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Inquadrare Per Bene Gli Anni 10'


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25 replies to this topic

#1 Mr. Atomic

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Inviato 06 marzo 2020 - 08:20

Nei tempi in cui i pilastri della mia cultura musicale erano costituiti dai Blink 182 e 50 Cent e comunque stavo cercando di capirci di più, si è rivelato senz'altro un buon aiuto il seguente speciale di Ondarock https://www.ondarock...ecenniozero.htmche andava approfondendo per generi e/o scene gli anni 00'.

 

Mi chiedo dunque come si potrebbe costruire una versione analoga per gli 10'! Tra i movimenti decisamente finiti rispetto 10 anni fa sicuramente la nu new wave e vedo senza molti sblocchi evolutivi (rispetto il clou raggiunto dai già pietrificati Dalek e cLOUDDEAD, oppure di Sole) il filone legato all'abstract hip-hop. Invece potrei divertirmi a proporre alcune (pseudo)-categorie da inserire, tra i quali:

 

- Quello ineviabilmente permanente del cantautore folk/alt folk guidato da Sufjan Stevens e seguito dai vari Justin Vernon, Cohen, King Krule volendo anche, Hinson.

 

Donne: ovviamente senza trascurare l'importantissimo aspetto erotico, suddividerei per 5 sotto-categorie:

 

- Art-Songwriting tra tante aspiranti nuove Kate Bush, le mie preferite sono la Holter e la Newsom

 

- Donne Black/ neo-soul/ funk politicamente assai impegnante: Solange, Kelela, Monae, DAWN, Laura Mvula, Sudan Archives, ecc

 

- Grime incazzose tipo la Tempest, Little Simz, etc

 

- Prendendo spunta dall'ultimo Rock In Onda https://www.ondarock...ricivintage.htmle varie cantautrici vintage: Lana del Rey, Weyes Blood, Anna Calvi, Olsen, Nadler, etc

 

- Prendendo invece spunta da una puntata di Blah Blah Blah https://www.ondarock...h_popnonpop.htmDonne Aliene/ Post-Bjork: FKA Twigs, St. Vincent, Lim Kim, Mid-Air-Thief, etc. [Elodie?]

 

Da quel che resta del rock e dintorni

 

- Il Synth-Pop/Alt-Rock Post-Nu-New-Wave ashd basato comunque su una scena indie UK con un rilevante uso delle tastiere: Horrors, Arctic Monkeys/ Lash Shadow Puppets, TOY, White Lies, Wild Beasts, Chapel Club, etc...

 

- Volendo la variante USA un po' più sul verso dream-pop/psych-indie con i vari War of Drugs, Beach House, Future Islands, Real Estate, etc.

 

- Il garage lo-fi post- Jay Reatard: Ty Segall e chi altri?

 

- I vari revival band: il revival psych: King Gizzard, Black Mountain, Black Angels, etc... ed il revival post-punk incazzoso: Protomartyr, Shame, Idles, Parquet Courts, Goat Girl (tra l'altro scopro adesso che si sono sciole!), etc...

 

- L'Emo non è un genere che seguo ma sembra star bene, anche qua ci dovrebbero essere diversi sotto-generi

 

- vecchi darkeggianti: Swans, Low, Nick Cave

 

Calderone elettronica (in realtà non ne capisco un cazzo)

 

- Eletronica: qua colto da una discreta ignoranza potrei suddividere tra roba più tendente al IBM stile WARP/C2C con i vari Nicolas Jaar, Autechre, Hopkins, Hecker, Blake, Flying Lotus etc e una più house danzereccia con i vari Jamie XX, Gus Gus, etc... provocando un po' un calderone

 

- sempre da una puntata Blah Blah con Karagiannis https://www.ondarock...undtheworld.htmdanze tribali, vari global-hybridazition aggiornati e resi più democratici, tra il 2% che per adesso abbiamo scoperto: Lifafa, Loya, Kokoko! vari generi glocali geograficamente distribuiti tipo il Gqom, Singeli, etc... molto ancora da scoprire per il sottoscritto

 

- Sound Collage e altre robe mistiche, per lo più conosciute grazie a Life: Caretaker, Soft Channel, OPN

 

- DUB/ Minimal Techno, sempre grazie a Life: Prince of Denmark, Shackleton

 

- Vapor-wave: la più mistica fra tutte, prima o poi approfondirò la lista di Mongodrone che mi sembra un massimo esperto

 

- Decostructed Club: Amnesia Scanner, SOPHIE, ecc... pure qua mi sembra ci sia un buon topic per approfondire

 

Varianti aggiornamenti

 

- tutta l'ondata neo-soul/ nu/art-r'n'b con i vari Frank Ocean, Blood Orange, Anderson .Paak, Sampha, etc

 

- JAZZ e dintorni: Tra i nomi più famosi che mi sono piaciuti: Colin Stetson, Washington, Sons of Kemet, Comet is Coming, Matana Roberts, BadBadNotGood, con più contaminazioni funk: Thundercat

 

- Rap: concentrandoci solo sul panorama USA si potrebbe fare una proposta variegata di diverse scene limitandosi a pigliare i rapper più rappresentativi: Kendrick Lamar, Vince Staples, Childish Gambino, Pusha T, Sweathshirt, gente che fa un po' categoria a sè tipo Tyler, the Creator, Kanye West o Danny Brown, alcune cose più sul alt-rap tipo Run The Jewel, Death Grips, etc... poi roba più vicino al trap come Future, Migos e altro materiale che vado ignorando, anche rap al femminile con la Banks

 

- La ricerca costante e giusta del Best in the world sul versante alt-rock/pop di Gozer: i vari indie giapponesi, turchi, vietnamiti, polacchi, etc: tra i miei preferiti: Residente, Khayat e Mondo Grosso ma sopratutto i Bilderbuch

 

ITALIA:

 

- Sicuramente la scena indie-mainstream hybrida che varia tra Calcutta, l'ottimo Colapesce consigliato da LFT, Iosonouncane, Baustelle e roba più marcatamente (indie)-alt-rock: Verdena, Calibro 35, etc e indie-pop tipo i Fitness Forever

 

- la scena Screamo, Life ne parla come tra le migliori sulla scena mondiale, io per adesso mi sono limitato ad ascoltare gli ottimi Ojne.

