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Playlist Dei Feti Di Carmelo Al Congresso Mondiale Per Le Famiglie


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5 replies to this topic

#1 Cliff

    allievo del peggior Guzzanti heavy metal

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  • LocationRoma

Inviato 29 marzo 2019 - 22:22

Supertramp - Crime of the century [1974] 8

                        - Crisis? What crisis? [1975] 8,5

                        - Even in the Quietest Moments...[1977] 7,5

                        - Breakfast in America [1979] 8,5

 

Electric Light Orchestra - Eldorado [1974] 7,5

                                               - Face the music [1975] 6,5

                                               - A new world record [1976] 8

                                               - Out of the blue [1977] 8

                                               - Discovery [1979] 4

                                               - Time [1981] 8

 

Tom Waits - Closing Time [1973] 7

                     - Swordfishtrombones [1983] 9

                     - Rain Dogs [1985] 8,5

                     - Bone Machine [1992] 7


  • 4
Ha detto bene il presidente del coni, che il mondo dei dilettanti...chapeau. On duà parler français monsieur, mettenan nous parlon français, tout suit, ma la question n’est parer, n’est pas, comme ça [Carlo Tavecchio]


Caro Sig.'Cliff' di Roma le confesso che non capito..


non vorrei sembrare pedante


#2 Perfect Prey

    Fumettaro della porta accanto

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  • LocationSassari, 08/09/1980

Inviato 29 marzo 2019 - 22:43

Urca...

Tom Waits - Closing Times - 7 anche per me

Poi

The Seeds - s/t (1966) - 7,5
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L'amour physique
Est sans issue

#3 PinkFreud

    Jung Last

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Inviato 30 marzo 2019 - 07:22

ascolti e riascolti vari

 

The Nature Of Light - Shores Of  Jupiter (2004) [space ambient] 7

Various Artists - This is Fort Apache (1995) [indie rock, alternative rock] 7,5

Whipping Boy - Whipping Boy (2000) [ alternative rock] 5

David Sylvian & Robert Fripp - The First Day (1993)  [art rock, prog rock] 6,5

The Jayhawks - Sound Of Lies (1997) [pop rock, country rock] 6

Pain Of Salvation - Scarsick (2007) [progressive metal] 6.5


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Ja196z8.jpg

superstereo!

*lastfm*

 

 


#4 cool as kim deal

    Utente contro le bonus track

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Inviato 31 marzo 2019 - 14:35

Bedhead – Transaction de novo 82/100

Che bella band I Bedhead, rappresentano nell’universo post-rock il giusto punto di equilibrio tra l’apatia congenita Codeine, l’immobilismo perpetuo dei Low e la tensione post adolescenziale degli Slint, fatto di una voce che pare raccontarti una favola, melodie cullanti e schitarrate più potenti di quel che sembrino.

 

David Bowie – Blackstar 77/100

Dopo il più tradizionale The next day, Blackstar torna a ritmi obliqui e cupi (nomen omen), che rispolvera certi ritmi jungle da Earthling (Sue) e certi apprezzamenti tardivi (la voce ricorda molto i Tv on the Radio in Girl loves me). Involontariamente ma inevitabilmente le splendide Blackstar e soprattutto Lazarus appaiono come crudi testamenti a cuore aperto. Seconda parte del disco è meno avvincente della prima.

 

Calexico – The black light 88/100

Come ipotetici Tindersticks nati e cresciuti in uno qualsiasi dei confini nel mondo tra primo e secondo/terzo mondo, i Calexico creano una avvincente colonna sonora molto strumentale di soli cocenti, polvere e sangue rinsecchito, serate in veranda chitarra in mano e processioni della Beata Vergine. E frontiere, fisiche e non.

 

Idles – Brutalism 82/100

Era tanto tempo che non imparavo a memoria un pezzo, nella fattispecie Mother. Noise rock scuola Amphetamine reptile virato Fall in pezzi rocciosi senza fronzoli fatti di bassi veramente bassi e punk, chitarre scintillanti e Joe Talbot che ringhia tutta la frenesia e la noia e la speranza e la merda dell’attuale *paese occidentale a caso*, che siano le risse da bar nell’agenda quotidiana (Exeter), il fallimento come risposta alla standardizzazione (Well done), sbronze e sesso triste (1049 Gotho) o quei momenti di vuoto, sia morale che fisico, a fissare il vuoto e lo schifo dell’umanità in una sala di aspetto d’ospedale mentre la propria madre muore (Mother). Bomba!

