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Storia Di Un Matrimonio (Baumbach, 2019)


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21 replies to this topic

#1 William Blake

    Titolista ufficiale

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Inviato 06 dicembre 2019 - 16:34

Esce oggi su Netflix un film passato per pochi giorni nelle sale italiane che è anche il coronamento del percorso autoriale di Noah Baumbach. Consigliatissimo!

 

storia-di-un-matrimonio-locandina.jpg

 

http://www.ondacinem...matrimonio.html


  • 3
Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#2 Incidente

    Feudo

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Inviato 08 dicembre 2019 - 18:28

Poco importa che i due protagonisti di "Marriage Story", interpretati superbamente da Driver e Johansson, siano rispettivamente un geniale regista emergente di teatro e la sua musa e prima attrice. Il mondo in cui il loro matrimonio è nato per poi deteriorarsi è soltanto una cornice, che casomai rende ancora più patetiche e meschine le evoluzioni della loro separazione (la battuta lapidaria del giudice, che non vuole dedicar loro più tempo di quello che spetta a chi dispone di mezzi minori).
L'inizio del film, con i due attori che recitano quello che amavano del loro partner, mentre sullo schermo scorrono le immagini felici di dieci anni di matrimonio e un bambino, alla luce di quello che verrà mostrato subito dopo è una coltellata al cuore. Badate bene, oggi state così, tutti trombette e partite al Monopoly, ma è una sola scena a separarvi dal baratro.

Inizialmente ben disposti verso l'un l'altro, propensi a risolverla con le buone, i due giovani artisti inizieranno una battaglia legale brutale, con al centro, ovviamente, il figlioletto, i patrimoni e le carriere dei due. Avvocati mefistofelici, cose non dette, emozioni represse, agoismo, convenzioni sociali, catapultano i due giovani in una spirale distruttiva quasi involontaria.

Nonostante sia tra le più divertenti, perché in Marriage Story c'è tempo anche per qualche risata, una scena che mi ha devastato è stata quella della visita dell'apaticissima assistente sociale. Solo chi ha vissuto una di queste visite, può capire la grandezza di Driver e del copione, perfetti nell'inscenare la pressione che un evento del genere comporta e la dolce maldestrezza di un padre (o una madre) che cerca di dimostrare quanto in ogni altro momento gli viene naturale. Senza dimenticare la tensione del figlioletto, che finesce inesorabilmente con il sentirsi corresponsabile dell'esito.

Incredibile anche la scrittura dei personaggi secondari, su tutti l'avvocato un po' amica un po' squalo di Laura Dern, che in tre battute e due gesti si svelano in tutta la loro potenza. Alla Dern basta togliersi le scarpe e avvicinarsi a Scarlett per farci capire di cosa è capace.

Conciliante, sebbene amaro, il finale, che evita il disastro grazie alla capacità della coppia di fermarsi giusto in tempo. Un ulteriore merito della sceneggiatura è quello di non parteggiare mai per nessuno dei due contendeti, tanto fa far affezionare lo spettatore ad entrambi, ai difetti di entrambi e giore quando riescono a rispettarsi di nuovo, a volersi, nuovamente diversamente bene. Se la prima scena del film è una pugnalata, la chiusura con l'allacciamento della scarpa è una carezza gentilissima.

Ultimo incredibile prodigio di un film già perfetto è l'uso delle due città al centro della disputa, New York e Los Angeles, che rappresentano con la loro proverbiale dicotomia le esigenze inconciliabili dei protagonisti.


  • 4

#3 tiresia

    Sue Ellen

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Inviato 11 dicembre 2019 - 09:54