 

- Da citare anche la famosissima scena trap anche se non riesco considerarlo una cosa seria, probabilmente manco ambisce di esserlo. Speranza dove lo si può mettere?

 

Invito ovviamente tutti a metterne altri e confutare alcuni di questi! :mattarello:


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#2 markmus

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Inviato 06 marzo 2020 - 10:35

bravo tana! finalmente qualcuno che prova a parlare di musica!

 

si vede che hai studiato e hai fatto i compiti a casa. sicuramente c'e' gente che potrebbe aiutare ad integrare ed ordinare, ma e' ok come punto di partenza.

 

sull'elettronica ammetti anche tu che spari nel mucchio, mettendo insieme artisti che non c'entrano granche' tra di loro. hecker lo vedo parte di un filone "ambientale" abbastanza fiorente nell'ultimo decennio, con cose tipo cantu-ledesma, a winged victory for the sullen, english, etc. piu' interessanti secondo me quando giocano con la texture dei suoni, tipo alcune cose di ben frost, piuttosto che limitarsi a giocare con l'evocativita' di certe progressioni.

 

vanno a lambire cose piu' cerebrali alla herndon, laurel halo, che pero' rientrano piu' in quella che reynolds a definito conceptronica per le gallerie d'arte. e' tutta roba su cui anche io sono poco familare eh, sicuramente gente tipo paloz o not possono aiutare .

 

gente tipo gus gus e altri che adesso non mi sovvengono giocano con la house con spirito giocoso e divertito. jamie xx per me e' accostabile a four tet o caribou o anche baths nel proporre un'elettronica indie-friendly che avevo denominato muesly house perche' me li immagino sempre vestiti pronti per andare ad una lezione mattutina di yoga. hopkins per certi versi e' vicini, ma fa scuola a parte erche' e' un po' piu' uno scienziato dei suoni con una forte impronta eniana. il piu' assimilabile a jon hopkins lo trovo floating points, anche se con un background jazz che e' del tutto assente in hopkins, quindi boh.

 

flying lotus fa un po' scuola a parte essendo legato a doppio filo alla scena jazz losangelina (thundercat etc).

 

sempre rimanendo in california, toglierei forse weyes blood dal calderone femmine (tipo anche le artiste grime, che potrebbero andare in una caselle grime unisex) e le assegnerei un ruolo in questa scena infatuata dalle sonorita' 60/70, per certi versi iniziata da un'altra femminuccia tipo la newsom ma che ha preso una forma tutta sua e con un'impronta forse piu' fortemente revival, in cui per me rientrano anche band tipo i lemon twigs (che mi sa sono di new york pero').

 

king krule proprio non ce lo vedo nella casella cantautorale alt-folk (a cui si possono aggioungere nomi come bill cahan and so on). ha piu' in comune con l'alt hip-hop d'oltreoceano per certi versi (mile, slums, etc  che forse meritano una casella tutta loro in ambito HH), la caratteristica principale una certa fascinazione per il linguaggio jazz. poi certo qua e' musica suonata e ci sono forti influenze britanniche, pero' niente che me lo faccia avvicinare a stevens o vernon. anche vernon in effetti forse dovrebbe essere posizionato altrove, con james blake , nell'ala cantautori affascinati dalle nuove sonorita' black.

 

in ambito indie, meritano forse un incasellamento a parte i figliocci" di kevin parker. non mi vengono molti nomi oltre ai temples, che hanno pure altre coordinate piu' glam, ma qualcosa per catturare quella scena indie con una certa fascinazione per la produzione danzereccia vintage serve.

 

poi ultimamente si e' sviluppata questa scena brit di figliocci dei fall, in verita' alquanto variegata. cose che vanno dalla fat white family fino ad arrivare a shame e DC fontaines. gli ultimi non hanno niente a che fare coi primi per dire, ma volendo c'e' un filo conduttore nella scelta di uno sguardo abbastanza politico e nel distanziarsi dalla forma canzone che aveva fatto la fortuna dell'indie anni zero.

 

insomma, tanta carne al fuoco e mi sa che ho impsticciato la situazione piu' che chiarificarla. speriamo in un nuovo super-specialone di :OR: per chiarirci le idee!


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#3 Edgewalker

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Inviato 06 marzo 2020 - 10:36

In ordine sparso da mettere ognuno in una delle sezioni fatte da TdT: nu nu metal, nu metalcore, trap metal, emo rap,  latin trap e reggaeton e dancehall "eterei", deMarchindie, dungeon synth.


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#4 markmus

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Inviato 06 marzo 2020 - 10:45

ah ecco, volevo inserirlo l'emo rap proprio pensando a te, pancakesino. poi mi sono scordato.

 

anche il reggaeton/dancehall in effetti va messo, anche quello non etereo immangino. quali sono quelli "eterei"? magari potrebbe piacermi.

