Sì, Francesco e gli ha dato 6
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Inviato 09 ottobre 2010 - 11:03
Sì, Francesco e gli ha dato 6
Inviato 09 ottobre 2010 - 13:03
Inviato 09 ottobre 2010 - 13:12
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
Inviato 09 ottobre 2010 - 13:15
Io intanto sono inciampato in Da qui,sono solo al secondo ascolto ma è roba pesante,va metabolizzata non poco.Un paio di riflessioni a bruciapelo:
1)Sembrano gli Slint
2)Gli Offlaga,per quanto grandi,sono inclusi in queste note
Inviato 09 ottobre 2010 - 13:31
Inviato 18 maggio 2011 - 20:27
Inviato 05 settembre 2011 - 19:14
Inviato 05 settembre 2011 - 19:23
Inviato 05 settembre 2011 - 19:47
Inviato 05 settembre 2011 - 22:01
Inviato 06 settembre 2011 - 07:33
Inviato 04 ottobre 2011 - 18:36
Inviato 05 ottobre 2011 - 07:11
Inviato 12 ottobre 2013 - 21:14
OBIETTIVO MEDIA DI ALMENO UN + A POST RAGGIUNTO
raramente ho visto un'immagine più autenticamente devastante dell'inermis dell'uomo contemporaneo occidentale
Inviato 22 ottobre 2013 - 12:58
Inviato 22 ottobre 2013 - 15:55
Inviato 04 febbraio 2019 - 10:42
Inviato 15 febbraio 2019 - 17:14
Non sono pratico del genere, ma mi sembra un grande album.
Inviato 15 febbraio 2019 - 18:49
A me è piaciuto molto, uno dei migliori degli ultimi. Pezzo preferito: Fred
Inviato 16 febbraio 2019 - 13:05
Boh, a me pare un po "stanco".
Magari sarò troppo severo per un gruppo che amo particolarmente, sicuramente svetta su ogni altra produzione musicale italiana recente, ma mi sembra ci siano molti pezzi "medi/mediocri" sia lato prosa sia lato musicale.
Una sorta di Club Privè degli anni '10.
Inviato 24 febbraio 2019 - 08:52
veramente un buon disco, tutto sommato. annunciata la formazione a tre mi aspettavo una cosa diversa, più scarna e meno post prodotta ma il risultato a livello sonoro non delude. mimì ci ha preso gusto con le rimette a partire da Sorge e questo inevitabilmente sottrae spontaneità. pezzi deboli secondo me: amica prudenza, vedremo domani, nostra signora del caso; il resto fra il molto buono e l'eccellente.
Inviato 22 maggio 2019 - 18:18
mi vergogno un po' a fare questa domanda ma...
qual è la canzone che contiene il verso "tengo un calendario nel portafoglio dove ho cerchiato una data"
EDIT: Ronald, Tomas e Io
Inviato 04 luglio 2020 - 10:22
POPOLARE
Esponendomi a numerose "tragiche soddisfazioni".
Dopo aver scoperto/riscoperto i Marlene Kuntz, mi sono detto che era dovuta almeno una risentita anche al mio "vero" gruppo italiano dei 90s. Non che loro li avessi ascoltati tanto di piu' dei MK, anzi, mai avuto un loro disco, neanche registrato, me li imprestava un mio amico che c'aveva la fissazione di comprarseli in vinile. Pero', appunto, ogni volta che usciva qualcosa di loro me li facevo imprestare e li ascoltavo. Era come leggere un libro, o vedere un film, o meglio ancora assistere a un reading poetico. E avevo l'impressione, almeno per i primi tre dischi, che segnassero delle tappe di non so cosa.
Mi mettevano a disagio i MV, e mi piacevano anche per quello naturalmente. La vita apatica e di merda che spesso descrivevano nelle loro canzoni era esattamente la mia di quegli anni, tanto che diverse canzoni quasi mi imbarazzavano. Non che oggi sia tanto diversa. Anzi, almeno quella di quegli anni li' posso rivestirla di qualche patetico romanticismo da ventenne.
A ripensarci e risentirli erano parecchio "horror" i MV, con quel loro senso di solitudine claustrofobica, con quei loro ambienti desolati e svuotati sempre carichi di tensione e di un continuo senso di minaccia indefinita. Era un po' la roba che trovavo nei romanzi di Sclavi. Ce lo vedo un Francesco Dellamorte (almeno quello del libro) che ascolta uno dei loro dischi nella sua casa nel cimitero, annoiandosi tra uno zombi e l'altro.
1993 Stanze
Ecco, il tizio dell'ultra-iconica copertina potrei essere io in quel periodo, felice e spensierato. Meno male che almeno non ho avuto mai i baffi. Sempre stato e continua ad essere il mio disco preferito dei loro. Il piu' duro e in bianco e nero, anche il piu' grezzo e forse proprio per questo il piu' lucido e tagliente. Lo associo a Repulsion di Polanski.
1995 Lungo i bordi
Praticamente un sequel/remake a colori del primo. Una cosa tipo Evil Dead 1 e 2 per restare ai riferimenti dell'horror. Il tempo immobile di Stanze si mette in moto e regala goia di vivere anche al passato, mentre il futuro si annuncia ottimisticamente con un testa di maiale nel giardino (ah no questa e' sul disco dopo, va beh, il mood e' quello). La narrazione tronca di "Pizza Express" esempio perfetto e geniale di quel senso di minaccia che dicevo.
1997 Da qui
Lo sguardo si amplia, i suoni si rilassano, a dispetto della copertina e' forse un album diurno dopo due album notturni. Ma non e' che la luce del sole porti esattamente la spensieratezza. E' una luce da giorno invernale e quel che si perde in angoscia si ritrova in desolazione. Non so come mi ero dimenticato del puro genio di "Manhattan di notte", una canzone basata sulla descrizione di un poster in un locale cinese, che indicherei come esempio perfetto di riuscita minimalista.
1999 Club privé
Non l'avevo mai ascoltato, credo. Per me un buon album, piu' classicamente cantautorale e allo stesso tempo piu' "pop". Lo avessi ascoltato allora probabilmente ci avrei trovato assonanze con la roba di Cohen in cui ai tempi ero immerso fino al collo. Elegante.
L'amico che dicevo che mi prestava i vinili li adorava sul serio e scriveva racconti ispirati allo stile di Clementi. Ogni tanto mi chiedeva di illustrarglieli. Alcune di quelle illustrazioni ce le ho ancora, forse le ho pure gia' postate una volta. Indirettamente possono valere come esempio del mood che ci trovavo...
Inviato 04 luglio 2020 - 11:15
Risentito bene con il remaster dell'edizione deluxe uscita l'anno scorso: forse il vero capolavoro dei MV e dell'indie italiano anni 90.
Violento, disilluso, poetico e banale al tempo stesso. Il disco che, in altre forme e con diversa efficacia, avrebbero continuato a scrivere per tutta la vita.
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
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