
Midsommar - Il Villaggio Dei Dannati (Aster, 2019)
#41
Inviato 31 luglio 2019 - 08:18
Emblematico è per esempio il caso de La Notte dei Morti Viventi, in ogni dizionario critico è posto come esempio di horror politico mentre Romero ha sempre sostenuto che l'attore protagonista era stato scelto per le sue abilità piuttosto che per il colore della pelle.
Ah, il film non l'ho visto.
the best ever death metal band out of Denton
never settled on a name.
but the top three contenders, after weeks of debate,
were Satan's Fingers, and the Killers, and the Hospital Bombers.
#42
Inviato 01 agosto 2019 - 00:35
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Mettere su un gruppo anarcho wave a 40 anni.
#43
Inviato 01 agosto 2019 - 09:49
Tanti sono temi ricorrenti che lo legano all’esordio, dalla presenza inquietante ma marginale dell’elemento deforme all’incoronamento finale inconsapevole e disorientato del(la) protagonista.
Ma lo sviluppo narrativo e lo studio dei personaggi dopo un ottimo prologo che farebbe presagire diversamente si perdono in un eccesso di autoreferenzialità dell’artista. Caratteristiche dei ragazzi troppo stereotipate e cadute di tensione scaturite da attese troppo lunghe macchiano una pellicola perfetta dal punto di vista prettamente visuale. Peccato
#44
Inviato 01 agosto 2019 - 10:14
#45
Inviato 01 agosto 2019 - 10:14
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#46
Inviato 02 agosto 2019 - 11:22
Ma perché per l'edizione italiana hanno aggiunto il sottotitolo "il villaggio dei dannati", che mi pare di capire non c'entri molto?
Non c'entra proprio un cazzo, a dirla tutta (non è un villaggio e non sono dannati).
Visto ieri in un cinema minuscolo anche se uscito da poco, mi sa che sarà un bel flop commerciale. Peccato perché Aster è davvero un talento notevole e ha confezionato un altro film molto interessante, un "non-horror" in cui il sole e i paesaggi bucolici idilliaci sostituiscono i soliti cliché opposti dell'orrore (il buio, la pioggia, le tenebre etc.).
La comune hippie bucolica svedese è in effetti una delle trovate horror più spiazzanti e convincenti degli ultimi anni.
Non convince al 100% (è vero che c'è una certa freddezza complessiva e i personaggi sono un po' tagliati con l'accetta), ma averne di registi così ispirati e capaci di osare.
#47
Inviato 02 agosto 2019 - 11:58
Ma perché per l'edizione italiana hanno aggiunto il sottotitolo "il villaggio dei dannati", che mi pare di capire non c'entri molto?
Non c'entra proprio un cazzo, a dirla tutta (non è un villaggio e non sono dannati).
Eh lo so, la classica italica tradizione di inventarsi nomi, sottotitoli se non titoli veri e propri e addirittura dialoghi perché si ritiene che il pubblico non sarebbe in grado di cogliere qualcosa o perché si ritiene di avere l'estro di migliorare l'originale con aggiunte o modifiche che si addirebbero di più.
Certo adesso stiamo messi meglio rispetto a 20 anni fa (quando Eternal Sunshine of the Spotless Mind diventava l'insensato Se mi lasci ti cancello), periodo in cui comunque si stava meglio rispetto a 40 anni fa (quando Rio Grande diventava per qualche motivo Rio Bravo inducendo la ridicola situazione in cui il vero Rio Bravo doveva diventare Un dollaro d'onore per evitare omonimie), ma ogni tanto qualche strascico ce lo dobbiamo sorbire lo stesso.
You're an island of tranquillity in a sea of chaos. :.:: Last.fm
There is no theory. You have only to listen. Pleasure is the law. I love music passionately. And because l love it, I try to free it from barren traditions that stifle it. It is a free art gushing forth — an open-air art, boundless as the elements, the wind, the sky, the sea. It must never be shut in and become an academic art.
- Claude Debussy
quoted in An Encyclopedia of Quotations About Music (1981) by Nat Shapiro, p. 268
#48
Inviato 02 agosto 2019 - 14:37
Per me, al contrario di quello che leggo in giro, un passo avanti rispetto l'esordio.
Midsommar è il giusto compromesso tra l'arty (visuale) e l'entertainment (l'archetipo), a questo Aster aggiunge picchi di situazioni grottesche e overacting sfacciato/ironico. Mi riferisco ovviamente alle smorfie accentuate di Florence Pugh (ma anche Toni Colette in Hereditary) di un parossismo che smonta l'intera messa in scena.