 

e soprattutto cos'e' demarchindie? ha a che fare con demarco?

 

pan, tu sei il piu' aggiornato fra queste mura. ti assegno il compito di affibiare un nome catchy a tutte le scene individuate qui dentro, cosi' da aiutare i redattori.


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#5 Edgewalker

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Inviato 06 marzo 2020 - 11:08

ah ecco, volevo inserirlo l'emo rap proprio pensando a te, pancakesino. poi mi sono scordato.

 

anche il reggaeton/dancehall in effetti va messo, anche quello non etereo immangino. quali sono quelli "eterei"? magari potrebbe piacermi.

 

e soprattutto cos'e' demarchindie? ha a che fare con demarco?

 

pan, tu sei il piu' aggiornato fra queste mura. ti assegno il compito di affibiare un nome catchy a tutte le scene individuate qui dentro, cosi' da aiutare i redattori.

Quelli eterei sono, per la dancehall, figli e parenti del drake di qualche anno fa, mentre per il reggaeton sia le cose più weirdone alla dj python che le ultime di balvin e bad bunny. Che poi hanno upgrade da contestualizzare sempre all'epoca: fossero suonati così eterei quando l'r&b subiva lo stesso trattamento [proprio con Drake, Weeknd e tutte le produzioni della prima metà dei 10s] allora sarebbe stata veramente avanguardia da gente di un certo livello col calice in mano e ah la tauromachia. Invece queste cose le fanno nel 2020 dove suona tutto oramai come Drake e Weeknd, l'r&b alternativo non è più alternativo [anzi, Rina Sawayama ha fatto uscire una sindrome di stoccolma di pezzo che sembra uscita da un disco delle Destiny's Child], e i fautori e ascoltatori di questo reggaeton etereo moderno non sono hindiboi colti e occhialuti che ascoltavano House of Balloons per non doversi sciroppare Chris Brown ma equivalenti moderni della Gasolina che fanno video su tik tok.

 

Il deMarchindie è il genere di tutti i figliocci invece di Mac, ovviamente mai ai suoi livelli: Boy Pablo, Gus Dapperton, e n-altri benefattori di algoritmi youtube [algo-rhythm potrebbe essere un buon nome per un genere, vai a capire che genere però].


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#6 Gozer

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Inviato 06 marzo 2020 - 11:34

*
POPOLARE

Soprattutto il decennio del definitivo crollo della critica musicale: incapace per forza di cose di riuscire a contenere e comprendere tutto, in un guazzabuglio postmoderno senza precedenti, capillarizzato all'ennesima potenza a causa della rete, si è difesa col meccanismo della volpe con l'uva: se non ci arrivo, non merita attenzione.

 

Così, l'attenzione si è spostata dall'underground al mainstream, arrivando a sfociare in un poptimism totalizzante. Io personalmente sono favorevole a non spacciare per fondamentali nomi filati da due gatti, a discapito di chi ha seguiti considerevoli, a patto però che quei seguiti siano sostenuti da qualcosa. Condizione che non mi sembra più necessaria: è famoso? Valido a prescindere, da Nicki Minaj a Beyonce, da Ariana Grande a Drake, da Rihanna a Lamar, la critica si è bevuta qualsiasi cosa abbia dominato le classifiche in sostanza. 

Nel decennio precedente (2000-2010) non si sarebbe mai sognata di comportarsi in una maniera del genere. 

 

Questa attenzione maniacale per il mainstream ha portato alla sottovalutazione delle sottoculture, altra cosa che nel decennio 2000-2010 non sarebbe mai accaduta: basti ricordare quanto peso venne dato al glitch e a tutti i suoi derivati.

Invece, in questo decennio hanno del tutto bypassato la vaporwave, scena enormemente più vasta di quella glitch, perché semplicemente gli sfuggiva da tutte le parti: è nata su canali che la critica non frequenta, quando non li disprezza apertamente (Reddit, 4chan), ha utilizzato metodi di distribuzione del tutto alternativi (niente appoggio delle tradizionali etichette, grande peso a Bandcamp e Soundcloud, e soprattutto all'autodistribuzione, che Pitchfork non ha mai preso in considerazione per dire), è stata forse la prima vera scena interamente digitale e alternativa al concetto di scena musicale come inteso nel ventesimo secolo.

 

Risultato? Per arrivare a vedere recensito "Floral Shoppe" su Pitchfork s'è dovuto aspettare il 2019: otto anni dalla pubblicazione. Grosso degli altri album più famosi della vaporwave sta ancora aspettando.

Anche nel nostro piccolo su Ondarock il primo disco vaporwave recensito fu il secondo del 2814, dal sottoscritto, a cinque anni dalla nascita del fenomeno (pur con gente che furibonda affermava di seguirlo da sempre e che io ero arrivato tardi: e però non aveva recensito niente), e dopo quello poco altro è stato trattato (altri due-tre dischi al massimo). Parliamo di un genere che conta migliaia di uscite.

 

---

 

Riguardo alla musica non-anglofona, invece: apprezzo Muk/Tana per l'appoggio, però è fuorviante dire "la musica di Gozer: vietnamiti, turchi, giapponesi, polacchi, ecc."... perché non è un calderone unico.

Se da queste parti viene percepito così è semplicemente per l'antipatia generalizzata nei miei confronti, ma ognuna di queste scene è a parte e scollegata dalle altre, il fatto che io mi interessi a tutte e sia l'unico a farlo (qui, si intende) non le accomuna in alcun modo. Meriterebbero ognuna una trattazione a sé.


