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Glass (Shyamalan, 2019)


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2 replies to this topic

#1 Conato

    Roadie

  • Redattore OndaCinema
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  • 773 Messaggi:

Inviato 17 febbraio 2019 - 11:11

Da Unbreakable, Bruce Willis torna nei panni di David Dunn come Samuel L. Jackson torna nei panni di Elijah Price, noto con lo pseudonimo Mr. Glass. Insieme a loro arrivano da Split i protagonisti James McAvoy, che ritorna nei panni di Kevin Wendell Crumb e delle sue personalità multiple, e Anya Taylor-Joy come Casey Cooke, l’unica prigioniera sopravvissuta a un incontro con La Bestia. Dopo la conclusione di Split, in Glass troviamo Dunn inseguire Crumb e la sua Bestia in una serie di incontri in crescendo, mentre emerge l’ombra di Price, orchestratore che conosce segreti importanti per entrambi gli uomini.

 

Glass_LOC.jpgù

 

http://www.ondacinem...-shyamalan.html


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Ogni uomo nella culla
succia e sbava il suo dito
ogni uomo seppellito
è il cane del suo nulla

#2 tiresia

    Sue Ellen

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  • 4571 Messaggi:

Inviato 18 febbraio 2019 - 08:47

Spoiler

E' un bel film e, aggiungo, una ottima chiusura di una trilogia. Che non voleva esserlo, trilogia, ma che, a posteriori, lo è stata.
Shyamalan rimane fedele all'imprinting di Unbreakable e realizza una giusta chiusura della rilettura dei Comics come espressione "mitica", se non mitologica, dell'essere umano, dei suoi limiti, delle sue paure e delle sue debolezze.
Glass riserva un paio di risposte: cosa sia esattamente la trilogia a posteriori (una grande origin story), come sia normalizzata la differenza. Non ritengo che la figura di Mr Glass sia poco sviluppata, è un personaggio chiuso in una ossessione, qui lo è anche fisicamente, che non può che agire spesso se non per interposta persona e tutto il suo percorso è di volta in volta una liberazione e l'affermazione di un desiderio di potenza.
Shyamalan scegli molto bene i tempi, il suo passo è lento perché lento è il vivere; sceglie una fotografia espressiva con i viola, i gialli, i bianchi che inondano le inquadrature ad ogni procedere del filo narrativo; ricuce, quasi, alla perfezione i collegamenti fra i 3 film che, ricordiamo, sono molto distanti temporalmente.
La forza del canovaccio tripartito, prologo esterno/interno manicomio/svelamento nel parcheggio, è proprio la coerenza a quell'idea di unicità/differenza come oggetto prezioso anche se non governabile, anche se difficile da accettare, anche se disturbante. Tutta la sezione del manicomio si svela, infine, come una grande allegoria della maggioranza, del contesto sociale che modella, vincola, blocca, autoconvince, norma l'individuo borderline, quello violato, quello diverso, quello disturbante.
Bella l'idea di accostare, sempre, ai personaggi un contraltare che ne specchi il rovello psicologico, qui la madre di Glass, il Figlio di David, la ragazza sopravvissuta per Kevin.
Ammetto un magone montante alla morte dell'eroe, da lacrimuccia proprio.
  • 2

#3 William Blake

    Titolista ufficiale

  • Redattore OndaCinema
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  • 17708 Messaggi:

Inviato 20 febbraio 2019 - 17:23

Bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto. "Glass" ha una prima ora abbastanza disfunzionale nella sua ovvietà e nella sua ridondanza. Dopodiché la riflessione sul supereroismo è matura e rientra nel Shyamalan-universe (quello di "Unbreakable" ovviamente, ma anche quello di "Lady of Water"), in cui l'uomo impaurito può ritrovarsi solo avendo fede nelle storie. Il mio disappunto deriva dall'aspetto non tanto teorico*, quanto narrativo: qui la critica metalinguistica alla rappresentazione cinematografica dei supereoi è quasi autoparodia. Troppi meccanismi riconoscibili e denotati dai personaggi stessi, troppi ammiccamenti ovvi (tutti i discorsi che provenivano dalle ricerche sui fumetti erano abbastanza ridicoli). L'understatement della regia di Shyamalan, invece, mi è piaciuta molto: e una inquadratura rimarrà impressa a lungo. Bellissima l'interpretazione dolente e invecchiata di Willis.
 
*
Spoiler
 
All'interpretazione allegorica di tiresia non avevo effettivamente pensato: è funzionale e, considerando solo secondo e terzo atto, si può pensare a "Glass" come a una variazione supereroistica sui temi di "Qualcuno volò sul nido del cuculo". 

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Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"




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