi non la conosce, non della scena in sé. Forse conosci il jazz meno di quanto credi (che non è un insulto, come altri l'hanno considerato).

 

Per Urbaniak, tanto per dire, hanno suonato nomini come Steve Gadd, Larry Coryell e John Abercrombie: almeno loro li conosci?


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#20 sfos

    utente unisalento

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Inviato 04 giugno 2021 - 08:42

Da quando vivo da vicino tutto ciò che riguarda la Polonia, ho potuto osservare coi miei occhi il fermento legato alla scena jazz. Passerò l'estate lì e ho già visto che a Cracovia ci sono due mesi di programmazione piena di festival jazz, e questi eventi non sono serate per quattro gatti, ma attirano un ampio bacino di gente che ama vivere quel tipo di atmosfera. Oltre a ciò, stando lì si percepisce chiaramente l'orgoglio per la vasta produzione jazz del Paese, con i più devoti che addirittura la ritengono l'unica musica di valore prodotta in Polonia. Peraltro anche la stampa è enormemente sul pezzo e tutti i dischi jazz vengono recensiti in men che non si dica sulle riviste generaliste più lette, mantenendo quindi sempre alto il livello di informazione.

 

Venendo al disco, adoro il modo in cui la strumentazione vada a riprodurre ritmi tipici del broken beat e dell'hip-hop strumentale, mantenendo sempre un suono che è organico e live. La seconda parte poi è pura trance ipnotica, potrebbe sul serio andare avanti all'infinito.


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"The sun was setting by the time we left. We walked across the deserted lot, alone. We were tired, but we managed to smile."

#21 strafanich

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Inviato 04 giugno 2021 - 09:46

Detto ciò, non vedo le tue conoscenze personali cosa possano entrarci

  

Da quando vivo da vicino tutto ciò che riguarda la Polonia, ho potuto osservare coi miei occhi il fermento legato alla scena jazz.


Le tue conoscenze personali invece andranno bene, così a naso, ma vediamo.


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#22 Gozer

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Inviato 04 giugno 2021 - 09:56

Le tue conoscenze personali invece andranno bene, così a naso, ma vediamo.

 

 

Te la spiego con un disegnino.

Matematico: "Io non ho studiato storia, ma il Regno delle Due Sicilie era uno stato ricchissimo che è stato in seguito depredato dai Savoia, colpevoli di un vero e proprio genocidio nei confronti dei suoi abitanti, almeno per quanto ne so".

Storico: "Non vedo le tue conoscenze personali cosa possano entrarci, i fatti dicono ben altro, se fossi maggiormente informato sulla vicenda lo sapresti".

 

Facile no? 

Non so se vi rendete conto di quanto siete ridicoli: pur di non darmi ragione vi state attaccando contro ogni evidenza. Basterebbe ammettere che non siete particolarmente appassionati di jazz e/o che non avete la più pallida idea di cosa succeda in Polonia al riguardo, invece solo perché l'ho detto io dovete sbraitare il contrario. 

Se avessi scritto le stesse parole della Norvegia adesso vi stareste scagliando contro quella: non c'è uno solo di voi che stia rispondendo nel merito, l'argomentazione più alta che si è vista è "non conosco quei nomi quindi non è una grande scena", che è francamente di una stupidità disarmante.

 

Rispondete nel merito a quello che hanno affermato Bungle, Wago e Sfos, visto che io non valgo: negate che la nazione pulluli di festival jazz con ampia partecipazione di pubblico, negate che in ogni decennio dai Sessanta oggi abbia prodotto jazz nelle forme più svariate e in notevoli quantità, negate che la scena sia stata fra i pionieri del concetto di nu jazz. Se vi riesce, e se non vi riesce tacete una buona volta (e magari ascoltate il disco, così concederete finalmente qualcosa di decente ai vostri martoriati timpani).


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#23 strafanich

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Inviato 04 giugno 2021 - 10:13

Non ho negato un bel niente. Non ne so (ne mi interessa) abbastanza.
Sottolineavo il modo che hai di porti con chi si permette di non essere immediatamente allineato a quello che dici.


