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Il Fu Blowupparo


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30 replies to this topic

#1 vuvu

    الرجل المكرسة لقضية المرأة ويقع في

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Inviato 15 ottobre 2019 - 13:49

Gli amori della seconda adolescenza per le cacofonie degli Smegma, i due milioni di dischi di meteore del neo folk passate poi a lavorare al supermercato, non che ci sia qualcosa di male, ma il 70%, evidentemente, era davvero ignobile. E poi i duecentomila dischi di Bonnie Prince Billy, l'italia bella sopratutto quando sei Repetto e sei un vero sfigato, gli ascolti a ripetizione cercando di trovare un senso agli aggettivi letti e ai generi pressoché inesistenti altrove.

 

Non è un thread sulla nota rivista, ormai roccaforte degli over 40 against new generation, per quello c'è il thread apposito e va bene così. Ma è un thread in cui raccogliere tutte le storie inerenti l'amore, per essere più precisi la curiosità di quando ci si tuffava in certi percorsi chiudendo fin troppo spesso gli occhi sul restante 95% della musica esistente: da quella mainstream a quella dei paesi più lontani, ovviamente mai trattata in Italia, o giù di lì. Relazioni poi finite male e con pentimenti assurdi, o bene, e con un distacco graduale e ragionato. 

 

Insomma, quando, come e perché vi siete fatti, ehm, "abbindolare" dalla critica, blowuppara, ma anche ondarockiana o quella che vi pare, e quando invece avete deciso di smetterla di seguire pedissequamente certe chiavi di lettura e passare ad ascolti e ricerche più personali e senza influenza alcuna? Vi sentite maturi o ancora suggestionabili?

 

E ancora: quando viene a crearsi, è un percorso da neofita necessario per distinguere meglio il tutto, o sarebbe sempre e comunque preferibile non avviare alcuna relazione di fiducia con quella rivista o quel sito web etc..?

 

Inizio dicendo che sono secoli ormai che non seguo più alcuna rivista, e che la lettura di siti o cartacei specializzati mi è utile solo in alcuni casi. C'è stato però un periodo in cui mi lasciavo influenzare da certe cose, parlo dei primissimi anni 2000, salvo poi rimediare con un'accurata selezione prettamente emotiva. 


  • 1

"L'intensità del rumore provoca ostilità, sfinimento, narcisismo, panico e una strana narcosi." (Adam Knieste, cit.)

 

"Deve rimanere solo l'amore per l'arte, questo aprire le gambe e farsi immergere dal soffio celeste dello Spirito." (Simon, cit.)

 

La vita è bella solo a Ibiza (quando non c'è nessuno).


#2 Fast_Forward

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Inviato 15 ottobre 2019 - 16:49

Sarò io che sono super influenzabile, forse per pigrizia, ma mi devi spiegare come si fa a "passare ad ascolti e ricerche più personali e senza influenza alcuna". Sono sinceramente interessato a capire cosa significhi perchè non riesco ad immaginarmi una ricerca senza alcuna influenza: voglio dire una influenza minima c'è sempre. Credo che ad esempio sia molto difficile non farsi influenzare dalle etichette, che in genere sono stabilite o sono state stabilite dalla critica. O dallo stesso artista. Per uscire da quelle, ovvero quando l'etichetta(e) sta(nno) stretta(e), si deve capire cosa un artista proponga: e qui si torna alla stampa specializzata/siti/blog. Per quanto uno sia vario avrà dei generi che segue e altri no. Oppure si ascolta la musica completamente a caso, che mi sembra una cosa divertente fino ad un certo punto e che richiede un sacco di tempo prima di imbroccare quella che piace. 


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#3 reallytongues

    Pietra MIliare

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Inviato 15 ottobre 2019 - 17:52

Fast, io ascolto molto Life Gate radio che mette anche robe attuali, così come altre radio (freccia e virgin lo ammetto asd, radio 3) e se un brano mi piace approfondisco. E vale anche per cose del passato.  Molte cose che ascolto in queste radio, qui e sul sito OR non sono conosciute. Ogni giornale cartaceo o virtuale è fatto dai propri redattori e collaboratori che seguono le proprie inclinazioni.

Pure una radio decide cosa farci sentire, ma su 24 ore al giorno di musica. Credo offra più roba che un giornale che esce una volta ogni 7, 15 o 30 giorni-


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Caro sig. Bernardus...

Scontro tra Titanic

"Echheccazzo gdo cresciuto che nin sei altro."<p>

#4 Moreno Saporito

    burzumaniaco

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Inviato 15 ottobre 2019 - 18:16

io compro blowUP perché mi piace il formato cartaceo soprattutto da leggere mentre cago, una volta era probabilmente meglio (anche cagare, lo ammetto) ma non mi dispiace; se sono influenzato (oltre al mal di gola che ho da ieri sera), amen, comunque penso di non accorgermene e in ogni caso da qualche parte devo partire, che sia il forum, il suggerimento di un amico o la rivista, che cambia? L'importante è non essere estremisti e non cambiare idee, io ascolto +o- la stessa roba (cercando ovviamente di approfondire generi nuovi ma il giro è quello) da quando ho 11 anni e sono contento così, gli altri possono andarsene affanculo

 

W MARK E SMITH SEMPRE!!!

