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Declino Mainstream Del Rock: A Cosa È Dovuto?


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54 replies to this topic

#1 Legolas

    Utente campione d'Italia

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Inviato 10 marzo 2021 - 19:16

In un intervista rilasciata la scorsa settimana, Alice Cooper ha risposto a Gene Simmons dei Kiss sul tema morte del rock, l'intervista risaliva al 2014, ma Simmons ha ribadito il suo parere di recente.
La posizione del bassista dei Kiss è cosa nota: secondo Simmons il crollo del rock in ambito mainstream è dovuto allo streaming digitale che di fatto ha tolto il terreno sotto ai piedi ai gruppi rock emergenti, impedendogli di guadagnare dalla musica.
La questione è vecchia, se ne parlava già in un topic su questa sezione nel 2005, se ne parla da decenni di una fine del rock, ma il fatto che il rock come fenomeno mainstream sia morto e sepolto ormai è un dato di fatto.
Nato negli anni '50, si è evoluto come fenomeno di massa nei due decenni successivi, con il concerto di Woodstock del 1969 come possibile apice creativo.
Negli anni '80 e '90 la musica cambia, il rock rimane un fenomeno di massa, ma deve confrontarsi con nuovi generi e nuove scene.
Nonostante questo, ancora nella prima metà degli anni 2000 il rock era un fenomeno di grande successo, diffuso tra i giovani, qui posso basarmi anche sull'esperienza personale.
Alle superiori ad esempio nonostante l'esplosione di fenomeni non rock come Eminem, Shakira o i Black Eyed Peas, giravano artisti come Lenny Kravitz, Red Hot Chili Peppers, Placebo, REM, Marylin Manson, Linkin Park e simili, e ad ascoltarli non erano solo patiti di rock, ma anche gente comune, la stessa che oggi in una playlist di Spotify non metterebbe niente del genere.
A metà degli anni 2000 il meccanismo si inceppa definitivamente.
Se alcuni artisti provenienti dagli anni '80 e '90 riescono a mantenere un grande successo, per le nuove leve si fa sempre più dura, per uno che ce la fa, novantanove restano di nicchia, chi rimane si adegua alle tendenze con influenze pop o addirittura EDM (qui leggi Coldplay e The Killers)
Tra la fine degli anni 2000 e l'inizio dei 2010 il rock esce definitivamente dalla programmazione radiofonica mainstream, dove rimane confinato in apposite sezioni History Hits, sostituito dall'EDM ormai imperante, dall'hip hop e derivati o dal nuovo elettro-pop di Lady Gaga e Katy Perry.
Se si analizzano le classifiche sia UK sia USA, l'assenza del rock è palese, se si guardano le pagine Spotify dei gruppi rock emersi negli ultimi 10 anni ci si accorge subito come superare i 100 milioni di streams per i propri singoli sia una vera e propria impresa, nessun brano rock degli anni 2010 e 2020 rimarrà probabilmente nell'immaginario collettivo come quelli dei decenni precedenti.
Ora dopo questo papiello, voi cosa pensate?
Questo collasso del rock in ambito mainstream tra la fine degli anni 2000 e l'inizio degli anni 2010 a cosa è dovuto?
Ha ragione Simmons nel puntare il dito sullo streaming digitale? O ci sono altri fattori? Come mai dopo essere stato per decenni "la musica dei giovani" oggi il rock è diventato musica per boomer nostalgici ed appassionati?

https://www.radiofre...ck-non-e-morto/
https://www.repubbli...orto-212340323/
Spoiler

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#2 Edgewalker

    The storm is upon us

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Inviato 11 marzo 2021 - 09:19

Lego ti faccio un esempio che per me va in direzione opposta al quadro che dipingi: Machine Gun Kelly, rapper freshmen sulla lista di XXL del 2012, dopo anni di discreta carriera nella trap / pop rap, l'anno scorso tira fuori la svolta pop punk con un disco tutto scritto, prodotto e suonato insieme a Travis Barker, che è un pò il mentore non solo suo, ma anche collaboratore di artisti rap / trap che si stanno cimentando adesso con pop punk, emo e metal

 

 

 

di fatto questo è uno dei successi più grossi di questo artista, che piace sia ai grandi che ai piccini "alternativi" in cerca di emozioni forti al confine della bolla pop-trap


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#3 solaris

    Simmetriade.

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Inviato 11 marzo 2021 - 09:31

Per meccanismi che vanno troppo oltre la mia comprensione i ragazzini ritengono più cool l'attitudine dei vari rapper/trapper, è prima ancora una questione di linguaggio, di pose e di ambiente che non strettamente musicale. Non bastasse, la comunicazione social ha spostato l'interesse verso lo strettissimo quotidiano con una comunicazione direttissima e molto concreta, che non lascia spazio ad astrazione o fuga e che finisce per alimentare direttamente la produzione musicale.

 

La musica è uno strumento che nutre il bisogno di identità e di affermazione dei giovanissimi, principalmente; il rock è andato bene per qualche generazione, ora è sorpassato.


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#4 Tom

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Inviato 11 marzo 2021 - 10:36

Mah. Mi sembra un discorso miope, che identifica il rock solo con riff, chitarroni e tizi coi capelli strani.

Basta guardare al fenomeno del nuovo divismo femminile: soprassedendo un discorso di senso e valore dei singoli casi (che neanche forse posso fare, essendo ormai fuori dai giochi anagraficamente), artiste come Taylor Swift, Billie Eilish, Miley Cyrus, l'ormai veterana Lady Gaga non faranno "rock" in senso stretto, ma il loro ruolo e' il corrispettivo delle vecchie rock star. Come Lana Del Rey, Angel Olsen, Lorde e simili, mi sembrano assolvere l'iconografia "alt" della loro epoca, per altro macinando spesso numeri che le vecchie scene alternative non vedevano neanche col binoccolo.

 

Tutto questo proprio a livello mainstream. Se mai e' la scena alternativa che sembra ormai ripiegata su se stessa, incapace di rinnovarsi e lasciare il segno. Li' si' mi sembra che fenomeni come la trap e persino il reggaeton abbiano sostituito e fatto terra bruciata del passato, cancellando il concetto stesso di controcultura e lasciando le briciole a una scena tanto abnorme quanto inerte.


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#5 Merlo

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Inviato 11 marzo 2021 - 11:09

"Rock, da oltre 70 anni la musica di noi giovani!"


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"Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace"


#6 Gozer

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Inviato 11 marzo 2021 - 12:36

Mah. Mi sembra un discorso miope, che identifica il rock solo con riff, chitarroni e tizi coi capelli strani.
Basta guardare al fenomeno del nuovo divismo femminile: soprassedendo un discorso di senso e valore dei singoli casi (che neanche forse posso fare, essendo ormai fuori dai giochi anagraficamente), artiste come Taylor Swift, Billie Eilish, Miley Cyrus, l'ormai veterana Lady Gaga non faranno "rock" in senso stretto, ma il loro ruolo e' il corrispettivo delle vecchie rock star. Come Lana Del Rey, Angel Olsen, Lorde e simili, mi sembrano assolvere l'iconografia "alt" della loro epoca, per altro macinando spesso numeri che le vecchie scene alternative non vedevano neanche col binoccolo.

Tutto questo proprio a livello mainstream. Se mai e' la scena alternativa che sembra ormai ripiegata su se stessa, incapace di rinnovarsi e lasciare il segno. Li' si' mi sembra che fenomeni come la trap e persino il reggaeton abbiano sostituito e fatto terra bruciata del passato, cancellando il concetto stesso di controcultura e lasciando le briciole a una scena tanto abnorme quanto inerte.


