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#101 Dark Mavis

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Inviato 27 marzo 2021 - 10:57

Figata. Ingrandendo la foto ad alta risoluzione a destra del Prophet 10 (credo) c’è uno scatolotto che sembra tipo una drum machine (o la prospettiva lo fa sembrare più piccolo e inganna)


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#102 wago

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Inviato 27 marzo 2021 - 11:38

Figata. Ingrandendo la foto ad alta risoluzione a destra del Prophet 10 (credo) c’è uno scatolotto che sembra tipo una drum machine (o la prospettiva lo fa sembrare più piccolo e inganna)

 

Hai ragione, non ci avevo pensato: davo per scontato dovesse essere una qualche rack unit e avevo rinunciato di default a capire che fosse.

Invece è abbastanza chiaro che è una Linn LM-1, la prima in assoluto a usare campioni di strumenti "veri", ma anche uno strumento raro che fu di fatto un "modello di prova" per la successiva e assai più diffusa LinnDrum (1982). La stima è che ne siano state prodotte solo 500 unità, possedute perlopiù da grossi nomi (tra cui senz'altro gli Asia).

 

Linn_LM-1_Drum_Computer.jpg


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#103 dick laurent

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Inviato 27 marzo 2021 - 17:05

(Trivia tamarro)

Pare che il record certificato di tastiere utilizzate in un concerto sia stato detenuto da Geoff Downes degli Asia, che nel live a Budokan dell'82 ne aveva 28 montate su un apposito soppalco.

 

813cb835d54ee68bdf192d969d503229.jpg

 

[qui] a risoluzione più alta

 

Asia.jpg

 

Non le riconosco tutte, ma al centro ci sono certamente un Fairlight CMI sopra a due Minimoog. Sotto penso ci stiano due Clavinet bianchi e un Polymoog mezzo nascosto di cui si riconosce il pannello dei comandi. Sempre al centro, sotto a tutto c'è un Mellotron. Ancora al "piano terra", direi che tutto a destra c'è un Hammond e leggermente più a sinistra un Rhodes, sopra al quale penso ci siano un Solina String Ensemble (che si sente nell'assolo del concerto) e un Prophet-10. Più a sinistra ci stanno un pianoforte Yamaha con sopra (se capisco bene) un Hammond tipo spinetta e un Prophet-5. La roba più a sinistra di tutte, inquadrata di lato, non ho idea di che sia. Forse una Yamaha CS-80.

Mi sa che uno di sti giorni mi vedo il concerto completo che oltre che essere un bel sentire (gli Asia dei primi dischi mi piacciono un sacco) può anche alimentare ulteriormente la mia compulsione riconoscitiva :D Ho dato una scorsa e senza il minimo pudore Downes se ne esce a un certo punto con un Remote Prophet e a un altro con un Moog Liberation  asd

 

capisco averli per lo studio, ma portarsi dietro tutta quella roba dev'essere un incubo. Poi alcuni di quegli strumenti oltre che pesanti e ingombranti sono pure delicatissimi (il Rhodes perlomeno di sicuro).


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#104 dick laurent

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Inviato 27 marzo 2021 - 17:08

 

Figata. Ingrandendo la foto ad alta risoluzione a destra del Prophet 10 (credo) c’è uno scatolotto che sembra tipo una drum machine (o la prospettiva lo fa sembrare più piccolo e inganna)

 

Hai ragione, non ci avevo pensato: davo per scontato dovesse essere una qualche rack unit e avevo rinunciato di default a capire che fosse.

Invece è abbastanza chiaro che è una Linn LM-1, la prima in assoluto a usare campioni di strumenti "veri", ma anche uno strumento raro che fu di fatto un "modello di prova" per la successiva e assai più diffusa LinnDrum (1982). La stima è che ne siano state prodotte solo 500 unità, possedute perlopiù da grossi nomi (tra cui senz'altro gli Asia).

 

Linn_LM-1_Drum_Computer.jpg

 

 

programmata da David Garibaldi, il batterista dei Tower of Power. Lo so perchè quando ero andato in fissa col groove intricatissimo di 7779311 di Prince che avevo messo nel topic dei ritmi complessi avevo scoperto che era stato lui a programmarlo.


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#105 dick laurent

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Inviato 27 marzo 2021 - 17:19

intanto butto lì sto video sul Seaboard che merita davvero. Spesso nei demo becco gente che suonicchia, questo davvero mostra come suona quando c'è uno che sa suonare. Italiano tra l'altro (o italoqualcosa): Marco Parisi.

 

 

e un paio di video sull'Osmose che forse ne mostrano meglio le potenzialità 

 

 

 

https://www.youtube....h?v=-hY1lhf9BNU

]in quest'ultimo ci sono vari musicisti che lo suonano per fare cose parecchio diverse


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#106 wago

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Inviato 27 marzo 2021 - 18:58

Oddio il primo lo trovo proprio una noia mortale, classic sboronate a caso senza senso né emozione che se fossero suonate con un qualunque altro strumento staccherei dopo un minuto (con questo ho retto due :D). Più che altro mi hai tratto in inganno: mi aspettavo un uso artistico, che è poi quello che mi chiedo se al momento esista, e invece direi che il video si ferma a livello "prova tecnica di alto bordo".

Voglio dire, se lo scopo è quello di emulare un contrabbasso perché sei alla sagra paesana e non puoi portarti dietro il contrabbassista ok, ma non direi che questo apra chissà quali nuove possibilità espressive (come invece penso sto genere di strumenti, almeno in potenza, faccia).
 

Alla fine tendono ad affascinarmi più i video-spiegoni con esempi molto circoscritti, tipo il secondo, che almeno non han pretese musicali ma rendono chiare le possibilità (in attesa che qualcuno le usi per farci qualcosa di creativo).
L'ultimo video l'avevo visto, quello lo trovo molto intrigante (più che altro perché si sentono delle session che nonostante siano frammentelli improvvisati hanno un capo e una coda nonché una qualche volontà espressivo/creativa, che nel primo mi pare assente).

 

 

 


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#107 dick laurent

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Inviato 27 marzo 2021 - 19:48

Oddio il primo lo trovo proprio una noia mortale, classic sboronate a caso senza senso né emozione che se fossero suonate con un qualunque altro strumento staccherei dopo un minuto (con questo ho retto due :D). Più che altro mi hai tratto in inganno: mi aspettavo un uso artistico, che è poi quello che mi chiedo se al momento esista, e invece direi che il video si ferma a livello "prova tecnica di alto bordo".

 

 

quello che dici lo capisco benissimo, alla fine si, l'imitazione di altri strumenti è probabilmente un uso banale del synth. Mi colpisce (probabilmente perchè come ho detto finora non avevo visto un virtuoso di questo tipo di controller, che ho scoperto si chiamano MPE) però l'espressività dello strumento, soprattutto sotto le dita di uno che sa suonare molto. E tutto sommato anche il realismo di quel contrabbasso e il fatto che comunque permetta di fare cose che un contrabbasso normale non potrebbe fare, che anche quello dal punto di vista musicale lo trovo interessante. Alla fine lo valuto più come controller che come synth se vuoi.