Era un po’ che mi chiedevo come si potesse affogare una carriera nei film Marvel ed ecco che la Johansson se ne esce con questo film, chapeau. Attori bravissimi, completamente calati nello spaesamento, nell’incapacità di gestire un evento che è come una livella e rende tutti uguali al netto della stima reciproca, dell’affetto reciproco, dell’educazione reciproca.
La scena madre dei due ex che si aggrediscono, si offendono, si umiliano, si lacerano, ma in fondo forse per la prima volta si dicono la verità racconta come proprio il divorzio li abbia resi onesti: l’incipit folgorante infatti non fa altro che dirci di come le relazioni si reggano sull’insistere sulle cose positive e sul non affrontare le cose negative.
Sono le aspettative, il bisogno di realizzarsi, la mancanza di equilibrio nel trovare soluzioni di vita che soddisfino entrambi le parti il fulcro del film, non è il tradimento tout court la chiave di volta, è il non voler più rimandare, accettare, il non voler più guardare al bello, ma cominciare ad elaborare il brutto della relazione.
Film scritto molto bene, risulta coinvolgente anche al netto dei lavori “particolari” dei due protagonisti (ho letto un articoletto della Stancanelli che...vabbuò, la ragazza ha dei problemi), le dinamiche sono comunque gestite e restituite in una maniera genuina.
Applausi alla Dern che con un magnetismo fisico puro si prende tutte le scene in cui è presente o in cui è solo nominata, lei, tacchi a spillo rosso lattex, ha un monologo che inchioda la realtà della maternità al retaggio patriarcale cattolico virginale: un monologo monstre, poco da dire.
  • 0

#4 Edgewalker

    The storm is upon us

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Inviato 11 dicembre 2019 - 12:25

Applausi alla Dern che con un magnetismo fisico puro si prende tutte le scene in cui è presente o in cui è solo nominata, lei, tacchi a spillo rosso lattex, ha un monologo che inchioda la realtà della maternità al retaggio patriarcale cattolico virginale: un monologo monstre, poco da dire.

 

Non l'ho visto [e non so se vedrò a breve] ma non ditemi che dopo SW8 doppia ancora con un personaggio così woke che inneggia al non fare figli. Che tanto poi li fanno le persone che importiamo per via del loro, di retaggio culturale asd


  • -3

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#5 100000

    Enciclopedista

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Inviato 16 dicembre 2019 - 16:30

Domanda: solo io ho simpatizzato più con lui che con lei?

Chiaramente il film è asimmetrico, come deve essere, ma per me non è neanche equidistante (no problem eh, non è una critica, più una riflessione sulla percezione del film stesso probabilmente).


  • 0

#6 William Blake

    Titolista ufficiale

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Inviato 16 dicembre 2019 - 18:08

è asimmetrico perché a un certo punto lei si sistema a Los Angeles e seguiamo di più Adam Driver tra NY e LA (ma in realtà nella prima mezz'ora seguivamo soprattutto lei). puoi scegliere con chi simpatizzare e diciamo anche che sul divorzio entrambi si fanno travolgere, lei immediatamente, lui solo in un secondo momento (e probabilmente per questo è più facile empatizzare con lui che pare preso dai turchi). però sulle colpe e i problemi relativi alla coppia è netto ed equidistante: se quello che dice Charlie della ex moglie può esser vero (ossia che deve trovare un pretesto esterno per essere infelice e lamentarsi), non abbiamo motivi per dubitare che lui l'abbia (anche inconsapevolmente, per carità) vampirizzata, senza mai metterla al centro del loro rapporto (sentimentale e creativo), oltre ad averla tradita durante il periodo di crisi. Charlie non ne esce magari come uno stronzo integrale o come il peggior esempio di toxic masculinity, ma forse è più lineare il comportamento di Nicole. comunque è un trattamento molto diverso e ben più equilibrato rispetto a "Kramer contro Kramer" nel quale, tolti i primi dieci minuti, Dustin Hoffman ne usciva come un eroico e improbabile padre coraggio, mentre la Streep come una mezza merda asd


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Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#7 100000

    Enciclopedista

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Inviato 16 dicembre 2019 - 19:00

Ma non volevo fare il processo al film eh, solo considerazioni. Poi distinguerei fra asimmetria ed equidistanza.

E comunque non mi riferivo tanto al matrimonio, dove mi sembra che le colpe siano ben distribuite, quanto al divorzio, dove a me sembra che lui sia più vittima (meno soldi, prima mossa della moglie con l'aggressivissima Laura Dern, le due canzoni, e alla fine semplicemente lui si taglia le vene perde).


  • 1

#8 paloz

    Poo-tee-weet?

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Inviato 16 dicembre 2019 - 22:08

L'incipit è indubbiamente il rollercoaster emozionale dell'anno.

Spoiler

Poco da dire, se non che probabilmente è il miglior Baumbach di sempre.


  • 2

esoteros

 

I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.

