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La Ballata Di Buster Scruggs (Coen, 2018)


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5 replies to this topic

#1 Conato

    Roadie

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Inviato 28 novembre 2018 - 12:55

The Ballad of Buster Scruggs è un film antologico in sei parti di ambientazione western. Il film si compone di una serie di storie sulla frontiera americana raccontate dalla voce unica e inimitabile di Joel ed Ethan Coen. Ogni capitolo racconta una storia diversa sul West americano.

 

la-ballata-di-buster-scruggs-loc.jpg

 

http://www.ondacinem...er-scruggs.html


  • 2
Ogni uomo nella culla
succia e sbava il suo dito
ogni uomo seppellito
è il cane del suo nulla

#2 William Blake

    Titolista ufficiale

  • Redattore OndaCinema
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  • 17708 Messaggi:

Inviato 04 dicembre 2018 - 18:27

Se n'è parlato sul thread dei Coen e mi pare sia piaciuto parecchio e, dopo l'accoglienza strana di Venezia (la maggior parte ne parlava tiepidamente), non era scontato. Ne ho rivisto metà (i primi tre episodi) su Netflix e devo dire che il gusto per il racconto e per l'intarsio dei Coen ha una marcia in più. 


  • 0
Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#3 100000

    Enciclopedista

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  • 7716 Messaggi:

Inviato 10 dicembre 2018 - 15:39

Bon, visto finalmente un film Netflix bello.

Mi sono piaciuti tutti gli episodi, anche se ovviamente "quello di Tom Waits" nel cuore.

Il filo conduttore, ancora più che la morte mi è sembrato fosse il racconto, la potenza del. A partire dalla cornice, ma poi a ben vedere fin dentro quasi tutti gli snodi principali di ogni episodio, culminando ovviamente con l'ultimo in cui l'arte di raccontare è l'unica cosa che va in scena.

Che questo si incastri bene con il western, un genere fittizio che si basa sulla renarrazione di un'epopea mai veramente esistita, beh. Interessante anche come in tutto questo, il film smonta proprio tutti i cliché di quello stesso genere, ribadendo le solite cose dei Coen: la disillusione, la violenza, la stupidità umana. In questo caso mettendoli anche come fondamento dell'America tutta, ma vabbè.


  • 3

#4 solaris

    Simmetriade.

  • Redattore OndaRock
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  • 8265 Messaggi:

Inviato 29 dicembre 2018 - 21:17

Piaciucchiato ma nulla più. Primo episodio terribile, poi migliora. I loro twist caustici e crudi mi sembrano sempre più prevedibili e fini a se stessi. Ma forse è la mancata coesione formale e di tono fra gli episodi (completamente diversi l'uno dall'altro per scelte registiche, fotografia, scenografia, tutto) ad avermi infastidito, assieme a qualche artificio troppo sgamabile; avrei preferito – pur in una antologia frammentata – un filo conduttore quantomeno estetico.


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#5 lazlotoz

    Enciclopedista

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Inviato 03 gennaio 2019 - 16:14

Il "film minore" (asd) dei Coen per antonomasia (episodi + Netflix) si rivela una bomba.

Lo sappiamo tutti che i fratelli del Minnesota son dei maestri del cinema, bisogna essere in malafede per dire il contrario.

Capisco che possa non scaldare un film come questo a causa della frammentarietà, ma è un po' il distacco che dà una raccolta di racconti rispetto al romanzo. Il fatto è che qui il racconto a suo modo è unico, solamente sfaccettato.

 

Tutto perfetto per me. Inaspettato.

 

Bella la scelta di cambiare direttore della fotografia. 

 

 

 

p.s. ma son l'unico scemo che credeva fosse Ralph Fiennes l'attore nell'ultimo episodio? 


  • 0

#6 tiresia

    Sue Ellen

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  • 4571 Messaggi:

Inviato 28 febbraio 2019 - 11:39

I Coen "minori" sono gioiellini inestimabili. Lo accosto a A Serious man (che è gigantesco) anche per lì l'incipit metafisico, qui il finale dello stesso tenore.
La ballata è un'ode a un genere macroscopico in cui, tramite i vari episodi, si riescono a snocciolare tutte le possibilità del cinema (dal quasi musical al quasi film d'amore); è un appunto ulteriore alla realistica/cinica visione della vita dei due fratelli in cui impera senza appello ciò che non facciamo altro che eludere, ossia la morte (la convergenza/divergenza di Allen e dei Coen andrebbe più ampiamente studiata); è, certo, anche un inno al racconto, la narrazione che sopravvive alla vita no?
Ma è il lato tecnico che mi pare bellissimo, meravigliose inquadrature per la natura gigantesca della frontiera, bellissima la fotografia, quella spettacolare capacità di concentrare negli ambienti chiusi con campi e controcampi tutte le psicologie o i tipi a disposizione.
Questo film è una fresca gioia per gli occhi, una ballata della morte implacabile e deliziosa.
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