Per me è questo discorso a sembrare miope: Taylor Swift, Billie Eilish e Miley Cyrus sono popstar, non rockstar. Che Madonna all'epoca era considerata rock? Non mi risulta, al netto del fatto che sì, rock non significa solo chitarroni e su questo siamo d'accordo.
Ma anche ampiandone il significato, a me che nella scena anglofona sia in crisi sembra evidente (discorso diverso e più complicato se invece si guarda altrove).
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#7 Legolas

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Inviato 11 marzo 2021 - 13:42

Artiste come Taylor Swift, Billie Eilish, Miley Cyrus, l'ormai veterana Lady Gaga non faranno "rock" in senso stretto, ma il loro ruolo e' il corrispettivo delle vecchie rock star. Come Lana Del Rey, Angel Olsen, Lorde e simili, mi sembrano assolvere l'iconografia "alt" della loro epoca, per altro macinando spesso numeri che le vecchie scene alternative non vedevano neanche col binocolo.

 

Tutta gente che di rock non ha nulla, se vogliamo parlare dell'immagine dissacrante e provocatoria, quella non è mai stata esclusiva del rock, già Madonna negli anni '80 la incarnava alla perfezione senza essere rock.

Io parlo da un punto di vista musicale, le sonorità rock sono praticamente scomparse dal panorama mainstream, gli artisti classici vengono passati solo con le history hits, quelli nuovi passano solo in nicchie apposite come Virgin Radio.

Per me un ruolo fondamentale ce l'ha il cambiamento nel modo di ascoltare la musica.

Per dire, quando la si ascoltava con le musicassette negli anni '80, skippare una canzone non era così semplice, già con l'affermazione del CD le cose sono cambiate, con l'avvento di Spotify anche il formato album va a farsi benedire in favore delle playlist.

Tutto questo, unito ai cambiamenti nelle programmazioni radio, ha portato ad un crollo del livello di attenzione nel pubblico.

I singoli di successo durano al massimo 4 minuti, e sono costruiti in modo che il ritornello arrivi dopo massimo un minuto, perché il pubblico si stufa di pezzi strutturati o troppo complessi, si arriva ad estremi come Say so di Doja Cat, dove il ritornello arriva dopo tipo 10 secondi.

Mi è capitato di ascoltare diverse radio commerciali causa colleghi, persino le hit storiche devono seguire le nuove regole.

Per esempio su RDS passano abbastanza spesso Sweet child of mine, ma le varie parti del brano sono talmente tagliate che ha ben poco a che vedere con il brano originale, stessa cosa per quanto riguarda Iris dei Goo Goo Dolls dove la parte strumentale centrale viene tagliata con il machete, persino AVICII, artista di punta dell'EDM anni 2010, ha avuto successo perché i lunghi intermezzi musicali nei suoi brani vengono puntualmente tagliati per passare in radio.

Chiaro che in uno scenario del genere, votato al "tutto e subito" e con un pubblico incapace di apprezzare artisticamente la musica, le nuove leve del rock sono svantaggiate rispetto al trapper di turno che fa un genere votato all'immediatezza e alla fruizione rapida.


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#8 Frank Pisciobbomba

    utente blasonato

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Inviato 11 marzo 2021 - 13:52

Fino a un annetto fa circa c'erano ancora i live, raduni, festival tipo Wacken, Montreux , ecc.

Ed erano eventi che comunque attiravano un bel po' di gente, di diverse generazioni, anche giovanissimi.

Così come i live set delle singole band. 

 

Insomma, anche se di dischi magari se ne vendevano meno, gli appuntamenti live erano comunque ancora in grado di catalizzare un po' di attenzioni su un genere che magari aveva perso il suo ruolo egemone, si era ridimensionato, ma era pur sempre vivo. 

 

Però col covid e con l'annullamento dei concerti il rock ha preso davvero una bella mazzata, ma di quelle forti eh. 


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Mi chiamo Ash, reparto ferramenta


#9 Tom

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Inviato 11 marzo 2021 - 13:55

 

Artiste come Taylor Swift, Billie Eilish, Miley Cyrus, l'ormai veterana Lady Gaga non faranno "rock" in senso stretto, ma il loro ruolo e' il corrispettivo delle vecchie rock star. Come Lana Del Rey, Angel Olsen, Lorde e simili, mi sembrano assolvere l'iconografia "alt" della loro epoca, per altro macinando spesso numeri che le vecchie scene alternative non vedevano neanche col binocolo.

 

Tutta gente che di rock non ha nulla, se vogliamo parlare dell'immagine dissacrante e provocatoria, quella non è mai stata esclusiva del rock, già Madonna negli anni '80 la incarnava alla perfezione senza essere rock.

Io parlo da un punto di vista musicale, le sonorità rock sono praticamente scomparse dal panorama mainstream.

 

Se si parla di sonorita', allora ok, puo' starci.

Li' allora entra in ballo una banale questione di esaurimento e saturazione delle stesse, no? Bene o male i chitarroni hanno dettato legge per 40, forse 50 anni, anche normale che ora (per lo piu') si sia passati ad altro.


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#10 wago

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Inviato 11 marzo 2021 - 14:32

L'altro giorno mi chiedevo come mai negli anni 90 il mito del rock fosse legato soprattutto ai 60-70; negli anni 2000 pure; negli anni 2010 anche, senza un reale ampliamento o slittamento in avanti. L'interrogativo è rimasto tale per una dozzina di secondi: sebbene sia esistito prima e resistito anche dopo, il rock è stato culturalmente parlando egemone in quegli anni — forse non maggioritario nelle preferenze degli ascoltatori, ma certamente in vista come creatura riconoscibile, dinamica e pervasiva sia in termini strettamente musicali che trasversalmente di immaginario. Procedendo con gli anni, certamente il rock non è scomparso, ma in modo crescente ha dovuto condividere i riflettori con altri generi palesemente distinti (hip hop, EDM) o divergenti da esso nonostante la parziale vicinanza negli anni d'oro (penso al soul/rnb/urban, e in generale alla macro-categoria pop, che sempre più raramente è pop rock).

 

Di morte del rock si parla non dico da quando esiste, ma certamente ormai da svariati decenni. Per ogni gufo che ne annuncia la definitiva dipartita, c'è una proposta musicale nuova o lavata con Perlana che fa capolino tra le preferenze popolari. Senz'altro ci sono stati, in momenti ben individuabili, ritorni di fiamma importanti (dal grunge al tanto inconsistente quanto eterogeneo filone "garage" alla White Stripes); la tendenza alla perdita di centralità però non si è mai invertita su larga scala.

Non penso che lo streaming abbia un ruolo particolarmente determinante nello scavare la fossa del genere, ma francamente non è un tipo di riflessioni di cui davvero mi intenda. Quello di cui sono abbastanza convinto è che di artisti rock continueranno a essercene per un bel po', come ci saranno in maniera episodica successi rock ed eventuali temporanei revival. Vero è però che la pressione sociale e tecnologica risulta più favorevole ad altri filoni, perché ormai creare musica da soli è del tutto fattibile e forse (ora sparo una cazzata) anche perché l'idea di "band" — così centrale per il mito del genere — appartiene a un'epoca meno esasperatamente individualista della nostra.

