SECONDO TURNO AFRICA MEDITERRANEA
(Muhammad Anwar al-Sadat)
La presentazione del secondo utente in gioco.
I primi due brani che ho selezionato rappresentano la canzone classica egiziana con accompagnamento orchestrale.
Sono quelli che io chiamo “album canzone”: i vinili infatti contenevo un unico pezzo registrato dal vivo, con lunghezze che variavano dai venti minuti all’ora scarsa.
Avendo pietà, per la gara ho messo dei comodi estratti di 10 e 15 minuti rispettivamente, di brani che in realtà ne durano 41 e 55.
Per chi volesse ho comunque reso disponibili anche i link agli integrali: fuori dal torneo tornateci con calma, sono degli universi in cui è meraviglioso perdersi, di una ricchezza musicale infinita.
Umm Kulthum – Alf Leila Wa Leila [estratto] (Egitto, 1969)
La più grande cantante egiziana della storia. Ha avuto un forte impatto anche fuori dal mondo arabo.
Bob Dylan ne era un ammiratore. Bono degli U2 pare ne collezioni i dischi. Robert Plant disse che “Kashimir” era ispirata dai suoi dischi.
Maria Callas disse che era la più grande cantante che avesse mai ascoltato dal vivo.
Il brano in questione è il suo più famoso: sommandone i vari video sul Tubo, ammassa 98 milioni di visite. Non so quanti altri brani di cinquant’anni fa riescano a fare altrettanto.
Per chi vuole approfondire, ecco l’integrale: https://www.youtube....h?v=ul4z6sLnXYY
Abdel Halim Hafez – Mawood [estratto] (Egitto, 1971)
Se Kulthum è stata la voce femminile, Hafez è stato quella maschile.
Anche lui ha una lunga sequenza di “album canzone”, che venne inaugurata proprio da “Mawood”. Siamo ai vertici del Novecento musicale.
Qui l’integrale: https://www.youtube....h?v=aQuX5vXYVBM
Per ricompensarvi dell’impegno messo nei brani sopra, due episodi rock molto fruibili, pur originalissimi e di qualità eccelsa.
Mohamed Mounir – El Kon Kolo Beydoor (Egitto, 1981)
Lui in Egitto viene chiamato “il Re” e su Facebook ha più fan di Bowie, Springsteen, Dylan o Elton John, per dire.
Della sua lunghissima e polimorfa carriera ho scelto una sorta di surf rock arabico, tecnologicamente piuttosto avanzato per l'epoca, travolgente e ipnotico al contempo.
Cairokee - Ya Abyad Ya Eswed (Egitto, 2019)
Coloro che hanno reso il formato della rock band universalmente popolare in Egitto, sulla scia della primavera araba. Portatori quindi di una rivoluzione sociale epocale.
Cantano testi impegnati e durissimi contro l’attuale classe dirigente, non mi stupirei se uno di questi giorni qualcuno di loro finisse in galera o peggio ancora sparisse nel nulla (mi auguro che siano troppo famosi affinché possa accadere, ma vatti a fidare).
Il pezzo in questione, tratto dal loro ultimo album ("The Ugly Ducklings"), li trova all’apice di un percorso creativo decennale, in cui mescolano rock alternativo, elettronica psichedelica e tradizione araba.