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La Playlis* Covid Free Transfobica Dei Negri Lbgtxyz%$#9 Vs Bocelli's Blackface


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#1 cool as kim deal

    Utente contro le bonus track

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Inviato 30 luglio 2020 - 22:13

The Allman Brothers Band- The Allman Brothers Band 77/100
Non mi ha fatto impazzire, ad esclusione di Dreams e Whipping post ed il riff di Every hungry woman. I due mastodonti dal vivo sono un altro pianeta

Cloud Nothings- Last building burning 80/100
Una bella secca in faccia, zero fronzoli.
Casino Royale – CRX 82/100
Paradossalmente, è un disco invecchiato (avrei detto 1993,1995 al massimo) eppure molto fresco, una via italiana dub/trippy molto personale, con un suono grandioso, morbido, avvolgente e pungente quando serve. Giuliano Palma ottima voce – qui mi piace molto, mentre odio di pancia tutta la sua seconda vita ska -, Alioscia unico, ovviamente il suo parlato vagamente rappato con patata in bocca è la principale barriera architettonica dell’ambaradan. Direi che dovrebbe essere una pietra miliare italiana del sito, non è nemmeno anglofona,quindi...

Causa Sui – Vibraciones doradas 80/100
Al di là del titolo e dell’etichetta (El Paraiso), sono danesi. Semplicemente un ottimo disco di stoner strumentale.

Cymbals eat guitars – Pretty years 78/100
Ottimo disco indie rock, corposo e stratificato (leggo alla produzione John Congleton, creatore dei Paper chase, e non mi sorprendo), molto ispirato sia nei momenti movimentati (Beam è una scheggia punk, 4th of July è spacconeria cesellata da gommosi beat eighties, Wish, il pezzo migliore, è una hit da club ma col cazzo girato e dei sax geniali) che in quelli più lenti (Dancing days, Mallwalking) che riprendono il discorso Emo con un approccio ancora una volta figlio del pop degli anni 80; in generale il suono è come leggermente ovattato e arrotondito.

Deerhunter – Fading frontier 74/100
Il ritorno alla normalità dopo la sbornia garage di Monomania (che è bellissimo) è questo bel disco, che è probabile riprenda in futuro perché pare più “profondo” di quel che mi sia apparso. Si ammoscia un pò nella parte centrale, ma ha almeno tre pezzoni: All the same, spigliatissima, la languida psichedelia di Ad Astra e soprattutto Snakeskin, riff morbidissimo e fluido, anche se metà canzone è una coda acida acida come sanno fare loro.

Ex Models – Zoo psychology 78/100
15 canzoni per 20 minuti, noise senza particolare motivo, una scheggia impazzita, visto anche il minutaggio. É shitgaze sta roba qua?

Half Japanese – Half gentlemen/Not beasts 80/100 + Calling all girls ep 77/100
Io le scaruffate me le sono bevute in abbondanza e con sommo piacere, mentre stavolta ero proprio pronto a dire (no Vasco no Vasco, io) non ci casco.[tecnicamente non è un scaruffata vera e propria, in quanto Half jentlemen ha “solo”7]. Mi son continuato a dire ma chi se ne fotte se l’importanza storica di questo disco sta nel fatto che è fatto da due stronzi che non sanno nè suonare nè accordare nulla, che va analizzato in maniera libera perché è appunto musica libera, senza bussola o senza ragione (di esistere). E però con gli ascolti, che ammetto sono stati tanti, ho colto quanto dentro questo schifo di schitarrate e batterie percosse e titoli onomatopeici e testi puerili ma spassosi eppure ingegnosi (Patti Smith, School of love, Ann Arbob,MI; Daniel Johnston è praticamente un loro fratello di sangue) ci sia un talento. Mi viene in mente l’allegoria del tartufo, che puzza di metano ed è sporco di terra e va pulito profondamente e fa schifo a un sacco di gente eppure può costare quanto una macchina. Dovessi fare qualche nome che emerge nel marasma: una cover schizofrenica di Tangled up in blues di Dylan, il breve delirio di Patti Smith, l’hc punk di No more Beatlemania e I don’t want to have mono no more, la pioggia acida di note di Jodi Foster, i 7 imperturbabili minuti di Du du du/Du du du (non avevano nulla da dire e infatti non lo dissero), Rrrrrrrr, un minuto e mezzo di tenero arpeggio affogato nella cacofonia più neutra. Gli ultimi 40 minuti di live sono totalmente inutili, ma a pensare con le loro teste non potevano non esserci.
L’ep Calling all girls è precedente di qualche anno, ma i semi cattivi sono già seminati: notevoli le due brevi cavalcate a rotta di collo Battle of bands e Calling all girls.