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#24 Gozer

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Inviato 04 giugno 2021 - 10:15

Il modo che ho è quello di non dare considerazione a chi non conosce l'argomento e di darne a chi lo conosce: il modo che usa chiunque nel mondo quando si deve parlare di un argomento. (Anche se a ripensarci, in questi tempi pieni di opinionisti che vanno in tv a parlare di cose di cui non sanno niente, non sono sicuro che sia un metodo più così usato, ma a me continua a piacere asd ).

 

Edit - E prima che parti con un telefonatissimo "chi sei tu per decidere chi ne sa e chi no", ti faccio notare che l'avete ammesso voi, candidamente, che non conoscete quella scena. Quindi non parlatene, o no?


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#25 DeadManDriver

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Inviato 04 giugno 2021 - 11:55

Minghia come vi scaldate.
Grazie per la recensione:ho ascoltato qualcosina e mi piace con riserva.Mi piace che sia registrato in diretta,con un buon interscambio di ruoli,la forma è molto premeditata e quindi non ci sento molta tensione improvvisativa.Mi ha lasciato un po' perplessa certa melodia quasi infantile reiterata per tutto il brano,così come i ritmi molto poco cangianti.
Approfondisco volentieri
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Una sola certezza.

#26 Gozer

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Inviato 04 giugno 2021 - 12:08

Se vuoi sentirli più liberi/improvvisanti prova i due dischi dell'anno scorso (che però a mio avviso sono meno originali di questo: mi piace proprio per il fatto che nonostante sia in presa diretta suoni come un disco molto prodotto e denso di sovraincisioni. Sono abbastanza certo che l'abbiano provato e riprovato, prima di registrare quella sessione).

Poi c'è anche il progetto da cui sono derivati, gli EABS (stessa formazione + chitarrista e dj), con cui però fanno musica molto diversa.


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#27 DeadManDriver

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Inviato 04 giugno 2021 - 12:19

Moltes gracies
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#28 lazlotoz

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Inviato 04 giugno 2021 - 14:40

Il disco secondo me è molto buono. Bravissimi a gestire suoni, a essere contemporanei in certe scelte. Ma pure ad essere quasi classici nella parte più free.

Fila via come un sorso d'acqua eppure è bello denso.

 

 

 

 

p.s.o.t. 

Poco senso per me la questione di sindacare su chi ce l'ha più lungo.

Godetevi 'sti dischi perdio! Non è una cazzo di gara.


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#29 Gozer

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Inviato 04 giugno 2021 - 14:53

p.s.o.t. 

Poco senso per me la questione di sindacare su chi ce l'ha più lungo.

 

Concordo pienamente, ma non ho cominciato io. Semplicemente, se si nega - e con argomenti capziosi - la ricchezza di una scena oggettivamente enorme, non posso che ribattere, anche solo per non passare come visionario. 


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#30 lazlotoz

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Inviato 04 giugno 2021 - 15:09

 

p.s.o.t. 

Poco senso per me la questione di sindacare su chi ce l'ha più lungo.

 

Concordo pienamente, ma non ho cominciato io. Semplicemente, se si nega - e con argomenti capziosi - la ricchezza di una scena oggettivamente enorme, non posso che ribattere, anche solo per non passare come visionario. 

 

 

Il mio p.s.o.t. non voleva essere l'inizio di un dibattito che sennò poi non si finisce mai. 

Secondo me, come consiglio, lato tuo avrei evitato il tono apodittico di certi tuoi incipit. Però ripeto. Chiusa lì. 


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#31 DeadManDriver

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Inviato 04 giugno 2021 - 15:40

Oh,io ascolto dal '90 jazz e derivati(nei dieci anni precedenti rock/metal)ma della scena polacca non ne ho mai sentito parlare,o forse avrò qualcosa,mentre di quella nord europea sicuramente si.
In ogni caso, eestiquatzi.

