Io non ce la faccio più.
Basta dio bono. Poi penso alle guerre, penso alla peste, penso a quello che milioni di individui hanno passato nel corso del tempo.
È come se ci fossimo bruscamente svegliati nella Storia quella che da millenni porta anche tragedie, pensavamo di essere comodamente al sicuro e invece dopo 70 anni dalla guerra anche noi siamo triturati tragicamente dal meccanismo come tutti i nostri predecessori.
E' venuto anche a me un pensiero del genere, più che altro ho pensato ancora una volta a quanto siano stati sculati i boomer, che rientreranno pure in una fascia anagrafica più "a rischio" della mia, ma perlomeno non si sono visti arrivare questa tranvata sui denti nel climax della loro esistenza.
Già quelli che si sono formati negli anni '80 hanno dovuto affrontare Chernobyl e la paranoia dell'AIDS, ma temo che questa epidemia avrà un raggio d'azione molto più largo, magari non per le complicazioni sanitarie ma per gli effetti socio-economici sul medio-lungo termine.
P.S. Ci sarebbe anche qualche riflessione più positiva e ottimista da sviluppare sul futuro della nostra società dopo la quarantena, ma forse sarebbe necessario un topic apposito.
Eccomi, Filippo.
No, nè Chernobyl né l'Aids hanno sconvolto le nostre vite di teenagers come questo morbo così potente rischia di fare con i teenagers di oggi.
Per quanto riguarda Chernobyl, a me pare di ricordare che non abbiamo perso un solo giorno di scuola nè un solo grammo di vita "normale": a parte la proibizione di mangiare insalata e bietola, in concreto non mi ricordo di nessuna misura di contenimento così pressante come quelle di questo Marzo.
D'altra parte, gli ioni radioattivi erano lì da qualche parte del cielo in balia del vento... cosa avresti potuto fare?
[mi rendo conto che si sta parlando di un'epoca pre-social network, pre-gruppi sei di XYZ se..., oggi il panico si trasmette troppo più velocemente rispetto a 34 anni fa e così anche l'isteria della classe dirigente].
Per quanto riguarda l'Aids, quando l'allarme è stato lanciato in Italia è stato subito seguito da tutto un elenco di comportamenti a rischio da evitare: la campagna mediatica fu molto intensa.
Siamo stati tutti condizionati da questo ma non credo sconvolti (a parte, ovviamente, chi è stato coinvolto più o meno direttamente).
[vale la stessa considerazione di sopra sulla velocità di trasmissione del panico]
Personalmente, invece, ricordo come molto viva la preoccupazione per la guerra nucleare e per il pericolo immanente che i missili con testate nucleari si levassero in volo.
Pare veramente che ad un certo punto stessimo per uno (come a tombola) anche se non so quanto siano romanzate le storie sull'ufficiale russo che capì che l'allarme che aveva a video era falso.