 

(Samuel Beckett, Malone Dies)


#9 Edgewalker

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Inviato 16 dicembre 2019 - 23:18

è asimmetrico perché a un certo punto lei si sistema a Los Angeles e seguiamo di più Adam Driver tra NY e LA (ma in realtà nella prima mezz'ora seguivamo soprattutto lei). puoi scegliere con chi simpatizzare e diciamo anche che sul divorzio entrambi si fanno travolgere, lei immediatamente, lui solo in un secondo momento (e probabilmente per questo è più facile empatizzare con lui che pare preso dai turchi). però sulle colpe e i problemi relativi alla coppia è netto ed equidistante: se quello che dice Charlie della ex moglie può esser vero (ossia che deve trovare un pretesto esterno per essere infelice e lamentarsi), non abbiamo motivi per dubitare che lui l'abbia (anche inconsapevolmente, per carità) vampirizzata, senza mai metterla al centro del loro rapporto (sentimentale e creativo), oltre ad averla tradita durante il periodo di crisi. Charlie non ne esce magari come uno stronzo integrale o come il peggior esempio di toxic masculinity, ma forse è più lineare il comportamento di Nicole. comunque è un trattamento molto diverso e ben più equilibrato rispetto a "Kramer contro Kramer" nel quale, tolti i primi dieci minuti, Dustin Hoffman ne usciva come un eroico e improbabile padre coraggio, mentre la Streep come una mezza merda asd

 

Si però peccato che di storie vere che finiscono come Kramer ce ne sono purtroppo poche, mentre non si può dire lo stesso della casistica di questo film.


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#10 William Blake

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Inviato 17 dicembre 2019 - 00:30

beh ma quanto poteva essere esemplare il film di Benton sui divorzi degli anni 70, tutto per altro filtrato dal punto di vista maschile? senza dubbio particolare (e l ricordo pure un bel film), ma questo è sicuramente più realistico. non capisco poi perché Nicole avrebbe dovuto mollare il figlio all'ex marito se aveva fatto una scelta di vita e poteva tranquillamente portarla avanti insieme al bambino. in "Kramer contro Kramer" il finale dà fondamentalmente ragione al padre, cioè che con un po' di impegno era meglio dell'altra pure come genitore.


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Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#11 tiresia

    Sue Ellen

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Inviato 17 dicembre 2019 - 09:34

C’è un momento in cui lei dice a lui di averlo amato più di quanto lui avesse mai amato lei e, forse, è vero: dalla storia che raccontano lui “vampirizzandola” non ha accettato il posto all’università a Los Angeles per venire incontro a lei, non ha mai condiviso il desiderio di lei di fare regia. Alla fine lui fa per il figlio quello che non ha voluto fare per lei rivelandosi un padre certamente migliore.
Nessuno è stronzo veramente in questo film, anche nell’acuirsi della guerra legale loro riescono a fermarsi prima, in questo magari è un film con una storia lodevole e, purtroppo, non così diffusa.
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#12 Incidente

    Feudo

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Inviato 17 dicembre 2019 - 09:57

C’è un momento in cui lei dice a lui di averlo amato più di quanto lui avesse mai amato lei e, forse, è vero: dalla storia che raccontano lui “vampirizzandola” non ha accettato il posto all’università a Los Angeles per venire incontro a lei, non mai condiviso il desiderio di lei di fare regia. Alla fine lui fa per il figlio quello che non ha voluto fare per lei rivelandosi un padre certamente migliore.
Nessuno è stronzo veramente in questo film, anche nell’accuirsi della guerra legale loro riescono a fermarsi prima, in questo magari è un film con una storia lodevole e, purtroppo, non così diffusa.

 

Si, quando non vanno in fondo ho tirato un sospiro di sollievo.


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#13 Edgewalker

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Inviato 17 dicembre 2019 - 09:57

beh ma quanto poteva essere esemplare il film di Benton sui divorzi degli anni 70, tutto per altro filtrato dal punto di vista maschile? senza dubbio particolare (e l ricordo pure un bel film), ma questo è sicuramente più realistico. non capisco poi perché Nicole avrebbe dovuto mollare il figlio all'ex marito se aveva fatto una scelta di vita e poteva tranquillamente portarla avanti insieme al bambino. in "Kramer contro Kramer" il finale dà fondamentalmente ragione al padre, cioè che con un po' di impegno era meglio dell'altra pure come genitore.