In sostanza il film è una fiaba, bisognerebbe smontarla per metterne in risalto la sua portata allegorica. Abbiamo tre maschi americani:
Mark, l'idiota del gruppo. Ha paura degli insetti, si perde il rito iniziatico dei festeggiamenti, piscia sull'albero degli avi, vuole estromettere Dani dalla prima inquadratura
Josh, il sapientone. Quello che cita i santoni suchi, ha sempre in mano un libro, un bloc-notes o lo smartphone per scattare fotografie.
Richard, il peggiore di tutti. La merda umana per eccellenza, incapace di empatizzare col prossimo, finanche con la fidanzata. E' un pigro, rozzo, ignorante individualista americano. Ruba l'idea della tesi al secchione Josh, è totalmente chiuso nel culto della sua personalità da non riuscire a porre rimedio alle fragilità della compagna..
Midsommar è la storia di un amore in frantumi (3 anni e mezzo o 4?), di una redenzione che transita attraverso la cruna del dolore e della sofferenza, senza jumpscare, senza spiegoni.
Quoto anche le virgole. Aggiungo come Aster proponga un pessimismo totale nei confronti delle relazioni umani/sociali.
#49
Inviato 02 agosto 2019 - 15:25
#50
Inviato 02 agosto 2019 - 16:41
A me pare un po' una contraddizione dire che il film si apre a tante chiavi di lettura ma non lascia spazio all'interpretazione. È un film volutamente ambiguo, dall'inizio alla fine. Voluto dall'autore sicuramente, ma chi lo doveva decidere?
Sono d'accordo che non ci sia una rigida codificazione allegorica: in questo senso è letterale, benché non manchino i simboli...
#51
Inviato 02 agosto 2019 - 17:35
Beh, un film e una storia sono per forza di cose "leggibili", sia perché la narrazione è fatta di campi semantici sia perché è il prodotto di un contesto culturale. Con chiavi di lettura intendevo questo, forme di interpretazione insite nella narrazione e nei film, che ne so, su film apocalittici americani come The day after tomorrow si può dire che l'apocalisse è l'espediente narrativo per l'apertura di nuove frontiere spaziali simboliche dopo la chiusura di quella tradizionale del west; in Midsommar (si è già detto) i riti di Harga sono l'espediente pseudo-horror per mostrare un contro-mondo in cui la comunità è tutto quello che non è in occidente anche nei suoi lati estremi e "gore". Poi ci sono film che sono più carichi di così, appunto nel caso delle allegorie o di film che fanno leva sull'ambiguo, l'irrazionale etc come "riserva" rispetto alla narrazione. In questo senso in Midsommar non ci vedo nessuna delle due cose. Tu di ambiguo cosa ci vedi? Magari me lo son perso io.
Seghementali a parte il film mi è pure piaciuto, solo che appunto in questi casi preferisco quando c'è più ambiguità.
#52
Inviato 02 agosto 2019 - 18:31
quello che ho scritto sopra nello spoiler
#53
Inviato 02 agosto 2019 - 21:27
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#54
Inviato 02 agosto 2019 - 22:59
Io posso credere a qualsiasi cosa, ma ci devono essere le premesse.
Oppure se togli le premesse quello scarto di improbabile deve agire a un livello diverso da quello della vicenda, deve essere uno scarto profondo e brutale, altrimenti appunto è solo "qualcosa che non torna" (effetto cazzatona

#55
Inviato 04 agosto 2019 - 11:39
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#56
Inviato 04 agosto 2019 - 14:35
#57
Inviato 04 agosto 2019 - 16:32
A Vicenza nemmeno un cinema lo dava in questi giorni, ho dovuto fare un'oretta di macchina e andare in un multisala a SAN GIOVANNI LUPATOTO a Verona. 10 euro un biglietto questi infami veronesi, se siete dei dintorni andateci perché è così in decadenza quel posto che mette i brividi, credo abbia aumentato la mia inquietudine durante la visione del film. Per commenti su Midsommar invece aspetto di metabolizzarlo bene, i momenti comici sono comunque ben riusciti, non ricordo chi lo avesse scritto ma confermo
Accidenti Devo perché non me lo hai detto! Io vado sempre in quel cinema perché è l'unico a dare in film in lingua originale (purtroppo non Midsommar che probabilmente non vedrò), è un posto veramente drammatico di notte.
Comunque a prescindere dalla qualità del film consigliate di vederlo al cinema? Considerate che in questo periodo ho pochissima voglia di vedere un horror lungo, che mi dà fastidio vederlo doppiato e che comunque lo schermo del multisala non è così grande.
OBIETTIVO MEDIA DI ALMENO UN + A POST RAGGIUNTO
raramente ho visto un'immagine più autenticamente devastante dell'inermis dell'uomo contemporaneo occidentale
#58
Inviato 05 agosto 2019 - 19:40
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#59
Inviato 20 ottobre 2019 - 13:35
Molto molto bello nella parte iniziale, prima dell'arrivo in Svezia insomma, una vera boccata d'ossigeno estetico dopo quella merdina del Joker (i ragazzi tutti con delle felpe verdi, il lento svelarsi della scena del suicidio con colonna sonora il pianto della protagonista, il bagno dell'appartamento che diventa quello dell'aeroplano...tanti tanti tocchi di classe).