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#108 wago

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Inviato 27 marzo 2021 - 23:30

Ad esempio mi piacerebbe sapere cosa tirerebbe fuori da un gingillo come quelli uno come Cory Henry degli Snarky Puppy, dato quel che riesce a combinare con una coppia di "banali" (ammesso di averci quel po' di k da spenderci) Kronos+KingKORG. Sarà che nel video lì dell'Osmose c'è Bill Laurance e m'è partito il collegamento mentale ma penso davvero che sarebbe una band che potrebbe farci cose mirabili.

Sempre parlando di controller particolari, ci sta Andrew Claes degli STUFF. che ormai suona di fisso con l'EWI ("electronic wind instrument"), un trabiccolo "a fiato" diteggiato a scelta come un sax, un oboe o un flauto e sviluppato fin dagli anni Settanta.
L'ho visto dal vivo a Londra e m'ha abbastanza spiazzato: non lo conoscevo affatto come strumento serio (ricordo qualche baracchino simile nel cestone delle offerte della Città Mercato anni fa, ma l'avevo preso come un giocattolo) ma ho poi letto che è stato utilizzato con devozione e continuità, fra gli altri, anche da Michael Brecker degli Steps Ahead (lo si sente anche in The Rhythm of the Saints di Paul Simon), da Takeshi Itoh e Masato Honda dei T-Square e, in tempi più recenti, da Jørgen Munkeby degli Shining/Jaga Jazzist e Wenzl McGowen dei Moon Hooch.
Da non so ben che momento degli anni Ottanta lo produce la AKAI, che inizialmente lo vendeva con un synth analogico annesso (l'EWI-2000) ma rapidamente è passata al midi. Ora come ora il modello base lo si porta a casa con 300 carte.



Di in qualche modo imparentato c'è anche l'eigenharp che è anche più ibrido e versatile: oltre alla bocchetta a fiato ha una tastiera suonabile anche in tapping e sensibile alla velocità, nonché un ribbon (ma forse è anche più "sperimentale" e dunque meno diffuso):



Qua, qua e qua la solita gente dell'internet che ci fa le cover acchiappaclic.
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#109 dick laurent

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Inviato 28 marzo 2021 - 09:46

piccola parentesi, quel video degli Snarky Puppy l'ho visto varie volte ma solo adesso ho realizzato che tutto il pubblico indossa delle cuffie, che è una cosa che non avevo mai visto, chissà se è una cosa diffusa ma non è male come idea (visto che un sacco di live si sentono di merda). L'EWI lo conoscevo, ricordo che anche Steve Roach l'ha utilizzato fin dagli anni ottanta. Chissà se il prezzo è sceso negli anni, visto il costo ci ho anche fatto un pensierino nonostante la mia totale ignoranza degli strumenti a fiato, a parte quell'orribile recorder di plastica che ci fecero suonare alle scuole medie.

Intanto dopo aver finito quella storia della polifonia dello stesso tipo stavo guardando i suoi video sul recentissimo Arturia Polybrute, di cui vedo che anche in altri posti si parla strabene. Sostanzialmente un synth analogico (non so se totalmente analogico) che imita benissimo il suono analogico dei sintetizzatori anni settanta ma con tutta una lunghissima serie di cose che i vecchi strumenti non potevano fare. Comunque è interessante perchè spiega molto bene come l'instabilità degli oscillatori e anche il fatto che gli strumenti non riuscissero a essere perfettamente intonati sia sostanzialmente quello che dava carattere a quel suono rispetto ai digitali, precisissimi e con potenzialità molto maggiori per certi versi ma considerati da molti come glaciali. Che apre a tutta una serie di possibili riflessioni di psicoacustica, roba di cui non so praticamente quasi nulla ma insomma, molti appassionati (e non sto assolutamente dicendo che siano dei fessi) preferiscono l'analogico proprio per quelle imperfezioni che poi vengono ricreate ad hoc su uno strumento come il Polybrute.

 

https://www.youtube....h?v=bmE5nZKxcxI

https://www.youtube....h?v=asxQwH_o_-U


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#110 dick laurent

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Inviato 28 marzo 2021 - 09:49

e visto che ci sono, butto lì un altro sito con roba interessante:

http://120years.net/...d-bode-germany/

 

che mi fa scoprire che ci sono antenati  persino del Thellarmonium e del telegrafo musicale come il Denis D'Or che risalirebbe addirittura alla metà del millesettecento

http://120years.net/1748-denis-dor/


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#111 wago

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Inviato 28 marzo 2021 - 09:52

Bellissimo il Polybrute, ma anche il Minibrute (monofonico analogico), ma anche il Microfreak (parafonico ibrido — wavetable con filtri analog). Quest'ultimo non ha un prezzo inavvicinabile (260 €) ma va anche ammesso che, per quanto figo, è un giocattolone: sta in una classe assai diversa da quello che mostri nel tuo post.

 

ps. sì il sito che citi lo sto saccheggiando il questi giorni; purtroppo si ferma proprio a ridosso del 1980 ma per tutto ciò che viene prima è una miniera


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#112 wago

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Inviato 28 marzo 2021 - 10:21

Così, senza neanche commento:

 


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#113 dick laurent

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Inviato 28 marzo 2021 - 10:32

fantastico, ma il controllo ladies/gents che usa alla fine che farebbe di preciso?  :D


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#114 Dark Mavis

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Inviato 28 marzo 2021 - 10:33

Ho visto qualche video del Moog One, fighissimo. È come avere tre synth in uno, a 16 o 8 voci, ci fai di tutto e costerà come un’utilitaria.


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#115 dick laurent

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Inviato 28 marzo 2021 - 10:38

Ho visto qualche video del Moog One, fighissimo. È come avere tre synth in uno, a 16 o 8 voci, ci fai di tutto e costerà come un’utilitaria.

 

 

ne vorrei uno anche solo per l'estetica


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#116 wago

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Inviato 29 marzo 2021 - 13:47

Sto ascoltando Beauty in the Beast di Wendy Carlos, che dick suggeriva qualche pagina fa. Sono abbastanza sbalordito: al di là dell'ardimento, della varietà e della particolarità della musica, trovo sconvolgente che si tratti davvero soltanto di suoni di sintesi, senza nemmeno campionamenti. Moltissimi timbri paiono totalmente acustici.

Ma gli strumenti coinvolti quali erano?


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#117 dick laurent

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Inviato 29 marzo 2021 - 16:54

sai che l'avevo letto, tra l'altro abbastanza di recente, ma non mi ricordavo?

Su Metafilter nominano il DK Synergy (del 1982) e il nostrano Crumar GDS (del 1979):

 

"Beauty in the beast was made possible by the Crumar GDS and DK Synergy synthesizers, which were additive digital "synthesizers with immense potential locked behind horrendous human interfaces, but they were some of the first that allowed for breaking out of equal temperament. The later Kurzweil machines, like the 150 and the K2000 series, had great tuning setups, which Wendy used for Switched on Bach 2000, another worthy album of Bach interpretations, but rendered in lush just intonation and other tuning arrangements.

 

PP_ENERGY_INSPIRATION_MACHINE.jpg

 

crumar-gds.jpg

 

Adesso penso che il cambio dell'intonazione non sia così una caratteristica così rara per sintetizzatori e piano digitali (idea basata puramente sul fatto di averlo visto in un video di Adam Neely dove smontava quella stronzata dei 432hz come frequenza più naturale).