 

KVK era filtrato tutto dal punto di vista maschile, ma tutt'oggi sono molti di più i padri che riescono a malapena a vedere i proprio figli che il contrario. Il punto è se vogliamo cercare il realismo o l'idealismo, e quindi o un film di tipo "riflessivo", nel senso che riflette una realtà, o di tipo trasformativo, che mira a cambiarla portando una tesi. In verità, "da fuori" questo di Baumbach mi sembra sia entrambi: enfatizza una realtà già diffusa [la famiglia disfunzionale ampiamente sviscerata ad hollywood da almeno trent'anni, dove un padre modello è quasi un miraggio] e mira a legittimarla ulteriormente puntando sull'individualismo come un diritto. Sarebbe bello vedere invece di questi tempi un film dove una coppia si decida a stare insieme per il bene dei figli finchè essi non sono abbastanza cresciuti.


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#14 William Blake

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Inviato 17 dicembre 2019 - 12:08

Quindi intossicare i figli con un rapporto malato se non morto invece di farli crescere con maggiore serenità, per quanto si affronti una decisione dolorosa? Il messaggio l'ha scritto Pillon?

Poi il film non legittima alcunché, racconta una storia d'amore partendo dal divorzio. Entrambi operano scelte complesse e dolorose, ciascuno a fin di bene secondo il loro punto di vista.
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Inviato 17 dicembre 2019 - 14:57

Quindi intossicare i figli con un rapporto malato se non morto invece di farli crescere con maggiore serenità, per quanto si affronti una decisione dolorosa? Il messaggio l'ha scritto Pillon?

Poi il film non legittima alcunché, racconta una storia d'amore partendo dal divorzio. Entrambi operano scelte complesse e dolorose, ciascuno a fin di bene secondo il loro punto di vista.

 

Premesso che dubito che il film non legittimi alcunchè visto quello che ho capito essere il personaggio della Dern così come quello che è a grandi linee il senso [divorziare è brutto e difficile ma va fatto]: la tua prima riga è esattamente il tipo di individualismo di cui parlavo, due adulti grandi maturi [in teoria, vedi poi la Streep in Kramer] e vaccinati dovrebbero essere sì in grado di appianare le loro divergenze nel momento in cui si tratta di formare un essere umano per poi darlo in pasto al mondo. La maggiore serenità di una coppia divorziata con bambino che fa la spola tra due case è tendenzialmente quella dei genitori [spesso solo uno, che sia il padre che può scopicchiare in giro o la madre che si ritrova con la rata mensile del corso di zumba sempre già pagata], e non quella del figlio.


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#16 William Blake

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Inviato 17 dicembre 2019 - 20:22

Allora, non avevo letto il tuo primo messaggio, quindi non sapevo che non avessi visto il film e, infatti, del monologo della Dern non hai messo a fuoco nulla, stai parlando solo in base a un tuo pregiudizio e giudicando in base ai commenti di ciascuno. Sul resto della tua considerazione, ormai extra-filmica, non so che risponderti: probabilmente saremo più egoisti, ma che la "religione della famiglia" stesse morendo se n'era accorto pure Verga, non mi pare proprio una cosa degli ultimi anni. E il valore che tu assegni alla famiglia è fondamentalmente tradizionale, ma qualsiasi specialista ti potrà dire che non esiste la famiglia quale concetto astratto, separato cioè dagli individui che la compongono. Quindi se abbiamo individui che si stanno intossicando la vita perché si stanno sacrificando in nome del figlio, non vedo come questi possa crescere in un ambiente sano... Oppure pensi che basti pensare ogni giorno "daidai, ingoio un altro po' di merda, tanto fra 5 anni va all'università e potrò divorziare" per sentirsi bene? 