Riascoltato mentre guidavo verso la provincia di Cadaqués:da amante della impro e della variazione continua(anche se su loop)i pezzi mi paiono incompiuti,pochi anni fa li avrei ritenuti una buona base di partenza da dissolvere nell'acido improvvisativo(per stare nella cronaca).Vedo che è una prassi consolidata nel CD nuJazz invece ripetere e ripetere.Ma è comunque un piacevole intrattenimento.
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#32 Gozer

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Inviato 04 giugno 2021 - 16:01

Secondo me, come consiglio, lato tuo avrei evitato il tono apodittico di certi tuoi incipit. Però ripeto. Chiusa lì. 

 

Il tono è tutt'altro che apodittico, è una semplice constatazione storica: che la scena jazz polacca non abbia pari in Europa per dimensioni è un dato di fatto, non un'esegesi fanatica. I tre che la conoscono hanno guarda caso tutti confermato quanto ho detto.

 

Ascoltare jazz dagli anni Novanta è ininfluente: parliamo di un paese che era stato dall'altra parte della cortina fino al giorno prima. I pochi che riuscivano a fuoriuscirne si sono imposti eccome, ripeto che Urbaniak ha inciso per la Columbia e la gente che ha suonato per lui l'ho già elencata: queste non sono mie opinioni. 

 

Dopodiché, per grosso dei musicisti fuoriuscirne era difficile e questo spiega come mai non li conosciate. Credete che sareste arrivati a Komeda non fosse stato per Polanski? Non ci fosse stato il regista, ora non conoscereste neanche Komeda e qualcuno (non tu) lo bollerebbe sconosciuto qualsiasi, come ha fatto con gli altri. Invece siccome lo conoscete diventa un'eccellenza. Lascio a voi riflettere su quanto questo metro possa essere valido.

 

Al contrario la scena scandinava (che in realtà sono quattro scene) ha potuto incidere per la ECM praticamente da sempre, grazie che per chi segue la suddetta etichetta quei paesi abbiano prodotto dischi più noti. Ma è una fama relativa a chi segue la ECM, niente di più: in termini assoluti i numeri sono minuscoli e li ho detti prima.

Una scena jazz non si può misurare sulla fama dei singoli musicisti, ma sul suo stato complessivo; altrimenti si salverebbe giusto Kamasi Washington.


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#33 wago

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Inviato 04 giugno 2021 - 16:25

Segnalo che riguardo alla scena jazz polacca nel complesso non mi ritengo affatto un intenditore, anzi, anche tra "quelli che tutti conoscono" c'è gente di cui non ho ascoltato niente ma proprio niente niente.
Sono invece piuttosto sul pezzo riguardo alle sonorità nu jazz, ed è specificamente riguardo a quelle che evidenziavo come la Polonia si sia distinta fin dagli albori del genere, quando appunto certe contaminazioni erano ancora in fase embrionale e proprio in Polonia in parallelo con la Gran Bretagna prendevano forma definita (con caratteristiche proprie, e questo è un altro fatto significativo). Le uniche due altre scene nazionali, un poco più tardive, in cui riconosco elementi distintivi — che comunque contribuiscono a mantenere nell'alveo di uno stesso filone — sono quella belga e quella giapponese. Può essere che la prospettiva sia frutto di una distorsione selettiva, anzi se qualcuno conosce ampie correnti in altri paesi sono ben lieto di riconsiderare la mia visione, anche perché in fin dei conti mi convince poco (sotto sotto confido che semplicemente non sia ancora riuscito a beccare le cose giuste, magari perché meno in vista nei luoghi dell'internet che più frequento).
Chiaro che, volendo, si potrebbe considerare altrettanto meritevole la lunga storia di ibridazioni jazztroniche della Norvegia, ma lì faccio un passo di lato e dico che pur amandone moltissime manifestazioni non le piazzerei nello stesso calderone "nu jazz" — vado senz'altro più a sentimento che a ragione, ma salvo gli ultimi Jaga Jazzist trovo che i norreni a me noti abbiano giocato sostanzialmente in un altro campionato, talvolta più filo-jazzofilo e talvolta più prog.