 

 

 

(sto buttando dentro letteralmente due video a caso, non li ho ancora guardati neppure io)


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#118 wago

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Inviato 29 marzo 2021 - 17:40

Ecco, a riprova della mia ignoranza non sapevo che esistessero in quell'epoca sintetizzatori additivi che non fossero anche campionatori.

Grazie mille delle indicazioni comunque, e pure della dritta sul disco che mi sta piacendo un sacco.


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#119 Dark Mavis

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Inviato 29 marzo 2021 - 20:15

davo1header-YjoIpeaqiBOB385tbY0U.dmFZ90r

 

C'è un po' di Italia nei synth anche con il Davolisint, rilasciato nel 1972, (il Crumar lo scopro ora) per quel che ne so usato dal buon Dave Sinclair in For Girls who grow plump in the night dei Caravan.


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#120 dick laurent

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Inviato 29 marzo 2021 - 20:31

Crumar da quel che ho capito per buona parte degli anni settanta era considerata un po' sinomimo di strumentacci a basso costo, poi hanno cominciato a tirar fuori idee innovative e strumenti validissimi e al contrario degli inizi, molto esclusivi e curati (e costosi).

Qui un articolo a riguardo:

https://reverb.com/n...ar-synthesizers

 

 

 

Da poco vedevo qualcosa sul Crumar 7, piano elettrico fatto per simulare Rhodes, Wurli, Clavinet e varie ed eventuali che è molto bello, anche se più fatto apposta per far brillare nostalgici degli anni settanta che per creare qualcosa di nuovo. Basta guardarlo per capire.


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#121 wago

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Inviato 01 aprile 2021 - 08:56

Complice la notte insonne post-vaccino ho iniziato a guardare "I Dream of Wires", documentario irlandese del 2014 sulla storia dei synth modulari (e non solo, in realtà) che avevo lì da eoni. In realtà mi son reso conto strada facendo che la versione che ho (facilmente scaricabile da slsk) è il montaggio "hardcore", che invece di durare un'ora e qualcosina ne dura quattro, dunque non ho finito. In compenso posso dire che l'ora e rotti che ho sentito finora meritava appieno: tra interviste, spiegazioni riguardo alle peculiarità di questa o quell'altra macchina, suonicchi improvvisati lipperlì che fanno sentire il "sound" dei diversi modelli, non c'è da annoiarsi se uno ha l'interesse.

Oltre a raccontare i tempi pionieristici (si mostra anche il Sackbut, per dire) e andare piuttosto nel profondo sulla distinzione di approccio tra East Coast e West Coast (con interviste a praticamente tutti quelli ancora in vita del giro di Morton Subotnick), vengono discusse con cura le questioni economiche, tecniche e di costume che identificarono le diverse fasi della lunga storia del synth modulare, non fermandosi a fine anni Settanta ma proseguendo nei cicli di "riscoperta" successivi.
La sezione che non ho ancora visto pare sia dedicata soprattutto al recupero e al mantenimento dei vecchi modelli da parte di collezionisti (sia fra gli artisti che no) di vecchi modelli. Mi aspetto che sia meno interessante ma senz'altro ci provo.

Qua il trailer:

 

 

Insomma non mi ritrovo col primo commento che mi esce su IMDb  asd :

 

 

Tedious and awful. Almost unwatchably boring. A bunch of old guys relishing the old days with very little to say. Visually it is 1.5 hours of still pictures of knobs, wires, and racks of electronic equipment cut with 70 year old men talking. 

 


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#122 dick laurent

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Inviato 01 aprile 2021 - 17:48

Bella segnalazione, mi sa che me lo scarico pure io.


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#123 wago

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Inviato 01 aprile 2021 - 17:54

Un aspetto su cui ho riflettuto dopo il messaggio è il taglio chiaramente anti-classico della ricostruzione, che menziona Wendy Carlos pressoché solo per dirne male (riconoscendone a denti stretti il ruolo fondamentale per l'affermazione dello strumento) e dedica a tutte le formazioni dell'era prog/classic rock messe assieme (principalmente ELP) meno del tempo occupato dalle interviste ai britannici Node ("Berlin School" novantiana). L'idea che emerge è che Carlos e i suoi "prosecutori prog" (la continuità ce la metto io, e volendo è un po' forzata) abbiano banalizzato la libertà del synth, il primo canonizzandone un sound e riconducendolo al "già visto, già fatto", i secondi limitandosi a usare i quasi-preset del Minimoog per scimmiottare i compositori barocchi e romantici in chiave kitsch-rock. Fatta la tara a questa impostazione che ovviamente non riscontra il mio consenso, resta un'ottima panoramica sia per il periodo sessantiano che (in modo meno preponderante) per l'era synth pop/industrial.


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#124 Gozer

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Inviato 01 aprile 2021 - 18:08

Vabè, da quest'ultimo messaggio ho capito che se lo guardassi mi verrebbe l'acido di stomaco, quindi passo. asd


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7 ottobre 2020, il più grande esperto di tennis del forum su Sinner al Roland Garros:

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#125 dick laurent

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Inviato 01 aprile 2021 - 18:12

Un aspetto su cui ho riflettuto dopo il messaggio è il taglio chiaramente anti-classico della ricostruzione, che menziona Wendy Carlos pressoché solo per dirne male (riconoscendone a denti stretti il ruolo fondamentale per l'affermazione dello strumento) e dedica a tutte le formazioni dell'era prog/classic rock messe assieme (principalmente ELP) meno del tempo occupato dalle interviste ai britannici Node ("Berlin School" novantiana). L'idea che emerge è che Carlos e i suoi "prosecutori prog" (la continuità ce la metto io, e volendo è un po' forzata) abbiano banalizzato la libertà del synth, il primo canonizzandone un sound e riconducendolo al "già visto, già fatto", i secondi limitandosi a usare i quasi-preset del Minimoog per scimmiottare i compositori barocchi e romantici in chiave kitsch-rock. Fatta la tara a questa impostazione che ovviamente non riscontra il mio consenso, resta un'ottima panoramica sia per il periodo sessantiano che (in modo meno preponderante) per l'era synth pop/industrial.

 

Immagino che il riferimento a Carlos sia soprattutto al primo Switched on Bach che ha popolarizzato quell'approccio. Se ho capito bene è più o meno la stessa visione che sembra emergere alla conclusione di quella History of polyphony che avevo linkato, e ho visto che è un pensiero condiviso da parecchi quello per cui la tastiera da pianoforte come interfaccia sia un approccio limitante. O forse più che la tastiera, per alcuni addirittura l'idea stessa di armonia e polifonia. Se è quello che dici, non condivido neppure io. Sarà la mia adorazione per quel che è possibile fare con gli accordi, sarà anche che per la musica sono da sempre un per un'idea di progresso inclusivo più che per una rivoluzione che fa tabula rasa di tutto quanto viene prima, ma non capisco perchè uno non possa avere una cosa e l'altra anzichè dover per forza dire che il futuro passa per forza e solo da un elettronica astratta, e lo dico al di là di qualsiasi considerazione commerciale, che chiaramente senza quel disco di Carlos, il prog/synth pop eccetera molti sintetizzatori non sarebbero manco stati prodotti e la cosa sarebbe rimasta una nicchia per pochi accademici.