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#17 tiresia

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Inviato 18 dicembre 2019 - 06:54

Il monologo di Laura Dern:
"Il concetto di bravo padre è stato inventato solo trent’anni fa. Prima si era abituati al fatto che i padri fossero assenti, inaffidabili, egoisti. Tutti diciamo che non ci va più bene, ma alla fine a un livello base li accettiamo così, li amiamo anche per la loro fallibilità. Ma la gente non ha assolutamente lo stesso atteggiamento nei confronti delle madri, non lo accetta strutturalmente, né emotivamente. Perché la base della nostra roba giudaico cristiana è Maria, la madre di Gesù. E lei è PERFETTA. È una vergine che dà la vita. Infaticabile nel supportare costantemente il figlio, pronta a sorreggere il suo corpo da morto. E il padre non c’è. Non ha mai fatto niente, manco l’ha scopata. Dio è in cielo. Dio è il padre e Dio non si è fatto mai vedere. Quindi tu devi essere perfetta e Charlie può essere una merda e andrà bene così. Tu dovrai sempre rispondere a uno standard diverso e molto più alto"
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#18 Edgewalker

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Inviato 18 dicembre 2019 - 18:19

Grazie a Tiresia per l'intel!

 

Allora, non avevo letto il tuo primo messaggio, quindi non sapevo che non avessi visto il film e, infatti, del monologo della Dern non hai messo a fuoco nulla, stai parlando solo in base a un tuo pregiudizio e giudicando in base ai commenti di ciascuno. Sul resto della tua considerazione, ormai extra-filmica, non so che risponderti: probabilmente saremo più egoisti, ma che la "religione della famiglia" stesse morendo se n'era accorto pure Verga, non mi pare proprio una cosa degli ultimi anni. E il valore che tu assegni alla famiglia è fondamentalmente tradizionale, ma qualsiasi specialista ti potrà dire che non esiste la famiglia quale concetto astratto, separato cioè dagli individui che la compongono. Quindi se abbiamo individui che si stanno intossicando la vita perché si stanno sacrificando in nome del figlio, non vedo come questi possa crescere in un ambiente sano... Oppure pensi che basti pensare ogni giorno "daidai, ingoio un altro po' di merda, tanto fra 5 anni va all'università e potrò divorziare" per sentirsi bene? 

 

Si lo avevo detto subito, parlavo in base a quello che avevo fiutato + dando autorevolezza ai vostri commenti. Partendo dall'extra-filmico: certo che Verga se ne era accorto, ma ne parlava in un contesto decisamente particolare [anche se diffuso], in un mondo dove comunque l'impalcatura familiare antica, con tutti i suoi difetti, era comunque la norma. Poi si, lo studioso studiato dirà queste cose, ma in un contesto sociale civilizzato rimane comunque una delle strutture base per mandare avanti la baracca. Il giorno in cui cambierà radicalmente tutto lo si potrà davvero discutere, ma nel modello attuale chi cresce diversamente ne paga, volente o nolente, le conseguenze. Quindi si, i due individui farebbero bene a non intossicarsi e non farlo vedere per tirar su bene il figlio, perchè se è vero che non si fanno dei veri e propri corsi per fare i genitori [e forse si dovrebbe] è anche vero che non ci si può deresponsabilizzare alle prime avversità. Questo disgregamento del nucleo familiare ora come ora è un gioco liberista per 1) moltiplicare i consumi individuali, quindi 2) lamentarsi dei cali delle nascite e favorire i miscugli etnografici e infine 3) puntare poi politicamente solo su identity politics e diritti sociali a costo zero di marxiana memoria.

 

Proprio per questo il monologone della Dern è pure peggio di quello pensavo asd, specie perchè una fonte hollywoodiana si permette addirittura di citare esattamente gli ultimi 30 anni come tempo del mito del padre perfetto quando invece è esattamente il contrario, sono gli ultimi 30 il periodo dove la famiglia disfunzionale è diventata la regola nella narrazione mainstream [quindi nè Verga nè Teorema], persino Homer Simpson [che ha fatto 30 anni di recente] è un personaggio simpatico e amato ma ridendo e scherzando un pessimo padre per molte cose. Ora è chiaro che non è stata tutta colpa dei media, e da quasi MGTOW posso quasi capire perchè un uomo possa tenersi ben lontano da arpie come la Streep di Kramer, la Dern e la Scarlet di questo film o la tipa di Gone Girl, però in un contesto economico che già genera questo danno, un prodotto media riflessivo in qualche modo ci mette del suo perchè legittima ciò che succede, e tu, futuro genitore, anzichè pensare a rimboccarti le maniche poi, vedi per anni queste cose e dici "bah alla fine ci sta che è così, succede".