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#7 Edgewalker

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Inviato 06 marzo 2020 - 11:52

Soprattutto il decennio del definitivo crollo della critica musicale: incapace per forza di cose di riuscire a contenere e comprendere tutto, in un guazzabuglio postmoderno senza precedenti, capillarizzato all'ennesima potenza a causa della rete, si è difesa del meccanismo della volpe con l'uva: se non ci arrivo, non merita attenzione.

 

Così, l'attenzione si è spostata dall'underground al mainstream, arrivando a sfociare in un poptimism totalizzante. Io personalmente sono favorevole a non spacciare per fondamentali nomi filati da due gatti, a discapito di chi ha seguiti considerevoli, a patto però che quei seguiti siano sostenuti da qualcosa. Condizione che non mi sembra più necessaria: è famoso? Valido a prescindere, da Nicki Minaj a Beyonce, da Ariana Grande a Drake, da Rihanna a Lamar, la critica si è bevuta qualsiasi cosa abbia dominato le classifiche in sostanza. 

Nel decennio precedente (2000-2010) non si sarebbe mai sognata di comportarsi in una maniera del genere. 

 

Questa attenzione maniacale per il mainstream ha portato alla sottovalutazione delle sottoculture, altra cosa che nel decennio 2000-2010 non sarebbe mai accaduta: basti ricordare quanto peso venne dato al glitch e a tutti i suoi derivati.

Invece, in questo decennio hanno del tutto bypassato la vaporwave, scena enormemente più vasta di quella glitch, perché semplicemente gli sfuggiva da tutte le parti: è nata su canali che la critica non frequenta, quando non li disprezza apertamente (Reddit, 4chan), ha utilizzato metodi di distribuzione del tutto alternativi (niente appoggio delle tradizionali etichette, grande peso a Bandcamp e Soundcloud, e soprattutto all'autodistribuzione, che Pitchfork non ha mai preso in considerazione per dire), è stata forse la prima vera scena interamente digitale e alternativa al concetto di scena musicale come inteso nel ventesimo secolo.

 

Risultato? Per arrivare a vedere recensito "Floral Shoppe" su Pitchfork s'è dovuto aspettare il 2019: otto anni dalla pubblicazione. Grosso degli altri album più famosi della vaporwave sta ancora aspettando.

Anche nel nostro piccolo su Ondarock il primo disco vaporwave recensito fu il secondo del 2814, dal sottoscritto, a cinque anni dalla nascita del fenomeno (pur con gente che furibonda affermava di seguirlo da sempre e che io ero arrivato tardi: e però non aveva recensito niente), e dopo quello poco altro è stato trattato (altri due-tre dischi al massimo). Parliamo di un genere che conta migliaia di uscite.

 

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Riguardo alla musica non-anglofona, invece: apprezzo Muk/Tana per l'appoggio, però è fuorviante dire "la musica di Gozer: vietnamiti, turchi, giapponesi, polacchi, ecc."... perché non è un calderone unico.

Se da queste parti viene percepito così è semplicemente per l'antipatia generalizzata nei miei confronti, ma ognuna di queste scene è a parte e scollegata dalle altre, il fatto che io mi interessi a tutte e sia l'unico a farlo (qui, si intende) non le accomuna in alcun modo. Meriterebbero ognuna una trattazione a sé.

Gozer sui primi tre paragrafi sei d'accordo che sia una cosa fisiologica nel passaggio da internet a una cosa per pochi ad una cosa per molti? Che è in soldoni quello che ho provato a dire in questo topic.


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#8 markmus

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Inviato 06 marzo 2020 - 12:02

sicuramente tra le non-anglofone la scena indie giapponese degli ultimi anni merita una casella tutta sua, perche' e' comunque una scena abbastanza definibile, con le sue influenze city-pop ed i virtuosismi prog (semplificando). 

 

magari anche altre cose non anglofone spinte da gozer, ma in quel caso non so se si puo' parlare di scene vere e proprie o no (non ho mai approfondito).

 

sicuramente la critica e' diventata estremamente poptimizzata, ma non la vedo cosi' acritica. la minaj per dire ha 68/100 (sono andato a vedere perche' non la percepivo come particolarmente stimata). altri tipo beyonce o drake (o the weeknd, per dire uno piu' stimato su questi lidi) possono non piacere, ma hanno fatto comunque opere che secondo me avrebbero raccolto riscontri in altre epoche .

 

per come la vedo io piu' che altro si e' capito che la critica il piu' delle volte e' solo gente normale che ascolta piu' musica della media, quindi soggetta a dire baggianate soggettive come chiunque altro. un tempo c'erano sicuramente giornalisti con piu' visione e magari stili piu' accattivanti, ma il grosso dell'importanza derivava dall'aver accesso ad un sacco piu' materiale rispetto ai lettori, e anche nella scoperta di cose nuove avevano una posizione di vantaggio che per forza di cosa nella nuova realta' internettiana si e' andata dissolvendo.

 

edit: ah ecco forse, e' un punto simile a quello fatto teste' da pan.

 

pero' starei alla larga da discorsi sulla critica in questo topic, alla fine sta a noi mappare la scena in base a come l'abbiamo vissuta noi (inevitabili bias inclusi, ma per lo meno abbastanza scafati da non essere troppo succubi delle infatuazioni passeggere delle testate di grido).


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#9 Gozer

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Inviato 06 marzo 2020 - 12:06

#Pancakes:

 

Si tratta sicuramente del segno dei tempi, e come tale è influenzato da tutto ciò che sta accadendo. In questo non c'è niente di male. 