Hawkwind-Astounding sounds,amazing music 74/100
Fondamentalmente gli Hawkwind sono un po’ come i Ramones, sempre identici e fedeli a se stessi, eppure sempre interessanti (anche di più dei Ramones). Kerb Crawler (super riff e cori soul) e Kadu flyer, il momento più pop con coda orientale, sugli scudi.

LCD Soundsystem – American dream 77/100
Si può parlare di album politico, specchio dei tempi eccetera, ma secondo me la questione è più semplice e molto più intima: James Murphy non solo non si diverte più, ma se potesse la farebbe finita (fisicamente?), o lui o quasi tutti quelli che lo circondano. American dream è un disco fuori fuoco sin dal titolo: questi 70 minuti sono il disincanto della vita vera, della delusione che comporta, il sogno è finito da un pezzo, ricorrere ai ricordi non migliora la situazione: gli ingredienti da dancefloor sono più o meno sempre gli stessi, ma non c’è niente di ballabile, qua l’umore è antracite, si guarda troppo insistentemente alla no/new wave, alla chitarra frippiana su Bowie londinese, e le somiglianze con certi U2 gloriosi sono fin troppo evidenti. Il problema è solo uno, ed è quello che mi impedisce di considerarlo veramente un gran disco: i modelli di riferimento sono troppo grandi e gloriosi, e Murphy li maneggia bene ma, allo stesso prezzo, prenderesti una Fiat Panda o una Seat Marbella?

Pink Floyd – The division bell 62/100
Io non so davvero se non ho abbastanza spirito critico e da sempre invidio chi riesce ad avere l’accetta nei propri gusti musicali. Vabbè, non riesco a dire che The division bell sia un disco brutto. Sicuramente è un disco molto bolso. Wright guarda caso scrive pezzo che preferisco, Wearing the inside out, quieta e dolcemente adagiata su fiati mattutini, mentre Gilmour vive beatamente nel suo classico assolo.

Trumans Water – Godspeed the vortex 68/100
Disordinati e disfunzionali di loro lo sono, poi questo è un pesantissimo molosso che pare un quaderno di brutta prima di copiare in bella fatto di intuizioni,correzioni,spunti, tentativi. For fans only.

riascolti importanti dopo una vita

Metallica – Metallica 75/100
Proverbiale spartiacque: ultimo disco decente e/o primo segnale di morte artistica. Io non li ho mai frequentati più di tanto, e probabilmente per questo riesco ad ascoltare The unforgiven, Enter sandman (fondamentalmente un riff pazzesco) e Nothing else matter senza avere il voltastomaco. Da turista del metal, quel che ho notato è sicuramente una grande capacità di azzeccare riff potenti e atmosfere affascinanti (due parole ad esempio le meriterebbe My friend of misery), ma la perdità di velocità unita ad una certa prolissità appesantiscono troppo il disco, e l’ora di durata pesa più del dovuto

Mark Lanegan – Whiskey for theHoly Ghost 90/100
In una parola: bellissimo. Parafrasando Temptation Island, un viaggio nei sentimenti

Akron/Family – Set ‘em wild, set ‘em free 75/100
Folk, Americana e incadescenze rumorose, volendo fare nomi più o meno recenti, sembrano la fusione di Broken social scene e Fleet foxes. La sensazione più di una volta è di confusione, però rimane un disco interessante e spesso poco scontato.