 

 

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#5 vuvu

    الرجل المكرسة لقضية المرأة ويقع في

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Inviato 16 ottobre 2019 - 08:49

Sarò io che sono super influenzabile, forse per pigrizia, ma mi devi spiegare come si fa a "passare ad ascolti e ricerche più personali e senza influenza alcuna". Sono sinceramente interessato a capire cosa significhi perchè non riesco ad immaginarmi una ricerca senza alcuna influenza: voglio dire una influenza minima c'è sempre. Credo che ad esempio sia molto difficile non farsi influenzare dalle etichette, che in genere sono stabilite o sono state stabilite dalla critica. O dallo stesso artista. Per uscire da quelle, ovvero quando l'etichetta(e) sta(nno) stretta(e), si deve capire cosa un artista proponga: e qui si torna alla stampa specializzata/siti/blog. Per quanto uno sia vario avrà dei generi che segue e altri no. Oppure si ascolta la musica completamente a caso, che mi sembra una cosa divertente fino ad un certo punto e che richiede un sacco di tempo prima di imbroccare quella che piace. 

 

Certo, c'è sempre, a partire già dalla stessa copertina, che poi è parte integrante del prodotto. 

 

A me comunque interessa sapere quali sono state le massime e minime influenze, quando è cambiato un certo approccio e se è cambiato nel corso del tempo. 


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"L'intensità del rumore provoca ostilità, sfinimento, narcisismo, panico e una strana narcosi." (Adam Knieste, cit.)

 

"Deve rimanere solo l'amore per l'arte, questo aprire le gambe e farsi immergere dal soffio celeste dello Spirito." (Simon, cit.)

 

La vita è bella solo a Ibiza (quando non c'è nessuno).


#6 Gozer

    Grande eletto non anglofonista Kadosch

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Inviato 16 ottobre 2019 - 10:28

forse è offtopic comunque a me interessa capire come si fa a entrare in contatto con una scena nazionale specifica, come faceva gozer con la musica polacca, o altri utenti con non ricordo cosa (argentina, cina?). Cioè che tecniche si usano per non farsi sfuggire le nuove uscite, chessò del Vietnam? si controllano le etichette di quel paese, ci sono dei siti buoni per fare ricerche avanzate, blog, o bisogna vivere per forza quel luogo?

 

Veramente lo faccio con qualsiasi scena del mondo, non solo con la musica polacca. Anche Argentina e Cina le ho ampiamente sviscerate. La tecnica è semplice: cerco liste di dischi-artisti-canzoni di quel paese, cerco forum e siti di recensioni di quel paese per farmi un'idea, infine contatto utenti di quel paese e ci parlo per avere riscontro della percezione reale di chi vive lì.

 

In generale, vanno evitate come la peggiore peste bubbonica: 1. tutte le cose scritte dagli anglofoni su scene non anglofone (non hanno la più pallida idea di cosa stiano trattando); 2. tutte le compilation che pretendono di presentare una scena (le varie, oscene "Nigeria '70", "Cache 01", "Cambodian Cassette Archives", "The Phenomenal Sound of Stocazzistan" e via dicendo: quasi sempre mancano gli artisti fondamentali di quella scena e ne vengono spacciati come fondamentali altri ignoti persino ai loro genitori).


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RYM ___ i contenuti

"SOVIET SAM" un blog billizzimo


7 ottobre 2020, il più grande esperto di tennis del forum su Sinner al Roland Garros:

Tra due anni torniamo per vincere.


#7 Fast_Forward

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Inviato 16 ottobre 2019 - 11:21

 

Sarò io che sono super influenzabile, forse per pigrizia, ma mi devi spiegare come si fa a "passare ad ascolti e ricerche più personali e senza influenza alcuna". Sono sinceramente interessato a capire cosa significhi perchè non riesco ad immaginarmi una ricerca senza alcuna influenza: voglio dire una influenza minima c'è sempre. Credo che ad esempio sia molto difficile non farsi influenzare dalle etichette, che in genere sono stabilite o sono state stabilite dalla critica. O dallo stesso artista. Per uscire da quelle, ovvero quando l'etichetta(e) sta(nno) stretta(e), si deve capire cosa un artista proponga: e qui si torna alla stampa specializzata/siti/blog. Per quanto uno sia vario avrà dei generi che segue e altri no. Oppure si ascolta la musica completamente a caso, che mi sembra una cosa divertente fino ad un certo punto e che richiede un sacco di tempo prima di imbroccare quella che piace. 