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#19 Perfect Prey

    Fumettaro della porta accanto

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Inviato 19 dicembre 2019 - 08:55

Questo disgregamento del nucleo familiare ora come ora è un gioco liberista per 1) moltiplicare i consumi individuali, quindi 2) lamentarsi dei cali delle nascite e favorire i miscugli etnografici e infine 3) puntare poi politicamente solo su identity politics e diritti sociali a costo zero di marxiana memoria.

Piano con gli inZulti, anch'io ho un background marxista :P . Comunque condivido tutto, anche quando sottintendi che il capitale (con la c minuscola) usa Marx.

Aggiungo una postilla per gli LFT e i PDevo di passaggio, visto i loro paraocchi: io non sono un familista convinto (per l'istituto in questione provo più odio che rispetto) né sono contrario all'immigrazione (ma la vorrei rigidamente regolata). Ma sarei un imbecille se non mi accorgessi che le cose stanno andando come le ha descritte Pancakes.
E ora, sotto con i meno ashd .
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L'amour physique
Est sans issue

#20 Edgewalker

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Inviato 20 dicembre 2019 - 22:51

Ultimo mega ot ma, manco a farlo apposta, prima di Star Wars hanno mandato il trailer di questo

 

The_Farewell_poster.jpg

 

film asians only dove la famiglia invece è un valore celebratissimo, di cui la cultura orientale è intrisa. Ed è una produzione americana come [quella porcata di] Crazy Rich Asians, non una di quelle commedie rosa locali di Hong Kong con cui Woo arrotondava in patria quando non faceva i gangster movie esportati ai festival. Quindi insomma: le minoranze famiglia e figli, i bianchi invece istituzione familiare patriacale occidentale cristiana in crisi, tutti separati, poliamorosi, non fanno figli per non inquinare, oppure gays [e nel caso della variante ricca di questi ultimi, con pargolo tramite utero in affitto di sudamericana il cui marito è morto lavorando per il cartello che rifornisce di cocaina i gays ricchi di prima e quindi deve arrivare a fine mese in qualche modo].


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#21 Trespassive-aggressive

    Strawberry Switchblade

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Inviato 28 dicembre 2019 - 20:46

Un ulteriore merito della sceneggiatura è quello di non parteggiare mai per nessuno dei due contendeti, tanto fa far affezionare lo spettatore ad entrambi, ai difetti di entrambi e giore quando riescono a rispettarsi di nuovo, a volersi, nuovamente diversamente bene. Se la prima scena del film è una pugnalata, la chiusura con l'allacciamento della scarpa è una carezza gentilissima.



comunque è un trattamento molto diverso e ben più equilibrato rispetto a "Kramer contro Kramer" nel quale, tolti i primi dieci minuti, Dustin Hoffman ne usciva come un eroico e improbabile padre coraggio, mentre la Streep come una mezza merda asd


Invece devo dire che a me questi equilibri stanno cominciando un po' a rompere il cazzo. Ormai si ha paura di osare, si ha sempre paura di passare per maschilisti (o femministi, a seconda). Non c'è più il coraggio di raccontare semplicemente UNA storia, raffigurare UNA istantanea, UN'immagine.
È un film. E non deve per forza insegnarci che in queste situazioni relazionali la colpa sta da ambo le parti o che gli errori si fanno in due.
Ben vengano, per quel che mi riguarda, i film in cui lo stronzo può essere indifferentemente l'uomo o la donna, senza paura di venir tacciati di qualcosa o senza dover aggiungere dei particolare che la mitighino.
In questo film, ad esempio, si vede che hanno palesemente specificato il "tradimento" di lui solo per la paura di sentirsi dire "oddio, e se poi dicono che abbiamo parteggiato per la figura maschile?".

N.B.: per la cronaca, il film mi è piaciuto un sacco, e gli attori (principali e secondari) ancora di più.
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#22 Fidelio

    mainstream Star

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Inviato 07 febbraio 2020 - 11:29

Questo film probabilmente l'avrebbe scritto Woody Allen quarant'anni fa. Dramma sontuoso e borghese sulla separazione di due genitori, sulle loro divergenze, sui loro accordi e ovviamente sui colpi bassi. Credo che questo film certifichi lo status di attore con la A maiuscola di Adam Driver. La Dern mi ha fatto impazzire ma anche Ray Liotta quando compare catalizza l'attenzione.


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