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#126 wago

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Inviato 01 aprile 2021 - 18:20

Comunque l'opinione che ho indicato sopra è un'inferenza mia letta fra le righe, non è che nel filmato dicano mai esplicitamente "prog merda" o non riconoscano l'importanza del lavoro fatto da Carlos con Switched-on Bach (che sì, è l'unico disco citato — ma posso anche capire che dovendone scegliere uno si indichi quello). Semplicemente se uno valuta i tempi dedicati agli artisti, le interviste scelte ecc, un'idea se la fa. Intervisti Gary Numan, John Foxx, Daniel Miller/The Normal, Chris Carter, Vince Clarke (tutta gente che c'è anche in Synth Britannia, qui con un taglio spesso più tecnico però): sacrosanto, però neanche un proggarolo di serie A B o Z, in qualche modo andrà interpretata come selezione.


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#127 dick laurent

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Inviato 01 aprile 2021 - 18:23

tra l'altro ho visto che nel documentario c'è Deadmau, da poco vedevo la sua collezione/strumentazione, una roba pazzesca

 

deadmau5-studio-e1463015539777.png

 

screen-shot-2016-05-10-at-91807-ampng.pn


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#128 dick laurent

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Inviato 01 aprile 2021 - 18:29

Comunque l'opinione che ho indicato sopra è un'inferenza mia letta fra le righe, non è che nel filmato dicano mai esplicitamente "prog merda" o non riconoscano l'importanza del lavoro fatto da Carlos con Switched-on Bach (che sì, è l'unico disco citato — ma posso anche capire che dovendone scegliere uno si indichi quello). Semplicemente se uno valuta i tempi dedicati agli artisti, le interviste scelte ecc, un'idea se la fa. Intervisti Gary Numan, John Foxx, Daniel Miller/The Normal, Chris Carter, Vince Clarke (tutta gente che c'è anche in Synth Britannia, qui con un taglio spesso più tecnico però): sacrosanto, però neanche un proggarolo di serie A B o Z, in qualche modo andrà interpretata come selezione.

 

mi chiedo se non ci sia dietro magari anche un possibile rimpianto per possibili sviluppi dei sintetizzatori che non si sono avverati perchè semplicemente i musicisti di successo cercavano un certo tipo di cose più tradizionali (la tastiera, la polifonia anche se limitata a livello di suoni, la simulazione dei suoni dell'orchestra, i preset) e quindi poi certe idee innovative non avevano seguito.   


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#129 wago

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Inviato 01 aprile 2021 - 19:10

Beh, quel che si evince sia dal documentario sia da Analog Days è per esempio che a Buchla e soci di diventare una vera e propria "azienda", producendo in serie gli strumenti pensati per usi senza tastiera, era una cosa che non interessava affatto.
Da entrambe le ricostruzioni emerge in modo nitido anche come l'introduzione del Minimoog fu una risposta a quanto rilevato dai collaboratori di Moog, "operatori di Moog modulare" che giravano tra i vari studi per settare le macchine in modo da ottenere i suoni desiderati da artisti e produttori: la stragrande maggioranza di chi li chiamava non voleva sperimentare timbri nuovi, ma avere "quel suono lì che c'è nel pezzo X di Y".

Nel documentario si parla diffusamente anche del Synthi 100, macchina prodotta in soli trenta esemplari a partire dal 1974.
9e504f88-a164-4ec8-94a7-dde56f55a870_gra

Si tratta di un dispositivo dall'interfaccia singolare, privo di tastiera, in cui ai patch cable è sostituita una elegante "matrice" in cui infilare pin un po' a mo' di battaglia navale (se metti un pin all'incrocio tra la riga NOISE e quella LFO FREQ — invento — significa che manderai l'output del generatore di rumore a controllare la frequenza dell'LFO). Il costo, tradotto in termini odierni, era superiore ai 100mila euro, e spesso anche chi lo acquistò lo utilizzò poco perché pare che, nonostante l'intuizione molto acuta, avesse una curva di apprendimento micidiale e anche una volta compreso il meccanismo cavarne fuori dei temi sensati era un'impresa.
Wikipedia ha una lista di utilizzatori ricorrenti e non credo sia un caso che tra questi figurano diverse formazioni industrial (storiche ma anche recenti).

Insomma, tastiera brutta e cattiva o meno, quello era ciò che non solo il mercato ma oserei dire anche la cultura e la società potevano recepire. A mio modo di vedere non c'è nessuna congiura in atto se musicisti, discografici e pubblico si orientano più facilmente su utilizzi melodici e in continuità con la loro formazione musicale. Non credo esista un universo parallelo in cui Moog muore in auto nel 1963 e le interfacce senza tastiera si impossessano del mainstream musicale per tutti gli anni 70-80: magari con qualche anno di ritardo e un tot di dischi epocali in meno, ci avrebbero pensato i signori ARP (Alan Robert Perelman), Roland/Ikutaro Kakehashi o chi per loro a fare la "rivoluzione conservatrice" che avrebbe permesso al sintetizzatore a tastiera di cambiare la storia della musica pop e non solo.
Peraltro, il saccheggio creativo della musica classica in ambito pop era un fenomeno già avviato quando prima il Moog modulare e poi il Minimoog iniziarono a diffondersi. Eleanor Rigby è arrangiata per ottetto d'archi, mica per synth. E nei Nice a dominare sono l'Hammond e altre tastiere, non il Moog che Emerson manco aveva ancora.


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Inviato 01 aprile 2021 - 22:14

Ma infatti, il prog che rallenterebbe lo sviluppo della musica elettronica è da sbellicarsi: le ha dato invece un bello spintone.

Poi basta ascoltare qualsiasi disco degli ELP per constatare che è pieno zeppo di rumorismi e di sperimentazione timbrica. Moog mandava personalmente a Emerson nuovi modelli da sperimentare nei suoi dischi.

Volevo vedere se non era per Keith dove andavano a parare i "grandi sperimentatori", venuti tutti rigorosamente dopo ovviamente.

Mi viene da dire che Emerson è stato l'uovo di Colombo della musica elettronica: ci vuole poco a dire che una cosa sia semplice, dopo che qualcuno ti ha mostrato come si fa.


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Inviato 01 aprile 2021 - 22:59

Complice la notte insonne post-vaccino ho iniziato a guardare "I Dream of Wires", documentario irlandese del 2014 sulla storia dei synth modulari (e non solo, in realtà) che avevo lì da eoni. In realtà mi son reso conto strada facendo che la versione che ho (facilmente scaricabile da slsk) è il montaggio "hardcore", che invece di durare un'ora e qualcosina ne dura quattro, dunque non ho finito. In compenso posso dire che l'ora e rotti che ho sentito finora meritava appieno: tra interviste, spiegazioni riguardo alle peculiarità di questa o quell'altra macchina, suonicchi improvvisati lipperlì che fanno sentire il "sound" dei diversi modelli, non c'è da annoiarsi se uno ha l'interesse.
Oltre a raccontare i tempi pionieristici (si mostra anche il Sackbut, per dire) e andare piuttosto nel profondo sulla distinzione di approccio tra East Coast e West Coast (con interviste a praticamente tutti quelli ancora in vita del giro di Morton Subotnick), vengono discusse con cura le questioni economiche, tecniche e di costume che identificarono le diverse fasi della lunga storia del synth modulare, non fermandosi a fine anni Settanta ma proseguendo nei cicli di "riscoperta" successivi.
La sezione che non ho ancora visto pare sia dedicata soprattutto al recupero e al mantenimento dei vecchi modelli da parte di collezionisti (sia fra gli artisti che no) di vecchi modelli. Mi aspetto che sia meno interessante ma senz'altro ci provo.
Qua il trailer:
 

 
Insomma non mi ritrovo col primo commento che mi esce su IMDb  asd :

 
 
Tedious and awful. Almost unwatchably boring. A bunch of old guys relishing the old days with very little to say. Visually it is 1.5 hours of still pictures of knobs, wires, and racks of electronic equipment cut with 70 year old men talking.