 

Certo, c'è sempre, a partire già dalla stessa copertina, che poi è parte integrante del prodotto. 

 

A me comunque interessa sapere quali sono state le massime e minime influenze, quando è cambiato un certo approccio e se è cambiato nel corso del tempo. 

 

 

Chiaro. Per quanto mi riguarda in primo luogo ho ricevuto una specie di indottrinamento musicale da parte di mio padre quando ero piccolo. Con l'adolescenza sono diventato un metallaro e mi affidavo quasi esclusivamente alle riviste. Poi ho cambiato gusti: mi sono aperto a tutto il resto. In questo mi ha aiutato il proprietario di un negozio di dischi che ahimè ora non esiste più e, ovviamente, internet. In quest'ultimo caso mi affido a quattro/cinque siti di critica musicale, a discogs (dove faccio ricerche per ettichetta), a rym (dove mi baso sulle recensioni degli utenti e sui generi) e bandcamp dove leggo i loro articoli di promozione degli artisti (e quindi di autopromozione di fatto). Ora recentissimamente mi sono fissato con l'hip hop, genere che avevo sempre frequentato poco. In questo caso specifico ho subito un nuovo tipo di influenza: il documentario a puntate di Netflix, "Hip Hop Evolution" (consigliatissimo per gli ignoranti del genere). Mi hanno sempre influenzato, in tutti questi casi, i consigli degli amici, ovviamente. 

 

Credo comunque più in generale che l'internet renda meno interessante questo discorso, uniformando le modalità del farsi influenzare. Non so come fosse prima (sono del '90) ma mi immagino una Arcadia del passa parola e delle ricerche "territoriali", esplorazioni di negozi e conoscenze ai concerti, le atmosfere delle situazioni. Non che queste cose non ci siano adesso, però ad esempio una cosa come Shazam riesce diciamo ad appiattire pure queste circostanze in molti casi.


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#8 Moreno Saporito

    burzumaniaco

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Inviato 16 ottobre 2019 - 11:51

Credo comunque più in generale che l'internet renda meno interessante questo discorso, uniformando le modalità del farsi influenzare. Non so come fosse prima (sono del '90) ma mi immagino una Arcadia del passa parola e delle ricerche "territoriali", esplorazioni di negozi e conoscenze ai concerti, le atmosfere delle situazioni. Non che queste cose non ci siano adesso, però ad esempio una cosa come Shazam riesce diciamo ad appiattire pure queste circostanze in molti casi.

secondo me non è una questione di "quali sono le mie influenze" ma di "come vivo le mie influenze"; i casi strani sono quelli di persone che per 6 mesi sono A, poi diventano B, poi approfondiscono il genere C e non vedono altro, ecc ecc ecc, le ossessioni ecco ---- per dire all'interno del forum a volte si tende a identificare la fonte X con un certo modo di pensare ma non è detto che sia così, c'è anche chi gira a caso sul web o per riviste e legge Pitchfork, Rumore, Scaruffi, Il Mucchio, Il Blog della Zia Pina, Discogs, Rym, Ondarock, ecc ecc ecc, tutto in maniera abbastanza spontanea senza nemmeno sapere cosa ci sia dietro, un approccio così casuale difficilmente porta a delle fissazioni

 

Best influencer 2019: markmus

 
user tra le markmussate 2019 mi raccomando i DIIV!!!!
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#9 Moreno Saporito

    burzumaniaco

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Inviato 16 ottobre 2019 - 11:57

lassi, i DIIV li sto ascoltando da qualche giorno, e mi stanno pure piacendo, oddio


faremo la stessa classifica a dicembre; io, te e incidente (DIO! vado subito a scriverlo in segnali che la vostra vita...)


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#10 Edgewalker

    The storm is upon us

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  • LocationWhere the Iron Crosses Grow

Inviato 17 ottobre 2019 - 10:25

Gli amori della seconda adolescenza per le cacofonie degli Smegma, i due milioni di dischi di meteore del neo folk passate poi a lavorare al supermercato, non che ci sia qualcosa di male, ma il 70%, evidentemente, era davvero ignobile. E poi i duecentomila dischi di Bonnie Prince Billy, l'italia bella sopratutto quando sei Repetto e sei un vero sfigato, gli ascolti a ripetizione cercando di trovare un senso agli aggettivi letti e ai generi pressoché inesistenti altrove.

 

Non è un thread sulla nota rivista, ormai roccaforte degli over 40 against new generation, per quello c'è il thread apposito e va bene così. Ma è un thread in cui raccogliere tutte le storie inerenti l'amore, per essere più precisi la curiosità di quando ci si tuffava in certi percorsi chiudendo fin troppo spesso gli occhi sul restante 95% della musica esistente: da quella mainstream a quella dei paesi più lontani, ovviamente mai trattata in Italia, o giù di lì. Relazioni poi finite male e con pentimenti assurdi, o bene, e con un distacco graduale e ragionato. 

