Questi finlandesi attingendo da psychedelic rock, black, doom, progressive e space rock, hanno saputo creare, a mio parere, un amalgama sonoro come pochi negli ultimi anni in campo “heavy”. Il suono è sempre coinvolgente nella sua pesantezza, a tratti ammaliante, con esplosioni deflagranti che ti trascinano in un vortice oscuro, accompagnati dalla voce, tra il luciferino e il disperato, del cantante. Forse non piaceranno agli oltranzisti del black metal da cui prendono oltre che la pesantezza generale, l’impostazione vocale (anche se non è il classico scream) e l’immaginario infernale. I Deathspell Omega di Paracletus sono sicuramente tra i riferimenti, ma anche gli Enslaved più progressivi, per quanto gli Oranssi si concentrino più sulla psichedelia e sullo space rock che sul black, creando delle atmosfere a metà tra il lisergico e il terrificante, andando a concepire un immaginario a sé stante. Leggendo nella rete c’è chi parla di post-black o psychedelic black.
Dischi ascoltati:
Valonielu (2013, il più black, ci sono le canzoni) 8
Värähtelijä (2016, il più psichedelico e space rock) 9
Mestarin Kynsi (2020, il più avanguardistico) 9