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Ma Non Ce Lo Abbiamo Un Thread Sui Musical?


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22 replies to this topic

#1 wago

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Inviato 15 maggio 2021 - 16:01

Boh, lo cercavo perché ero convinto di averci scritto anni fa, ma a parte una cosa in Ondacinema (immagino limitata alle opere che hanno anche una trasposizione video) non ho trovato niente.

Non sarà il genere più amato dai frequentatori di un forum grossomodo indie, ma abbiamo discussioni su tutto dunque perché non anche questa.

 

Non mi va di andarci giù di polpettone generale né di mettermi a fare classifiche della non enorme quantità di musical che ho ascoltato e/o visto dall'infanzia a oggi. Se avete voglia voialtri, prego, fate.

Ma i giorni scorsi ho visto il riveritissimo Hamilton (motivo prevalente per il quale mi sono prodigato a scroccare un abbonamento a Disney+) e volevo discuterne un po' con chi di voi lo avesse visto. Nella cricca delle persone là fuori che non sono terminalmente impallinate di musica come noialtri sono in tante ad averlo fatto, dunque suppongo possa essere così anche qui.

 

2bf0398271e1c3e4556a5163303bbb7c.jpg

 

 

[tl;dr] È una figata. Se vi piacciono i musical, l'hip hop, la storia o tutte e tre le cose, guardatelo.

 

"Hamilton" è un musical di e con Lin-Manuel Miranda, che ha debuttato off-Broadway nel 2015 ed è disponibile dal 2020 su Disney+ nella versione Broadway del 2016, filmato direttamente in teatro.

La vicenda narrata è quella del padre fondatore degli Stati Uniti Alexander Hamilton, avvocato, generale nella rivoluzione americana, autore di pamphlet, primo segretario del tesoro dell'amministrazione Washington. A interpretare Hamilton è l'autore stesso del musical, newyorkese di origini portoricane e dunque decisamente distante dalle genealogie scozzesi che caratterizzerebbero il personaggio messo in scena.

Non si tratta però dell'accostamento più soprendente, perché "Hamilton" è in effetti inscenato con la tecnica del "blind casting": Lafayette e Jefferson sono interpretati da un attore nero, quello che fa Washington penso sia ispanico, le tre sorelle delle quali una sposa il protagonista sono di tre colori diversi. Per quanto mi riguarda, credo che nelle rappresentazioni teatrali questo modo di gestire le cose risulti molto meno artificioso che al cinema. in questo caso, poi, la "diversity" è parte della raison d'etre dello spettacolo: sottotitolato "An american musical", vuole essere una storia sull'America di un tempo raccontata attraverso gli stili e gli esseri umani dell'America di oggi. Un palco di soli bianchi sarebbe stato del tutto inadatto.

 

Altro aspetto anomalo, e a occhio e croce il più significativo visto che siamo su un forum di musica, è quello dei generi musicali. Gran parte dei numeri che compongono il musical è infatti dominata dalla componente hip hop, con tirate rap scritte da Miranda stesso in uno stile che, personalmente, ho trovato magistrale e vagamente accostabile alle cose più alfabetizzate di Eminem.

Non tutti i personaggi seguono lo stile principale: Hamilton, John Burr (suo eterno rivale) e la cognata Angelica Schulyer si destreggiano tra canto e rap, Lafayette/Jefferson sono eccellentemente ancorati al lato hip hop, Washington, la moglie Eliza Schulyer e Re Giorgio III stanno sostanzialmente fissi sul canto.

L'abbondantissimo ricorso all'hip hop consente di ridurre al minimo i recitativi, e le due ore e rotti di rappresentazione sono pressoché totalmente in musica. Il ricorso a una varietà di stili consente anche una notevole flessibilità sul piano lirico, con testi che passano dalle rime fittissime di calembour di certi dissing tra personaggi a stralci integrali di lettere, pamphlet, atti giuridici. Nonostante qualche scivolone nella retorica (soprattutto in chiusura di trame), la classe della penna è notevolissima e direi che come anche solo come puro e semplice wordsmith HH Miranda si colloca dritto dritto al mio apice storico del genere, e con discreto distacco sui contendenti.