 

Insomma, quando, come e perché vi siete fatti, ehm, "abbindolare" dalla critica, blowuppara, ma anche ondarockiana o quella che vi pare, e quando invece avete deciso di smetterla di seguire pedissequamente certe chiavi di lettura e passare ad ascolti e ricerche più personali e senza influenza alcuna? Vi sentite maturi o ancora suggestionabili?

 

E ancora: quando viene a crearsi, è un percorso da neofita necessario per distinguere meglio il tutto, o sarebbe sempre e comunque preferibile non avviare alcuna relazione di fiducia con quella rivista o quel sito web etc..?

 

Inizio dicendo che sono secoli ormai che non seguo più alcuna rivista, e che la lettura di siti o cartacei specializzati mi è utile solo in alcuni casi. C'è stato però un periodo in cui mi lasciavo influenzare da certe cose, parlo dei primissimi anni 2000, salvo poi rimediare con un'accurata selezione prettamente emotiva. 

 

Una cosa che all'inizio apprezzavo ma col tempo mi sono ritrovato invece a disprezzare [e che non credo sia stata caratteristica di Blow Up, almeno non a livelli eccessivi] è la mancanza di direzione editoriale, o meglio, una direzione editoriale votata ad un tuttologismo abbastanza pacchiano e ipocrita: tralasciando il fatto che la maggior parte delle riviste ha un core minuscolo di scrittori fissi e una mole infinita di collaboratori saltuari e occasionali, è ridicolo leggere cose in una recensione che stridono con quelle dette in un altra, è ridicolo leggere una copertura di generi musicali diversi fatta con motivi faziosi o randomica.

 

Ad esempio oggi leggevo la lista "40 best new bands of 2019" di stereogum, e ci ho trovato dentro gente come Blueface o Megan Thee Stallion, che sono due rapper. È palese quindi che hanno mantenuto il nome della rubrica annuale da quanto quest'altra gente non la trattavano, ma perchè trattarla? In questa sede e non in altro articolo? O cambiando nome al pezzo con qualcosa di più generico [best new acts, tò]? Che poi leggendola, mi chiedo se il vero fil rouge di tutta questa roba sia un agenda politica / culturale invece che una musicale.


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The core principle of freedom
Is the only notion to obey


#11 slothrop

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Inviato 17 ottobre 2019 - 12:12

beh, molto complesso rispondere per me, per tanti motivi.

Stando sul pezzo devo dire che da lettore di Blow Up a condizionarmi in modo forte fu l'approccio alle musiche d'avanguardia, in particolare 1) elettroacustica (soprattutto il migliore Dean Roberts), 2) impro radicale (ma anche recuperi free non dozzinali, tipo Julius Eastman), 3) minimalismo e 4) glitch.

Di queste devo dire che la 1 è stata realmente prodromica a un'apertura nei confronti dell'ascolto in termini assoluti, mi ha permesso di entrare dentro a dimensioni che poi mi hanno schiuso altri mondi musicali, spesso ostici ma non per forza. La 2 mi ha coinvolto tanto per anni, risalendo alle radici storiche e però da molto tempo prediligo approcci meno radicali e ascolto poco quel materiale (vale anche per la 1). La 3 invece ha resistito alla grandissima, magari mi sono spostato più sugli anni '70-'80 che sulle origini indagate da Dal Soler, ma quel passaggio è stata determinante per me come ascoltatore e i maestri del minimalismo tuttora valgono mille volte più dei loro dronanti e poco talentuosi imitatori. Il 4 fu una folgorazione sonora e concettuale pura, non sono stato un vero fan ma la trovo tuttora una fase più "solida" rispetto all'attuale HD, che pure ha detto la sua in termini prettamente sonori (non era facile negli anni '10 di questo secolo) ma si è velocemente ubricato di pose e velleità che ne hanno fortemente limitato lo sviluppo musicale.

 

Ho raramente ceduto a robe tipo electro-clash o nu wave o pop eclectic, per intenderci, con l'eccezione del prewar folk sul quale mi buttai in particolare su banhart, newsom, cocorosie, langhorne slim e i vecchi recuperi di bunyan, dalton, perhacs, sill (tutte cose ottime peraltro le vecchie, le recenti sono invecchiate ovviamente peggio).

 

Da che ci scrivo ho ovviamente superato l'ubriacatura free-noise e free-folk, alla quale diedi un certo contributo, ricordandomi però da un buon decennio - e quindi non d'all'altro giorno - che avevo fin dall'adolescenza anche altre passioni, come quella per gli outsider, che continuo ad amare, e certo jazz storto ma non per forza radicale. Passione, quest'ultima, che si è classicizzata negli anni rimanendo al di fuori della rivista (anche se c'è una roba che prima o poi sarà pubblicata) e nell'attuale si è incarnata nel fatto di seguire etichette come la Pi recordings, che ho portato con continuità sul giornale senza la possibilità di farne un benchè minimo hype. Stessa cosa sui giapponesi che seguo, che non sono mainstream (vorrei però capire quale rivista italiana o straniera segua assiduamente il pop non anglofono mainstream; fermo restando che rimane un limite di tutti) ma non sono neanche distribuiti, e bene o male anche coi brasiliani (e loro qualche volta s'avvicinano al mainestream). La "scoperta" del liscio la devo anche al fatto che la rivista mi ha incoraggiato ad approfondire, e quella ha completato l'evoluzione di prospettiva partita 10 anni fa - più con il jazz "classico" - a cui accennavo sopra.

