Da grandissimo ammiratore di Eger, ricordo che la prima volta che ascoltai il disco rimasi un po' spiazzato, perché mi aspettavo qualcosa di simile a quanto aveva fatto con i Phronesis.
Mi ci è voluto poco però per apprezzarlo e capire che un disco solista sulla falsariga del suo progetto principale (o anche simile ai suoi lavori con Marius Neset e Morten Schantz) sarebbe stato fin troppo scontato, invece l'aver realizzato un disco completamente diverso è stata sicuramente la scelta migliore che potesse fare.
Come riferimenti mi vengono in mente diversi passaggi dell'ultimo album dei Jaga Jazzist (Starfire) e Beat Music! Beat Music! Beat Music! di Mark Guiliana, anche se a differenza dei primi le parti di batteria sono molto più frammentate e rispetto a Beat Music in questo lavoro ci sono scelte molto più imprevedibili.
Concettualmente sembra un disco pensato negli anni '70 ma suonato e registrato nel 2040, un tripudio di sintetizzatori, loops e drum breaks, il risultato finale è un lavoro molto originale all'interno del quale perdersi ascolto dopo ascolto.