 

Svestendo i panni mendaci di misurato osservatore esterno e rivelandomi per il vecchio dentro che da sempre sono, ammetto che ciò che maggiormente mi lascia sorpreso nell'andazzo degli apprezzamenti musicali dei zuen è (sì, lo so, è un discorso boomerissimo) la loro immedesimazione in testi e immagini che propongono stili di vita raccapriccianti. Per carità il "sesso, droga & rock'n'roll" non era certamente identificabile con la rettitudine morale, e infatti anche da adolescente restavo perplesso davanti ai comportamenti dei (pochi) miei coetanei pronti a incarnarne l'ideale. Non sto sostenendo che il sottotesto criminale/suburbano/disagiato di tanta trap rappresenti davvero una novità o una minaccia, ma mi chiedo seriamente quali meccanismi mentali spingano tanti ragazzi di tutt'altra estrazione a sentirsi affascinati o perfino rappresentati da brani che girano attorno a un immaginario così distante e poco entusiasmante come quello dei trapper nostrani.


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#11 Gonzo

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Inviato 11 marzo 2021 - 14:43

Ci sono tanti motivi, ma il rock da anni ha perso sia il lato divertente sia l'edge. La vedo difficile che masse di ragazzini possano appassionarsi senza almeno uno di questi elementi. Senza contare che minimo minimo il rock è la musica che ascolta suo padre e vorrei vedere quanti di voi da ragazzini ascoltavano la musica dei vostri genitori. 

Il rock è rimato senza immaginario se non la tiritera boomer della "vera musica".


  • 4

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never settled on a name.
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#12 Gozer

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Inviato 11 marzo 2021 - 14:45

Senza contare che minimo minimo il rock è la musica che ascolta suo padre e vorrei vedere quanti di voi da ragazzini ascoltavano la musica dei vostri genitori. 

 

Io senza alcun problema, e anche molti altri da quanto ricordo. 


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#13 Gonzo

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Inviato 11 marzo 2021 - 14:54

Buon per voi ma non credo sia la norma.


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#14 Gozer

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Inviato 11 marzo 2021 - 14:58

Buon per voi ma non credo sia la norma.

 

Oggi no di sicuro, c'è una scollatura generazionale totale. Ma non è sempre stato così.


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#15 wago

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Inviato 11 marzo 2021 - 15:09

Credo dipenda molto dalle famiglie e che ci sia probabilmente una correlazione con l'estrazione sociale. Se penso ai miei conoscenti diretti, sia tra i coetanei che tra i giovani, direi che nelle famiglie in cui genitori e figli spendono insieme diverso tempo i figli tendono ad assorbire le preferenze musicali dei genitori più che in quelle in cui i genitori ci sono poco e i ragazzi crescono "in strada". (In realtà mi sembra così ovvio da essere probabilmente falso).


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#16 woody

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Inviato 11 marzo 2021 - 15:43

Per me la risposta è semplice e insita in molte delle vostre interessanti risposte.
Il rock prima accompagnava i cambiamenti sociali/culturali, ad ogni movimento/cambiamento sociale si abbinava un nuovo genere di rock che i giovani ascoltavano e in cui i identificavano. Prima era successo col jazz, la beat generation che ascoltava il be-bop, il free-jazz che poteva essere collegato ai movimenti per i diritti della comunità nera etc.
Per me in questo senso il rock è morto, come è morto il jazz. Ma entrambi i generi, anche se tendenzialmente meno fecondi, producono ancora lavori di qualità che parlano del presente e non sono solo un semplice revival o un attaccamento a un passato idealizzato.
Lo streaming mi sembra ovviamente ininfluente sulla questione, perchè se è vero che può aver penalizzato molte band è anche vero che lo stesso discorso è valido per le band di qualsiasi genere. Quando c'è stato il passaggio di testimone dal jazz al rock non c'era lo streaming eppure da un certo momento in poi le vendite del jazz divennero imparagonabili a quelli del rock.

Cosa ci sia al momento di nuovo e al contempo artisticamente rilevante che piaccia ai giovani non lo so, anche se mi piacerebbe saperlo.


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#17 atlas

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Inviato 11 marzo 2021 - 15:45

non vedo cosa c'entri lo streaming francamente: si affermato quando il rock era già bello che andato. qualche pensiero sparso fuori dalla musica:

 

 

Buon per voi ma non credo sia la norma.

 

Oggi no di sicuro, c'è una scollatura generazionale totale. Ma non è sempre stato così.

 

beh certamente non era così negli anni 60, una delle ragioni del successo del rock sta nella ribellione generazionale di quel periodo che non partiva necessariamente dal rock, ma ha finito per condizionarne l'evoluzione. all'epoca un padre che libreria musicale poteva avere? classici? jazz? non dico che non fosse musica bella, ma se sei un adolescente che cresce in un contesto famigliare rigido e repressivo e vieni a sapere che là fuori c'è questa nuova musica fighissima che ascoltano i suoi coetanei e che è l'opposto delle rotture di coglioni che papozzo fa ascoltare a tutta la famiglia seduti intorno al focolare, beh...puoi vedere come questa storia va a finire.

 

il carattere ribelle si trova anche nel punk (che è una lunga storia che parte da gente come i VU o meglio ancora gli stooges, piuttosto che esplosione improvvisa nel 77), nel grunge, nell'emo dei 2000, tutte manifestazioni mainstream del rock. il fatto è che all'epoca fare musica (rock) era uno dei modi più efficaci e immediati (nonché facili) di incanalare la volontà di ribellarsi, di essere creativi, o anche di cambiare vita (vedi i vari iggy pop, henry rollins); oggi, invece, i giovani hanno tantissime opzioni (in termini di piattaforme e media) per eventualmente incanalare tutto questo--banalmente, possono litigare su twitter, larpare su tumblr/youtube, diventare influencer, tiktoker etc. in un contesto così confuso, beccarsi dal vivo con altre persone e fare musica insieme non è la prima opzione a cui penseresti, e se proprio vuoi fare musica ci sono modi molto più semplici e veloci di prendere una chitarra e imparare a suonarla. non hai nemmeno bisogno di beccare gente, puoi fare tutto da solo. certo, su internet magari puoi confrontarti con gente che la pensa come te da ogni parte del mondo, ma è venuto meno, secondo me, l'aspetto comunitario che era alla base del rock così come l'abbiamo conosciuto.

 

terzo punto: penso al fatto che la storia del rock sia indissolubilmente legata a quella delle droghe--storia produttiva quando si parla di certe droghe, (auto)distruttiva nel caso di altre. in ogni caso, il rapporto che oggi i giovani hanno con esse non è lo stesso degli anni 60, 70 etc. oggi larghe fette della popolazione giovanile sono sotto psicofarmaci, sia per reale bisogno che per scopo ricreativo. gli effetti sulla psiche di queste sostanze, ampiamente promosse e glorificate dalla trap degli anni 10, sono devastanti, nulla a che vedere con le esperienze visionarie di acidi, funghi o anche la marijuana. ora purtroppo non sono del settore, ma se mi chiedessero quali sono le differenze tra i giovani di oggi e di allora, punterei il dito sui modi di divertirsi e trasgredire.

 

 

 


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#18 Gozer

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Inviato 11 marzo 2021 - 15:53

Sugli anni Sessanta concordo con te, lo scollamento generazione c'era ed era molto forte, ma a partire dai Settanta si è andato pian piano riducendo, fino ad arrivare a un sostanziale avvicinamento negli anni Novanta-primi Duemila, in concomitanza con il raggiungimento dell'apice del mercato musicale. 

Da lì in poi un lento ri-allontanamento, che è diventato un rapidissimo smottamento con l'avvento dello streaming. Oggi la situazione è uno scollamento totale, quanto quello degli anni Sessanta e forse anche di più perché i più anziani all'epoca magari non apprezzavano, ma era facile conoscessero i Beatles, gli Stones o Elvis. Oggi vorrei vedere quanti conoscono cosa va di moda: lo streaming ha reso possibile ai giovani l'isolamento totale nella loro bolla.