 

C'è di male nel fatto che non si sia tentato alcun correttivo, ma del resto la critica musicale non l'ha fatto mai, e infatti a seguirla in realtà si percepisce una storia della musica totalmente diversa da quella che è stata in realtà: pensa a tutta la gente che ancora oggi è convinta che il punk abbia spazzato via il prog, cosa inventata di sana pianta.

 

Quindi se non si è mai tentato di raddrizzare il tiro neanche quando la situazione era molto più organizzata e controllabile di ora, figurati se si possa percepire la responsabilità di farlo adesso, era in cui chiunque può farsi un account su Bandcamp e "pubblicare" i suoi album. 

 

In soldoni: ci sta non essere riusciti ad affrontare la vaporwave in diretta, avendo questa sovvertito i canali istituzionali della musica. Questa è una conseguenza inevitabile del segno dei tempi che accetto tranquillamente come tale.

 

Quello che non ci è sta è che, dopo anni di questa situazione, la critica si deve per forza essere resa conto del ritardo e del fatto che stava bypassando qualcosa di grosso: e non ha tentato alcun recupero, per l'orgoglio di non dover ammettere che, nell'era dell'internet 2.0, la critica può soltanto constatare il passato, e non è più in grado di leggere il presente (anzi, diciamola tutta: di leggere il presente non è mai stata in grado, ma prima riusciva a camuffarlo, ora non è più possibile).


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Inviato 06 marzo 2020 - 12:08


 

pero' starei alla larga da discorsi sulla critica in questo topic, alla fine sta a noi mappare la scena in base a come l'abbiamo vissuta noi (inevitabili bias inclusi, ma per lo meno abbastanza scafati da non essere troppo succubi delle infatuazioni passeggere delle testate di grido).

 

Da un lato ci sta, ma dall'altro è proprio il lavoro di scelta di una cosa anzichè un'altra, fatto da qualcuno anzichè qualcun'altro, in un posto anzichè qualcun'altro, che ha fatto si che certi generi e artisti anzchè altri  fossero le prime scelte universali in questo topic. O artisti e scene collegate come best of e passaggi fondamentali della decade.

 

Un esempio che ricordo dal 2012 o forse 11: cerco i Death Grips su lastfm, artisti simili Swans, Deafheaven, forse anche Kanye o Kendrick. Mentre nella pagina dei Bolt Thrower trovavi legittimamente Obituary e Benediction [gruppi non uguali, ma sicuramente stesso genere], coi DG gli ascoltatori ascoltavano tutti le stesse cose diverse tra loro ma uguali a seguito dei dettami del sitarello di riferimento.
 


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#11 Gozer

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Inviato 06 marzo 2020 - 12:19

Pancakes:

Un esempio che ricordo dal 2012 o forse 11: cerco i Death Grips su lastfm, artisti simili Swans, Deafheaven, forse anche Kanye o Kendrick. Mentre nella pagina dei Bolt Thrower trovavi legittimamente Obituary e Benediction [gruppi non uguali, ma sicuramente stesso genere], coi DG gli ascoltatori ascoltavano tutti le stesse cose diverse tra loro ma uguali a seguito dei dettami del sitarello di riferimento.

 

Grossa veritade.

 

 

sicuramente tra le non-anglofone la scena indie giapponese degli ultimi anni merita una casella tutta sua, perche' e' comunque una scena abbastanza definibile, con le sue influenze city-pop ed i virtuosismi prog (semplificando). 

 

magari anche altre cose non anglofone spinte da gozer, ma in quel caso non so se si puo' parlare di scene vere e proprie o no (non ho mai approfondito).

 

Semplicemente perché è l'unica che segui. La regola vale per ognuna di esse, pur con ordini diversi di grandezza.

(Poi sì, la scena giapponese è forse effettivamente la più vasta, ma anche una delle più soggette a stereotipi banalizzanti che si è sostanzialmente inculcata da sola - e lo preciso mettendo in chiaro che comunque la amo).


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#12 markmus

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Inviato 06 marzo 2020 - 12:23

 


 

pero' starei alla larga da discorsi sulla critica in questo topic, alla fine sta a noi mappare la scena in base a come l'abbiamo vissuta noi (inevitabili bias inclusi, ma per lo meno abbastanza scafati da non essere troppo succubi delle infatuazioni passeggere delle testate di grido).

 

Da un lato ci sta, ma dall'altro è proprio il lavoro di scelta di una cosa anzichè un'altra, fatto da qualcuno anzichè qualcun'altro, in un posto anzichè qualcun'altro, che ha fatto si che certi generi e artisti anzchè altri  fossero le prime scelte universali in questo topic. O artisti e scene collegate come best of e passaggi fondamentali della decade.

 

Un esempio che ricordo dal 2012 o forse 11: cerco i Death Grips su lastfm, artisti simili Swans, Deafheaven, forse anche Kanye o Kendrick. Mentre nella pagina dei Bolt Thrower trovavi legittimamente Obituary e Benediction [gruppi non uguali, ma sicuramente stesso genere], coi DG gli ascoltatori ascoltavano tutti le stesse cose diverse tra loro ma uguali a seguito dei dettami del sitarello di riferimento.

 

sisi', capisco il nesso. dicevo solo che qua focalizzerei piu' discorso su quali sono le cose che pensiamo meritino di rientrare nella narrazione ex-post piuttosto che su quali siano i filtri o le dinamiche che hanno favorito qualcosa piuttosto che altro, magari includendo anche cose che non riteniamo particolarmente valide ma di cui riconosciamo l'impatto sulla cultura o l'estetica di questi anni. 