Sui synth modulari mi pare ci sia una scena sotterranea con cui è abbastanza infognato un mio amico, gira il nome modbap:
https://youtu.be/k0XgTSK0KTQ
https://youtu.be/o09_OQbyNoU
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#132 DeadManDriver

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Inviato 02 aprile 2021 - 01:34

Che noia però:capisco che qua su ondarock il gusto imperante è di diretta discendenza dalla canzone pop,ma vedere metri cubi di synth usati per pseudo visioni lounge con la pulsazione in 4/4 mi fa scendere le palle(mi viene da dire "tanto rumore per nulla")

Leggendo la descrizione di Wago sul video,che non ho ancora visto,immagino gia'che sarei d'accordo con quelle conclusioni.
Tanta potenzialità ma asservita alla facile canzoncina.
"limitandosi a usare i quasi-preset del Minimoog per scimmiottare i compositori barocchi e romantici in chiave kitsch-rock". Rimpiango la marzialita di oxygene a moment
i

Dai cazzo datemi della musica con immaginazione!!
A questo punto mi accontento di Giorgia Angiuli, almeno è simpatica.

https://youtu.be/bzYooJYzbiM
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#133 wago

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Inviato 02 aprile 2021 - 05:53

Mi sa che per gli autori del video anche Oxygene rientra in quota robaccia, non ne parlano mica. C'è giusto una citazione estemporanea ai Tangerine Dream, mi sa da parte di qualche artista intervistato che li indica come influenza.
Anche sugli ELP se non erro le uniche considerazioni positive vengono dagli artisti: Skinny Puppy (il cui fondatore cEvin Key racconta l'esperienza esaltante di un concerto degli ELP visto da ragazzo), John Foxx e se la memoria non mi inganna perfino Chris Carter (in termini quantomeno di "invidia" per la dotazione strumentale abbastanza inarrivabile).

Comunque mi pare che la lettura in chiave di "facile canzoncina" di un Brain Salad Surgery o delle atmosfere di Wind and Wuthering o del sound deragliante di Carouselambra sia alquanto riduttiva e ingenerosa. Ma si potrebbe andare avanti tutta la giornata, magari allargando la lista agli utilizzi all'ambito jazz/fusion (che deve accontentarsi di un riferimento en passant a Herbie Hancock, sempre da parte di un artista) o ai guru del synth da Jarre a Vangelis, anche loro del tutto assenti dalla narrazione.

Di base ciò che non regge è la logica della selezione: uno sguardo che prediliga gli usi avanguardistici e fuori dal canone armonico classico mi pare interessante, ma con che criterio si bolla l'uso prog del Minimoog come una sciagura mentre magicamente lo stesso strumento in mano agli artisti synth pop diventa una panacea? Non è che i riffazzi sintetici di Gary Numan fossero propriamente Stockhausen. E similmente, va bene che i Depeche Mode e Vince Clarke han fatto un uso creativo dei campionatori, ma non mi risulta questo sia stato nell'ambito dell'avanguardia atonale. Direi anzi che quegli anni Ottanta sono stati un ritorno alla forma-canzone, accompagnato da un non-allontanamento dall'impianto armonico "tradizionale" che in fin dei conti anche il prog ha molto raramente scalfito.
Volendo ci sarebbe da ridire anche sull'inquadramento geografico: ok che andare a intervistare gli artisti costa, ma giacché sono andati negli States e in Canada un saltino che so in Francia o in Germania potevano pure farlo. Pure dei Kraftwerk finisce che dicono due cose due (in una menzione da parte di Carl Craig).

Comunque sia, pare che ora punti a fare a fette il documentario e i suoi autori, accusandoli di lesa maestà; lo spirito invece vorrebbe essere riconoscere che, pur con una visione dei "capisaldi" artistici diversa da quella che avrei prediletto, si tratta di un lavoro molto interessante, ricchissimo di particolari storici, tecnologici e in qualche modo pure economici, che contribuisce a creare un quadro coerente (ancorché necessariamente lacunoso) dell'evoluzione dello strumento.


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#134 DeadManDriver

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Inviato 02 aprile 2021 - 10:15

Con canzoncina era più una mia invettiva contro l'uso,alla fine dei conti,come di un grosso pianoforte,e quindi sottoimpiegato.Sia nel jazz,nel rock,nel prog ecc ecc

A mio parere in quell'ambito tante potenzialità sono solo accennate.
Invero lo apprezzo di più in qualche soundtrack dove la musica deve asservire ad altre funzioni.
Forse ci vorrebbe uno strumentista svincolato dall'impostazione piano/keyboard,fatto sta che raramente trovo musica fuori dagli schemi che fa un uso massiccio delle potenzialità sonore di certe macchine.

Ma forse sono io che sogno troppo o troppo poco.



O Forse come dicevi è legato alla difficoltà operative e di apprendimento dei vari controlli.
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#135 Gozer

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Inviato 02 aprile 2021 - 11:03

Io mica ho capito esattamente con chi ce l'hai. asd


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Inviato 02 aprile 2021 - 11:10

Con canzoncina era più una mia invettiva contro l'uso,alla fine dei conti,come di un grosso pianoforte,e quindi sottoimpiegato.Sia nel jazz,nel rock,nel prog ecc ecc

A mio parere in quell'ambito tante potenzialità sono solo accennate.
Invero lo apprezzo di più in qualche soundtrack dove la musica deve asservire ad altre funzioni.
Forse ci vorrebbe uno strumentista svincolato dall'impostazione piano/keyboard,fatto sta che raramente trovo musica fuori dagli schemi che fa un uso massiccio delle potenzialità sonore di certe macchine.

Ma forse sono io che sogno troppo o troppo poco.


 

 

ma dai che di elettronica astratta* figa ce n'è quanta ne vuoi, e a dirla tutta precede pure l'uso delle tastiere. Capisco che il ridurre lo strumento all'uso dei preset possa non essere l'uso più immaginifico dello strumento (che comunque non vieta minimamente che si possa fare musica valida), ma alla fine la tastiera è un'interfaccia per il sintetizzatore come un'altra, e ogni interfaccia ha i suoi vantaggi e svantaggi. A me certi discorsi (poi oh, parlo su quello che dice Wago, devo ancora vederlo) ricordano un po' certe sparate radicali tipo Boulez che nel 1952 definiva USELESS qualsiasi musicista non facesse musica seriale o quei critici d'arte che dicevano che la pittura figurativa nel novecento non aveva più senso e tutti dovevano fare pittura astratta. 