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#19 atlas

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Inviato 11 marzo 2021 - 16:15

Oggi la situazione è uno scollamento totale, quanto quello degli anni Sessanta e forse anche di più perché i più anziani all'epoca magari non apprezzavano, ma era facile conoscessero i Beatles, gli Stones o Elvis. Oggi vorrei vedere quanti conoscono cosa va di moda: lo streaming ha reso possibile ai giovani l'isolamento totale nella loro bolla.

 

vero, però la questione è più complessa: con lo streaming, qualsiasi persona può vedere cosa va di moda tra i giovani, basta che si ascolta la chart di spotify. il punto è: quanto può capire un genitore di quello che sente, che sia ariana grande che vuole farsi scopare fino all'alba (sic), piuttosto che il trapper del ghetto che smazza, spara e fa i soldi? c'è l'incomunicabilità generazionale, ma non c'è stata una rivolta di massa, eventi come la summer of love, il 77, o l'epoca d'oro del grunge, dei rave etc. in altri termini: ci sarebbero, forse, i presupposti per un rinascimento del rock, oppure di una musica dal carattere eversivo, eppure ciò non si sta verificando, per lo meno non secondo le modalità che abbiamo conosciuto in passato. d'altro canto, niente è scritto su una pietra, e forse è un po' ingenuo pensare che il rock (inteso come suono) sarebbe durato in eterno. sarebbe meglio, secondo me, interrogarsi sulle questioni fondamentali, piuttosto che sul suono in se. 


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#20 pooneil

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Inviato 11 marzo 2021 - 16:18

e collegare il declino del rock con il declino dell'impero americano?


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#21 maladiez

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Inviato 11 marzo 2021 - 16:21

Credo che vi sia anche un graduale disinteresse giovanile nell'imparare uno strumento tra le varie cause descritte, tempo fa parlando con un mio amico musicista che era stato fermo con la musica per vari motivi aveva poi trovato il tempo di suonare con altra gente in sala prove così per divertimento, ebbene aveva ritrovato lì tutta gente adulta e che bene o male conosceva di vista, sorprendendosi del fatto di non aver trovato giovanissimi o per lo meno facce nuove. Ora non so altrove ma le sale prova di qua hanno chiuso o si sono ridimensionate.
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Alice: "Quanto tempo è per sempre?"

Bianconiglio: " A volte solo un secondo"


#22 Gozer

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Inviato 11 marzo 2021 - 16:22

vero, però la questione è più complessa: con lo streaming, qualsiasi persona può vedere cosa va di moda tra i giovani, basta che si ascolta la chart di spotify. il punto è: quanto può capire un genitore di quello che sente, che sia ariana grande che vuole farsi scopare fino all'alba (sic), piuttosto che il trapper del ghetto che smazza, spara e fa i soldi? c'è l'incomunicabilità generazionale, ma non c'è stata una rivolta di massa, eventi come la summer of love, il 77, o l'epoca d'oro del grunge, dei rave etc. in altri termini: ci sarebbero, forse, i presupposti per un rinascimento del rock, oppure di una musica dal carattere eversivo, eppure ciò non si sta verificando, per lo meno non secondo le modalità che abbiamo conosciuto in passato. d'altro canto, niente è scritto su una pietra, e forse è un po' ingenuo pensare che il rock (inteso come suono) sarebbe durato in eterno. sarebbe meglio, secondo me, interrogarsi sulle questioni fondamentali, piuttosto che sul suono in se. 

 

Ma infatti per me non c'è problema. Primo, perché guardando oltre le solite UK e USA il rock in realtà ancora non è morto (in Turchia o in Giappone se la cava ancora piuttosto bene, per dire).

E secondo perché finché viene roba valida da altri settori (certo non dal nuovo pop pornografico di Cardi B o Ariana Grande, né da quello dei trapper misogini che senza autotune gli esplode la milza), per me non c'è problema.

 

D'altro canto, è anche naturale che in un forum che si chiama Ondarock, ci si interroghi sull'argomento.


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RYM ___ i contenuti

"SOVIET SAM" un blog billizzimo


7 ottobre 2020, il più grande esperto di tennis del forum su Sinner al Roland Garros:

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#23 atlas

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Inviato 11 marzo 2021 - 16:33

e collegare il declino del rock con il declino dell'impero americano?

può essere, però tutta la musica mainstream moderna viene quasi interamente da questo impero decaduto--affermazione quest'ultima da verificare, ma sarebbe un fatto comunque degno d'interesse qualora fosse vera. i rapper uk, benché cantino nella stessa lingua, non hanno il 10% del successo di quelli americani, il pubblico qui li guarda come uno spettacolo quasi comico.


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il faut se radicaliser. 


#24 Damy

    pophead

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Inviato 11 marzo 2021 - 17:02

Sulle dinamiche circa i cambi di gusto e di critica non mi immischio, perché ci sono centinaia di fattori diversi.

 

 

Però la scomparsa delle band - da sempre un discreto veicolo per l'esistenza del rock tradizionale - è minata alla radice da un fattore banalmente pratico e che precede di gran lunga sia le mode che il talento che i gusti del pubblico: le band costano troppo e nessuno si vuole accollare il rischio.

 

Qua in UK, per lo meno, lo sconvolgimento monetario portato dallo streaming nell'ultimo ventennio ha radicalmente modificato l'approccio manageriale: mettere sotto contratto un gruppo di 3/4 elementi significa accollarsi spese immediatamente 3/4 volte superiori, e molti non se la sentono a meno che il gruppo non si sia già fatto da solo un discreto seguito online. E anche in quel caso, rimane comunque l'ostacolo del cosiddetto periodo di sviluppo: a ogni artista che firma un contratto solitamente viene data una somma monetaria in anticipo con la quale mantenersi fino a che non viene pubblicato il primo disco (somma che poi deve ripagare indietro alla propria etichetta, ma questo è un altro discorso). I 3/4 elementi di una band hanno tutti lo stesso costo di vita, quindi o la casa discografica si accolla il rischio di sborsare una cifra 3/4 volte tanta per mantenerli tutti, oppure si devono dividere la stessa somma di un solista, che ovviamente comporta tutta un'altra serie di possibili ostacoli e imprevisti.

 

Anche nell'hip-hop se ci buttate un occhio le crew sono scomparse, ci sono quasi unicamente rapper indipendenti che poi magari collaborano tra loro.

 

Le poche boy/girlband di oggi vengono messe in piedi quasi esclusivamente tramite talent show, col chiaro intento di avere già un pubblico di partenza (One Direction e Little Mix senza X Factor non sarebbero mai esistiti). Le boy/girlband semmai al momento tirano molto in Corea (le Loona sono in 12!), ma lì il mercato è articolato in maniera diversa e se non sbaglio ci sono addirittura fondi governativi a disposizione dell'industria discografica proprio per poter sviluppare professionalmente prodotti da esportazione.

 

Questo non significa che le rock band non esistono più, ogni tanto spunta sempre il fenomeno fuori programma, ma nella media si sono fatte molto più rare e confinate a micro-scene, tipo l'attuale movimento post-punk anglo/irlandese che anche col beneplacito della critica di riferimento alla fine è un affare limitato e dove le etichette infatti sembrano ancora buttare soldi con molta cautela. E il rock, rispetto a quasi tutti gli altri generi musicali, sulle band contava forse non tutto ma certo parecchio.


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#25 solaris

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Inviato 11 marzo 2021 - 17:15

Credo che vi sia anche un graduale disinteresse giovanile nell'imparare uno strumento tra le varie cause descritte, tempo fa parlando con un mio amico musicista che era stato fermo con la musica per vari motivi aveva poi trovato il tempo di suonare con altra gente in sala prove così per divertimento, ebbene aveva ritrovato lì tutta gente adulta e che bene o male conosceva di vista, sorprendendosi del fatto di non aver trovato giovanissimi o per lo meno facce nuove. Ora non so altrove ma le sale prova di qua hanno chiuso o si sono ridimensionate.