 

PS: credo che in pochi si siano presi tutti i dischi di Bonnie Prince Billy, ma io i molti che ho a casa me li tengo tutti stretti ancora oggi, e invecchiano bene, o comunque meglio della media di quel che girava all'epoca.


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#12 slothrop

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Inviato 17 ottobre 2019 - 14:46

ah, giusto, anche la techno e la house se non fosse stato per Zingales non so se le avrei mai considerate (non sono un pasdaran di Zingo, ma la sua competenza mi ha fatto capire quanta passione potesse stare dietro a una musica che consideravo irrimediabilmente e aridamente commerciale). Per dire che il mainstream, o almeno certi suoni mainstream, su blow up hanno trovato asilo eccome. Certo, la linea predominante era quella dell'indie-avant-rock e delle avanguardie difficile, ma non è mai stata esclusiva.


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#13 Moreno Saporito

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Inviato 17 ottobre 2019 - 14:59

slot posso chiedere una cosa già che siamo nel topic? Altrimenti ne apro uno per il film di Antognoni e andiamo lì, ho visto che nella sezione cinema l'HYPE è + facile; blowUP ha perso un po' il carattere underground di un tempo anche perché ci sono stati dei cambiamenti nella musica in generale, però mi pare rimanga l'unico in Italia su certe coordinate, ecco, vende meno e o più del passato? In mezzo c'è stata anche l'esplosione della rete che incide ma vabbeh tanto per chiedere qualcosa

 

cmq sul cesso rimane unico, ecco la mia doppietta per fare scendere di gusto la merda

 

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#14 slothrop

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Inviato 17 ottobre 2019 - 15:10

non ho certezze sulle vendite. Che io sappia è abbastanza stabile e come tutti è molto staccato dal Buscadero, con Rumore che io sappia se la gioca. Rispetto al passato remoto a cui fa riferimento Vuvu non ho idea, che manco c'ero dentro. Immagino venda meno, come tutti. Credo però che nel complesso abbia avuto oscillazioni molto meno forti della media.


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#15 Moreno Saporito

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Inviato 17 ottobre 2019 - 15:21

cmq dico la verità, gli hype passano ma la musica è prima di tutto romanticismo e dramma, le mie recensioni preferite di blowUP sono queste:

 

tra le strade di Rickmansworth, ventimila abitanti, cinque miglia da Watford, si compattano falange romantica. Il 23 febbraio dell’81, al locale Watersmeet, si esibiscono per la prima volta con la sigla che ha sostituito The Traumatics, passando così repentinamente da un nome da punk band fuori tempo massimo ad uno esemplarmente wave, elevante l’inesprimibile topos del triste amare a manifesto esistenziale di un’era...

...

a maggio è pronto il primo singolo, registrato ai Pet Sounds, piccolo studio nel seminterrato di un negozio d’animali a Kennington, ancora South London, un 7” con tre brani raccolti con il titolo di ‘Clé’. Imagination è post-punk romantico che fugge dalla realtà e si reclude tra le mura della propria sofferenza... 


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#16 vuvu

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Inviato 29 ottobre 2019 - 12:19

E poi i duecentomila dischi di Bonnie Prince Billy

 

Volendo un po' scherzare, indovinate chi c'è in copertina questo mese sulla rivista? 

 

Mi sento un po' Nostradamus, ma anche no. asd


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#17 lelebi

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Inviato 29 ottobre 2019 - 12:57

 

forse è offtopic comunque a me interessa capire come si fa a entrare in contatto con una scena nazionale specifica, come faceva gozer con la musica polacca, o altri utenti con non ricordo cosa (argentina, cina?). Cioè che tecniche si usano per non farsi sfuggire le nuove uscite, chessò del Vietnam? si controllano le etichette di quel paese, ci sono dei siti buoni per fare ricerche avanzate, blog, o bisogna vivere per forza quel luogo?

 

 


In generale, vanno evitate come la peggiore peste bubbonica: 1. tutte le cose scritte dagli anglofoni su scene non anglofone (non hanno la più pallida idea di cosa stiano trattando); 2. tutte le compilation che pretendono di presentare una scena (le varie, oscene "Nigeria '70", "Cache 01", "Cambodian Cassette Archives",

 

che cosa/chi suggerisci per la Cambogia?