Lauryn Hill – The miseducation of Lauryn Hill 75/100
Troppo lungo, troppo prolisso, a volte non troppo interessante (il pezzo con D’Angelo, ad esempio, è molto inferiore alla somma degli addendi).

Led Zeppelin – Houses of the holy 84/100
Stuzzicante, nell’intervallo III/IV/Houses hanno cambiato spesso pelle, e sempre in maniera sublime. Questo forse è il meno zeppeliano di tutti.

Iggy Pop – Lust for life 87/100
Genuinamente rumoroso, un po’ il contraltare rock di The idiot. Al netto dei Trainspotting, dei Jet che scimmiottano, degli spot, dei Virgin Radio e Radio Freccia e Paola Maugiueri e delle migliaia di volte che l’abbiamo ascoltate, test per recuperare la verginità auditiva: chiudere gli occhi e far partire mentre non si sta facendo altro Lust for life e The passenger. Con me ha funzionato, sono due dei pezzi più immensi mai creati.

Wilco – Yankee Hotel Foxtrot 85/100
Più mi son detto “per carità di Dio, bello ma nulla più” più mi ha costretto a riascoltarlo, facendomi cambiare idea.

Tim Buckley – Goodbye and hello 89/100
Fa un po’ tenerezza in certi momenti, ma le stigmate dell’alieno ci sono tutte. Nuovo amore: Phantasmagoria in two.

Violent Femmes – Violent Femmes 95/100
Sempre stuzzicante e trascinante, nonostante una registrazione infame

Marracash – Marracash 75/100
Mai approfondito dopo st’esordio: qui c’ha la stoffa, belle rime, buon flow, buone idee.

Bob Dylan – Blood on the tracks 88/100
Pelo nell’uovo: trovo certe interpretazioni vocali un po’ forzate, ma la scrittura è troppo solida e passa via tutto. Nuovo amore: Bucket of rain (guardacaso il momento più dolce)

Fugazi – Repeater 97/100 + 3 songs ep 80/100
Bom, dopo 12 anni di conoscenza, finalmente mi allineo al resto del mondo: Repeater è il loro capolavoro,troppo potente, troppo urgente.
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#2 markmus

    cui prodi

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Inviato 30 luglio 2020 - 22:18

sottoscrivo la pietra a CRX


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#3 Cliff

    allievo del peggior Guzzanti heavy metal

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Inviato 30 luglio 2020 - 22:25

LCD Soundsystem – American dream 77/100
Si può parlare di album politico, specchio dei tempi eccetera, ma secondo me la questione è più semplice e molto più intima: James Murphy non solo non si diverte più, ma se potesse la farebbe finita (fisicamente?), o lui o quasi tutti quelli che lo circondano. American dream è un disco fuori fuoco sin dal titolo: questi 70 minuti sono il disincanto della vita vera, della delusione che comporta, il sogno è finito da un pezzo, ricorrere ai ricordi non migliora la situazione: gli ingredienti da dancefloor sono più o meno sempre gli stessi, ma non c’è niente di ballabile, qua l’umore è antracite, si guarda troppo insistentemente alla no/new wave, alla chitarra frippiana su Bowie londinese, e le somiglianze con certi U2 gloriosi sono fin troppo evidenti. Il problema è solo uno, ed è quello che mi impedisce di considerarlo veramente un gran disco: i modelli di riferimento sono troppo grandi e gloriosi, e Murphy li maneggia bene ma, allo stesso prezzo, prenderesti una Fiat Panda o una Seat Marbella?