 

poi la pluralita' d'interventi dovrebbe aiutare a dipingere un quadro il piu' possibile esaustivo, in cui frank ocean e compagnia pompata puo' stare al fianco di una qualche scena che magari conosce solo life is insignificant. 

 

anzi, potrebbe essere proprio un thread che aiuta ad incuriosire alcuni su cose che hanno bypassato proprio per mancanza di visibilita'.

 

 

Pancakes:

Un esempio che ricordo dal 2012 o forse 11: cerco i Death Grips su lastfm, artisti simili Swans, Deafheaven, forse anche Kanye o Kendrick. Mentre nella pagina dei Bolt Thrower trovavi legittimamente Obituary e Benediction [gruppi non uguali, ma sicuramente stesso genere], coi DG gli ascoltatori ascoltavano tutti le stesse cose diverse tra loro ma uguali a seguito dei dettami del sitarello di riferimento.

 

Grossa veritade.

 

 

sicuramente tra le non-anglofone la scena indie giapponese degli ultimi anni merita una casella tutta sua, perche' e' comunque una scena abbastanza definibile, con le sue influenze city-pop ed i virtuosismi prog (semplificando). 

 

magari anche altre cose non anglofone spinte da gozer, ma in quel caso non so se si puo' parlare di scene vere e proprie o no (non ho mai approfondito).

 

Semplicemente perché è l'unica che segui. 

 

che e' quello che intendevo dire alla fine dell'intervento quotato, ovvero che non sapendo se i gruppi facciano o meno parte di un movimento piu' ampio non mi posso esprimere.


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#13 Moreno Saporito

    burzumaniaco

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Inviato 06 marzo 2020 - 12:24

mi pare il classico topic dove si litiga, fatto di oggettività, verità, ecc ecc ecc, per cui ottimo direi


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#14 markmus

    cui prodi

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Inviato 06 marzo 2020 - 12:29

asd sarebbe bello, e' un po' che non si litiga er la musica

 

io spero che qualcuna delle mie frasi sopra finisca in un meme delle nefaste influenze, se ho fallito riprovo di nuovo con qualcosa di piu' serioso e ingessato.


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#15 Moreno Saporito

    burzumaniaco

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Inviato 06 marzo 2020 - 12:40

  delle nefaste influenze 

 

beh questi topic sono dei prolungamenti esterni di quello che è un po' la sintesi di tutto, io parto sempre da lì per prendere il meglio


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#16 mongodrone

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Inviato 06 marzo 2020 - 13:38

 

Per arrivare a vedere recensito "Floral Shoppe" su Pitchfork s'è dovuto aspettare il 2019: otto anni dalla pubblicazione. Grosso degli altri album più famosi della vaporwave sta ancora aspettando.

Anche nel nostro piccolo su Ondarock il primo disco vaporwave recensito fu il secondo del 2814, dal sottoscritto, a cinque anni dalla nascita del fenomeno (pur con gente che furibonda affermava di seguirlo da sempre e che io ero arrivato tardi: e però non aveva recensito niente), e dopo quello poco altro è stato trattato (altri due-tre dischi al massimo). Parliamo di un genere che conta migliaia di uscite.

 

fa piacere sentire una persona illuminata ogni tanto asd

comunque mi sento chiamato in causa, il punto è che non so scrivere... l'unico articolo che ho mai scritto è stato un excursus semi serio sulle origini della musica elettronica popular, sparito dal web tra l'altro. (anzi no, l'ho trovato http://www.harrr.org...e-preistorica/)

ci ho pensato a fare qualcosa di simile sulla vaporwave ma a distanza di anni mi sento ancora in parte impreparato. sarà il fatto che essendo un genere dominato da sample spesso oscuri mi sembra di non potere trattare per bene la questione senza averli trovati. ultimamente ho visto che youtube a volte li segnala in automatico quindi la cosa già è più semplice. oltre a questo ci sono i sottogeneri più mainstream della vaporwave (future funk, vaportrap) che proprio non reggo.

comunque se intendi scrivere tu qualcosa magari ti posso dare una mano, in realtà non ho capito se a parte 2814 ti sei interessato anche ad altro.

 

a chi citava la mia lista: l'ho aggiornata, per ora segnalando i dischi con musica originale rispetto a quelli sample-based.

https://rateyourmusi...porwave-top-40/


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#17 .Cyclo

    Utente obsoleto

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Inviato 06 marzo 2020 - 14:45

Mi permetto solo di far notare nel mare magnum di filoni e sottofiloni indicati da Muk, che secondo me manca una citazione per un gruppo di artisti che hanno (per così dire) provato a ridefinire i confini dell'R&B, partendo da una posizione "non black".

Mi riferisco a gente come James Blake, SOHN, Chet Faker/Nick Murphy e altri che conosco meno..

 

Poi. intendiamoci: Blake è durato 3 album, SOHN uno, Faker forse nemmeno uno......gli anni '10 mi sembra che siano stati a livello generale il regno degli exploit isolati e delle infatuazioni effimere.


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#18 Mr. Atomic

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Inviato 06 marzo 2020 - 17:23

Si-si, con l'elettronica ho fatto un calderone un po' confuso, si potrebbe suddividere per ambient /house/ tecno con le varie derive, mentre Flying Lotus giustamente come dice Markmus si avvicina più alla famiglia di Thundercat.  A livello fenomeni sociali si può individuare per me due macro-rappresentazioni, quelli EDM che riempie tutti i festival estivi e che va in heavy rotaion sulle stazioni radio più commerciali (Guetta, Harris, gli ex SHM, Avicii, Armin van Buuren, etc) e poi la reazione un po' più intellettuale ad essa fatta dal club culture, C2C, DJ Set più ricercati, etc... dove vanno annoverati i vari Hopkins, Autechre, Hecker, Vynehall, etc... anche se poi musicalmente c'entrano poco uno con l'altro. Poi ci sono i vari DJ ibridi che abilmente fanno parte di entrambi i macro-gruppi presenziando ovunque: Jamie XX, Flume, Disclosure, etc... ma pure qua, c'entra più la destinazione finale x pubblico che lo stile in sè.