Credo sia francamente l'inverso, non imparano lo strumento rock perché del rock non frega più nulla a nessuno.

Sulle basi ci lavora molta gente.


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#26 wago

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Inviato 11 marzo 2021 - 17:26

Credo anch'io che regga meglio la causalità invertita che propone Solaris, tanto più che anche in ambito r(u)ock la cosa è in genere andata che prima ti mettevi in testa di stare in una band, poi ti toccava imparare grossomodo a suonare. Checché se ne racconti, anche moltissimi guitar hero "studiati" si sono formati soprattutto sulla spinta delle esigenze delle band (magari non quelle con cui sono diventati poi famosi) e non col cursus honorum cameretta-lezioni-ingaggio, che forse vale paradossalmente più oggi di un tempo.


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#27 wago

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Inviato 11 marzo 2021 - 17:32

Comunque anche a mio giudizio, un po' come suggeriva Gozer ma anche tanti altri, la dinamica del declino di popolarità (e di creatività, anche se le cose non vanno per forza in pari) del rock è fisiologica e non particolarmente preoccupante. Il problema nasce se il nuovo panorama musicale che viene a crearsi, incentrato su altri genere e altre regole del gioco, risulta meno fertile e in qualche maniera disfunzionale. Però la questione diventa prestissimo di preferenze personali: noi stiamo su un forum nel bene o nel male rock-oriented e non possiamo stupirci di trovare in qualche modo "lacunoso" un quadro musicale dominato da stili completamente diversi. Ovviamente un ascoltatore cresciuto con riferimenti diversi avrà una percezione complementare.

Se possa esistere un comune denominatore tra i due punti di vista, in base al quale emerga in maniera trasparente a entrambi che il contesto musicale attuale è nei paesi occidentali più asfittico e piatto di quello di un tempo (*)... Non mi pare affatto una questione facile da stabilirsi. La mia percezione è che sì, dovrebbe esserci accordo riguardo a questo punto, ma al di là della pura predilezione personale saprei citare per ben che vada solo fattori di natura socio-economica — che a ben vedere dicono ben poco riguardo agli aspetti artistici, di per sé piuttosto imponderabili.

 

(*) Che poi, insomma, dipenderà ben anche da quale tempo si considera. È ovvio che in una guerra "l'intera storia del pop VS oggi" l'oggi ci faccia una figura misera. (Quest'ultima è parte dell'argomentazione con cui cerco di convincere qualche studente che ascoltare roba del passato sia un migliore investimento che sentire Il Tre, ovviamente con risultati del tutto inconsistenti).


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#28 wago

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Inviato 11 marzo 2021 - 18:08

Comunque, sempre basandomi sulla mia pur pregiudizievole conoscenza degli apprezzamenti musicali dei giovini, mi sento di dire che per il rock d'epoca non c'è disprezzo, anzi, al di là della scarsa cultura generale non c'è la percezione che quella sia roba decrepita e/o inascoltabile. I Queen di turno restano (anche grazie al recente successo cinematografico) dei miti almeno in senso di immagine e perfino band che immaginerei facilmente dileggiabili come i Beatles, per quanto nel concreto pochissimo note, conservano il loro posto di mostri sacri. Semplicemente, molti adolescenti non hanno voglia di ascoltarle, perché trovano già in altro quello che cercano, individualmente e socialmente. Poi però magari si sentono i Maneskin, e in fondo va bene così direi.


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#29 Legolas

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Inviato 11 marzo 2021 - 18:59

Credo sia francamente l'inverso, non imparano lo strumento rock perché del rock non frega più nulla a nessuno.
Sulle basi ci lavora molta gente.


Credo che dipenda anche dall'evoluzione della società, siamo nell'era del tutto e subito, imparare a suonare uno strumento, un qualunque strumento, richiede dedizione, costanza, rinunciare ad altre forme di intrattenimento che magari sono più immediate.
Negli anni '60 e '70 non esistevano i social, né i videogiochi, né tutta questa offerta televisiva.
Pensate solo a tutte le serie TV che potete guardare facendo un abbonamento a Netflix.
E' chiaro che imparare a suonare ha una curva di apprendimento sconosciuta ad altre forme di intrattenimento, se prendi la chitarra tutti i giorni per arrivare ad un livello decente ti ci vuole minimo un anno, con un videogame impari a giocare quasi subito.
 

Comunque, sempre basandomi sulla mia pur pregiudizievole conoscenza degli apprezzamenti musicali dei giovini, mi sento di dire che per il rock d'epoca non c'è disprezzo, anzi, al di là della scarsa cultura generale non c'è la percezione che quella sia roba decrepita e/o inascoltabile.

 
Ma infatti gli artisti del periodo classico (compreso tra gli anni '60 ed '90) funzionano benissimo anche su Spotify, sono quelli venuti dopo il 2000 semmai il problema.
Credo dipenda dal fatto che chi è venuto dopo il 2000 soffre il confronto con gli artisti rock dei decenni precedenti, cosa che tiene lontani molti puristi ed appassionati ("se devo ascoltarmi i cloni dei Led Zeppelin, mi ascolto gli originali"), ma allo stesso tempo non è abbastanza vintage da appassionare le nuove leve.
Gruppi come Franz Ferdinand, Editors, Kasabian, Black Keys e simili, che la critica ha spinto per anni, in realtà erano di nicchia e sono rimasti di nicchia.
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#30 wago

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Inviato 11 marzo 2021 - 20:15

Sì Lego però anche per creare basi e pezzi elettronici ci vuole una sbatta cosmica e una dedizione paragonabile a quella di chi si fa il mazzo per diventar bravo con la chitarra. Davanti a Logic o Ableton il "tutto subito" non è mica tanto valido: sì, puoi ottenere subito una traccia ritmica che fa TUMTUMTUMTUMTUM, ma prima di tirare fuori un sound figo ore e ore devi buttarci dentro, soprattutto se vuoi essere un po' creativo e quantomeno riadattare le indicazioni che puoi ricavare dai tutorial.
Gli è semplicemente che tanti ragazzi trovano più affascinante, soddisfacente, appagante dedicarsi alla produzione di musica in quel modo che procedere alla vecchia maniera trovando un gruppo di amici con cui vedersi in sala prove a suonare (o andando a lezione di musica a sentire un tizio che ogni settimana si lamenta che non hai fatto abbastanza scale o paradiddle). Ci sta, è l'evoluzione della società che rende più in linea collo spirito del tempo l'abnegazione individuale davanti a un PC o un paio di CDJ (prontamente condivisa sui social, sia chiaro) che l'attesa per il giorno in cui si è prenotata la saletta. Ma è anche, banalmente, una questione di possibilità: una volta gli strumenti per creare *tutto* di un pezzo fichissimo a casa propria non c'erano, o costavano un botto: ora invece chiunque può aspirare a produrre roba soddisfacente con un programma crackato e 100 € di AKAI. Ovviamente si colgono le occasioni che ci sono a disposizione, e le altre rimangono roba per pochi fissati.


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#31 corrigan

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Inviato 11 marzo 2021 - 20:23

penso che uno dei motivi per cui il rock, come genere, "funziona" ancora in Asia Orientale  è il fatto che l'apprendimento di uno strumento musicale in età di scuola elementare (ma molto spesso anche pre-elementare) è praticamente obbligatorio come skill da inserire negli ipertrofici cv che i parenti devono organizzare per permettere ai loro figli di entrare in scuole decenti.