 

 

*continuo a usare la definizione di "musica astratta" giusto perchè penso che sia comprensibile ma poi so benissimo che soprattutto per la musica abbia poco senso e fondamentalmente ha più a che fare con la minore familiarità che con il reale concetto di astrazione


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#137 wago

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Inviato 02 aprile 2021 - 12:02

Comunque a quei tempi cose interessanti forse nel senso che dici, con un approccio "senza tastiera", si realizzavano col VCS 3. Era in un certo senso il fratello minore del Synthi 100 (o forse maggiore, visto che è uscito 5 anni prima, già nel 1969, prima del Minimoog!). Rispetto al modulare Synthi era più limitato, ma ebbe enormemente più successo grazie alla portabilità, al prezzo accessibile e alla relativa facilità di utilizzo, soprattutto se utilizzato complementarmente a synth dalle migliori potenzialità melodiche come i vari Moog, ARP, ecc. Costava anche una cosa ragionevole (l'equivalente di 1700 euro attuali) e furono in tanti ad accaparrarselo.
Comunque uno volendo poteva attaccarci la tastiera (venduta come componente opzionale) e via. Un altro modo per farci cose abbastanza "normali" era collegarlo a un sequencer, e anche in questa chiave fu molto usato.

 

vcs-3.jpg

 

 

Anche lui aveva la pin matrix al posto della plugboard, qua una foto:

mc3basica-electroacc3bastica-juan-march.

 

Utilizzatore oggi ancora ricordato per le sue mattate fu Brian Eno, quando era nei Roxy Music. Ma lo si trova anche, spesso con scopi atmosferico/avvolgenti/stranianti, nei King Crimson, nei Pink Floyd, nei Kraftwek, nei Tangerine Dream, negli Heldon o per l'appunto in Oxygene... Vabbé l'elenco sarebbe molto lungo, e arriverebbe anche un po' più avanti nel tempo visto che a impiegarlo ci stanno pure Aphex Twin, i Chemical Brothers, i Portishead. Da noi ci diedero dentro abbastanza notoriamente gli Area e Battiato, ma in diverse cose sperimentaleggianti lo si trova, che ne so "Sonanze" di Cacciapaglia e mi sa anche nelle robe abbastanza folli di Pepe Maina.

 

Qui Pete Townshend spiega come combinò un organo elettronico e un VCS-3 per creare la celeberrima intro di "Won't Get Fooled Again":


Invece spesso si dice che "On the Run" dei Pink Floyd fosse primariamente VCS3 ma no, era il suo discendente Synthi AKS, con sequenziatore e tastiera virtuale. Qua lo si riconosce dai controlli:

 

 

Bonus in quota retroguardia ( asd) un video di "Marie Antoinette" dei Curved Air, in cui si vede inquadrata più volte la tastiera: 


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#138 wago

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Inviato 02 aprile 2021 - 12:57

Notare comunque come in molti di questi contesti (e soprattutto in quelli di un certo successo) il VCS 3 c'è, sì, ma ci stanno anche tastiere più convenzionali che reggono il gioco — spesso suonate da altri musicisti, con maggiore formazione tastieristica.

In Editions of You dei Roxy Music, per dire, Eno dà di matto ma il riff iniziale (poi replicato dal resto della band) lo tiene Bryan Ferry su un Electra Pianet:

 


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#139 DeadManDriver

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Inviato 02 aprile 2021 - 13:03

Musica astratta :-) fra Kandinsky e Picasso con un pizzico di Disney.




@Godzilla:non ce lo con nessuno in particolare,anzi con tutti:

tengo molto in considerazione le vostre discussioni e nomi che escono,pur ascoltando e suonando musica da oltre 40 anni moltissime cose me le sono perse e le ignoro.Pero poco oramai mi sorprende,perché molto è basato su concetti che io definisco "da canzone" cioè ritmo continuo e costante,riff,melodie(giammai con del cantato e testo amorosofruizione immediata).Che trovo un'occasione mancata per approfondire il discorso.Comunque era un pensiero da notte insonne,lassate perdere




Immagino il pensiero di Boulez,del buono e giusto ci deve pur essere in quel discorso.


Edit:on the run a parte(che adoro) trova perfettamente esempio in quello che ha postato Wago :roba interessante a contorno di song più o meno
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#140 dick laurent

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Inviato 02 aprile 2021 - 17:12

Musica astratta :-) fra Kandinsky e Picasso con un pizzico di Disney.
 

 

intendevo per fare un esempio tra mille roba del genere

 

https://www.youtube....h?v=ieGRPPIyDpc

 

ma comunque perchè il sintetizzatore dovrebbe essere usato solo per fare musica del genere e non una fighissima Editions of you come quella messa da Wago sopra? Voglio dire, perchè allora non fare lo stesso discorso per altri strumenti? Pure una chitarra classica la puoi usare per suonarci la roba più melodica o boh, questo

https://www.youtube....h?v=Nj0rUvcE5DM


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#141 DeadManDriver

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Inviato 02 aprile 2021 - 18:30

Certo certo,io sono anni che "combatto"per il mio strumento(batteria)portando esempi che vanno dal jazz,alla contemporanea,world,ambient ecc esempi di maggior libertà dagli schemi,ma il 99.9% dei miei colleghi si occupa di groove,drive,timing.....tutte cose al servizio di cose stereotipate(spessissimo).
Il synth per me ha un potere evocativo e soluzioni grandissime,ma che troppo spesso servono solo a colorare cose banali,sempre imho.

Con l'esempio della chitarra hai centrato il punto:personalmente vorrei più ricerca,interscambio di ruoli,sperimentazione.Ma siamo ad un rapporto del 99% di musica convenzionale contro un lumicino ancora acceso di chi ricerca
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#142 dick laurent

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Inviato 02 aprile 2021 - 19:32

Certo certo,io sono anni che "combatto"per il mio strumento(batteria)portando esempi che vanno dal jazz,alla contemporanea,world,ambient ecc esempi di maggior libertà dagli schemi,ma il 99.9% dei miei colleghi si occupa di groove,drive,timing.....tutte cose al servizio di cose stereotipate(spessissimo).
Il synth per me ha un potere evocativo e soluzioni grandissime,ma che troppo spesso servono solo a colorare cose banali,sempre imho.

Con l'esempio della chitarra hai centrato il punto:personalmente vorrei più ricerca,interscambio di ruoli,sperimentazione.Ma siamo ad un rapporto del 99% di musica convenzionale contro un lumicino ancora acceso di chi ricerca

 

Detto che capisco il tuo punto di vista e per vari versi lo condivido pure, alla fine il fatto che un synth o una chitarra o un qualsiasi altro strumento venga usato in modo creativo o comunque valido dipende più dal musicista che dallo strumento in sè. Ma pure dalla forma, voglio dire anche nella forma canzone è sempre perfettamente possibile fare cose creative e ricercate (o comunque bellissime) così come è possibile fare dello skronk più dozzinale e spacciarlo (dopo sessant'anni di free jazz) per avanguardia nel 2021.


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Inviato 02 aprile 2021 - 20:27

A me sembra naturale che, tra i musicisti che approcciano uno strumento alla ricerca di un approdo professionale o almeno di un qualche riscontro, la vasta maggioranza cerchi di muoversi su coordinate creative sì, ma che lascino almeno uno spiraglio per allacciare il rapporto coll'ascoltatore. Togli la melodia, togli il groove, togli la forma-canzone... Qualcosa vorrai lasciarlo? Nessun obbligo, per carità, ma è ovvio che la radicalità totale possa pagare solo raramente e in condizioni decisamente particolari.