 

Gozer

 

Riguardo alla musica non-anglofona, invece: apprezzo Muk/Tana per l'appoggio, però è fuorviante dire "la musica di Gozer: vietnamiti, turchi, giapponesi, polacchi, ecc."... perché non è un calderone unico.

 

Ovvio! Andavo sottolineando come -rispetto un decennio fa- c'è oggi una ricerca più dettagliata e più attenta verso la musica non-anglosassone che non sia marcato da esotismi da quattro soldi, dunque più attenti al contesto nazionale e non robe stile WOMAD. Poi ovvio che la scena alt-rock turca non abbia nulla in comune con quella alt-pop taiwanese.

 

Poi sempre sul versante world io apprezzo anche musicisti anglosassoni/ europei che però si rifanno alle musiche tradizionali di altri paesi creando però un valido ibrido, che ci sia un collegamento con le origini (vedi i Kokoroko) oppure assolutamente no (tipo i Dirtmusic, probabilmente un po' tutto parte da My life in the bush of ghosts) per non parlare poi delle varie band from terzo-mondo che svariano tra mille generi in modo di essere inquadrabili difficilmente,  i Konono N1 i primi che mi vengono inmente, sempre sul versante tradi-modern/ glocal.


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#19 Gozer

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Inviato 06 marzo 2020 - 18:38

comunque se intendi scrivere tu qualcosa magari ti posso dare una mano, in realtà non ho capito se a parte 2814 ti sei interessato anche ad altro.

 

La mia relazione con la varpowave è stata curiosa: prima la conoscevo ma in maniera blanda, poi tre anni fa nella compagnia che frequento è entrato un ragazzino che ci sta infognato e quando ha visto che sapevo cosa fosse (prima volta in cui incontrava una persona in carne e ossa che la conoscesse) mi ci ha tirato dentro fino ai capelli. Ogni sabato tira fuori capolavori imprescindibili da farmi sentire, e ormai anche Youtube me la consiglia.

 

Gli ho mostrato la classifica vaporwave di RYM: è rimasto contento per i 2814 in vetta, ma anche molto scocciato dalla posizione bassissima di "Floral Shoppe" e "Sailorwave".

Contesta inoltre che il future funk sia inserito fra i sottogeneri della vaporwave mentre la vaportrap sia a parte, in particolare per la sua fissa per Blank Banshee ("Conosci tale Aphex Twin? Gli ho dato una sentita, sembra tipo Blank Banshee ma con meno groove").

 

In cambio lo istruisco sulle fonti e le influenze del genere: ora conosce Tatsuro Yamashita, gli Omega Tribe e tanto altro. asd

 

Comunque sì, una storia della vaporwave mi piacerebbe parecchio scriverla, ti contatto e ne parliamo se ti va.


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#20 mongodrone

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Inviato 06 marzo 2020 - 19:17

ok, posso provare a darti la mia visione da matusa, per di più concettuale. del resto forse neanche da "giovane" ho passato così tanto tempo su un genere soltanto, e con risultati disastrosi poi: quello che mi affascina è la concezione dietro la musica e il fatto che dice qualcosa (in maniera molto criptica) del presente, ma se dovessi consigliare di ascoltare dei dischi per me sarebbero solo una trentina, che per un decennio sono pochi, non certo un capolavoro imprescindibile alla settimana asd

 

comunque su rym non hai votato niente, non ti vuoi esporre? ashd


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#21 Gozer

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Inviato 06 marzo 2020 - 19:40

ok, posso provare a darti la mia visione da matusa, per di più concettuale. del resto forse neanche da "giovane" ho passato così tanto tempo su un genere soltanto, e con risultati disastrosi poi: quello che mi affascina è la concezione dietro la musica e il fatto che dice qualcosa (in maniera molto criptica) del presente, ma se dovessi consigliare di ascoltare dei dischi per me sarebbero solo una trentina, che per un decennio sono pochi, non certo un capolavoro imprescindibile alla settimana asd

 

comunque su rym non hai votato niente, non ti vuoi esporre? ashd

 

Anche a me non piace tutto, e anche io credo che si possa riassumerla in una trentina di dischi. In particolare detesto quando gli artisti perdono cognizione del tempo e cacciano fuori quelle robe lunghe 80 (ma anche 100, 120, 150) minuti... e nella frangia ambient è più d'uno a farlo. 

 

Quasi tutti i miei dischi preferiti dell'ambito si tengono sotto l'ora di durata. Non ho votato niente perché anche dopo tre anni di immersione la sensazione è di annaspare in un grande caos, che è poi il grande caos del presente.

Concettualmente c'è in effetti poco di più affascinante: da qualche tempo mi sono messo a leggere/ascoltare trattazioni sull'argomento, e vengono quasi tutte da fuori la stampa musicale (tesi di laurea in filosofia o sociologia, youtubers, eccetera). 

 

Bon, dopo ti scrivo, che si rischia l'off topic molesto altrimenti.