Non sono d'accordo, i riferimenti a Bowie, TH, U2 ecc...ci sono tutti e sono palesi (come erano palesi nei dischi precedenti del resto) ma non ho mai la sensazione del plagio, quanto del furto, finalizzato alla costruzione di canzoni originali e per me ci riesce alla grandissima. Disco enorme


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Ha detto bene il presidente del coni, che il mondo dei dilettanti...chapeau. On duà parler français monsieur, mettenan nous parlon français, tout suit, ma la question n’est parer, n’est pas, comme ça [Carlo Tavecchio]


Caro Sig.'Cliff' di Roma le confesso che non capito..


non vorrei sembrare pedante


#4 PinkFreud

    Jung Last

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Inviato 31 luglio 2020 - 06:35

ascolti e riascolti vari

 

Sufjan Stevens - Illinois [2005] [chamber pop, singer/songwriter] 7m.png

Tears For Fears - Raoul and The Kings Of Spain [1995] [pop rock] 7m.png

The Triffids - Treeless Plain [1983] [folk rock, post punk] 6m.png

Culk - Culk [2019] [post-punk revival, shoegaze] 8m.png

Big Blood - Do You Wanna Have a Skeleton Dream? [2020] [avant-folk] 7m.png

Penfolds - Amateurs & Professionals [2000] [midwest emo] 9m.png


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Ja196z8.jpg

superstereo!

*lastfm*

 

 


#5 Tom

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Inviato 31 luglio 2020 - 08:12

Nuovo amore: Phantasmagoria in two.

 

Nel mio periodo buckleyano credo di aver consumato il CD riascoltandola. Ossessione durata tranquillamente piu' di un anno.

Oggi un po' mi fa sorridere quel modo assolutista di vivere la musica. Un po' mi manca, ma anche no.


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#6 cool as kim deal

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Inviato 31 luglio 2020 - 08:27

 

LCD Soundsystem – American dream 77/100
Si può parlare di album politico, specchio dei tempi eccetera, ma secondo me la questione è più semplice e molto più intima: James Murphy non solo non si diverte più, ma se potesse la farebbe finita (fisicamente?), o lui o quasi tutti quelli che lo circondano. American dream è un disco fuori fuoco sin dal titolo: questi 70 minuti sono il disincanto della vita vera, della delusione che comporta, il sogno è finito da un pezzo, ricorrere ai ricordi non migliora la situazione: gli ingredienti da dancefloor sono più o meno sempre gli stessi, ma non c’è niente di ballabile, qua l’umore è antracite, si guarda troppo insistentemente alla no/new wave, alla chitarra frippiana su Bowie londinese, e le somiglianze con certi U2 gloriosi sono fin troppo evidenti. Il problema è solo uno, ed è quello che mi impedisce di considerarlo veramente un gran disco: i modelli di riferimento sono troppo grandi e gloriosi, e Murphy li maneggia bene ma, allo stesso prezzo, prenderesti una Fiat Panda o una Seat Marbella?


Non sono d'accordo, i riferimenti a Bowie, TH, U2 ecc...ci sono tutti e sono palesi (come erano palesi nei dischi precedenti del resto) ma non ho mai la sensazione del plagio, quanto del furto, finalizzato alla costruzione di canzoni originali e per me ci riesce alla grandissima. Disco enorme

 

 

Buono, non ho mai parlato di plagio o furto eh.

Io i primi due degli LCD li amo veramente tanto eh, ed è vero che il riferimento Bowie/wave c'è sempre stato, hai voglia.

Quel che non mi quadra troppo sostanzialmente sono due cose: la mancanza della parte più dance/house (Tribulations, Us v them) e dei pezzi più veloci, quelli praticamente punk che mi facevano venir voglia di spaccare il muro pogando (Movement, North american scum)., mentre in AD c'è questo continuo pessimismo cosmico che serpeggia che alla fine appiattisce un po' tutto. 

Per carità, disco molto bello comunque, anche qui non escludo che ascolti futuri me lo facciano apprezzare di più.


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#7 cool as kim deal

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Inviato 31 luglio 2020 - 08:29

 

Nuovo amore: Phantasmagoria in two.

 

Nel mio periodo buckleyano credo di aver consumato il CD riascoltandola. Ossessione durata tranquillamente piu' di un anno.

Oggi un po' mi fa sorridere quel modo assolutista di vivere la musica. Un po' mi manca, ma anche no.

 

 

Assolutista di Tim o di Tom? asd


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#8 Tom

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Inviato 31 luglio 2020 - 08:36

Mi stai offendendo: di T*m.