 

Già che si parla della Polonia jazzistica di questi anni, colgo l'occasione per citare uno dei miei progetti preferiti sulla piazza, anche se in un territorio a mio giudizio distante da quello dei Błoto e del nu jazz in generale: i Saagara del clarinettista Wacław Zimpel. Che poi son polacchi per modo di dire, visto che la restante parte della formazione è indiana e l'orizzonte del progetto è una rivisitazione minimal-jazzistica della tradizione carnatica. È quel genere di contaminazioni delle cui premesse culturali francamente non so una mazza, e che però hanno un effetto emotivo dirompente con la loro combinazione di elementi familiari e aspetti alieni.
Tutti e due i dischi usciti finora sono per me a un livello di magia over 9000 (sarà che a me bastano due-tre strati di moduli ritmico-melodici che si intersecano per andare in brodo di giuggiole). Leggera preferenza per il primo, del 2015, che però ha la copertina più meh.

 

 

 


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#34 Gozer

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Inviato 04 giugno 2021 - 16:43

Segnalo che riguardo alla scena jazz polacca nel complesso non mi ritengo affatto un intenditore, anzi, anche tra "quelli che tutti conoscono" c'è gente di cui non ho ascoltato niente ma proprio niente niente.
Sono invece piuttosto sul pezzo riguardo alle sonorità nu jazz, ed è specificamente riguardo a quelle che evidenziavo come la Polonia si sia distinta fin dagli albori del genere, quando appunto certe contaminazioni erano ancora in fase embrionale e proprio in Polonia in parallelo con la Gran Bretagna prendevano forma definita (con caratteristiche proprie, e questo è un altro fatto significativo). 

 

 

Ben precisato. Il fatto che sia una delle scene principali del nu jazz (e faccio notare agli scettici che tu ne ascolti più di chiunque altro nel forum) è indicativo.

 

Però a questo aggiungerei, per farmi comprendere meglio, che bisogna andare a vedere cosa c'era prima: la Gran Bretagna per esempio in passato non era stata centrale quanto lo è oggi in ambito jazz.

Ha partorito grandi nomi come John McLaughlin, Dave Holland o Evan Parker, che però sono andati tutti negli Stati Uniti per trovare il loro habitat ideale, perché in patria non godevano dello spazio necessario (nonostante le band jazz-rock del circuito prog, che però erano una cosa un po' a parte). Oggi invece operano tutte in loco in un contesto decisamente più favorevole (almeno prima che arrivasse il virus). 

In Polonia viceversa la situazione non era molto diversa prima dei nomi nu jazz da te giustamente citati: è dagli anni Sessanta che la scena è florida, hanno davvero una sorta di storia del jazz parallela a quella "ufficiale".


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#35 .Cyclo

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Inviato 05 giugno 2021 - 10:53

Per quello che conta, a me l'album al primo ascolto ha generato un'impressione nel complesso positiva.
Non sono convintissimo di certe "scansioni metronomiche", ma per il resto l'ho trovato un ascolto molto piacevole e anche discretamente coinvolgente.

Concordo con quanto espresso da Gozer.
Che, cioè, la parte finale dell'album è la migliore (o meglio, quella che mi piace di più).

Ovviamente con ascolti successivi il mio attuale 7 può tranquillamente salire.

Poi delle altre cose che avete scritto nel topic frega poco più di zero, a me: per non far torto a nessuno -e per il mio piacere- ora mi ascolto un album di jazz (pop) norwy.

 

Ce l'ho su per la terza volta, a me sta piacendo assai.

Devo dire che Chryja posta all'inizio è spiazzante rispetto al resto della tracklist (diciamo che un album tutto come quel pezzo non l'avrei retto) e che Hipokryzja con quelle tastiere distorte è sicuramente una delle mie preferite insieme a Pokora e Umiar.

