Steve Wynn – A dazzling display 75/10
Disco che mi ricorda i dischi Pixies tipo Trompe lo Monde o Bossanova, col suono strasaturo e la batteria piatta paf-paf, suono orrendo. Ma non so perché, è sempre il Frank Black post Pixies il riferimento che mi viene in mente, dato che Wynn (questo è il secondo da solista se non sbaglio) si allontana completamente dal suono della band d’origine per dare forma a un disco vario e sfaccettato che una volta avremmo catalogato come “rock”. Wynn è molto abile, e passa agilmente da riff affilati (Drag e la title track) a pezzi talmente pop che non sai se siano famosi o meno (Tuesday, As it should be e Close your eyes, sfacciatamente REM, e infatti c’è Peter Buck). E ancora languori (Bonnie & Clyde con una certa Johnette Napolitano moooooolto Kimgordoniana), sarabande di archi spezzati ( 405), improbabili ritornelli (Grace). Vale la pena, davvero.
Stranglers – Dreamtime 61/100
È impressionante la metamorfosi degli Stranglers nel corso degli anni. A questa altezza, nono disco, gli Stranglers sono ormai una band synthpop sempre vagamente melodica, in alcuni casi molto vicina a certe atmosfere di certi primi U2, specie nei pezzi più sentimentali. Ascoltabile.
Dictators – Boodbrothers 77/100
Strana band, vagamente considerata di seconda fascia, forse perché non propriamente centrata: qui parte punk (Faster and louder, Wikipedia dice che c’è un non accreditato Springsteen ma non si sente), muore glam/hard rock, ogni tanto ha qualcosa di garage. Bello comunque, capaci di alternare assoli (Borneo Kimmy),ritornelli (Stay with me) e riff (Slow death) killer.
Wilco – Schmilco 80/100
Disco che ho consumato con piacere. Conosco molto poco i WIlco, e non mi aspettavo un mood così rilassato, slacker ma applicato all’indie rock che accarezza il folk, invece che al noise dei Dinosaur Jr., che si traduce in pezzi sonnacchiosi ma veramente melodici, molto più profondi di quel che sembri, ed infatti gli ascolti lievitano. Tanti pezzi semplicemente belli, menzione speciale per quelli dove il basso, circolare e denso, aziona tutta la macchina, vale a dire Someone to lose e Locator.
SIA – This is acting 73/100
SIA è una che non dovrebbe piacermi, perché è quanto di più lontano di solito apprezzo: il pop radiofonico virato dance con voce costantemente sopra le righe. Ed invece è diventata il mio punto di contatto con questo mondo, lo è diventata con 1000 forms of fear e lo conferma con questo This is acting, leggermente meno bello, che funziona meglio proprio quando spinge sul lato ballabile: la sfacciata Cheap thrills e la sfacciatissima Move your body. In un universo parallelo mi piacciono gli schiuma party, i gin tonic e non ho paura di sembrare ridicolo nel ballare, si vede…
Fabrizio De Andrè – IN concerto vol.2
Live che non aggiunge né toglie nulla, PFM accompagna. Insomma superfluo. Molrto di mio gusto la scaletta.
Kate Bush – Aerial 73/100
Prima volta con la divina bellezza, sempre intelligente partire dalla fine no ? Disco doppio, e già si storce il muso. Sono soddisfatto, al di là di alcune lungaggini tipiche del cantautorato femminile© (Mrs. Bartolozzi), nulla di epocale, ma pathos il giusto, buon gusto, qualche arrangiamento non banale, tantissima classe. Ora però vado a scoprire le origini.
Luigi Tenco – Se stasera sono qui 60/100
L’irresistibile scioglievolezza di Lindt in 14 brani di difficile digestione. Mettiamola così, Tenco mi è apparso talmente anacronistico che dopo un paio di ascolti volevo mollarlo e bollarlo con un’ampia insufficienza. Alla fine anche lui si lascia ascoltare, ma butto la bomba con nonchalance: ma se non si fosse ucciso, oggi lo ricorderemmo? Aveva davvero qualcosa che giustificasse la sua presenza tra le prime file del nostro cantautorato?
New Bomb Turks – Scared straight 81/100
Che bomba di band. Punk rock evoluti (gente che coverizza i Wire in Destroy-oh-boy) ma capaci di prendere il meglio del genere (velocità, divertimento) e farla conciliare con una spacconeria tipica del rock n roll anni 50 (l’immensa Professional againster, che di fatto resuscita Jerry Lee Lewis), inventando di fatto gli Hives ( Cultural Elite sign-up sheet), fornendo ritornelli spaziali (Telephone numbrrr) ed una imitazione finale degli Stones degna degli originali (Wrest your head).
Eyeless in Gaza – Kodak ghost run Amok ep / Invisibility ep/ Others ep 73/100
3 brevissimi ep dei primissimi anni, molto interessanti, schizzi naif di minimal wave diagonale, field recording ed elettronica da Nintendo prima del GameBoy.