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#18 slothrop

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Inviato 29 ottobre 2019 - 16:06

 

E poi i duecentomila dischi di Bonnie Prince Billy

 

Volendo un po' scherzare, indovinate chi c'è in copertina questo mese sulla rivista? 

 

Mi sento un po' Nostradamus, ma anche no. asd

 

 

beh, è uscito l'album nuovo vero dopo tipo 9 anni. Ci può anche stare (e io non potrò ascoltarlo per le playlist, vacca boia...)


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#19 vuvu

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Inviato 29 ottobre 2019 - 16:26

 

 

E poi i duecentomila dischi di Bonnie Prince Billy

 

Volendo un po' scherzare, indovinate chi c'è in copertina questo mese sulla rivista? 

 

Mi sento un po' Nostradamus, ma anche no. asd

 

 

beh, è uscito l'album nuovo vero dopo tipo 9 anni. Ci può anche stare (e io non potrò ascoltarlo per le playlist, vacca boia...

 

Ma certo, ci mancherebbe, ero solo altamente ironico. :-)


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"L'intensità del rumore provoca ostilità, sfinimento, narcisismo, panico e una strana narcosi." (Adam Knieste, cit.)

 

"Deve rimanere solo l'amore per l'arte, questo aprire le gambe e farsi immergere dal soffio celeste dello Spirito." (Simon, cit.)

 

La vita è bella solo a Ibiza (quando non c'è nessuno).


#20 slothrop

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Inviato 29 ottobre 2019 - 17:55

lo so, lo so, hai centrato un bersaglio che ci sta, semplicemente ci sta pure la copertina. Fosse stata una di quelle cover senza legami all'attualità (e ultimamente sono in maggioranza) sarebbe stato notevole. Comunque proprio questo tuo topic m'ha messo voglia di mettere orecchie nelle pià recenti cose di Bonnie e sì, per quanto l'ascolto sia stato estremamente frettoloso, mi son sembrate proprio barbose, a parte il disco "minimalista" di qualche mese fa, che è bello. E spero tanto nel nuovo, promette più del solito.


  • 1

#21 wago

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Inviato 29 ottobre 2019 - 18:22

Rispondo secco senza avere ancora letto i tanti commenti al thread:

 

L'altro mese stavo trasferendo riviste da scatoloni a raccoglitori IKEA e ho scoperto che, orpo, di numeri di Blow Up e non solo di Blow Up ce ne ho assai di più di quanti pensassi. Mi sa che l'ho comprato (accompagnato peraltro da altre testate, prese più sporadicamente) con costanza per quasi cinque anni, ai tempi dell'università.

Non saprei citare un disco o un artista che abbia tratto da quelle letture*: formativamente parlando, mi ha lasciato di più "Musica!" di Repubblica. Non saprei trovare un vero perché in quella spesa, già all'epoca ero assai scettico verso quel modello di critica e soprattutto verso quel tipo di estetica musicale (non che ogni singolo redattore di BU esprimesse una stessa linea compatta, ma famo a capisse). Forse c'era di mezzo il timore di "perdersi" qualcosa (come se seguire BU fosse garanzia di uno sguardo a 360°!), forse più banalmente il desiderio di essere "sul pezzo" riguardo agli argomenti comuni che si finiva per discutere qui.

 

Non seguo più la critica musicale da sei-sette anni ormai. Il tempo che ho per leggere (meno di quanto vorrei, ma forse è solo che nonostante l'età adulta ormai inoltrata continuo a usarlo male) preferisco spenderlo su altri settori, e se proprio devo leggere di musica preferisco un saggio organico che qualche trafiletto qua e là. Parallelamente ho anche rinunciato a essere "sul pezzo" rispetto ai nuovi trend: seguo qualche blog settoriale, cerco di stare aggiornato sulle mie scene del <3 — in questo momento il nu jazz e poco altro, chiacchiero online coi contatti con cui so di essere in sintonia. E se poi scopro di essermi perso chissaché tra le uscite degli ultimi n mesi o anni, recupero.
Fortunatamente, l'entusiasmo non è venuto meno, e tra San Spotify, Bandcamp, RYM e di quando in quando pure il caro vecchio Slsk me la passo piuttosto bene anche senza una testata di riferimento.

 

* Ah no, ecco, ce l'ho fatta: i Bellowhead.


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#22 wago

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Inviato 29 ottobre 2019 - 18:32

[Comunque ora la racconto come una mezza liberazione, ma la verità è anche che muoversi senza veri riferimenti è senz'altro il top come appagamento del proprio spirito esplorativo, ma è anche uno sbatti notevole. E siccome nonostante tutto la smania di "non perdermi le cose proprio mentre succedono", almeno nei settori a cui tengo, m'è rimasta, l'attività di ricerca conserva sempre un certo qual grado di compulsività. Che da un lato è divertente ma dall'altro sa anche essere assai frustrante. Soprattutto perché in alcuni dei terreni che più m'intrigano la copertura mediatica e la solerzia nel riportare nei cataloghi online sono davvero scarse.]