 

 

 

How does a ragtag volunteer army in need of a shower

Somehow defeat a global superpower?
How do we emerge victorious from the quagmire?
Leave the battlefield waving Betsy Ross' flag higher?
Yo, turns out we have a secret weapon
An immigrant, you know and love, who's unafraid to step in
He's constantly confusin', confoundin' the British henchmen
Ev'ryone give it up for America's favorite fighting Frenchman
Lafayette!
I'm takin' this horse by the reins makin'
Redcoats redder with bloodstains
Lafayette!
And I'm never gonna stop until I make 'em
Drop and burn 'em up and scatter their remains, I'm
Lafayette!
Watch me engagin' em! Escapin' em!
Enragin' em! I'm-
Lafayette!
I go to France for more funds
Lafayette!
I come back with more guns
And ships
And so the balance shifts
We rendezvous with Rochambeau, consolidate their gifts
We can end this war at Yorktown, cut them off at sea, but
For this to succeed, there is someone else we need
I know
Hamilton!
Sir, he knows what to do in a trench
Ingenuitive and fluent in French, I mean-
Hamilton!
Sir, you're gonna have to use him eventually
What's he gonna do on the bench ami?
Hamilton!
No one has more resilience
Or matches my practical tactical brilliance
Hamilton!
You wanna fight for your land back?
Hamilton!
I need my right-hand man back!
Ah! Uh, get ya right-hand man, back
You know you gotta get ya right-hand man back
I mean you gotta put some thought
Into the letter but the sooner the better
To get your right-hand man back
Alexander Hamilton
Troops are waiting in the field for you
If you join us right now, together we can turn the tide
Oh, Alexander Hamilton
I have soldiers that will yield for you
If we manage to get this right
They'll surrender by early light
The world will never be the same, Alexander

 

Ultimo elemento che ho decisamente apprezzato (poi ci sono quelli che mi han convinto meno, ma pesano poco) è la struttura narrativa, che abbonda di rimandi incrociati, anticipazioni, rallentamenti.

La prima scena contiene già la prefigurazione dell'ultima (a ben vedere pure il poster, che a pensarci dopo aver visto il tutto risulta perfino commovente). Ci sono flashback e riavvolgimenti del nastro, passaggi sia lirici che musicali che prendono significato solo al secondo ascolto o visione, scene in cui l'azione sul palco viene rallentata per rendere al meglio la topicalità del momento.

 

E poi c'è Re Giorgio, con una sola canzone ripetuta con testo modificato per tutto quanto il musical. Secondo me da solo vale la visione (poi non so come negli States l'ala più woke abbia potuto prendere la macchietta, ma tutto sommato sticazzi):

 

Sono curioso, qual è l'opinione di chi ha visto più musical di me? Di chi conosce ben più hip hop di me? E di chi, appassionato di tutt'altro genere di roba, ha visto il musical per curiosità o perché strattonato da parenti e amici

 


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#2 markmus

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Inviato 15 maggio 2021 - 16:17

non l’ho visto e in generale sono ignorante di musical, ma ho visto una puntata di song exploder su Netflix che parlava di un pezzo ed era interessante se ti capita.
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#3 Tom

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Inviato 15 maggio 2021 - 16:50

Ce l'abbiamo.


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#4 wago

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Inviato 15 maggio 2021 - 16:52

Eh ma appunto, OndaCinema. Non vale.

 

ps. Grazie Markmus, non conoscevo (nemmeno Song Exploder, è un po' che non gironzolo su Netflix)


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#5 Tom

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Inviato 15 maggio 2021 - 16:58

Ah ok, non avevo notato la sezione.


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#6 wago

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Inviato 16 maggio 2021 - 18:53

Aggiornamenti: noto solo ora che il rating medio di Hamilton su RYM è uno splendido 2.92 e che la board dei commenti è piena di accuse di cringeness, nerdaggine, incapacità di rappare pochezza dei testi ed eccessiva sbrodolatezza del tutto.

