SETTIMO TURNO CILENO
Sol y Lluvia – En un largo tour (1980)
Rappresentarono di fatto la più accanita opposizione al sistema di Pinochet. Questo inno viene dal loro primo album, "Canto + vida", pubblicato quando il regime era ancora lungi dal mostrare le prime crepe.
Certo anche i Prisioneros avrebbero cantato fuor di metafora, ma cinque anni dopo, quando la situazione era già diversa, tant'è che ottennero la distribuzione ufficiale, mentre questo album dei Sol y Lluvia venne diffuso in proprio dal gruppo, su cassetta.
Nonostante la mancaza di qualsiasi tipo di appoggio mediatico, la band si è guadagnata un culto sempre crescente, culminato nell'approdo alla Emi nel 1988 (l'anno del plebiscito contro Pinochet).
Oggi sono considerati uno dei gruppi simbolo di quell'epoca e hanno un grande seguito in particolare dal vivo, dove la gente si sbraccia per cantare i loro epici assalti folk rock.
Incredibilmente, i giornalisti se li dimenticano sempre quando c'è da fare una lista sulla migliore musica cilena (del resto, da noi si dimenticano Branduardi: peggio per loro!).
Aterrizaje Forzoso – Despertar sin ti (1986)
La new wave cilena, tolti i Prisioneros, è composta principalmente da meteore (di fatto, nel senso che hanno pubblicato uno-due dischi, o di impatto, nel senso che solo una limitata porzione della loro produzione ha ottenuto riscontro).
Gli Aterrizaje Forzoso appartengono alla seconda categoria: diversi dischi pubblicati, ma col pubblico che li ha completamente snobbati dopo il discreto successo del debutto, tanto che la Emi li scaricò senza troppi complimenti dopo un paio d'anni.
Un gran peccato perché "Solo un sueño", da cui è tratto il pezzo in gara, è probabilmente il miglior disco della new wave locale all'infuori dei Prisioneros.
Grandi intrecci chitarristici (scintillanti jangle, ma anche assoli classic rock), sintetizzatori dreamy, belle linee di basso corposo. Tipo boh, un intreccio fra gli Smiths e, per chi li conosce, gli Wake. Wikipedia come influenza cità anche i Genesis del disco del 1983 ma onestamente non ce li sento troppo.
Il pezzo è spettacolare, adoro all'accelerazione sul ritornello.
Nadie – Ausencia (1987)
Anche loro new wave: han fatto un disco e sono poi spariti nel nulla.
Anzitutto pongo la vostra attenzione sullo spettacolare videoclip, con tanto di statue neoclassiche e sovrimpressioni proto-vaporwave.
"Dobbiamo votare la canzone, mica il video": obiezione accolta, anche perché la canzone è una gran canzone.
Notare come la voce maschile e quella femminile portino avanti linee melodiche differenti ma che poi si ricollegano durante alcune parole chiave ("compasión", "comprensión"). I due cantanti e la tastierista sono fratelli: Isolina, Francisco e Lucía Arbulú.
Bunkers – Canción para mañana (2003)
Caso commerciale stranissimo: dominanti in Cile, molto noti in Messico, ma non si sono mai imposti davvero nei paesi in mezzo (che di solito è automatico se conquisti Cile e Messico).
Ormai vicini ai vent'anni di carriera, sono considerati da molti i Kinks cileni: una loro hit è in pratica "All Day and All of the Night" in versione latina. Ma non è il pezzo in gara: ho infatti preferito un brano in cui mettono da parte il loro lato sbarazzino, pur adorabile, per tirare fuori epicità e dramma.
"Canción para mañana" è un incrocio fra la canción cilena tradizionale e un midtempo rock marziale con strofa declamata, un po' nello stile già provato nella classica "Al lado del camino" dell'argentino Fito Páez.