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I distrust orthodoxies, especially orthodoxies of dissent
「その時僕はミサト さんから逃げる事しかできなかった。 他には何もできない、 他も云えない… 子供なんだと ... 僕はわかった

 


#32 bosforo

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Inviato 12 marzo 2021 - 13:13

Un fenomeno parallelo alla morte del rock e' come sia diventato una specie di "library music". Se ci fate caso un sacco di quiz, reality show e programmi televisivi generalisti o video di youtube (o anche aziendali) usano musiche rock strumentali. Ad esempio riff hard rock cosi' generici che sembrano senza copyright, o stacchetti indie/post-punk.

 

Un altro fenomeno che meriterebbe di essere investigato e' la correlazione tra spazi abitativi di un luogo e numero di bank rock formatesi. Per mettere su la band devi avere o uno spazio dove lasciare gli strumenti, o una casa con sufficiente spazio, un garage, ecc.


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#33 corrigan

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Inviato 12 marzo 2021 - 13:49

Un altro fenomeno che meriterebbe di essere investigato e' la correlazione tra spazi abitativi di un luogo e numero di bank rock formatesi. Per mettere su la band devi avere o uno spazio dove lasciare gli strumenti, o una casa con sufficiente spazio, un garage, ecc.

bella domanda. tornando all'Asia Orientale di spazio ce n'e' ben poco nelle citta', eppure il rock si suona a Tokyo come a Seul (o anche piu a sud-est a Jakarta o Hanoi). 


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#34 bosforo

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Inviato 12 marzo 2021 - 14:06

 

Un altro fenomeno che meriterebbe di essere investigato e' la correlazione tra spazi abitativi di un luogo e numero di bank rock formatesi. Per mettere su la band devi avere o uno spazio dove lasciare gli strumenti, o una casa con sufficiente spazio, un garage, ecc.

bella domanda. tornando all'Asia Orientale di spazio ce n'e' ben poco nelle citta', eppure il rock si suona a Tokyo come a Seul (o anche piu a sud-est a Jakarta o Hanoi). 

 

Forse in quei posti la parte del leone la fanno gli spazi comuni (scuole ben attrezzate? sale prove pubbliche a costi accessibili ai giovani?). Dovremmo chiedere a Bar Shoma che lavora la'.

 

Ammetto che pensavo piu' al modello occidentale. Una cosa a cui ho pensato piu' volte e' che ad esempio in UK un sacco di band indie sono potute esistere negli anni '80 e primi '90 grazie ai (relativamente) generosi sussidi, per cui i componenti delle band vivevano tutti insieme in case merdose e con un pugno di soldi a settimana, ma era comunque un sostegno sufficiente per suonare tutto il giorno e farsi la gavetta fino al contratto discografico. Suede, Happy Mondays e Stereolab per dirne tre. Ricordo che "being on the dole" era uno dei punti del "Manual" di Bill Drummond... 

Ora mi sa che la pacchia e' finita, il costo della vita non lo permette piu', le sale prove sono assolutamente inaccessibili a un disoccupato e avoja trovare una casa sconquassata da affittare a due soldi col resto della band come nell'era della negative equity dei primi/meta' anni '90; un giovane uscito da scuola deve prepararsi a vivere coi genitori o pagare una fetta bella grossa dei primi, piccoli stipendi in affitti di case condivise (con estranei, non coi membri della band). Questo forse - forse - spiegherebbe perche' i pochi gruppi indie attuali sembrano tutti cosi' "borghesi" e inoffensivi. Anzi, se vedessi una band "stradaiola" vestita da straccioni come ne uscivano fino agli anni '00 penserei a una posa, a parte i Fat White Family fatico a pensare ad eccezioni contemporanee.


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#35 Syddharta

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Inviato 12 marzo 2021 - 14:11

Sì Lego però anche per creare basi e pezzi elettronici ci vuole una sbatta cosmica ...

Rispondo solo a questo per il momento; se ho tempo vado anche sulla questione generale perché io ho una mia teoria ma è piuttosto complessa e articolata (e la esporrò in parte in un libro che sto scrivendo). Quello che dici, wago, credo che purtroppo non sia vero, ed è una cosa che sento dire a molti apologeti del contemporaneo (non mi pare rientri tu nella categoria). Io personalmente lo vedo con degli studenti di una scuola per produttori per la quale ho lavorato: i meno bravi sono quelli che fanno i "traccioni" (pezzi trap, rap o edm, tutti in digitale), mentre quelli più preparati solitamente si arrischiano agli esami produzioni rock, jazz o di pop più tradizionale. I traccioni suonano tutti da paura, i pezzi rock hanno delle produzioni debolissime, lontane da standard professionali. Questo per me è già un buon indizio per credere che una produzione trap o edm sia di gran lunga più semplice da realizzare. So per certo, perché mi è stato detto dal suo produttore, che uno degli album che ha venduto di più in Italia l'anno scorso è stato fatto al 90% con sample scaricati da una piattaforma ad abbonamento che usano quasi tutti. A parziale conferma di ciò, si badi che tutti gli studi empirici che sono stati svolti sulla musica pop con gli strumenti prevalentemente della fisica statistica o della complex networks analysis (v. Serrà et al. 2012 o Wikström et al. 2020) riportano un dato curioso: mediamente, la varietà timbrica dei brani delle musiche in classifica è andata via via riducendosi dalla seconda metà degli anni Settanta in poi, per crollare inesorabilmente negli ultimi vent'anni, attestando dunque una sempre minore varietà dei profili dinamici e dei contenuti spettrali dei suoni contenuti nelle registrazioni. È un riscontro che parrebbe mettere in seria discussione la diffusa convinzione secondo la quale le moderne tecnologie di manipolazione sonora avrebbero potenzialità di intervento sul colore del suono di gran lunga superiori rispetto a quelle offerte dagli strumenti tradizionali. Piuttosto mi sembra che queste produzioni siano parte di un processo di standardizzazione anche a causa di apparati tecnologici di sempre meno esclusiva disponibilità che -- a dispetto di una capacità virtualmente infinita di alterazione dei suoni e quindi di caratterizzazione timbrica -- stanno favorendo il ricorso sistematico a soluzioni sonore preordinate. Quindi no, fare musica di successo con i computer non è affatto più semplice di fare un pezzo rock, almeno da un punto di vista tecnico. Perché un conto è se parliamo di Alva Noto o David Cope, un conto è se parliamo dei produttori mainstream e la discussione è su di loro.


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M.

 


#36 bluetrain

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Inviato 12 marzo 2021 - 14:42

 

Un altro fenomeno che meriterebbe di essere investigato e' la correlazione tra spazi abitativi di un luogo e numero di bank rock formatesi. Per mettere su la band devi avere o uno spazio dove lasciare gli strumenti, o una casa con sufficiente spazio, un garage, ecc.

 

Questo a mio avviso è un falso problema, nel senso che quando c'era la spinta "emotiva" e generazionale per farlo, gli spazi per suonare in un gruppo si sono sempre trovati, sbattendosi, portandosi in giro la strumentazione, affittando sale prove scalcinate o occupando il garage dello zio del batterista o i posti più improbabili (esperienza mia, ad esempio: casa diroccata con elettricità portata con mezzi di fortuna, roba da restarci secchi per altro ashd) e via dicendo.

Lo scenario che dipingi tu è - esagero un po' - da feudatario del rock, fenomeno in cui non rientravano il 99% delle rock band del passato. Poi che oggi queste problematiche logistiche possano castrare il formarsi di band è sicuramente vero, ma appunto, le vedo più come un effetto che non come una causa.


