il mio discorso comunque è questo: da parte di alcuni utenti qua sul forum c'è una attenzione particolare quasi morbosa ad alcuni aspetti di questo revival, aspetti che molti appassionati poco indie o al confine, evidenziano da 40 anni
Questo al di là del giudizio sui dischi che possono piacere pure ad un metallaro
È come se alcune persone avessero sollevato la testa di colpo per guardare il mondo indie dall'alto
Lassi, negli ultimi n anni del mondo indie me ne sono del tutto o quasi del tutto fregato se devo essere onesto, mi ha incuriosito ora sta faccenda dei "salvatori del rock" che a essere onesto mi pare non si leggesse da un po'. Perfino ai tempi di Strokes e simili, dove una forma di questa retorica era senz'altro presente, il discorso non era così caricaturale perché si parlava di ritorno a certe specifiche sonorità (quelle del post-punk/wave e mettiamoci pure il garage), non di ultimi redentori del rock tutto. D'altra parte in quegli stessi anni anche altri filoni rock avevano una visibilità notevole, c'erano per dire i Muse e Queens Of The Stone Age e nessuno si sarebbe sognato di affiancarli agli Strokes. Oggi pure ci sono altri artisti dal sound rock che fanno numeri (molto più) grossi, ma sono considerati "non validi" perché si rifanno al rock sbagliato.
Non è questione di "alzare la testa", è da tempo che i miei gusti hanno proprio poche intersezioni coll'ambito indie e i miei riferimenti stanno altrove. La differenza è che, vuoi per fattori contingenti come il fatto che mi tocca star dietro alla pagina FB di OR, vuoi per il tenore delle fregnacce che si raccontano di Fontaines e compagni, da qualche tempo sull'ambito indie una qualche visione son tornato ad avercela, ed è necessariamente quella di un quasi-esterno che considera la bolla come una delle tante esistenti, più grande di molte altre ma anche dotata di una curiosa tendenza a ritenersi onnicomprensiva. E in effetti va riconosciuto che, rispetto ad altre prospettive, quella indie/alternativa può vantare uno sguardo più ampio, che si estende potenzialmente a ogni genere e periodo musicale. Lo fa però con notevoli filtri e bias, che "da dentro" appaiono mascherati dall'ampiezza di raggio, ma "da fuori" risultano vistosi.
Il mio cercare di mettere in luce questi filtri ha senz'altro a che fare colla personale insoddisfazione verso quelli che l'ambito indie propone in questi anni come propri paladini, ma anche con altro: in primo luogo, l'impressione che nell'identificare ciò che passa dal filtro come la totalità del rilevante e ciò che sta al centro del filtro con "tutto ciò che in questi anni il rock ha da proporre" sia una distorsione controproducente.
Tu scrivi che questo non sarebbe niente di nuovo e che da quarant'anni a questa parte non v'è chi non vegga. Posto che a me il revival sta bene (anche quello delle idee) e che quindi m'importa poco di essere o meno il primo o l'ultimo a esporre un punto di vista, di chiedo dove stanno sulle testate musicali e non le analisi che negli ultimi dieci-vent'anni hanno messo in evidenza questi meccanismi: me le sono perse e sono ben contento di recuperarle.