Air – 10.000hz 80/100
Pur mancando le super hit dell’esordio, per me rimane solo mezzo gradino sotto. Hanno una classe superiore nel mischiare elettronica ed elemento umano. Stranamente alzano bandiera bianca in The vagabond, il pezzo con Beck, che di fatto un pezzo beckiano in tutto e per tutto
Au Pairs – Playing with a different sex 87/100
Disco new wave “classico”, area gang of four, con voce femminile molto incisiva. Di quegli anni mi fa sorridere molto l’amara e distaccata ironia con cui viene affrontato il sesso (penso a pezzi come Anthrax dei Gang of Four o a Non-alignment pact dei Pere Ubu): qui c’è ad esempio un pezzo super come Come again, con quel refrain “is your finger aching?/I can see you hesitating” che è di una crudeltà unica.
Lana Del Rey – Born to die 78/100
Le stimmate della star, vena melò e pezzi solidi. Mi è piaciuto, ma ho trovato fastidiosa una certa ripetitività negli arrangiamenti, con quelle timbalandate che si ripetono in quasi tutti i pezzi.
Esben & the witch – Wash the sins not only the hands 81/100
Sorpresa molto gradita, innesti muscolari (confinanti con lo shoegaze) su base dream pop antracite
Hookworms – Pearl mystic 85/100
Io bazzico volentieri questi lidi acid/psych/noise, e questo esordio degli Hookworms è tra le cose più convincenti ascoltate nel genere.
Thurston Moore – Trees outside the academy 69/100
Disco tenuto su dal mestiere, perché non è sempre ispiratissimo, ha un paio di passi falsi netti ed inserti di violino troppo invasivi, ed un mood vicino ai tardi Sonic Youth. C’è J Mascis che jmasceggia e spesso da la zampata decisiva
Mudhoney – Mudhoney 83/100
Ho colmato un vuoto che mi porto dietro da quasi vent’anni ormai. Piacuto ma non mi strappo i capelli
Night Control – Life control 68/100
Troppo lungo, troppo (volutamente spesso) nebuloso e confuso, un mischione di riff garage, percussioni, giochini di taglia e cuci, rumori. Fuori fuoco, ma non male nel complesso
Ponys – Another wound ep 75/100
Garage rock solido e trascinante, anche nel breve.
Rachel’s – Handwriting 89/100
Carina la definizione di Slint che suonano Debussy, però anche no,oltre che riduttiva. È vero che la componente post rock c’è, però solo in un paio di pezzi e per di più più legata a band come Don Caballero piuttosto che gli Slint. Il resto è musica da camera austera ed elegantissima, che mi ha letteralmente catturato
Replacements – Stink ep 75/100
Poco ma buono: Go è già un gran pezzo staccato dall’hardcore punk
Elliott Smith – XO 80/100
Manca. Mi stupisce di Smith la bellezza fatta di elementi classici, la solidità del songwriting.
X-Ray Spex – Germfree adolescents 90/100
Punk + sax + voce assassina: ineccepibile