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#37 markmus

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Inviato 12 marzo 2021 - 15:03


Boh non sono d’accordo. Aspetterò il libro per stroncarlo. Il mainstream alla fine si ciba sempre di quello che succede nel sottobosco e lì le possibilità sono infinite al giorno d’oggi, altro che standardizzazione. Che poi far suonare bene l’analogico sia molto più difficile del digitale sono d’accordo.
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#38 Syddharta

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Inviato 12 marzo 2021 - 15:06

[quote name="wago" post="2614827" timestamp="1615492215"]


Boh non sono d’accordo. Aspetterò il libro per stroncarlo. Il mainstream alla fine si ciba sempre di quello che succede nel sottobosco e lì le possibilità sono infinite al giorno d’oggi, altro che standardizzazione. Che poi far suonare bene l’analogico sia molto più difficile del digitale sono d’accordo.

È un libro accademico, ti toccherà imparare l'italiano e prendere un altro titolo di studio anche solo per capire il titolo.


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M.

 


#39 markmus

    cui prodi

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Inviato 12 marzo 2021 - 15:08

È un libro accademico, ti toccherà imparare l'italiano e prendere un altro titolo di studio anche solo per capire il titolo.


Vi lascio volentieri a spugnettarvi fra Accademici asd
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#40 Syddharta

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Inviato 12 marzo 2021 - 15:11

 

È un libro accademico, ti toccherà imparare l'italiano e prendere un altro titolo di studio anche solo per capire il titolo.


Vi lascio volentieri a spugnettarviI fra Accademici asd

 

scusa mark, come ti ho già scritto (lo faccio anche pubblicamente), per qualche assurdo motivo ti ho scambiato per un altro utente (avevo visto l'avatar al volo) asd


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M.

 


#41 bosforo

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Inviato 12 marzo 2021 - 15:28

 

 

Un altro fenomeno che meriterebbe di essere investigato e' la correlazione tra spazi abitativi di un luogo e numero di bank rock formatesi. Per mettere su la band devi avere o uno spazio dove lasciare gli strumenti, o una casa con sufficiente spazio, un garage, ecc.

 

Questo a mio avviso è un falso problema, nel senso che quando c'era la spinta "emotiva" e generazionale per farlo, gli spazi per suonare in un gruppo si sono sempre trovati, sbattendosi, portandosi in giro la strumentazione, affittando sale prove scalcinate o occupando il garage dello zio del batterista o i posti più improbabili (esperienza mia, ad esempio: casa diroccata con elettricità portata con mezzi di fortuna, roba da restarci secchi per altro ashd) e via dicendo.

Lo scenario che dipingi tu è - esagero un po' - da feudatario del rock, fenomeno in cui non rientravano il 99% delle rock band del passato. Poi che oggi queste problematiche logistiche possano castrare il formarsi di band è sicuramente vero, ma appunto, le vedo più come un effetto che non come una causa.

 

 

E' esattamente questo il punto. La Manchester degli Happy Mondays era una fogna impoverita, ora si sta molto meglio ma appunto per questo non puoi fare cosi' facilmente quella vita da squatter e comunque vivacchiare/suonare/ecc in posti a cui a nessuno frega niente con due lire.

 

Senza andare indietro all'era dei Corvi e dei Dik Dik: alle medie i miei amici (2000/2 circa) suonavano in una sala prova che il comune lasciava usare a un costo simbolico a chiunque volesse suonare nel paese, cioe' 4 gatti e infatti nessuno la pubblicizzava per evitare che andassero prenotati troppi giorni. Non era una vera sala prove, ma praticamente un immobile semi-abbandonato vicino a una scuola con le scatole delle uova sui muri. Costava penso mille lire (o forse 4000 divise in 4) per due ore, era piena di poster di Selen sborrati e le prese elettriche sembrava potessero prendere fuoco da un momento all'altro. Ora non esisterebbe mai un posto del genere per via della regolamentazione: sono sicuro che o ha chiuso per motivi di sicurezza e salvaguardia, o l'hanno ammodernata e costa di piu' in proporzione ai redditi. Quando suonavo col gruppo nel 2008/9 infatti andavo in un posto simile nel comune accanto e al confronto pareva il Manor di Richard Branson. Costava non dico un occhio perche' era pensata per i giovani(ssimi) ma quanto bastasse perche' tutte le band fossero di figli delle scuole superiori locali, cioe' del ceto medio, mentre nel posto dove andavano i miei amici si trovavano certi personaggioni usciti da un film (ora sono sicuro che se fosse consentito uno spazio simile i genitori farebbero arrestare il sindaco asd)

 

EDIT: comunque il post iniziale sugli spazi abitativi era piu' in termini di "metratura" che di soldi, mentre nel secondo post ho cambiato un po' discorso. Sarebbe interessante esplorare, non ho una risposta ovviamente.


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#42 wago

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Inviato 12 marzo 2021 - 15:31

Chiarisco che il mio "creare basi e pezzi elettronici" e il mio "diventare bravi con la chitarra" non erano calibrati sulle necessità al successo discografico, ma sulla possibilità di raggiungere gli standard tecnici per essere considerabili "bravi a fare X" (è un riferimento molto poco obiettivo e assai discutibile, lo so). Io non mi considero un bravo chitarrista, ma ho amici che ritengo tali e non solo non han venduto milioni di dischi, ma non ne hanno nemmeno mai inciso uno (o pensato di farlo). Similmente, ho nella mia cerchia di conoscenti cittadini produttori a tempo perso che sono dei brocchi poderosi ed altri che, sebbene facciano un genere lontano dai miei canoni, ritengo essere bravetti. Avendoci avuto a che fare per un certo tempo per via di legami extramusicali, mi sento di affermare che il tempo da questi impiegato smanettando e acquisendo capacità non è su ordini di grandezza differenti rispetto a quello dei "bravi chitarristi" (o batteristi, o che — fermo restando che ci sarà sempre in entrambi i settori quello che si sbatte a mille e resta una sega e quell'altro che in una settimana ha imparato quello che io in quattro anni di lezioni).

Il successo è una bestia differente e non so nemmeno dire se la perizia nel proprio strumento, sia esso acustico, elettrico o elettronico, rappresenti davvero una delle condizioni facilitatrici principali. Alla fin fine, anche non volendo sfoderare dietrologismi, a contare è soprattutto la capacità di trasmettere qualcosa attraverso la propria musica, e non sempre farlo richiede una padronanza articolata delle possibilità dello o degli strumenti d'elezione. In ambito rock ancor più che in contesto edm, poi, produttore e tecnici del suono possono sopperire moltissimo alle lacune degli artisti, anche soltanto di esperienza in studio.

Non dubito che si possano realizzare tracce elettroniche "credibili" in un tempo breve a partire da conoscenze limitate dei programmi; epperò anche scrivere una canzonetta da quattro-accordi-quattro per chitarra basso e batteria non richiede di saper fare il barré, le tezine galoppanti o un buono shuffle. Che poi per diventare il novello Jeff Porcaro (o anche solo ricalcare decentemente le parti di Ringo Starr) serva necessariamente più tempo che per scimmiottare Avicii, beh, non mi sognerei mai di metterlo in dubbio.


