Boh, lo cercavo perché ero convinto di averci scritto anni fa, ma a parte una cosa in Ondacinema (immagino limitata alle opere che hanno anche una trasposizione video) non ho trovato niente.
Non sarà il genere più amato dai frequentatori di un forum grossomodo indie, ma abbiamo discussioni su tutto dunque perché non anche questa.
Non mi va di andarci giù di polpettone generale né di mettermi a fare classifiche della non enorme quantità di musical che ho ascoltato e/o visto dall'infanzia a oggi. Se avete voglia voialtri, prego, fate.
Ma i giorni scorsi ho visto il riveritissimo Hamilton (motivo prevalente per il quale mi sono prodigato a scroccare un abbonamento a Disney+) e volevo discuterne un po' con chi di voi lo avesse visto. Nella cricca delle persone là fuori che non sono terminalmente impallinate di musica come noialtri sono in tante ad averlo fatto, dunque suppongo possa essere così anche qui.
[tl;dr] È una figata. Se vi piacciono i musical, l'hip hop, la storia o tutte e tre le cose, guardatelo.
"Hamilton" è un musical di e con Lin-Manuel Miranda, che ha debuttato off-Broadway nel 2015 ed è disponibile dal 2020 su Disney+ nella versione Broadway del 2016, filmato direttamente in teatro.
La vicenda narrata è quella del padre fondatore degli Stati Uniti Alexander Hamilton, avvocato, generale nella rivoluzione americana, autore di pamphlet, primo segretario del tesoro dell'amministrazione Washington. A interpretare Hamilton è l'autore stesso del musical, newyorkese di origini portoricane e dunque decisamente distante dalle genealogie scozzesi che caratterizzerebbero il personaggio messo in scena.
Non si tratta però dell'accostamento più soprendente, perché "Hamilton" è in effetti inscenato con la tecnica del "blind casting": Lafayette e Jefferson sono interpretati da un attore nero, quello che fa Washington penso sia ispanico, le tre sorelle delle quali una sposa il protagonista sono di tre colori diversi. Per quanto mi riguarda, credo che nelle rappresentazioni teatrali questo modo di gestire le cose risulti molto meno artificioso che al cinema. in questo caso, poi, la "diversity" è parte della raison d'etre dello spettacolo: sottotitolato "An american musical", vuole essere una storia sull'America di un tempo raccontata attraverso gli stili e gli esseri umani dell'America di oggi. Un palco di soli bianchi sarebbe stato del tutto inadatto.
Altro aspetto anomalo, e a occhio e croce il più significativo visto che siamo su un forum di musica, è quello dei generi musicali. Gran parte dei numeri che compongono il musical è infatti dominata dalla componente hip hop, con tirate rap scritte da Miranda stesso in uno stile che, personalmente, ho trovato magistrale e vagamente accostabile alle cose più alfabetizzate di Eminem.
Non tutti i personaggi seguono lo stile principale: Hamilton, John Burr (suo eterno rivale) e la cognata Angelica Schulyer si destreggiano tra canto e rap, Lafayette/Jefferson sono eccellentemente ancorati al lato hip hop, Washington, la moglie Eliza Schulyer e Re Giorgio III stanno sostanzialmente fissi sul canto.
L'abbondantissimo ricorso all'hip hop consente di ridurre al minimo i recitativi, e le due ore e rotti di rappresentazione sono pressoché totalmente in musica. Il ricorso a una varietà di stili consente anche una notevole flessibilità sul piano lirico, con testi che passano dalle rime fittissime di calembour di certi dissing tra personaggi a stralci integrali di lettere, pamphlet, atti giuridici. Nonostante qualche scivolone nella retorica (soprattutto in chiusura di trame), la classe della penna è notevolissima e direi che come anche solo come puro e semplice wordsmith HH Miranda si colloca dritto dritto al mio apice storico del genere, e con discreto distacco sui contendenti.
How does a ragtag volunteer army in need of a shower
Somehow defeat a global superpower?
How do we emerge victorious from the quagmire?
Leave the battlefield waving Betsy Ross' flag higher?
Yo, turns out we have a secret weapon
An immigrant, you know and love, who's unafraid to step in
He's constantly confusin', confoundin' the British henchmen
Ev'ryone give it up for America's favorite fighting FrenchmanLafayette!I'm takin' this horse by the reins makin'
Redcoats redder with bloodstains
Lafayette!
And I'm never gonna stop until I make 'em
Drop and burn 'em up and scatter their remains, I'm
Lafayette!
Watch me engagin' em! Escapin' em!
Enragin' em! I'm-
Lafayette!
I go to France for more funds
Lafayette!
I come back with more gunsAnd ships
And so the balance shifts
We rendezvous with Rochambeau, consolidate their gifts
We can end this war at Yorktown, cut them off at sea, but
For this to succeed, there is someone else we need
I knowHamilton!
Sir, he knows what to do in a trench
Ingenuitive and fluent in French, I mean-
Hamilton!
Sir, you're gonna have to use him eventually
What's he gonna do on the bench ami?
Hamilton!
No one has more resilience
Or matches my practical tactical brilliance
Hamilton!
You wanna fight for your land back?
Hamilton!
I need my right-hand man back!Ah! Uh, get ya right-hand man, back
You know you gotta get ya right-hand man back
I mean you gotta put some thought
Into the letter but the sooner the better
To get your right-hand man backAlexander Hamilton
Troops are waiting in the field for you
If you join us right now, together we can turn the tide
Oh, Alexander Hamilton
I have soldiers that will yield for you
If we manage to get this right
They'll surrender by early light
The world will never be the same, Alexander
Ultimo elemento che ho decisamente apprezzato (poi ci sono quelli che mi han convinto meno, ma pesano poco) è la struttura narrativa, che abbonda di rimandi incrociati, anticipazioni, rallentamenti.
La prima scena contiene già la prefigurazione dell'ultima (a ben vedere pure il poster, che a pensarci dopo aver visto il tutto risulta perfino commovente). Ci sono flashback e riavvolgimenti del nastro, passaggi sia lirici che musicali che prendono significato solo al secondo ascolto o visione, scene in cui l'azione sul palco viene rallentata per rendere al meglio la topicalità del momento.
E poi c'è Re Giorgio, con una sola canzone ripetuta con testo modificato per tutto quanto il musical. Secondo me da solo vale la visione (poi non so come negli States l'ala più woke abbia potuto prendere la macchietta, ma tutto sommato sticazzi):
Sono curioso, qual è l'opinione di chi ha visto più musical di me? Di chi conosce ben più hip hop di me? E di chi, appassionato di tutt'altro genere di roba, ha visto il musical per curiosità o perché strattonato da parenti e amici