straclassicone che mi mancava (chissà perchè, visto che per esempio Baby Doll, altro film che in questo topic ci sta benissimo mi piacque un sacco), Un tram che si chiama desiderio.
il film è magnifico, la regia è perfetta, la fotografia pure, l'atmosfera è torrida e appiccicosa, la sceneggiatura è ottima, nonostante la censura che intervenì per far eliminare i riferimenti all'omosessualità.
Però e lo so che quello che sto per dire suona come una bestemmia, ma ho avuto qualche problema con gli attori. Forse in parte dipende dal fatto di avere visto il film doppiato in italiano, e nonostante io di norma preferisca vedere il film a leggere sottotitoli, in questo caso il doppiaggio è fatto davvero male. Vivien Leigh anche per via di una parte che la vede volutamente fare gesti artificiosi e affettati col doppiaggio viene ridotta a una via di mezzo tra Jean Claude che fugge piangendo da Renato in Sensualità a corte e il Calculon di Futurama che fa le pause a effetto.
E Brando... si conosco la tiritera: la storia della recitazione che cambia prima e dopo Brando in questo film, il metodo Stanislasky, il realismo, i dettagli... per carità è molto bravo, il problema è che a parte il doppiaggio che massacra anche lui, è il fatto che secondo me non c'entra granchè con la parte (anche se la faceva già in teatro). Resto della mia teoria che un attore è prima di tutto una faccia, e francamente più che un rozzo bruto della Louisiana pare di vedere un cazzo di dio greco, Apollo pronto a salire sul carro del sole, un re che sta per venire diventare imperatore. Cioè Brando in questo film è roba da far vacillare l'eterosessualità di chiunque, e me lo piazzano a fare la parte di quello che a un certo punto dice alla moglie che lei sapeva che era un tipo banale e nella media quando l'aveva sposato.
Cosa che stona ancora di più visto che invece la moglie Stella è invece una donna normalissima e non particolarmente bella e quindi molto più appropriata per il ruolo.
Ok, lapidatemi pure.