(Assolutismo mio. ;))
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#9 .Cyclo

    Utente obsoleto

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Inviato 31 luglio 2020 - 09:57

sottoscrivo la pietra a CRX

 

Comincia a scriverla, io potrei facilmente farti avere materiali da aggiungerci ;)


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#10 Narostium

    Groupie

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Inviato 31 luglio 2020 - 11:25

Jon Hassell - Seeing Through Sounds 7

Soft Machine - Third 9

 

Riascolti:

 

Tuxedomoon - Half Mute ωx1000

 

E niente, il flamenco ritmico di Seeding the Clouds chiude ancora con quel velo di pietà sul mondo reietto, alieno e zingaro, e allo stesso tempo così quintessenziale, un disco eccelso sotto molti punti di vista. Seppur ancorato agli stilemi new wave, Half Mute è veramente anacronistico, e per me un vero classico. Nelle nostre generazioni, ancora si trova con molta fatica qualcosa di così sperimentale che non sia fine a sè stesso, o comunque modaiolo.


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#11 Cliff

    allievo del peggior Guzzanti heavy metal

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Inviato 31 luglio 2020 - 11:39

Quel che non mi quadra troppo sostanzialmente sono due cose: la mancanza della parte più dance/house (Tribulations, Us v them) e dei pezzi più veloci, quelli praticamente punk che mi facevano venir voglia di spaccare il muro pogando (Movement, North american scum)., mentre in AD c'è questo continuo pessimismo cosmico che serpeggia che alla fine appiattisce un po' tutto. 
Per carità, disco molto bello comunque, anche qui non escludo che ascolti futuri me lo facciano apprezzare di più.


Ma ci sta che abbia voluto smarcarsi da quello che aveva fatto in precedenza. Ovviamente sta tutto nel The gustibus perché io quel “pessimismo cosmico” non lo trovo affatto appiattente. È il suo album più “umano”
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Caro Sig.'Cliff' di Roma le confesso che non capito..


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Inviato 31 luglio 2020 - 13:25

 

Quel che non mi quadra troppo sostanzialmente sono due cose: la mancanza della parte più dance/house (Tribulations, Us v them) e dei pezzi più veloci, quelli praticamente punk che mi facevano venir voglia di spaccare il muro pogando (Movement, North american scum)., mentre in AD c'è questo continuo pessimismo cosmico che serpeggia che alla fine appiattisce un po' tutto. 
Per carità, disco molto bello comunque, anche qui non escludo che ascolti futuri me lo facciano apprezzare di più.


Ma ci sta che abbia voluto smarcarsi da quello che aveva fatto in precedenza. Ovviamente sta tutto nel The gustibus perché io quel “pessimismo cosmico” non lo trovo affatto appiattente. È il suo album più “umano”

 

 

 

Quel che non mi quadra troppo sostanzialmente sono due cose: la mancanza della parte più dance/house (Tribulations, Us v them) e dei pezzi più veloci, quelli praticamente punk che mi facevano venir voglia di spaccare il muro pogando (Movement, North american scum)., mentre in AD c'è questo continuo pessimismo cosmico che serpeggia che alla fine appiattisce un po' tutto. 
Per carità, disco molto bello comunque, anche qui non escludo che ascolti futuri me lo facciano apprezzare di più.


 È il suo album più “umano”

 

 

Su questo non ci piove.

C'è questo bellissimo estratto nella recensione sul sito che la dice lunga:

 

Murphy assiste e partecipa alla realizzazione di "Blackstar". Propone persino al Duca una collaborazione, ma rinuncia presto non sentendosi all'altezza. Spiega al suo maestro il dilemma che lo attanaglia: la creatività non è cessata, però dopo la sua crisi nulla potrà essere di nuovo come prima, almeno così pensa. Dinanzi a quei tormenti, Bowie gli chiede semplicemente: "[Riformare la tua band] ti fa sentire a disagio?". Alla risposta affermativa di Murphy, il Duca spazza via le nubi: "Bene! Così dovrebbe essere!".


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