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Come sapete sono in corso (ancora per forse un'oretta prima della conclusione, ci arrivo) i mondiali di snooker, come sempre nella storica cornice del Crucible Theatre di Sheffield, ovvero la più importante manifestazione sportiva attualmente in corso (non ho visto neanche un minuto di Champions League). Quest'anno l'ultimo evento di una stagione dimezzata dalle vicende che sappiamo.
Venerdì, nelle due sessioni di semifinale, è andata in onda la più grande giornata della storia dello snooker.
Ma partiamo dall'inizio, cioè dall'anno scorso, quando finalmente è stata la volta del maiden title di Trump (Judd), all'età di trent'anni. Essendo stato un wonder boy quale non se ne vedevano dai primi anni novanta, questo primo trionfo è arrivato anche tardi (Hendry, che domina la classifica dei mondiali con sette, vinse il primo a 21; Ronnie, che ne ha cinque, a 26 nell 2001), anche per limiti mentali di Trump, che è giocatore gradevolissimo e d'attacco, con un cue power superiore a chiunque altro nella storia del gioco Ronnie incluso, ma incline a inciampare spesso e volentieri. L'anno scorso comunque finalmente ha dominato (finale 18-9 su Higgins, una demolizione), e in questa stagione, finalmente assestato con margine in testa al ranking e Patek al polso, ha stabilito il record di sei ranking titles vinti in stagione, e anche quello di centuries in una stagione (105, superando il record di 103 del bogan Neil Robertson). Per tutti gli altri le briciole, con qualche sprazzo di Maguire (Coral series), Murphy, poco altro. Ronnie ha giocato pochissimo.
Insomma quest'anno Trump era un favorito pesante come non accadeva dai 90s con Hendry. Cosa molto interessante soprattutto alla luce della Crucible Curse: nessuno è mai riuscito a difendere il titolo conquistato la prima volta, neanche Hendry o Selby (che ne vinse 3 in 4 anni).
Pronti? Via.
Ronnie pare più fuori del solito e inizia il torneo lamentandosi del corona e dicendo che per uscire dai top 32 gli dovrebbero "segare un braccio e una gamba". Gli altri giocatori non la prendono bene: Trump lo invita a ritirarsi, anche un altro della Class of 92, Mark Williams, descrive le sue dichiarazioni come "nonsense". Ha deciso di trollare e fare il cattivo.
Al primo turno, di solito foriero di sorprese, vincono quasi tutti i più forti. Trump un po' ingessato va sotto nella prima sessione con Tom Ford prima di distruggerlo. Ronnie delicato 10-1 sul thailandese Thepchaya Uh-Nooh. Passa anche Selby lontano dalla forma migliore ma sempre pericoloso a Sheffield. Una sorpresa: Lisowski fuori al decider per mano di un qualifier, Anthony McGill, onesto medioman di Glasgow che ricorda vagamente Leo Messi, e che a 29 anni e pur magro ne dimostra 45. Ritorneremo su di lui. Fuori anche Gilbert (semi l'anno scorso) dal "vichingo" Maflin.
Ottavi e prima sorprese: Higgins perde da Maflin pur avendo fatto un 147 (50k pounds per il primo 147 da otto anni a questa parte al mondiale). Trump ancora sotto con Yan Bingtao la recupera in terza sessione e poi chiude 13-11 con pochi impacci, Ronnie sotto per le prime due sessioni con Ding rimonta e poi chiude, Selby in qualche modo chiude al decider contro un Noppon in grande forma (umiliato al primo turno Ciccio Murphy per lo sgomento dell'utente thom), ma la partita più bella è il derby dei cenerentoli Jamie Clarke (da Llanelli, Wales) contro McGill: le cinquantamila pound in palio sono fondamentali per le due famiglie e loro giocano al massimo delle loro possibilità, cioè discretamente. Sul 12-11 per Clarke lo stesso è in serie ed arriva al match ball, una rosa off the spot. Incredibilmente sbaglia e ancora più incredibilmente McGill opera una counterclearance tutt'altro che scontata normalmente, figuriamoci in quelle condizioni, e vince il frame sulla nera 57-55. Il decider lo vince lui dopo errori in serie da ambo le parti. Polemica per il chav Clarke che si alza dalla poltrona mentre McGill tira per distrarlo e durante il match twitta "you wanna dance, let's dance", per poi prendere un tampone in culo che neanche Mirco Moioli col PSG.
Quarti: Trump è opposto a Kyren Wilson, il guerriero di Kettering. Wilson, sebbene l'unico nella loro fascia d'età minimamente comparabile a Trump, gli è inferiore tecnicamente e nel break building: possiede però una forza mentale superiore (qualche anno fa, perso lo status di giocatore professionista, si ridusse a lavorare in un bar, un vero eroe del popolo) e più volte ha già battuto Trump con grande sgomento di quest'ultimo (non un perdente esemplare). E anche qui va sopra grazie a una steal al frame 12, allunga e resiste al ritorno del numero uno al mondo chiudendo 13-9. Il torneo si apre ed escono i marpioni: Selby, che è il Djokovic dello snooker, tutto difesa e tigna, gioca come ai tempi belli per battere nettamente Robertson, non facendogli vedere una rossa a vicino. O'Sullivan è sotto per tutta la partita nel derby della Class of 92 contro Williams (8 titoli in due), poi chiude 13-10 d'imperio. McGill sfrutta il tabellone favorevole battendo Maflin ed è incredibilmente in semifinale:
McGill - Wilson
Selby - O'Sullivan
si tratterà delle due più grandi semifinali nei 44 anni di storia del torneo.