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#23 wago

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Inviato 29 ottobre 2019 - 18:57

Domanda per il gozeriano:

 

Tu sei soprattutto un seguace della musica pop degli altri paesi, e ragioni anche in termini di fama, influenza, rilevanza sociale di un artista ecc.

Se si esce da quel perimetro, rivolgendosi a settori che sono di nicchia anche all'interno dei rispettivi paesi, credi che la tua strategia resti applicabile? Temo che possa soffrire delle distorsioni dovute alla scarsa numerosità delle fonti.

Insomma, se voglio documentarmi sulle uscite più innovative del folk tradizionale del paese X, davvero posso farlo standomene comodo comodo sulla mia poltrona, semplicemente armandomi di google translate e di qualche buon contatto locale? (Ma esisterà sempre, un buon contatto locale a cui affidarsi?).

Per dire, tu ti sei dato di recente al folk ucraino: lo hai fatto perché ha avuto la fortuna di passare dalla classifica, altrimenti sarebbe stato impossibile (non solo per te ma per chiunque) beccarlo, no? O dici che le uscite "interessanti" vengono per forza valorizzate dal pubblico nazionale e quindi non possono non emergere agli occhi di un osservatore attento?

 

[Mi rendo conto che la discussione sta su un terreno ambiguo, perché "interessante" sarà ovviamente molto diverso per te — che badi parecchio alle categorie che ho indicato sopra — e per me, che tendenzialmente me ne sbatto e leggo "interessante" soprattutto come "in sintonia coi miei gusti consolidati"]


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#24 Gozer

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Inviato 30 ottobre 2019 - 11:28

Per Wago:

Io esploro anche le nicchie, non solo i "pezzi grossi". Ovvio che le nicchie non si trovano in hit parade e ovvio che non diventano famose per forza. Infatti come specificato uso anche le liste dei giornali specializzati (e lì le cose di nicchia fioccano) e cerco anche persone del luogo "ferrate" (e sì, sapendo dove cercarle le trovi sempre). 

La mia particolare attenzione al mainstream è data dal fatto che le grandi carriere le hanno quasi solo personaggi che in qualche maniera riescono a imporsi. Chi non ce la fa di solito ti lascia il disco leggendario/di culto magari, ma la carriera prima o poi frana. 

Prendi la musica italiana: chi ha le carriere più imponenti, durature e considerate? Quelli famosi, c'è poco da fare. 

Certo occupandomi solo di loro mi perderei "Lassa stà la me creatura" del Canzoniere del Lazio, e per questo le nicchie continuo a esplorarle: però ecco, il Canzoniere di gran disco ne ha uno, massimo due se vogliamo considerare "Miradas" (che a me già piace molto meno)... Battisti ne ha una decina. 

E i vari "Battisti nel mondo" capita di doverli scoprire con le classifiche di vendita o comunque tramite i giornalisti locali, perché quelli occidentali che si occupano di quella scena "da esterni" preferiscono dirti "i Massimo Volume nel mondo"...

 

Lelebi:

La storia della musica cambogiana è un casino pazzesco, anche a causa del suo stretto collegamento alle drammatiche vicende politiche che sono avvenute nel tardo Novecento da quelle parti (non che ora ballino il merengue). Mi ci vorrebbe una giornata per risponderti. Semmai nei prossimi giorni ti invio qualcosa in privato.


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RYM ___ i contenuti

"SOVIET SAM" un blog billizzimo


7 ottobre 2020, il più grande esperto di tennis del forum su Sinner al Roland Garros:

Tra due anni torniamo per vincere.


#25 lelebi

    Roadie

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Inviato 30 ottobre 2019 - 11:37


Lelebi:

La storia della musica cambogiana è un casino pazzesco, anche a causa del suo stretto collegamento alle drammatiche vicende politiche che sono avvenute nel tardo Novecento da quelle parti (non che ora ballino il merengue). Mi ci vorrebbe una giornata per risponderti. Semmai nei prossimi giorni ti invio qualcosa in privato.

ottimo, grazie. aspetto volentieri.


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#26 Moreno Saporito

    burzumaniaco

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Inviato 30 ottobre 2019 - 14:35

ho notato che, con solo 20 anni di ritardo, sul blowUP di LUG_AGO, è stato scoperto, grazie ad Aiello, il più grande cantautore italiano del secolo in corso, speciale dedicato a lui <3 <3 <3

 

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#27 vuvu

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Inviato 30 ottobre 2019 - 14:44

E meno male che questo thread non è dedicato a blow up, come specificato più volte. asd


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"L'intensità del rumore provoca ostilità, sfinimento, narcisismo, panico e una strana narcosi." (Adam Knieste, cit.)

 

"Deve rimanere solo l'amore per l'arte, questo aprire le gambe e farsi immergere dal soffio celeste dello Spirito." (Simon, cit.)

