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7 Sconosciuti A El Royale (Goddard, 2018)


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10 replies to this topic

#1 Conato

    Roadie

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Inviato 04 novembre 2018 - 16:28

Sette estranei, ognuno con un passato da nascondere e un segreto da proteggere, si incontrano all'El Royale sul lago Tahoe, un misterioso e fatiscente hotel al confine tra California e Nevada. La notte del loro incontro sarà un momento decisivo: tutti avranno un'ultima, fatidica possibilità di redenzione.

 

el_royale_locandina.jpg

 

http://www.ondacinem...-el-royale.html


  • 2
Ogni uomo nella culla
succia e sbava il suo dito
ogni uomo seppellito
è il cane del suo nulla

#2 Tom

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Inviato 21 dicembre 2018 - 15:33

Il Goddard con una "d" in piu' ha sfornato una tardiva, probabilmente futile, ma molto gradevole tarantinata da bei vecchi tempi andati, in cui per altro dimostra quello che tanti ormai avevano capito, cioe' che "Quella casa nel bosco" era piu' suo che non di Whedon. Fosse uscito nel '98, 'sto "Bad Times at the El Royale" sarebbe diventato un cult di una certa qual dimensione, uscito oggi non se l'e' cagato nessuno. O almeno mi sembra. Eppure e' una di quelle pulpfictionate jackiebrownate che un tempo piacevano a grandi e piccini: aria finto-vintage, atmosfera un po' matta, incastri temporali, e NON tutta quella violenza che tanto i detrattori che i fan piu' pirla vogliono vedere nei film di Tarantino e che poi, appunto, non c'e'. Visto lo spunto iniziale rappresenta un po' quello che tanti avevamo pensato sarebbe stato "Four Rooms" e poi non e' stato manco alla lontanissima. Ecco, cristo, se e' diventato un piccolo cult quella fetecchiola (a cui pure sono affezionato) perche' non dare una possibilita' a questo? Intendiamoci Goddard non e' Tarantino: non scrive quei dialoghi e quando se la prende comoda coi tempi sembra farlo piu' per vezzo che non per manipolare le aspettative degli spettatori. Pero' chissenefrega se e' solo l'inutile tentativo di rifare un modello migliore, ne uscissero uno al mese di film cosi' ben fatti che almeno ci provano.

 

Nel cast svetta ovviamente con comodo il solito Jeff Bridges, nella sua galleria di rintronati cronici mi pare mancasse il caso clinico proposto nel film.

 

Ah, curiosamente il tutto anticipa proprio il Tarantino prossimo venturo, dato che il film e' ambienato nel 1969 e ad un certo punto entra in scena una family mansoniana.

 

Dalla serie, ma che ne sanno i millennials di come noi nei 90s immaginavamo dovessero essere messi in scena i 70s...

7-sconosciuti-a-El-Royale.jpg


  • 2

#3 woody

    Classic Rocker

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Inviato 21 dicembre 2018 - 18:28

Lo vidi al cine in lingua originale, Bridges veramente un grandissimo attore, mi sembra non abbia la considerazione che si meriti.
Piaciuto anche a me, avevo letto poche recensioni tutte che dicevano che era noiosetto dalla seconda metà, a me invece è piaciuto, forse la setta mansoniana la cosa riuscita peggio, un po' macchiettistica/esagerata.


  • 0

#4 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 21 dicembre 2018 - 18:42

Bridges non ha la considerazione che si merita? E che devono fargli, un monumento? asd
  • 0

#5 woody

    Classic Rocker

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Inviato 22 dicembre 2018 - 11:20

Bridges non ha la considerazione che si merita? E che devono fargli, un monumento? asd

Boh non lo so, è famoso quello si, ma non mi sembra che venga mai nominato quando si parla di grandi attori. A 24 anni aveva già lavorato con Bogdanovich, Cimino e Houston, avrebbe continuato con Carpenter, Walter Hill, Sidney Lumet, Gilliam, Coen Bors, Coppola, Hal Ashby, Ridley Scott e altri film tipo questo o i Favolosi Baker di registi magari non osannati ma comunque buoni film.

Quando appunto si parla di grandi attori si parla sempre giustamente di De NIro, Pacino, Turturro, Walken, Dafoe (non devo stare ad elencarveli li conoscete) ma io Bridges lo sento citato poco davvero. Soprattutto negli ultimi anni, in cui ho iniziato a vedere film in lingua originale, ho apprezzato Bridges ancora di più ( I favolosi Baker era uno dei film della mia adolescenza, mai capito il perchè, suonavano jazz e per me a quei tempi il jazz era una musichetta che non aveva più senso di esistere, era anche una storia in cui un adolescente sicuramente fatica a riconoscersi, ma io l'adoravo).

MAgari mi sbaglio io ed è molto più considerato di quello che penso, non sono sicuro.