Qualche commento fonda l'invettiva anche sull'antistoricità (ovviamente in prospettiva woke): "i padri fondatori erano delle merde umane schiaviste, non è giusto nasconderlo e farli sembrare fighi". Insomma un cast più nero che bianco non basta (ma va?) a mettere al riparo dal white guilt.

Io francamente ribadisco quanto scritto sopra, anche sulla qualità del rap, e direi che questa è una delle volte in cui c'è da essere contenti nel non essere madrelingua e nell'essere sì snob musicali, ma sufficientemente distanti culturalmente da non sciuparsi la possibilità di apprezzare un'opera comunque sia significativa e ambiziosa.


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#7 paloz

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Inviato 16 maggio 2021 - 19:55

Grazie della segnalazione, anche io da non patito dei musical trovo veramente notevole questo Hamilton, credo che addirittura alzi l'asticella del genere e i cantanti sono tutti straordinari. Non ce la faccio a vedermi 2 ore e 40 in una volta sola perché alla lunga è stucchevole, e mai riuscirei a sentirlo come disco a sé stante: però lo spettacolo è notevolissimo e fanculo il cringe, è un'opera d'arte ambiziosa e a tratti avanguardistica, molto più di quanto mi aspettavo da uno streaming (non) su Disney+.

 

PS: King George è una caricatura formidabile e la canzone ti rimane troppo addosso.


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esoteros

 

I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.

 

(Samuel Beckett, Malone Dies)


#8 wago

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Inviato 16 maggio 2021 - 20:25

Anche io l'ho visto su due serate, e lo ho riascoltato su Spotify un paio di volte ma anche lì sempre spezzato. Le critiche a Miranda performer le capisco, ha una voce sgradevole e non è certamente un virtuoso ma lo troco sufficientemente incisivo, chiaro (cosa importantissima per un musical) e variegato. C'è poi sto fatto curioso dell'autore che interpreta il suo medesimo musical, che nella mia percezione dà al tutto un contorno quasi "cantautorale" all'interno del quale le eventuali mancanze interpretative risultano pienamente accettabili, nel consueto gioco dell'"autenticità" che funziona in tanti campi.


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#9 Edgewalker

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Inviato 17 maggio 2021 - 13:42

Aggiornamenti: noto solo ora che il rating medio di Hamilton su RYM è uno splendido 2.92 e che la board dei commenti è piena di accuse di cringeness, nerdaggine, incapacità di rappare pochezza dei testi ed eccessiva sbrodolatezza del tutto.

Qualche commento fonda l'invettiva anche sull'antistoricità (ovviamente in prospettiva woke): "i padri fondatori erano delle merde umane schiaviste, non è giusto nasconderlo e farli sembrare fighi". Insomma un cast più nero che bianco non basta (ma va?) a mettere al riparo dal white guilt.

Io francamente ribadisco quanto scritto sopra, anche sulla qualità del rap, e direi che questa è una delle volte in cui c'è da essere contenti nel non essere madrelingua e nell'essere sì snob musicali, ma sufficientemente distanti culturalmente da non sciuparsi la possibilità di apprezzare un'opera comunque sia significativa e ambiziosa.

 

Assurdo che se queste sono le critiche che gli si possono fare, Hamilton abbia una media più alta su Letterboxd che su RYM. Anche se effettivamente quella sulla qualità del rap è più comprensibile trovarla sul secondo che sul primo.

 

Comunque anche se da fuori ogni uscita del settore sembra questo grande evento ed i suoi appassionati una strana setta, in verità questi da questi ultimi è frequente leggere stroncature anche forti di certi titoli che sono passati per istituzioni del genere: cè chi odia Cats, chi detesta i Miserabli, etc etc


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#10 bosforo

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Inviato 17 maggio 2021 - 20:31

Hamilton orribile e appunto cringe, ma fondamentale nel cementificare l'estetica Upper Normie attuale.