 

 

 

Ovvio! Andavo sottolineando come -rispetto un decennio fa- c'è oggi una ricerca più dettagliata e più attenta verso la musica non-anglosassone che non sia marcato da esotismi da quattro soldi, dunque più attenti al contesto nazionale e non robe stile WOMAD. 

 

A Muk invece domando: sicuro ci sia questa ricerca? A me sembra che i canali principali continuino a snobbare del tutto le scene che non sono in inglese (o nella propria lingua, nel caso di canali non anglofoni). 


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#22 mongodrone

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Inviato 06 marzo 2020 - 20:09

 

 

 

Bon, dopo ti scrivo, che si rischia l'off topic molesto altrimenti.

 

 

 

ok mandami i tuoi 30, prevedo che in comune ne avremo 4 ashd


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#23 Mr. Atomic

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Inviato 07 marzo 2020 - 05:47

Gozer, non so/ non vedo, ecco perchè mi son permesso di intitolarti il filone: fatto sta che poi (immagino) grazie alle tue dritte i vari album con recensioni/ratings si diffondono su RYM, vedi poi molti utenti che a loro volta riciclano gli stessi album. Fatto sicuramente positivo e che può essere una nuova tendenza sul web, almeno in Italia. Per dire, se vado vedere i ratings messi all'ultimo album degli Adamlar si scopre che in buon numero sono italiani. Insomma alte potenzialità anche per OR che come canale in Italia mi pare il più influente. 


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#24 Narostium

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Inviato 10 settembre 2020 - 06:45

Mi piace l'idea di contestualizzare un decennio attraverso una sintesi sonora...Mi sembra che Nicolas Jaar sia stato già nominato in questo thread. Non parlo tanto di Space is Only Noise (anche se nella mia Top 10/'10s non sfigura affatto), ma per Pomegranates, che ha veramente sviluppato molte frontiere già aperte nei primi 2000 dal cosiddetto glitch (Jan Jelinek, Fennesz, Vladislav Delay, ecc... e Ulver?!, si, sempre Teachings in Silence, ndr, si sente tutto quanto), molto sottovalutato tra l'altro nella discografia di Jaar, mentre per me è decisamente il meglio a cui è arrivato. Cioè, l'idea di una colonna sonora per un film veramente raro quanto bello come quello di Paradjanov, restaurato nel 2014 da Scorsese, cioè l'anno precedente, è stata a mio avviso un vero colpo di genio, tra l'altro musicata in modo profondissimo. E' un artista che, nonostante i picchi iniziali, è continuativo, ancora rende molto, e incarna lo spirito del modo di fare musica più contemporaneo.


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#25 Legolas

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Inviato 10 settembre 2020 - 12:29

Soprattutto il decennio del definitivo crollo della critica musicale: incapace per forza di cose di riuscire a contenere e comprendere tutto, in un guazzabuglio postmoderno senza precedenti, capillarizzato all'ennesima potenza a causa della rete, si è difesa del meccanismo della volpe con l'uva: se non ci arrivo, non merita attenzione.

 

Non credo sia solo quello il problema.

Il vero problema è che la critica è sempre stata legata al formato album, non può prescindere da quello, il formato album però è stato reso obsoleto dal progresso tecnologico.

Oggi un qualunque smartphone ha abbastanza memoria da contenere centinaia di canzoni, la qualità non ha nulla da invidiare ad un lettore CD tradizionale, quindi l'album non ha più senso di esistere.

Un qualunque artista moderno non pensa più in termini di album, ma solo di singoli, ed è chiaro che recensire i singoli non avrebbe alcun senso, insomma negli anni 2010 è proprio cambiato il modo di concepire ed ascoltare la musica, la critica è destinata per forza di cose ad estinguersi.

Questo è oggettivo, passando alle sensazioni personali, è cambiato anche il modo di cantare, negli ultimi 2-3 anni è un boom di gente che canta sussurrando, essendo la musica un qualcosa che viene messo in sottofondo mentre fai le pulizie, la ginnastica o leggi le notifiche sui social, dev'essere meno invasiva possibile.

 

Altro trend degli anni 2010 che citerei, è la completa scomparsa del rock dai canali mainstream e radiofonici tradizionali.

Non è un fenomeno iniziato in quel decennio chiaro, già alla fine degli anni 2000 il calo di consensi era generale, ma nella prima metà degli anni 2010 c'è stato un vero tracollo, il nuovo elettropop di Lady Gaga e delle sue emule, e il boom della musica latina hanno spazzato via il rock dalle radio, ormai sopravvive solo in nicchie specifiche.

Non mi viene in mente nessun brano o artista rock venuto fuori negli anni 2010 che possa rimanere nell'immaginario collettivo, gente come i Dinosaur Pile Up, gli Shinedown, i Five Finger Death Punch o i Nothing But Thieves, è destinata ad una carriera da artista di nicchia.

Il declino del rock è così marcato, di proporzioni così vaste, che molti artisti che sono nati e cresciuti come artisti rock, nel corso del decennio hanno appeso le chitarre al muro e si sono messi a fare altro.


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#26 wetton76

    utente alla ricerca dei classici perduti...

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Inviato 11 settembre 2020 - 11:24

Questo è oggettivo, passando alle sensazioni personali, è cambiato anche il modo di cantare, negli ultimi 2-3 anni è un boom di gente che canta sussurrando, essendo la musica un qualcosa che viene messo in sottofondo mentre fai le pulizie, la ginnastica o leggi le notifiche sui social, dev'essere meno invasiva possibile.

 

Una considerazione in accordo con quanto diceva Scialpi qualche anno fà in questa intervista (dal minuto 5:28 circa):

 


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