  • 0

#6 Tom

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Inviato 22 dicembre 2018 - 11:33

( I favolosi Baker era uno dei film della mia adolescenza, mai capito il perchè, suonavano jazz e per me a quei tempi il jazz era una musichetta che non aveva più senso di esistere, era anche una storia in cui un adolescente sicuramente fatica a riconoscersi, ma io l'adoravo).
 

 

 

Un possibile indizio..

 

tumblr-nc8lx8opvn1qi4ou7o1-500.gif

 

Non sei l'unico adolescente che si e' fatto una... cultura jazz con quel film, tranquillo.


  • 1

#7 woody

    Classic Rocker

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Inviato 22 dicembre 2018 - 12:26

 

( I favolosi Baker era uno dei film della mia adolescenza, mai capito il perchè, suonavano jazz e per me a quei tempi il jazz era una musichetta che non aveva più senso di esistere, era anche una storia in cui un adolescente sicuramente fatica a riconoscersi, ma io l'adoravo).
 

 

 

Un possibile indizio..

 

tumblr-nc8lx8opvn1qi4ou7o1-500.gif

 

Non sei l'unico adolescente che si e' fatto una... cultura jazz con quel film, tranquillo.

 

Si la Pfeiffer era sicuramente uno dei motivi, ora me scarico è tantissimo non lo riguardo.


  • 0

#8 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 22 dicembre 2018 - 12:59

Rivisto recentemente, un vero gioiello, la Pfeiffer favolosa, avrebbe meritato l'Oscar a mani basse ma era troppo bella per vincerlo.

Su Bridges: a me sembra sia considerato uno dei grandissimi del cinema hollywoodiano, ha fatto di tutto e sempre con profitto, dai film di grandi autori a quelli indipendenti sino ai blockbuster imbroccando con Dude Lebowski anche il ruolo iconico che vale una carriera, un oscar, prima nomination a vent'anni, l'ultima qualche anno fa, e siamo a 7 ormai....tutto ovviamente meritatissimo ma dire che sia sottovalutato mi sembra una grossa forzatura.
  • 0

#9 woody

    Classic Rocker

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Inviato 22 dicembre 2018 - 16:00

Rivisto recentemente, un vero gioiello, la Pfeiffer favolosa, avrebbe meritato l'Oscar a mani basse ma era troppo bella per vincerlo.

Su Bridges: a me sembra sia considerato uno dei grandissimi del cinema hollywoodiano, ha fatto di tutto e sempre con profitto, dai film di grandi autori a quelli indipendenti sino ai blockbuster imbroccando con Dude Lebowski anche il ruolo iconico che vale una carriera, un oscar, prima nomination a vent'anni, l'ultima qualche anno fa, e siamo a 7 ormai....tutto ovviamente meritatissimo ma dire che sia sottovalutato mi sembra una grossa forzatura.

Beh meglio così allora, seguo pochissimo oscar e affini, la mia percezione era appunto che critici e appassionati si dimenticassero spesso di lui quando si parla di grandi attori della sua generazione, felice di sbagliarmi quindi.


  • 0

#10 George Kaplan

    Giraghiere a tradimento

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Inviato 24 dicembre 2018 - 16:43

Su Goddard - che mi ero segnato dopo Quella casa nel bosco - questo film fa un po' chiarezza. Me lo immagino da piccino intento a smontare i suoi giocattoli per vedere come sono fatti dentro, a infilarsi nelle fessurine del muro, a misurare coi passi le distanze tra le pareti per scovare stanze segrete negli edifici del suo quartiere. Anche qui le pareti non separano, ma nascondono, anche qui gli specchi sono passaggi di sguardi ignoti e, forse, perversi, insomma: anche qui, come in Quella casa nel bosco, il regista veste i panni di un architetto burlone e moltiplica gli spazi oltremisura, come nel labirinto di un luna-park. Se aggiungiamo il complotto e il libero gioco sulle icone del passato - pervertite in chiave pulp - abbiamo l'universo di Goddard. C'è, poi, da dire che il ritmo non tiene per le due ore e passa di durata e che l'ultimo atto è perfino noioso, sebbene vada ammesso che le premesse costruite erano davvero ghiotte e, forse, coronabili solo da una penna di più alto livello.

Ma anche se si gira un po' a vuoto, rimane comunque un bel giro, che se, da un lato, fa scemare l'entusiasmo che Quella casa nel bosco aveva originato, lascia comunque l'impressione di un regista da seguire.


  • 2

#11 William Blake

    Titolista ufficiale

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Inviato 22 febbraio 2019 - 18:12

Mi trovo perfettamente in linea coi commenti di Tom e Kaplan. Dopo "Quella casa nel bosco" che era stata una rivelazione, Goddard firma una seconda prova "minore", derivativa e ultra-tarantiniana. Ma il film è divertente e l'operazione ispira simpatia anche perché finalmente non ci sono 'sti cazzo di anni 80. "Bad Times at the El Royale" inizia come una variazione pulp dell'esordio di Goddard (passaggi segreti, corridori, cospirazioni) per poi andare nella direzione di "Hateful Eight" (ogni personaggio con un "passato" più o meno pesante).
  • 0
Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"




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