Non mi esprimo più di tanto sul contenuto musicale perché non sono riuscito a resistere a lungo con quel rap per adulti goffissimo da zia che si scarica le playlist di Obama ma il fenomeno all'epoca fu una cosa pazzesca. Gente in fila tutta la notte per biglietti non garantiti, posti nelle ultime 3 file che andavano a 500/750 dollari a posto sul secondary market, veramente un'ossessione collettiva per quella parte di America che cadde dal pero la mattina di mercoledì 9 novembre 2016.

Non ricordo chi, mi pare Marguati, ipotizzò un equivalente in italiano con Mazzini e Ungaretti che rappano e da allora mi è rimasto impressa questa analogia asd
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#11 wago

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Inviato 17 maggio 2021 - 21:38

Non mi esprimo più di tanto sul contenuto musicale perché non sono riuscito a resistere a lungo con quel rap per adulti goffissimo da zia che si scarica le playlist di Obama

 

A me questa sembra una lettura comprensibile ma sostanzialmente fuori fuoco.

È un musical, deve rispondere a standard di immediatezza (sia a livello di dizione che di scrittura che di composizione) che non sono quelli dell'hip hop ordinario, in ogni forma presa da quest'ultimo. Uno deve poter non solo comprendere le parole al primo colpo — cosa che non sempre è facile nell'hh, anche per i madrelingua — ma deve usarle per seguire la storia, gli sviluppi dei personaggi ecc, il tutto in modo coinvolgente e leggero. Lo stile si può accostare al pop-rap, che di suo ha in genere forme semplificate rispetto alle cose più impegnative, ma in realtà — lo si sente nella maggior parte dei brani — sotto alla facciata hip hop ha le strutture classiche da show tunes. E penso che la ragione dell'efficacia musicale stia in questo mix.

 

Punta sull'orecchiabilità, sulla varietà delle voci (intese non solo come timbri ma soprattutto come personalità e stili dei personaggi), su qualche trovata di scrittura brillante ancorché "facile" e sulla fluidità della linea narrativa. È ovvio che c'entri poco o niente sia col rap fatto di swag e pose sia con quello più sperimentale. Che poi sperimentale lo è pure questo, e che l'esperimento possa non piacere e infastidire per quel che rappresenta ci sta senz'altro.

Mi sembra però che inquadrarlo in una lettura puramente "rap" (per adulti o per chiunque altro) sia necessariamente fuorviante. È come liquidare Jesus Christ Superstar perché musicalmente troppo poco acido. Farsi venire il sangue marcio per come la società americana lo ha recepito poi mi pare perfino masochistico, ma capisco la dinamica e con altre cose capita pure a me. Diciamo che sono ben contento di esserne fuori :D

 

Un aspetto su cui posso concordare è che la componente hh, per quanto variegata nel corso del musical, è stabilmente "vecchia" come impostazione. Non lo ho trovato un grave problema, intanto perché mi pare sensato visto il target, e in secondo luogo perché se mi ascolto band di oggi che riprendono sfacciatamente stili del passato non vedo che disturbo dovrebbe arrecarmi qualcuno che nel modo di rappare ricorda roba di venti o più anni fa.

 

PS nessun problema concettuale con Mazzini rap, certo penso verrebbe una cacata perché nelle qualità dell'hip hop all'italiana ho poca fiducia (del musical all'italiana so poco, quindi mi taccio a riguardo).

PPS  "Cringe" è una categoria concettuale che detesto e trovo inaccettabilmente denigratoria soprattutto se utilizzata in contesti in cui poi si vuole apparire tutti puccipucci sull'inclusività (non dico sia il tuo caso). 


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#12 Marguati

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Inviato 20 maggio 2021 - 22:10

Hamilton orribile e appunto cringe, ma fondamentale nel cementificare l'estetica Upper Normie attuale.
[...]
Non ricordo chi, mi pare Marguati, ipotizzò un equivalente in italiano con Mazzini e Ungaretti che rappano e da allora mi è rimasto impressa questa analogia asd


Ogni tanto mi dico: immagina se in Italia avessimo dei musical su Mazzini, Cavour e Garibaldi, e se li andassimo pure a vedere.

 

Solo se con canzoni rap italiane e biglietti a partire da 800 Euro.