 

Ciò posto, nel disperato tentativo di capire che cazzo di diamine di strumenti stia suonando Simonetti in questo filmato (che mi sa che è un playback: si vede un coso fare un suono prima da clavicembalo e poi da organo, e il ghirigoro di Minimoog provenire dal nulla), mi sono imbattuto in questo:

 

https://www.museodelsynth.org/

 

Purtroppo si è trattata, se ho ben capito, di un'iniziativa temporanea, apertasi nel 2018 e chiusasi nel 2019. Un'occasione interessante per valorizzare la filiera produttiva marchigiana che nel suo periodo di gloria era riuscita a comptere per posizioni importanti nel mercato internazionale con ditte come Farfisa, Logan, Crumar ecc.
Sarebbe bello esistesse almeno un catalogo fotografico della roba prodotta, con date e caratteristiche anche solo sommarie... Invece di certi marchi su internet si trovano solo inserzioni nel mercato dell'usato, con zero indicazioni e a volte anche zero immagini. Boh!

 

Sempre in associazione a ciò, mi è saltato fuori un gruppo Facebook esplicitamente dedicato alle aziende italiane del settore. Postano molte cose, anche loro spesso senza grandi indicazioni. In compenso linkavano un interessante estratto a tema e d'epoca dalle sempre sorprendenti teche Rai, che riporto anche se leggermente OT: https://fb.watch/4DckqES7At/

 

 


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#144 hexen

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Inviato 02 aprile 2021 - 22:07

Un aspetto su cui ho riflettuto dopo il messaggio è il taglio chiaramente anti-classico della ricostruzione, che menziona Wendy Carlos pressoché solo per dirne male (riconoscendone a denti stretti il ruolo fondamentale per l'affermazione dello strumento) e dedica a tutte le formazioni dell'era prog/classic rock messe assieme (principalmente ELP) meno del tempo occupato dalle interviste ai britannici Node ("Berlin School" novantiana). L'idea che emerge è che Carlos e i suoi "prosecutori prog" (la continuità ce la metto io, e volendo è un po' forzata) abbiano banalizzato la libertà del synth, il primo canonizzandone un sound e riconducendolo al "già visto, già fatto", i secondi limitandosi a usare i quasi-preset del Minimoog per scimmiottare i compositori barocchi e romantici in chiave kitsch-rock. Fatta la tara a questa impostazione che ovviamente non riscontra il mio consenso, resta un'ottima panoramica sia per il periodo sessantiano che (in modo meno preponderante) per l'era synth pop/industrial.

 

l'ho visto ormai qualche anno fa ma non direi che emerga questa idea, quantomeno non in questi termini da faida prog vs punk fuori tempo massimo, però è chiaro che la maggior parte della comunità degli appassionati di synth (andando anche oltre al docu) avrà più interesse nel capire come vince clark usava il suo gear piuttosto che cercare di capire come un tastiera di un gruppo prog utilizzava un synth, sono due demografie diverse semplicemente, non tutti gli appassionati di synth sono tastieristi (forse la maggior parte non lo è).

nei depeche mode (per esempio) i synth, i sampler e le drum machine sono l'ossatura, il fondamento, negli elp (per esempio [2]) il synth è uno degli elementi ed è comunque secondario all'abilità tecnica di emerson, non so se si capisce cosa voglio dire.

poi che molti musicisti rock prendessero i synth come dei giocattoloni non mi sembra neanche una novità tra l'altro, ma fu importantissimo per creare mito e quindi in una prospettiva di ritorno economico per la creazione dei consumer synth.

 

wendy carlos un gigante ovviamente, ma switched-on bach è una curiosità storica più che altro, una dimostrazione (anche perché vorrei conoscere il lunatico che se lo ascolta per piacere personale nel 2021) e posso capire il tedio e la difficoltà di fare una cosa del genere senza neanche un sequencer, quando carlos usa fino in fondo i synth esce fuori un capo come sonic seasonings però.


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il mistico è soltanto la valvola di sfogo dei tuoi incubi peggiori oggi realizzati

 


#145 Gozer

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Inviato 02 aprile 2021 - 22:10

poi che molti musicisti rock prendessero i synth come dei giocattoloni non mi sembra neanche una novità tra l'altro

 

Non credo sia il caso di Emerson o di Wakeman o di mille altri sperimentatori prog francamente. 

 

Oppure a questo punto Hendrix prendeva come giocattolone la chitarra elettrica: cosa che nessuno si permette di dire però.


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Inviato 02 aprile 2021 - 22:52

l'ho visto ormai qualche anno fa ma non direi che emerga questa idea, quantomeno non in questi termini da faida prog vs punk fuori tempo massimo, però è chiaro che la maggior parte della comunità degli appassionati di synth (andando anche oltre al docu) avrà più interesse nel capire come vince clark usava il suo gear piuttosto che cercare di capire come un tastiera di un gruppo prog utilizzava un synth, sono due demografie diverse semplicemente, non tutti gli appassionati di synth sono tastieristi (forse la maggior parte non lo è).

 
No ecco, ora la conversazione ha preso questa piega perché io ho sottolineato la sostanziale assenza di musicisti prog (ma anche glam o soft rock o fusion) in quel documentario, ma certamente non intendevo sostenere che il primo elemento a balzare all'occhio fosse quello, in tutta la ricostruzione. È come per forza di cose una ricostruzione parziale, e peraltro sono 4 ore di roba, immaginarsi a farla più "completa" che mostro indigeribile sarebbe venuto fuori (in realtà mi manca ancora la seconda parte veh, che però leggo essere sostanzialmente slegata).
 

wendy carlos un gigante ovviamente, ma switched-on bach è una curiosità storica più che altro, una dimostrazione (anche perché vorrei conoscere il lunatico che se lo ascolta per piacere personale nel 2021)


Alzo la manina. Sarà che come per il pubblico dell'epoca anche io mi sono reso conto dell'esistenza del synth grazie a questo disco (che mio padre aveva in cassetta, copiato da un commilitone durante un permesso da militare), ma per me resta un ascolto assolutamente esaltante. E questo del tutto a prescindere dalla sua eventuale "miliarità" storica, su cui mi pare tutti si concordi ma che giustamente poco dice del piacere associato alla musica.
D'altra parte ci sono anche quelli per cui il top dell'esecuzione di Bach è Glenn Gould, che a me fa incazzare a manetta invece. A ognuno il suo :D


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#147 wago

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Inviato 03 aprile 2021 - 06:43

Comunque, è vero che sull'internet c'è di tutto, ma a livello aneddotico arresterei che: di fan del prog che sono fan dei synth ce ne stanno almeno alcuni forum (su cui stan lì a discutere su come dovesse essere nel live X il settaggio dell'Arp Odyssey); tra i musicisti prog dell'epoca, almeno gran parte dei tastieristi era piuttosto fissatella colle varie possibilità di questo o quell'altro modello; dei "sintesi" rock venuti dopo (e questo stando alle interviste, più che all'internet), un numero importante è stato positivamente ispirato dai tastieristi prog, anche se ha preso direzioni artistiche apparentemente assai distanti.
Un elemento che parrebbe avere spinto, almeno durante la "gavetta" nel garage di casa, gli artisti della generazione successiva a orientarsi su stili differenti sembra essere stata l'irraggiungibilità economica delle strumentazioni necessarie ad emulare i grandi della generazione precedente. Dal "vorrei ma non posso" i più brillanti passano al fare di necessità virtù, e si ingegnano per tirar fuori da baracchini assemblati in casa possibilità sonore inesplorate. Che non vuol dire per forza fare una rivoluzione completa rispetto a qualsiasi cosa precedente, ma semplicemente non mettersi in competizione. Penso che tutto si possa dire degli artisti synth pop, punto di riferimento essenziale per i realizzatori del video, meno che non tenessero al centro la melodia il ritmo e gli schemi della forma canzone. Sì mossero anzi, da questo punto di vista, in un territorio più conservatore di ciò che era venuto prima.

