12 replies to this topic

[Conato]

Dal settembre 1973, dopo il colpo di stato del generale Pinochet, l’ambasciata italiana a Santiago ha ospitato centinaia e centinaia di richiedenti asilo. Attraverso interviste ai protagonisti si racconta la storia di quel periodo drammatico, durante il quale alcuni diplomatici italiani hanno reso possibile la salvezza di tante vite umane.

 

 

http://www.ondacinem...santiago-italia

[William Blake]

Moretti si defila definitivamente ("Mia madre" a tal proposito lo preannunciava, in qualche modo) e fa parlare la Storia e le storie individuali di chi ha vissuto il golpe cileno. "Santiago, Italia" è un documentario semplice ma nitido, nostalgico e commovente.

[Giovanni Drogo]

E' un bel documentario, che rischia di essere rovinato dal collegamento con l'attuale situazione ideologica sull'immigrazione, veramente tiratissimo e abbastanza puerile. Che c'entrano 250 cittadini cileni trasferiti in Italia dall'ambasciata italiana in Cile e curati e riveriti anche per motivi ideologici rispetto al flusso migratorio anarchico di decine di migliaia di persone degli ultimi anni dal nord Africa che arrivano con i barconi? Mammamia signori, si capisce veramente perché il centro-sinistra stia preso così male.

[solaris]

Il collegamento, pur non nella modalità del paragone brutale, l'ha fatto lui stesso parlando del film.

[Giovanni Drogo]

Sì immagino, a mio giudizio svilendo tutta la lettura dell'evento storico. Sia come parallelo storico che come eventuale strumento di propaganda politica mi sembrano perdenti.

[paloz]

A me è sembrata una storia "nuova" e bellissima da raccontare anche senza la necessità del legame col presente – al quale tra l'altro fa riferimento proprio uno dei testimoni nell'ultima frase del film. Mi aspettavo un approccio noiosetto a una storia "sinistrella" e invece ci ho trovato della sana umanità, racconti commoventi e ben poco "Moretti". Che pure a un certo punto sente la necessità di entrare nell'inquadratura e chiarire che "Io non sono imparziale". Grande.

[Giovanni Drogo]

Moretti è onnipresente nel documentario, le domande le fa la sua voce, è nella prima scena del documentario, interviene in un momento indelebile che è quello che citi, insomma non si defila per niente. Allo stesso tempo non è sinistrello tranne che in quel confronto col presente, ultra-sinistrello. Sono comunque d'accordo che è una storia bellissima, e specifico comunque che per me anche da sinistrello quale è, Moretti rimane comunque uno dei miei artisti preferiti in assoluto. 

[William Blake]

Però la sua presenza è defilata, assolutamente non protagonista del documentario che io ho trovato sincero e commovente. Dopodiché il discorso di Moretti riguarda la trasformazione dell'Italia e la fine dell'impegno politico. Credere e lottare per qualcosa che accomunava anche popoli diversi, sta qui il nodo nostalgico e ideologico del film.

[Giovanni Drogo]

Però la sua presenza è defilata, assolutamente non protagonista del documentario che io ho trovato sincero e commovente.

 

Ma questo è il minimo per un documentario, altrimenti avrebbe dovuto recitare la parte di uno dei perseguitati politici cileni, o dei persecutori, e non sarebbe più stato un documentario. Certo non è una presenza ingombrante come che so, Vinicio Caposela quando fa quel documentario sulla Grecia, questo è vero, ma io ad esempio Indebito non riesco a vederlo come un documentario, questo sì.

 

A me la presenza di Moretti nei suoi film non dà fastidio eh, anzi la trovo molto genuina ed espressiva.

[solaris]

Visto anch'io ieri sera, sinceramente il collegamento col presente non mi sembra una roba buttata lì in una frase, ma il fulcro di tutta la seconda metà della pellicola. E dai, fa impressione. Giovanni c'entra poco il confronto fra i due fatti, ovviamente, ma c'entra molto invece il tipo di mentalità che questi due fatti trovano arrivando qui. Il Paese è completamente cambiato (meglio: la sinistra è sparita).

 

Bello. Speravo che andasse ancora più a fondo, non so neanche come, ma volevo saperne di più.

[Giovanni Drogo]

Che il paese sia cambiato sotto vari aspetti mi trovi d'accordo, ma quello che suggerisce quell'evento per me è che sia cambiato l'impegno ed il sentimento politico, non che la gente abbia cambiato la propria visione in termini di slancio di solidarietà verso dei migranti. 

 

Persone che una volta si sentivano parte di qualcosa ed avevano un credo politico, oggi non si sentono parte di niente e non credono in niente.

[Stephen]

Sì però in questo forum volevo leggere le accuse di sinistrellismo perché Pinochet era comunque il male minore.  

 

Lui al cinema ha detto che il film non prevede commento, faccio solo foto e autografi. E la cosa mi è sembrata divertente, tanto che ci tenevo a riportarla.

[lazlotoz]

La seconda parte è sicuramente quella più riuscita, e pure quella più interessante. Tutta l'umanità e la molteplicità di vite chiuse nell'ambasciata avrebbero meritato un film a sé. La prima parte direi di contorno (un po' mi stupisce che non si conoscano quei fatti, ma è pur vero che ho delle lacune pazzesche su altri momenti storici altrettanto importanti, quindi forse ci sta), la seconda un po' sfilacciata. Pure io il parallelo l'ho trovato forzato, perché pare essere un po' un accusa snob, mentre in realtà è impressionante pensare che all'epoca un partito politico potesse fare così tanto per delle persone.

 

Insomma, è un film che ha nel contenuto e non nella forma il suo interesse. Quindi tutto sommato direi che è prescindibile, pensando al fatto che dietro la mdp c'è Moretti e che si poteva pure sbattere un po' di più ecco.

 

Voto 6,5