 

Mi piacerebbe capire qualcosa di più sulla copertina con quella sorta di caricature e quell'effetto "stropicciato" (sembra roba uscita da un ciclostile o da una fotocopiatrice vecchissima: un richiamo alle comunicazioni "alternative" dell'epoca comunista?).

I titoli così essenziali sembrano ripresi da un album di library anni '70 (cose tipo "problemi di questo mondo" o "società malata"). E' sicuramente una coincidenza, ma non potevo non notarla.

 

Album su cui, ora che l'ho già abbastanza "sviscerato", ritornerò di sicuro.

Possibilmente, sdraiato al sole.


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#36 Connacht

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Inviato 05 giugno 2021 - 13:12

Ha ragione Gozer.


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You're an island of tranquillity in a sea of chaos. :.:: Last.fm

 

jazz-sebastian-bach-2.png

 

The sun is far away
It goes in circles
Someone dies
Someone lives
In pain
It is burning
Into the thin air
Of the nature
Of a culture
On the dark side
Under the moon

#37 ucca

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Inviato 06 giugno 2021 - 13:37

Se vuoi sentirli più liberi/improvvisanti prova i due dischi dell'anno scorso (che però a mio avviso sono meno originali di questo: mi piace proprio per il fatto che nonostante sia in presa diretta suoni come un disco molto prodotto e denso di sovraincisioni. Sono abbastanza certo che l'abbiano provato e riprovato, prima di registrare quella sessione).

Poi c'è anche il progetto da cui sono derivati, gli EABS (stessa formazione + chitarrista e dj), con cui però fanno musica molto diversa.

 

si infatti stavo notando che il suono è molto stratificato e "controllato", tutt'altro che free ecco. E' una cosa che al momento mi sta piacendo anche se un pò di sangue secondo me ci vuole sempre. 


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www.crm-music.com

 

Mettere su un gruppo anarcho wave a 40 anni.


#38 xtc

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Inviato 06 giugno 2021 - 16:14

inutile diatriba, ritengo invece interessante che ad un disco di ottimo livello, corrisponda una scena molto ricca e da scoprire,. dopoutto è questo il senso della critica e mi sembra che Federico abbia proposto un bel disco e molti spunti da sviluppare , cosa volete di più 


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#39 Gozer

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Inviato 06 giugno 2021 - 16:23

si infatti stavo notando che il suono è molto stratificato e "controllato", tutt'altro che free ecco. E' una cosa che al momento mi sta piacendo anche se un pò di sangue secondo me ci vuole sempre. 

 

Comunque di sangue ce n'è parecchio nella prima traccia.

Secondo me l'hanno messa tipo "ok, vi abbiamo dimostrato che sappiamo suonare alla grande, ora dalla seconda in avanti lasciateci fare quello che vogliamo". asd


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#40 DeadManDriver

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Inviato 06 giugno 2021 - 22:59

Oppure....ok ok non vi tediamo oltre,ora vi suoniamo la robba giusta per intrattenere voi Ggiovani ;-)

Si,manca un po' di sangue,merda e pressione alta.
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#41 Gozer

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Inviato 06 giugno 2021 - 23:03

Si,manca un po' di sangue,merda e pressione alta.

 

Na, non manca. Di dischi che la buttano in caciara ne escono sin troppi per il mio gusto. Anche la raffinatezza vuole il suo spazio. 

 

Anzi, è ora di dirlo chiaro e tondo:

 

Jazz Fusion > Avant-Jazz

Jazz-Rock > Free Jazz

Jazz-Funk > Free Improvisation.

 

Più musica sensata e meno pernacchie. Cinquant'anni fa potevano andare bene, oggi hanno stufato.