O'Sullivan sempre più fuori di testa nelle interviste dichiara di non avere la giusta cue action, che della vittoria non gli interessa e che l'obiettivo è rendere la sconfitta certa con Selby una sconfitta con punteggio onorevole. Ha anche smesso di farsi la barba, apparendo come un alcolizzato (mentre invece ora è astemio e vegetariano, ma i quarantasei anni molto randagi che ha vissuto si vedono). Invece parte davanti, ma nella seconda sessione perde quattro frames di fila ("on the trot" come si dice) ed è sotto di due. Non gioca neanche male, ma Selby lo punisce ad ogni errore in fase di attacco. È veramente Federer-Djokovic anche se Djokovic quello vero nel frattempo twitta a favore di Ronnie). Selby allunga a 13-9 (si arriva al 17) e può andare 14-9 ma sbaglia. Sul 14-10 comunque Ronnie è virtualmente fuori, anche perché è completamente uscito di testa, e ogni volta che è costretto in uno snooker spara un tiro a mille all'ora completamente a caso. Si riavvicina un po' ma sul 15-14 Selby con due biglie sul tavolo spara una cosa senza senso per uscire da uno snooker tutt'altro che impossibile, sbaglia e concede il frame. Praticamente una resa e una sconfitta anche infantile. 16-14 Selby, tre match point, considero di spegnere lo stream. Trentunesimo frame e Ronnie all out of fucks to give prende una rossa lunga che stimo al 10% di riuscita: middle of the pocket e break di 138 in minuti sette. 16-15. Stesso copione nel frame dopo sempre facendo partire il break con una rossa azzardatissima—se avesse sbagliato (90%), match finito. Dodici minuti dopo la stizza, siamo a un decider (16-16) che sono convinto il dio maiale farà perdere a Ronnie. Invece va in serie, sta a due palle dalla vittoria, sbaglia una rossa, la counterclearance è difficile ma alla portata di Selby che infatti la compie fino ai colori finali dove sbaglia la posizione sulla verde. Tactical battle da lì in poi, fondamentale nel quale Selby è un serpente che ti stritola nonché il più forte giocatore della storia. Dietro un paio di snooker non banali, Ronnie si salva da campione e poi costringe all'errore sul suo terreno il jester from Leicester. 17-16 O'Sullivan tra l'incredulità generale. È in finale.
Interviste post-partita col botto, Selby e O'Sullivan sono amici ma Selby è visibilmente rotto in culo e accusa più volte O'Sullivan di essere stato "disrespectful to me and to the game" per i tiri di frustrazione fatti in risposta agli snooker. O'Sullivan risponde dicendo di non essere capace di uscire dagli snooker e che Selby "is a little bit sore as he just lost a WC semifinal. I understand that.", poi alla BBC dà un'intervista che sarebbe da mettere nei libri di scuola, impossibile annotarla e va vista nella sua interezza:
"I only care about the cue action"
L'altra semifinale è se possibile ancora più drammatica (ma non l'ho vista, anche perché questi match durano dieci ore l'una), Wilson e McGill attaccati tutta la partita arrivano al decider: frame che dura UN'ORA (al posto dei soliti 15 minuti). McGill è in serie e pare portarla a casa ma sbaglia, Wilson recupera ma sbaglia pure lui, battaglia tattica con snooker straordinario di Wilson, McGill va in confusione e regala 28 punti di penalità senza riuscire a toccare la rossa, ma Wilson lo rimette in corsa con un double kiss freaky sulla battente, poi vince con una fluke clamorosa, giro di tre sponde sulla verde. Storica la chiamata del telecronista McManus:"It needs to slow down...it needs to slow down...it needs to speed up!". Commovente la reazione di Wilson, totalmente imbarazzato e triste per la vittoria (che vale 100k pounds) nei confronti dell'amico e coetaneo McGill. La stretta di mano (in contravvenzione alla regole) finale il momento sportivo del 2020. Consiglio la visione del decider nella sua interezza, sicuramente il più drammatico finale di sempre in una partita del mondiale (finale 1985 a parte naturalmente).
Ieri e oggi finale Wilson-O'Sullivan da manicomio: prima sessione con entrambi distrutti dalle semi del giorno prima. Ronnie, che sembra homeless, gioca male, Kyren malissimo. 6-2 Ronnie. Seconda sessione e Wilson che chiaramente sconta l'emozione della prima finale va sotto 8-2: si teme l'umiliazione ma O'Sullivan smette completamente di giocare, mentre Wilson si scioglie un po' e ne vince quattro di fina. Potrebbe andare 8-7 sotto ma un colpo di sfortuna regala il 9-6 al Razzo e si chiude sul 10-7 per O'Sullivan, ma Wilson sembra essere il favorito dato che O'Sullivan non c'è. Sabato notte.
Si riparte questa mattina: O'Sullivan si è fatto la barba. Perde il primo frame (10-8), poi ne vince otto di fila. È campione per la sesta volta, come Davis e Ray Reardon. Vince il trentasettesimo ranking title (Hendry 36), il ventesimo triple crown. A un mondiale dal record di Hendry: dice anche nell'intervista finale che dei titoli non gli importa niente. Non è vero. He'll be back. Col tennis, questo è lo sport più bello del mondo.