Il titolo è un po' da S&A, ma solo perché volevo fare la citazione di De André.
Ripensando alla discussione di oggi in "cosa state leggendo" sulle interazioni con gli sconosciuti sui treni, mi sono messo a pensare alle pochissime volte in cui mi è capitato di avere reali discussioni con compagni di viaggio (non necessariamente donne).
In oltre 10 anni di pendolarismo ferroviario fra università e lavoro, gli eventi più significativi sono stati i seguenti:
- ragazza al telefono con il capo che la tratta male e che la fa scoppiare in lacrime. Alla stazione dopo scende e ne segue una mezz'ora di discussione fra compagni di scompartimento - tutti a deplorare il maschilismo che predomina sui posti di lavoro.
- solo sul treno che ripasso l'esame di Campi Elettromagnetici, il ragazzo seduto accanto a me mi fa: "Certo che studi roba difficile..." Il resto del viaggio lo passo a spiegargli le equazioni di Maxwell in forma di potenziali (comprendetemi, mancava poco all'esame).
- ragazza che mi si siede accanto sul frecciarossa e che inizia a raccontarmi che sta andando dal ragazzo (relazione a distanza) per chiarirsi sul loro futuro. Non ricordo i particolari, se non che recentemente erano andati insieme a un concerto di Povia.
- un suicida si sdraia sulle rotaie e mi trovo proprio sul treno che lo investe. Ci fanno tutti scendere e - nella lunga attesa - mi metto a chiacchierare con una ragazza (piuttosto brutta). Chiacchierando, scopro che abbiamo alcuni amici in comune, fra cui il mio compagno di banco del liceo, con cui mi racconta di avere avuto un breve flirt pochi mesi prima.
P.S. non c'era già un thread simile, vero?