 

Claudio Lolli – Aspettando Godot 73/100

L’ho trovato un po’ troppo acerbo e frenato, specialmente dal punto di vista degli arrangiamenti, a volte appesantiti inutilmente da archi troppo standard. Anche leggendo i testi, emerge qua e là una punta troppo appuntita di retorica e di autocommiserazione, specie in Angoscia metropolitana e Quelli come noi, i due pezzi che francamente segherei. Però cazzo era un cantautore di 22 anni nel pieno dei riflussi pseudo politici che inquinavano gli ambienti, compreso quello musicale, di quegli anni, pertanto si tratta di difetti ampiamente perdonabili di fronte alla dolcezza del ricordo infantile di Michel, all’illusione mentale di fuga de L’isola verde, alla terrificante psicanalisi della fine di un rapporto (Quello che mi resta, bellissima), tutti pezzi che prediligo rispetto ai due totem del disco, Apettando Godot e Borghesia (paradossale come oggi, 2019, il veleno rigettato nel testo avrebbe come destinatari classi più povere rispetto alla borghesia di quegli anni). Straniante in generale come la voce gentile di Lolli non faccia che raccontare tutte storie finite male.

 

Massive Attack – Protection 69/100

Non conosco ancora Blue Lines, conosco Mezzanine, che per me è non uno ma due livelli sopra. Trovo questo tipo di trip-hop troppo asettico per i miei gusti.

 

Bob Mould – Bob Mould 77/100

Gli Husker sono gruppo della vita in cui tutti e 3 gli elementi sono imprescindibili alla pari. Tuttavia, 3 su 4 pezzi che amo sono di Hart. Ciò detto, Mould è autore che se ne mangia migliaia, però quando accellera il tutto si normalizza su un punk rock veloce ma normalizzato (ad eccezione di I hate alternative music, che ha una coda reiterata molto bella), quando rallenta troppo ed imbraccia l’acustica è cuore in mano bello ma a rischio saturazione. Nel mezzo, il meglio: Anymore time between è una hit indie mancata, Egoverride è mid tempo ad elevato tasso di saturazione delle chitarre (che è sempre cosa buona e giusta), Hair stew è rancore trattenuto pugnalato da feedback che sembrano trapani nel cervello.

 

No Age – Everything in between 74/100

Noise pop in cui il pop aumenta rispetto al noise, andando a parare spesso nei paraggi degli Yo la Tengo. Sono e rimangono una band interessante che qui mi pare più matura ed anche più cosciente rispetto all’esordio Nouns (riascoltato: 73/100, Ripped knees pezzissimo!).

 

Pretenders – II 79/100

Non ero nato e non so quanto e se i Pretenders fossero mainstream, ma immagino di sì perché se ci notate sono fuori dai radar di buona parte della critica musicale, specie italiana – dato che siamo in periodo di neo-analisi sullo scaruffismo e dintorni -. La trovo una band veramente densa, in questo secondo disco osano pur rimanendo “tradizionali” (l’urlo di Bad boys get spanked da un lato, la splendida tripletta finale Jealous dogs/The english roses/Louie Louie dall’altro) e senza nessun ammiccamento di sorta che è quello che mi infastidisce dei Blondie, ad esempio.

 

Swans – Love of life 83/100

Gli Swans sono quella band di cui avrei paura a scriverne male persino da dietro la tastiera. Se devo dire un nome, dico Amnesia.

 

Thin White Rope – Sack full of silver 80/100

Splendidi sempre, sabbiosi, rochi, umani.

 

Villagers – Becoming a jackal 77/100

Dietro c’è Conor O’Brien, che sembra, anche fisicamente, un Conor Oberst senza il palo nel culo. Il suo esordio è delizioso, pop/folk fatto da Dio che non perde mai quel minimo di leggerezza che potrebbe far credere che il tuo sia solo leziosità (un po’ lezioso lo è eh): I saw the dead parla di morti ma come lo farebbero i bambini che hanno paura dei mostri che escono dall’armadio, Home e Pieces sono classic hit indie-acustiche che hanno il pregio di non essere i pezzi migliori del disco, palma che spetta al pop ye-ye di The pact (I’ll be your fever) e all’ebbra Pieces, ingenua e sincera come solo le serate guidate dal vino possono essere.