 

La vita è bella solo a Ibiza (quando non c'è nessuno).


#28 Moreno Saporito

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Inviato 30 ottobre 2019 - 14:50

ah scusa, non lo avevo capito, aprirò il topic su Marziano se già non l'ho fatto (mi pare di sì)


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#29 vuvu

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Inviato 30 ottobre 2019 - 14:54

ah scusa, non lo avevo capito, aprirò il topic su Marziano se già non l'ho fatto (mi pare di sì)

 

Ecco, bravo, bravissimo. 


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"L'intensità del rumore provoca ostilità, sfinimento, narcisismo, panico e una strana narcosi." (Adam Knieste, cit.)

 

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#30 solaris

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Inviato 30 ottobre 2019 - 15:10

Io sono mooolto meno influenzabile circa le varie next big thing, c'è anche da dire che prima di iniziare a frequentare il forum conoscevo pochissimo ed era anche giusta una fase di "abbandono" per aprire il panorama. Quante merdine m'avete rifilato accidenti a voi. Anche merdoni veri, à la No Age, ma quelli fan quasi sorridere, è la paccottiglia carina-ma-inutile ad avermi fatto perdere più tempo. Incalcolabile il numero nei territori electro/acoustic/folk/ambient, il safe space per eccellenza, cose accumulate probabilmente per la volontà di darsi un tono del recensore, con 2-3 ascolti a traccia in libreria e impossibili da fissare in memoria. Non ho fatto in tempo ad arrivare alle targhe.

Ora in generale dell'opinione altrui su qualcosa mi importa davvero pochissimo. E, altra cosa fondamentale che ho "capito" (nel senso di assorbito, che mi ha convinto): la rilevanza a un disco gliela diamo noi con la nostra attenzione e interesse. Per questo un disco "raccontato bene" anche dal suo packaging/comunicazione/copertina, con un concept forte, la giusta durata, il giusto momento di uscita, il giusto contesto si fissa nella nostra memoria più di altri magari della stessa discografia e con lo stesso valore strettamente musicale.

Di contro ascolto molto meno roba nuova, in generale scopro di meno, ho le mie cose e rimango più o meno lì, nomi che pian piano vengono approfonditi in ogni release a catalogo, a parte qualche passione bruciante e improvvisa (siano benedette). Da qualche tempo sto provando a usare spotify ma la sua interfaccia e il suo algoritmo con me proprio non funzionano.


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#31 Tom

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Inviato 30 ottobre 2019 - 15:52

Non saprei citare un disco o un artista che abbia tratto da quelle letture*: formativamente parlando, mi ha lasciato di più "Musica!" di Repubblica.

 

Idem.

Ho una scatola in cui conservo articoli e pagine delle riviste musicali che seguivo negli anni 90 - primi 2000 e mi sono reso conto che un buon 80% vengono da Musica!, piuttosto che da riviste che ho seguito per qualche anno come Rockerilla e RockStar, che pure all'epoca mi sembravano piu' autorevoli e "formative" dell'inserto di Repubblica. E anch'io se cerco di ricordare un gruppo o un artista conosciuto grazie a quelle riviste stento un po', anche se ci saranno stati. Invece non avrei problemi a ricordarmi due o tre inculate epocali. Boh. Forse e' che la rivista generalista, parlando di tutto un po', funzionava come il famoso orologio rotto che ci becca due volte al giorno per caso, menre le riviste con un indirizzo piu' preciso potevano spesso andare "fuori sincrono" (mi ricordo tutto un periodo a meta anni 90 su Rockerilla in cui impazzivano per il "nuovo rock esoterico"... che poi a ripensarci ora altri non era che lo stoner: e quindi giu' mesi a recensire decine di dischi incisi da qualsiasi tossicone con in mano una chitarra gli capitasse sotto mano).

 

L'unico che ha avuto una grande influenza su di me e' stato Bertoncelli. Comprando Linus ogni mese mi leggevo la sua rubrica con grande avidita': dal '93-'94 fino al 2000-2001 credo di aver approfondito quasi ogni artista e disco di cui parlava su Linus. Forse era quella scedenza mensile a rendermi agevole farlo. Indipendentemente dal fatto che fossi piu' o meno d'accordo con lui (tipo che amavo il grunge e il brit-pop che lui invece trattava con fastidio), mi affascinava il fatto che scrivesse benissimo, e soprattutto che fosse il caso piu' unico che raro di recensore molto piu' bravo a scrivere bene di un disco (laddove trovo spesso banali e noiosi quasi tutti) che a stroncarlo (dove tutti sono bravi ad essere divertenti). Poi ho perso di vista anche lui e non ho piu' avuto altri "fari".

 

Oggi uso solo :OR: per vedere quello che esce (neanche so se sia uno strumento ancora valido: per quel che cerco penso di si'), ma raramente mi faccio influenzare da una recensione, sia nel bene che nel male.


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