Però il discorso del synth succube dell'abilità tecnica a me sembra una sciocchezza, semplicemente perché anche negli episodi più funambolici non vedo mai il virtuosismo (peraltro spesso quantificato per eccesso) come elemento centrale di band come ELP o Genesis o Yes. Non più di quanto lo sia in Liszt o in Rachmaninov quantomeno: è insieme al sound, alle strutture e al loro camaleontismo, un ingrediente per evocare immagini e sensazioni. È solo a chi con quel tipo di musica non ha sviluppato rapporto che due minuti di Tony Banks che resta su un singolo preset del Pro Soloist sembrano un puro sfoggio di velocità delle dita.

Dei nove armadi di moduli che formavano il TONTO, Stevie Wonder (melodico, groovy e canzonettaro, ma credo non accusabile dello stesso presunto onanismo di Wakeman o dei Return to Forever) avrebbe detto: mi permise di fare ciò che desideravo da molto tempo, quando era ancora irrealizzabile. E si riferiva alla musica pre-synth, non ai vari Moog, ARP ecc.
Vista in questa chiave, di una tecnologia di questo tipo non direi mai che è stata usata solo per ricreare il già noto. Lo spirito era proprio l'opposto, e in realtà lo era già ai tempi di Switched-On Bach, che era per Carlos ed è perfettamente visibile anche tutt'ora come un modo per entrare in continenti che semplicemente prima non c'erano.
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#148 dick laurent

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Inviato 03 aprile 2021 - 08:14

A me sembra naturale che, tra i musicisti che approcciano uno strumento alla ricerca di un approdo professionale o almeno di un qualche riscontro, la vasta maggioranza cerchi di muoversi su coordinate creative sì, ma che lascino almeno uno spiraglio per allacciare il rapporto coll'ascoltatore. Togli la melodia, togli il groove, togli la forma-canzone... Qualcosa vorrai lasciarlo? Nessun obbligo, per carità, ma è ovvio che la radicalità totale possa pagare solo raramente e in condizioni decisamente particolari.

 

Ciò posto, nel disperato tentativo di capire che cazzo di diamine di strumenti stia suonando Simonetti in questo filmato (che mi sa che è un playback: si vede un coso fare un suono prima da clavicembalo e poi da organo, e il ghirigoro di Minimoog provenire dal nulla), mi sono imbattuto in questo:

 

https://www.museodelsynth.org/

 

Purtroppo si è trattata, se ho ben capito, di un'iniziativa temporanea, apertasi nel 2018 e chiusasi nel 2019. Un'occasione interessante per valorizzare la filiera produttiva marchigiana che nel suo periodo di gloria era riuscita a comptere per posizioni importanti nel mercato internazionale con ditte come Farfisa, Logan, Crumar ecc.
Sarebbe bello esistesse almeno un catalogo fotografico della roba prodotta, con date e caratteristiche anche solo sommarie... Invece di certi marchi su internet si trovano solo inserzioni nel mercato dell'usato, con zero indicazioni e a volte anche zero immagini. Boh!

 

Sempre in associazione a ciò, mi è saltato fuori un gruppo Facebook esplicitamente dedicato alle aziende italiane del settore. Postano molte cose, anche loro spesso senza grandi indicazioni. In compenso linkavano un interessante estratto a tema e d'epoca dalle sempre sorprendenti teche Rai, che riporto anche se leggermente OT: https://fb.watch/4DckqES7At/

 

non riesco ad aiutarti per il video di Profondo rosso, non riconosco neppure io (che strano asd).

Peccato per quel Museo del synth, sembra più una bacheca che altro, espandendolo ne verrebbe fuori di sicuro una cosa interessante.

 

Bellissimo l'articolo della rai, al di là del tono da "questi capelloni che rintronano con la loro musica beat" e l'accademico Fugazza che suona Tico Tico col synth fa capire quanto l'affermazione e il successo degli strumenti elettronici debba alla musica commerciale, piaccia o meno poi quel tipo di musica. 


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#149 dick laurent

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Inviato 03 aprile 2021 - 08:16

 

 

 

l'ho visto ormai qualche anno fa ma non direi che emerga questa idea, quantomeno non in questi termini da faida prog vs punk fuori tempo massimo, però è chiaro che la maggior parte della comunità degli appassionati di synth (andando anche oltre al docu) avrà più interesse nel capire come vince clark usava il suo gear piuttosto che cercare di capire come un tastiera di un gruppo prog utilizzava un synth, sono due demografie diverse semplicemente, non tutti gli appassionati di synth sono tastieristi (forse la maggior parte non lo è).

nei depeche mode (per esempio) i synth, i sampler e le drum machine sono l'ossatura, il fondamento, negli elp (per esempio [2]) il synth è uno degli elementi ed è comunque secondario all'abilità tecnica di emerson, non so se si capisce cosa voglio dire.

poi che molti musicisti rock prendessero i synth come dei giocattoloni non mi sembra neanche una novità tra l'altro, ma fu importantissimo per creare mito e quindi in una prospettiva di ritorno economico per la creazione dei consumer synth.

 

wendy carlos un gigante ovviamente, ma switched-on bach è una curiosità storica più che altro, una dimostrazione (anche perché vorrei conoscere il lunatico che se lo ascolta per piacere personale nel 2021) e posso capire il tedio e la difficoltà di fare una cosa del genere senza neanche un sequencer.

 

 

leggendo wiki pare che avesse dovuto letteralmente prendere il sintetizzatore a martellate per farlo rimanere intonato 

 

According to Carlos, Switched-On Bach took approximately five months and one thousand hours to produce.[5] As the synthesizers were monophonic, meaning only one note can be played at a time, each track was assembled one at a time. Carlos said: "You had to release the note before you could make the next note start, which meant you had to play with a detached feeling on the keyboard, which was really very disturbing in making music."[6] The synthesizer was unreliable and often went out of tune; Carlos recalled hitting it with a hammer prior to recording to obtain correct levels. After several notes were played, it was checked again to make sure it had not drifted.


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#150 DeadManDriver

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Inviato 03 aprile 2021 - 14:37

In questa società per bene che ci vada,la vita è una noia sconfinata.
https://youtu.be/oYf4-Rz8vlY
Un diversivo per ascoltare e vedere un po' di roba buona,anche se in playback.(ma non era una brutta usanza anni 80?)
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Una sola certezza.




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