 

Riascolti:

Texas Instruments – Sun Tunnels 85/100

Ne ho parlato nel topic dei figli di un indie minore, ma non mi avete cacato di striscio: questi fratellastri dei Meat Puppets erano una manna dal cielo

 

Bugo – Dal Lofai al Cisei 78/100

Detto brevemente nel topic di Bugo: c’è del genio, pur essendoci sempre un retrogusto di “guilty pleasure”nell’ammetterlo. Probabilmente il non prendersi per nulla sul serio di Bugo si trasmette per osmosi sull’ascoltatore.

 

Be your own pet – Be your own pet 77/100

Hanno avuto ad un certo punto I warholiani 15 minuti di fama su Rumore. Io dico che dischi punk rock così energici e divertenti se ne trovano pochi.

 

Envelopes – Demon 59/100

Nello zenit dell’indie rock dei 2000 (il 2005) questi svedesi sfasciati sembrano i cugini scemi dei Pixies che azzeccano il pezzo n.1 della classifica neozelandese con 30 anni di ritardo (Sister in love). Ci sono altri 3 pezzi belli, il resto è fastidioso.

 

Franz Ferdinand – Tonight: FF 72/100

Buoni senza farmi impazzire, se penso che in quegli anni quando si parlava di Garage rock si nominavano loro mi esplode il cervello.

 

Jam – Setting sons 74/100

Secondo me perdendo la verve punk hanno perso qualcosa.

 

Jefferson Airplane – Volunteers 88/100

Nicky Hopkins li ha trasformati in una specie di Rolling Stones del rock psichedelico. Il fatto che Volunteers sia l’ultimo e non il primo pezzo del disco ha il sapore della fine di un sogno.

 

Royal Trux – Royal Trux (1988) 83/100

Creano della “musica” fatta di nulla col nulla oltre ad un evidente stato psicotropo ai limiti del coma. Non saprei, è un caos , ma è figo e persino cool.

 

Sleater-Kinney – Sleater-Kinney 68/100

Grrrrrrrr con le mestruazioni

 

Swans – White light from the mouth of infinity 88/100

Fondamentalmente, un Blonde on blonde gotico.

 

Bob Dylan – Blonde on blonde 94/100

 

Black Angels – Dimensions to see a ghost 85/100

Acid rock monumentale, al di là di ogni possibile discorso cronologico.

 

Nine Inch Nails – The downward spiral 99/100


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Adescatore equino dal 2005

#5 Kerzhakov91

    Born too late

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Inviato 31 marzo 2019 - 15:06

Pretenders – II 79/100

Non ero nato e non so quanto e se i Pretenders fossero mainstream, ma immagino di sì perché se ci notate sono fuori dai radar di buona parte della critica musicale, specie italiana

 

Fecero il botto subito (già col primo singolo), sia in patria che negli States, quindi direi di sì. Erano percepiti come un gruppo new wave (o del nuovo corso rock post-77 insomma), ma piacevano anche agli ascoltatori più tradizionalisti. Ora mi sembrano celebrati solo da riviste conservative e spaventate dalle innovazioni tipo Classic Rock. Ne avevamo già parlato, sicuramente sono sottovalutati/dimenticati, ci si ricorda di loro solo quando si cita Chrissie Hynde come importante figura per il rock al femminile, sigh. Detto questo, il secondo album non mi fa impazzire, un po' troppo simile al folgorante debutto (ma senza l'effetto sorpresa). 

 

 

senza nessun ammiccamento di sorta che è quello che mi infastidisce dei Blondie, ad esempio.

 

Secondo me tu dei Blondie apprezzeresti maggiormente i primi due album (l'esordio peraltro è anche abbastanza unico nel suo genere, simile solo ad alcune cose dei Ramones e in parte al debutto delle Go-Go's). Gli ammiccamenti di "Parallel Lines" (ci sono, non lo nego), però, non mi sembrano di più di quelli presenti, per esempio, in "Pretenders" - che ha in scaletta le varie "Kid", "Brass in Pocket" e "Stop Your Bossing" (tutte bellissime canzoni eh, ma anche pensate per un vasto pubblico). 


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Inviato 31 marzo 2019 - 15:41

Effettivamente è un po' che mi sto promettendo di recuperare i primi 2 dei Blondie


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