 

Forse potrebbe essere il nuovo progetto collettivo di ondarock dopo la lettera: scrivere una canzone rap sugli eroi risorgimentali

 

Qui mi chiamano Camillo Benso

perche' non agisco subito bensi' penso
Dalla nascita son conte di Cavour
si vedra' che quando serve ce l'ho dur

 [...]
Ho detto all'ingegner Noe' 

lo sai anche tu che ora e'
ora di allagare le risaie
metterci fuori due sdraie
guardare affondare gli austriaci
e' sempre il top degli afrodisiaci

 

[Non ne so abbastanza di rap italiano (grazie a dio) da copiare uno stile, ma a me suonano tutte cosi']


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#13 bosforo

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Inviato 20 maggio 2021 - 22:56

Ahaha

Tra l'altro mi sono accorto di aver elevato Ungaretti (???) a eroe risorgimentale


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#14 wago

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Inviato 20 maggio 2021 - 23:54

Risorgimentale comunque  asd

 

Questo musical s'ha da fare

Ma perché sia cringe ammodino serve un metro manzoniano:

 

Le mie barre che rimano
Son meglio di pistole
O Conte Benso spostati
Arriva la mia prole
Son mille sono carichi
Come le rivoltelle
Se rappano con quelle
Non ti potrai salvar

Son Garibaldi e spacco, frà

T'atterro col mio swag
Per quanto tu sia nobile
Non batterai il mio hashtàg:
#milleperlarepubblica
Ma intanto ok Savoia
Vi scannerem le cuoia
Giunti a quell'altro mar


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#15 debaser

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Inviato 21 maggio 2021 - 08:16

questa è chiaramente trap


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Codeste ambiguità, ridondanze e deficienze ricordano quelle che il dottor Franz Kuhn attribuisce a un'enciclopedia cinese che s'intitola Emporio celeste di conoscimenti benevoli. Nelle sue remote pagine è scritto che gli animali si dividono in (a) appartenenti all'Imperatore, (b) imbalsamati, c) ammaestrati, (d) lattonzoli, (e) sirene, (f) favolosi, (g) cani randagi, (h) inclusi in questa classificazione, (i) che s'agitano come pazzi, (j) innumerevoli, (k) disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello, (l) eccetera, (m) che hanno rotto il vaso, (n) che da lontano sembrano mosche.
 
non si dice, non si scrive solamente si favoleggia


#16 Marguati

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Inviato 21 maggio 2021 - 09:13

Ieri con Bosforo si discuteva anche di quali accorgimenti prendere per una miglior riuscita del musical Garybaldy [titolo provvisorio]: per ora abbiamo principalmente il terrone-washing, in cui tutti i piemontesi saranno interpretati da napoletani e siciliani (completi di forte accento). Si accettano suggerimenti


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#17 bosforo

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Inviato 21 maggio 2021 - 09:18

Beh Garybaldy l'eroe dell'Uruguay non puo' che essere interpretato da un latinx (lo stesso Lin-Manuel Miranda?).


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#18 Marguati

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Inviato 21 maggio 2021 - 09:32

Beh Garybaldy l'eroe dell'Uruguay non puo' che essere interpretato da un latinx (lo stesso Lin-Manuel Miranda?).

 

perche' non Miguel Bose' a questo punto


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#19 Piper

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Inviato 21 maggio 2021 - 09:34

se c'è una cosa che mi ha sempre fatto cacare sono i musical.

gente che canta per raccontarti quello che fa o prova a livello emotivo è una delle cose più ridicole ai miei occhi, più di chi balla il tip tap perchè è felice

l'unico che più o meno riesco a reggere è il classico rocky horror, per il resto ci ho rinunciato.


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<< Poi ce la prestiamo... Insomma la patonza deve girare>>

Aurelio De Laurentiis ha lasciato la sede dove si stanno svolgendo i sorteggi dei calendari fermando uno sconosciuto che passava su un motorino dicendogli: "Portami via da questo posto". Ed è andato via come passeggero del motorino di uno sconosciuto

 
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#20 Edgewalker

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Inviato 21 maggio 2021 - 12:00

se c'è una cosa che mi ha sempre fatto cacare sono i musical.

gente che canta per raccontarti quello che fa o prova a livello emotivo è una delle cose più ridicole ai miei occhi, più di chi balla il tip tap perchè è felice

l'unico che più o meno riesco a reggere è il classico rocky horror, per il resto ci ho rinunciato.