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#42 DeadManDriver

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Inviato 06 giugno 2021 - 23:17

Ma la cosa delle pernacchie(che spesso amo) è uno stereotipo.E'semplicemente e spesso l'apice e modo espressivo molto sanguigno,appunto.Ma non credo di dire niente di che.
Qua per esempio ci sento tutto quello che hai scritto...in uno svolgimento meno comodo.

https://youtu.be/UlriTQ3tliA
+Musica suonata
-intrattenimento leggero
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#43 Gozer

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Inviato 06 giugno 2021 - 23:25

Non c'entra assolutamente nulla coi Błoto suvvia. Non vedo perché dover chiedere a questo disco cose che palesemente non vuole dare. 

Se vuoi sentire avant-jazz con chitarre alla King Crimson, ascolta avant-jazz con chitarre alla King Crimson e non chiedere quei suoni a un gruppo che il chitarrista manco ce l'ha. asd

 

Ma poi sono sette minuti che ascolto e non hanno imbroccato non dico una melodia o un groove memorizzabili, ma anche solo una struttura riconoscibile come tale... dopo un po' anche che lagna francamente: è musica suonata da vecchi e per vecchi; non c'è niente di male, ma si lasci ai giovani il diritto di essere giovani.


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Inviato 06 giugno 2021 - 23:39

Ahiaiai cerchi cose troppo scontate.
Dai se trovo online il pezzo iniziale lo riconoscerai.

Era solo un esempio di pressione un po' alta ma non troppo,e merda qua e la',dai.
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#45 Gozer

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Inviato 06 giugno 2021 - 23:42

Giusto lo snobismo di un jazzofilo vecchia maniera poteva definire un disco come questo intrattenimento leggero. Non c'è evidentemente possibilità di comunicare. Però io ho ragione e tu hai torto. 


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#46 DeadManDriver

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Inviato 07 giugno 2021 - 00:04

Va bene.
Ho detto precedentemente che il disco mi piace (ma sono uno che deve ascoltare molto),ci trovo però poca sostanza(sangue)nel senso che giustamente ogni brano ha la sua fisionomia(scarna) ma rimane lì,non prende il volo anche tramite qualche scontato assolo pernacchio so.
Grazie per lo snob,io che dovrei dirti?

Ciao con uno scontatissimo video
https://youtu.be/79rHMifBODs
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#47 Gozer

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Inviato 07 giugno 2021 - 07:23

Grazie per lo snob,io che dovrei dirti?

 

Ora non chiagnazziamo dai, anche tu hai scritto che cerco nella musica cose troppo scontate. 

Detto questo, il sax qualche assolo bello tosto lo fa eh.

 

Per il resto, ripeto che non capisco perché cercare avant-jazz in un disco che non lo è. Personalmente questa ricerca dell'elemento scatologico in musica più passano gli anni e meno la capisco: chiederle "merda e sangue" (cito te testualmente, a scanso di equivoci :D ) ci può anche stare, ma se il contesto lo rende possibile. E in questo caso non c'entrerebbero niente, suvvia.

Poi il jazz sono sessant'anni che produce pernacchie, hai una discografia enorme se le vuoi, non vedo perché venirle a cercare per forza anche qui.


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#48 DeadManDriver

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Inviato 07 giugno 2021 - 09:01

Perche cerco sempre un mondo migliore,che difficilmente trovo purtroppo(buon per te che trovi musica al 100% soddisfacente e incriticabile)
Sono ben pochi i dischi/musicisti che ascolto in toto senza auspicarmi una diversa direzione.Non cercavo "avant jazz" mi sarebbe piaciuta più avventura.
Per inciso suonavo idealmente una musica simile,diversamente orientata,ma in quella direzione(mischiare sonorità elettroacustiche e spunti dei più disparati,ripetizione e forma in continuo cambiamento)

Peace,love&hate
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#49 SalvaDiMeo92

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Inviato 07 giugno 2021 - 09:42

Io che non conosco praticamente granchè della musica polacca, sto apprezzando molto! Mandatene a bomba di rece ed articoli su paesi non anglofoni! 


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#50 good vibrations

    Il primo disco del White Album è davvero un disc one

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Inviato 07 giugno 2021 - 09:43

asd


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