sì perché mi sembra un pigro escamotage associare una sublimazione/trasfigurazione della realtà la quale può essere dovuta a vari fattori (droga, amore, varie malattie psichiche, insomma tutta la gamma di stati mentali che l'essere umano è capace di esperire) con il jack-of-all-trades del sogno/incubo.
così facendo, allora anche Antonioni è onirico, un anno con tredici lune è onirico, Van Trier è onirico, e così facendo castriamo questi film di chiavi di lettura più terrene ed a mio avviso più pregnanti, a meno che riusciate, io sinceramente non ce la faccio, a dare connotati politici, sociali ed esistenziali ad avvenimenti accaduti durante un sogno.
Il salto logico che fai, ma che qui mi pare nessuno vuole fare, e' che notare le affinita' tra qualsiasi esperienza audiovisiva passiva con il sogno poi mica comporta che devi interpretare di conseguenza tutti i film come fossero davvero sogni.
Pero' si', qualsiasi film, anche il piu' realistico, assomigliera' per sua natura sempre piu' a un sogno che alla realta': arrenditi.
l'ultima tua frase la combatto proprio, mi sembra un approccio tipico di un escapismo molto borghese
(appunto mentale: riguardare Sogni D'Oro, e di conseguenza pure Bunuel, con questo concetto in testa)
io non riesco a capire il tuo punto di vista... in pratica stai dicendo che ogni cosa che abbia a che fare con onirismo/surrealismo faccia cagare in quanto escapista in quanto borghese?