 

Manco i Blues Brothers? Viene spesso fatto rientrare nel genere, ma in effetti a me che la penso quasi come te viene subito in mente fra le eccezioni, probabilmente per il modo diverso in cui è pensato / strutturato. Comunque è un discorso più da topic in zona cinema


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#21 Piper

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Inviato 21 maggio 2021 - 12:23

ecco blues brothers, ma non mi viene manco in mente quando penso ai musical, come hai potuto vedere. quello è più un film sulla musica per me, che un film in cui ti raccontano le cose con la musica


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<< Poi ce la prestiamo... Insomma la patonza deve girare>>

Aurelio De Laurentiis ha lasciato la sede dove si stanno svolgendo i sorteggi dei calendari fermando uno sconosciuto che passava su un motorino dicendogli: "Portami via da questo posto". Ed è andato via come passeggero del motorino di uno sconosciuto

 
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#22 wago

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Inviato 21 maggio 2021 - 13:25

Io non sono un esperto e me ne mancano per dire tanti anche tra quelli noti anche ai sassi; però è un format che mi piace e a quelli che ho visto a teatro mi han davvero entusiasmato.

L'idea della narrazione in musica con temi forti, leitmotiv, sviluppo dei personaggi ecc è in fin dei conti molto "prog", o forse anti-prog nel senso che nonostante i punti di contatto col mio genere preferito gli elementi comuni sono spesso sviluppate in direzioni antitetiche nei due filoni. Il prog in genere parte dalla negazione della forma-canzone, per dire, mentre il musical la afferma all'ennesima potenza.

 

Una sciocchezzuola di cui mi son reso conto nel corso del tempo è che nei musical tendono a non entusiasmarmi le canzoni che risultano troppo esplicitamente "riferite ai personaggi" e alle loro vicende. Ovvio che il musical deve far procedere la narrazione e quindi menzionare personaggi ed eventi del musical è necessario, ma mi sa che l'idiosincrasia non è così rara perché molto spesso i pezzi da novanta sono privi di riferimenti diretti. La cosa è più facile nei musical solo parzialmente cantati (es. film Disney), ma mi pare che anche in altri grossi successi teatrali i pezzi diventati universali siano in primis ottime canzoni standalone — non solo melodicamente ma anche a livello di testi.


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#23 RogerCrimson

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Inviato 21 maggio 2021 - 23:15

Io mi sono appassionato al genere quasi per caso, quando da appassionato di teatro di prosa (ne scrivevo già sulla carta stampata da quando avevo 23 anni) ho iniziato ad andare spesso a Londra o a New York con la voglia di assistere a spettacoli di quello che mi immaginavo come teatro di livello altissimo, ma con il timore di non avere una conoscenza della lingua adeguata per assistere agli spettacoli di prosa. Così i musical mi parvero un giusto compromesso per capire adeguatamente quel che avrei visto.

Le musiche difficllmente mi hanno entusiasmato, del resto nascono con uno scopo preciso: creare melodie - per lo più reiterate nel corso dello spettacolo - tali da coinvolgere anche al primo ascolto, sottolineare momenti scenici, offrire momenti solistici per i personaggi principali, brani per personaggi di carattere o per qualche vecchia gloria dei palcoscenici che fa da guest star, creare climax, duetti ruffiani, momenti ballabili, cori e crescendo strappaapplausi, eccetera. In questo i musical che nascono off-Broadway e che poi diventano dei classici istituzionali (tipo Hair o A Chorus Line) non sono poi così diversi da quelli nati con grandi produzioni. 

Però parecchi spettacoli che ho visto si sono rivelati dei veri capolavori teatrali (visti gli investimenti che ci sono dietro, molte produzioni sono fastose e affidate a fior di registi) e certi classici li ho visti e rivisti negli anni, anche molte volte. 


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