Che in questo caso esponga le sue idee con pacatezza neanche una parola, che abbia ragione anche no, o meglio può aver ragione solo nell'ottica della sua maniera ultraortodossa e militante di intendere il cinema.
a mio avviso non si tratta di aver torto o meno, sta ragionando su una determinata rappresentazione secondo termini che chiaramente non sono universali ma (come dici anche tu, solo che per te è un difetto presumo) figli di un modo articolato di intendere il cinema, questo lasciando stare il fatto che il titolo è un bait, che non sta gettando merda su nessuno e che sono un paio di minuti estrapolati da un discorso più ampio.
in generale penso che queste critiche (legittime, ché nulla è intoccabile) nascano da un fraintedimento del ruolo dei cahiers (anche qui poi, come già fatto notare da blake mi pare: che senso ha trattare i cahiers come un'entità unica quando in realtà furono composti da una pluralità di voci e da gestazioni editoriali [e politiche, a proposito di questo "militante" usato sempre in senso dispregiativo ] diversissime? secondo me nessuno) nella storia del cinema, che li si accusi di chiudere al genere è assurdo poi dato che fu proprio il contrario, le possibilità del mezzo furono triplicate, ma su questo hanno detto già bene kaplan e blake.
personalmente ho lasciato un po' da parte il cinema in questo periodo ma ho qualche familiarità con l'ambiente teorico da cui sono nate cose come i cahiers e molte neoavanguardie degli anni '60 e penso che si dovrebbero rileggere o leggere i testi prima di arrivare a giudizi perentori, lasciando stare le tesi di laurea trovate su academia.edu - intendo i testi originali - perché un modo complesso di intendere il cinema non può di certo essere ridotto al numerino, e neanche alla singola recensione (formato assurdo e nato già morto, forse il peggior modo di fare critica), se si parla dei cahiers io mi aspetto che si parli effettivamente di questi cahiers e non di quello che si desume ci sia scritto.
detto ciò comunque è chiaro che ogni idiosincrasia (ogni attitudine, ogni sguardo) porta con sé dei problemi e dei singoli giudizi che possono essere quel che sono, ma credo che il contributo dei cahiers o - più concretamente - della nouvelle vague vada oltre questi singoli giudizi. quindi giusto non prendere tutto per oro colato ma penso che servirebbe andare oltre gli spunti più datati: amo molto carpenter ma il fatto che non loro non ne abbiano parlato o ne abbiano parlato male non smuove di una virgola il valore di un'impresa critica e cinematografica che ha aperto spazi e possibilità che prima semplicemente non esistevano.
Ma infatti l'ho detto anche qualche pagina indietro, la loro importanza (dei Cahiers e della Nouvelle Vague) è fuori discussione ed è secondo me ben superiore all'effettiva validità di quello che scrivevano e filmavano.
Poi son passati anche 60 anni e oggi che pure abbiamo una velocità e un numero di informazioni infinitamente superiore siamo pure messi peggio sotto molti punti di vista quindi teniamoceli pure stretti sti cazzo di francesi anche se erano oggettivamente sullo stronzo andante