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#43 wago

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Inviato 12 marzo 2021 - 15:55

Invece in parziale controtendenza con quello che dico sopra butto lì la mia sensazione sulla trap. Immagino si tratti di una considerazione di banalità sconvolgente ma non essendo per nulla un esegeta del filone non mi sono neanche preoccupato di leggerne o scoprirne chissà quanto.
Negli anni Novanta e Zero, nella mia città, ci stava una piazzetta del centro che era presa in ostaggio da skater, b-boy, writer e aspiranti rapper. Ci stava gente (anche in questo caso ovviamente anche qualche amico o amico di amici) che passava lì buona parte dei suoi pomeriggi, a smongolare in skate, organizzare di andare a fare tag qua o là, a farsi le canne o a partecipare a quei complessi rituali di dissing e freestyle vari che visti dall'esterno sono una vera chiavica (a meno di sviluppare una passione per l'etologia) ma vissuti in prima persona dovevano essere una figata assoluta.
Mo' da un paio d'anni quella piazzetta è a soqquadro per via dei lavori di "riqualificazione urbana", ma già da qualche tempo quella fauna era sostanzialmente scomparsa. Al suo interno c'erano dei personaggi non dico formidabili ma che dai e ridai dopo un po' erano perlomeno diventati credibili, colle rime. Ora, non insinuo siano stati cacciati — semplicemente avran trovato una famiglia e un lavoro fulltime — però non sono stati rimpiazzati direttamente da nessuno. Mi pare (e qui vengo al dunque) che i trapper non si facciano tali attraverso una credibilità acquisita "sulla strada" (espressione che odio ma in questo caso specifico c'era del vero), ma che il primo che passa possa postare un video su instagram e dichiararsi tale. Non è solo, o forse non è per nulla, una questione di accettazione sociale da parte di una comunità: è che non devi fare gavetta o vedertela con quelli che nel tuo circuito hanno più esperienza di te, semplicemente perché queste persone non esistono e se esistono (ormai esisteranno, è un po' che quella roba è in giro) non hanno creato un circuito paragonabile.
Insomma, la trap è vissuta un po' come un figliastro "punk" dell'hip hop, un filone in cui non ci sono skill tecniche da padroneggiare per dimostrare di essere validi. È anche questo, oltre all'indubbio fattore novità forse ora meno valido di qualche anno fa, che fa apparire come molto più accessibile la curva di apprendimento del genere, attirando i pischelli in quella direzione. Penso spesso che ogni genere abbia il suo prog; ammetto che nel caso della trap non ho la più pallida idea di quale potrà mai essere, però attendo con curiosità, sai mai che col prog metal stile Dream Theater sarà la prima deriva di quel tipo a farmi venire il voltastomaco.


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#44 solaris

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Inviato 12 marzo 2021 - 16:10

smongolare


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dallo stesso forum di snegreggiare

Come Non Buttare Il Bambino Progressista Con L'acqua Sporca Woke


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#45 Legolas

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Inviato 12 marzo 2021 - 18:39

Comunque un altro segnale di declino inesorabile, è dato dagli artisti che nel corso degli anni 2010 si sono messi a fare altro,

Basta pensare ai già citati Coldplay e Killers, ma anche OneRepublic, Imagine Dragons, The Veronicas, Pink, Lenny Kravitz, anche i Thirty Seconds To Mars con Rescue Me hanno strizzato l'occhio alle chart, per non parlare di Hayley Williams dei Paramore, partita come stellina emo-rock e finita a fare roba come questa

 


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#46 wago

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Inviato 12 marzo 2021 - 18:41

Ma perché i Killers "fare altro"? Sono sempre stati in bilico tra pop rock e influssi dance. L'ultimo disco è bellissimo, ma pienamente in linea collo stile che bene o male han sempre mantenuto.


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#47 Tom

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Inviato 12 marzo 2021 - 20:03

Il mio messaggio precedente era abbastanza neutrale ma in realtà anche io provo delle forti idiosincrasie nei confronti dell'autotune (veramente poco sensuale) e della pressoché totale assenza di dinamiche armonico-melodiche. Insomma non nascondo di essere un po' preoccupato per questa deriva nichilista della popular music, in questo senso sì sono d'accordo con wago nel paragonare la trap al punk. Epperò persino nel punk vi era comunque melodia e armonia, 3 power chord ok, ma comunque rimaneva il fondamento della musica occidentale (moderna) ossia dominante -> tonica (o l'abile evitamento di tale dinamica).

 

Beh, credo di scoprire l'acqua calda notando che la tabula rasa che fa di tutto e il grado zero musicale (vero o presunto) di cui fa sfoggio siano proprio parte integrante del fascino che la trap esercita su moltissimi.

 

E qui si potrebbe tornare al discorso, fatto altre volte, su come la massa di materiale e Storia che lo streaming e lo scarico mettono a disposizione in modo diretto e istantaneo invece di far scattare la curiosita' faccia probabilmente scattare un senso di frustrazione e di rifiuto in molti. Da li' forse il bisogno di un genere che non ha bisogno di premesse e in maniera nichilista, come dici tu, neanche promette sviluppi.

 

Immagino possa essere uno degli altri motivi per cui il rock tira ancora in oriente, dove verso il genere hanno un approccio molto meno reverente e storicizzato, probabilmente anche meno intellettuale (o pseudo-tale). 

 

Tra l'altro il carattere ''punk'' della trap incuriosisce anche me. Ma, azzardando un giudizio da vecchio babbione, per quel poco che sento tramite il nipotame, mi sembra musica totalmente regressiva. Con ad esempio il rifiuto della metafora e di qualsiasi altra cosa non sia un discorso diretto e in primissima persona. (Metto in conto comunque che le radio trasmettano solo il peggio e che possano essere i miei nipoti che ascoltano solo la trap di merda.)


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#48 Legolas

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Inviato 12 marzo 2021 - 20:15

Ma perché i Killers "fare altro"? Sono sempre stati in bilico tra pop rock e influssi dance. L'ultimo disco è bellissimo, ma pienamente in linea collo stile che bene o male han sempre mantenuto.

 

Vero solo in parte.

A partire da Days & Age nel 2009 la quota rock è scesa anche nella loro musica, l'ultimo album è totalmente diverso da Hot Fuss o da Sam's Town, pezzi come All these things that I've done oppure When you were young non li scriveranno più

I Killers degli anni 2010 hanno abbassato drasticamente la quota rock ed alzato altrettanto drasticamente la quota elettro-pop (presente già agli esordi ma non in modo così debordante)


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#49 wago

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Inviato 12 marzo 2021 - 20:27

[OT per Legolas sui Killers] Forse è vero, infatti pur amando tutti i singoloni della band ho sempre trovato i loro album iniziali una ribollita zeppa di pezzettini rock insulsi. Il bello dell'ultimo è proprio l'abbracciare uno stile coerente, comunque molto merregano stile Springsteen (che poi manco mi piace a me, sprinstin) ma in linea colla cifra stilistica sia di pezzi ipercelebri come "Human", "Mr. Brightside", "Somebody Told Me", sia con quella di altri singoli che a me piacciono un sacco come "Runaways" e "Miss Atomic Bomb". Io comunque continuo a considerarli una band rock, magari non and roll come poteva apparire in qualche episodio di "Hot Fuss", ma meglio così (comunque sia a me piacciono di più ma al pubblico di meno, quindi mi sa che se han deliberatamente cambiato stile cercando maggior consenso non è che gli sia andata benissimo).


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#50 Mami_Tomoe

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Inviato 13 marzo 2021 - 17:13

Insomma, la trap è vissuta un po' come un figliastro "punk" dell'hip hop, un filone in cui non ci sono skill tecniche da padroneggiare per dimostrare di essere validi. È anche questo, oltre all'indubbio fattore novità forse ora meno valido di qualche anno fa, che fa apparire come molto più accessibile la curva di apprendimento del genere, attirando i pischelli in quella direzione.

questa considerazione  mi sembra molto illuminata o forse semplicemente mi piace, perchè giustifica ancora maggiormente la mia avversione verso questo genere.


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