All'arrivo in Svezia diventa però tutto troppo sterile e freddo, scelte sbagliate di luci e inquadrature per me che tolgono il fascino e allontanano dalla vicenda, ci rendono turisti e non partecipi. Lo sviluppo della storia mi ha visto solo meccanicamente presente quindi, e non sono riuscito ad essere coinvolto, comunque interessante se presa come un reportage di viaggio.
Forse un'opera che avrebbe essere girata da quello di The VVITCH, spero che Aster si dedichi d'ora in poi a pellicole d'ambientazione metropolitana perché in questo film la sua rappresentazione della natura è stata più finta di quella di un cartonato.
Ad ogni modo, non comprerò mai più mobili IKEA.
p.s. non credo che la protagonista ne esca bene alla fine, l'ultimo fotogramma la ritrae che cerca di correre appesantita dal suo vestito di fiori.
#60
Inviato 31 gennaio 2020 - 17:24
Recuperato. Spoileroni ONI ONI.
Premessa: mi son cuccato il bluray con la versione di 180' che dopo accurate ricerche (2 guglate) ho appurato essere quella voluta dal regista, l'altra gli è stata imposta dalla casa distributrice per riuscire almeno a pagar gli elettricisti del film.
Tutto questo per dire che... Rullo di tamburi... Sono assolutamente d'accordo con quello detto da chi mi ha preceduto. A favore del film un'ottima prima parte e un'estetica registica favolosa, di contro dalla scena della rupe in poi la sceneggiatura e i dialoghi scricchiolano e la vicenda perde interesse.
Però per me i pregi sovrastano leggermente i difetti e quindi alla fine promuovo il film senza estasiarmi e ammettendo il passo indietro rispetto ad Hereditary.
Più nel dettaglio: i pregi son grossi, la regia è favolosa, ad esempio la fotografia tutta solare (e senza color grading o correction o quel che l'è) e con movimenti sinuosi, in particolare mi ha gasato la ricerca super fantasiosa sul campo e controcampo (specchi, riflessi e va beh), soprattutto quella "fasulla" che senza stacchi all'interno della stessa ripresa tramite la messa a fuoco e la profondità di campo evidenzia man mano il personaggio che parla cosicché a volte il protagonista dell'inquadratura grazie ad un movimento di macchina diventa un altro. Insomma un uso dello spazio scenografico bellissimo. Tra l'altro questa cosa porta a capire perfettamente la geografia del luogo e anche questa cosa mi ha gasato tantissimo. A livello di trama e dialoghi il meglio sta all'inizio; una delle ambizioni del regista è mettere in scena reazioni e dialoghi realistici all'interno di un quadro horror-grottesco esageratissimo. Ci era riuscito alla grande nel primo film e si ripete in questo fino alla scena della rupe...
… E qui casca l'asino (oltre ai due 73enni): uno spartiacque, da qui in poi i personaggi dovrebbero fare e dire tutt'altro e invece iniziano tutti i cliché stupidi dei comportamenti idioti tipici dei personaggi immersi in questi film. E così fallisce anche una costruzione veramente profonda e interessante degli stessi e insomma non è un difetto da poco non riuscire a creare un buon carattere in 3 ore di film. L'unica interessante è la protagonista che però si contraddice tra una sequenza e l'altra. Anche lo svedese autore del trappolone poteva diventare figo e invece ad un certo punto si perde nel film (boh, dov'è finito?).
La scena della rupe comunque ha un che di provocatorio nel senso che è anche l'unica splatterata tosta in un film invece molto simmetrico dove una situazione viene poi ripetuta più avanti. Nella seconda parte poi certe scene rasentano il trash e sinceramente mi son scappate un paio di risate non so quanto cercate dal regista. Il finale chiude il cerchio, esplicita che l'unica e sola protagonista è la ragazza, ma non ci si arriva in maniera naturale per cui la sua scelta di mandare al rogo l'ex è chiara da un punto di vista simbolico ma non da quello narrativo. Inoltre il super falò finale vorrebbe creare pathos e dramma in una situazione grottesca (cosa che riesce in hereditary), peccato che qui del manzo che finisce lessato vestito da orso non possa fregarcene di meno a noi spettatori…
Però resta il talento visivo esagerato e il coraggio di girare un film così libero e visionario. Temo, però, che dovrà tornare nei ranghi il buon Aster e che abbia mancato l'occasione del capolavoro della vita. Ecco già: tipico film da thread "Capolavori mancati".
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