http://www.ondarock....blenegative.htm
Leak disponibile da settimane a cui ho posticipato ogni ascolto perché ritenevo ormai che i loro ultimi dischi se pur ottimi li stessero portando a una meritata routine.
Invece.
Inviato 02 settembre 2018 - 17:25
http://www.ondarock....blenegative.htm
Leak disponibile da settimane a cui ho posticipato ogni ascolto perché ritenevo ormai che i loro ultimi dischi se pur ottimi li stessero portando a una meritata routine.
Invece.
"Dovete vedere noi, perché la televisione non vi fo' far crescere quando fa le sue trasmissioni, ve vo' tene boni; la televisione non ve vo' fa capire, ve vo' addormentà. Questa trasmissione discute e vi fa discutere dei vostri problemi, perché vedete - guardate che bell'abito che c'ho, ho una casa al mare - HO mi guardate o io me ne vado, ma me dovete guardà in tanti e vi dovete sentire il dovere IL DOVERE, perchè io a causa VOSTRA c'ho rimesso MILIARDI per divve aaverità."
Inviato 03 settembre 2018 - 09:07
Pur essendosi già reinventati e "resuscitati" più volte, questa è la cosa più coraggiosa e originale che potevano tirare fuori dopo 25 anni di carriera. Aspetto fiducioso di poterlo sentire con la qualità che merita (vinile preordinato) ma l'ho già ripercorso diverse volte ed è davvero potente.
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
Inviato 03 settembre 2018 - 10:50
Ormai hanno una discog. che è un monumento.
Inviato 03 settembre 2018 - 14:18
Inviato 03 settembre 2018 - 14:48
Ones and Sixes era stupendo, ma che dire, oramai tra noi due è guerra aperta
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
Inviato 03 settembre 2018 - 15:07
già , peccato che per acquistare I Could Live In Hope bisogna vendere un rene.
Lo ascoltavo giusto stamattina in macchina, in CD!
Inviato 03 settembre 2018 - 20:21
Ones and Sixes era stupendo, ma che dire, oramai tra noi due è guerra aperta
Inviato 03 settembre 2018 - 21:32
Sì ma sui dischi prefe del taluno e del talaltro artista siamo sempre in discordanza
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
Inviato 03 settembre 2018 - 22:27
non lo ascolterò per non correre il rischio di condividere un disco "piaciuto" con altri utenti, e che utenti in certi casi; soprattutto in vista della classifica finale
Inviato 04 settembre 2018 - 09:55
Inviato 05 settembre 2018 - 18:01
Sì ma sui dischi prefe del taluno e del talaltro artista siamo sempre in discordanza
Inviato 05 settembre 2018 - 18:13
Inviato 05 settembre 2018 - 19:24
Inviato 06 settembre 2018 - 07:45
Intendiamoci, nulla che non avessero già detto in shots and ladders, 18 anni fa
http://youtu.be/dN3id18VYkM
Nottino, detto che secondo me i Low non hanno mai sbagliato mezzo colpo, possiamo fare un meeting e decidere che Trust è il loro album più profondo e completo?
Inviato 06 settembre 2018 - 08:11
Inviato 06 settembre 2018 - 08:55
i Low vivono in un sogno, per loro scrivere delle poesie è naturale, è quello che vedono; per questo secondo me difficilmente possono sbagliare dei dischi, non sono mai album basati sulla ricerca e sull'elaborazione ma sulla bellezza delle canzoni che scorrono perfette, la formula è stata arricchita ma mai modificata, e era già incredibile quando i mezzi erano scarsissimi e i pezzi scarni
penso sia un po' il segreto di una carriera impeccabile
Inviato 06 settembre 2018 - 09:05
Ok però specialmente in questo disco c'è anche un lavoro di produzione senza precedenti, e la formula classica ne esce così "snaturata" da oltrepassare di molto la loro comfort zone di sound e scrittura. Mi sorprende che un gruppo sinora così ben identificabile – sempre se stesso, per l'appunto – sia riuscito a fare un salto nel vuoto (digitale) di questa entità.
Non mi sono innamorato di questo disco ma ne sono davvero molto colpito, e il fatto che non sembri un passo più lungo della gamba è già un risultato encomiabile.
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
Inviato 06 settembre 2018 - 09:07
non ho sentito il nuovo, come ho già scrittoOk però specialmente in questo disco c'è anche un lavoro di produzione senza precedenti, e la formula classica ne esce così "snaturata" da oltrepassare di molto la loro comfort zone di sound e scrittura. Mi sorprende che un gruppo sinora così ben identificabile – sempre se stesso, per l'appunto – sia riuscito a fare un salto nel vuoto (digitale) di questa entità.
Non mi sono innamorato di questo disco ma ne sono davvero molto colpito, e il fatto che non sembri un passo più lungo della gamba è già un risultato encomiabile.
non lo ascolterò per non correre il rischio di condividere un disco "piaciuto" con altri utenti, e che utenti in certi casi; soprattutto in vista della classifica finale
Inviato 06 settembre 2018 - 09:37
secondo me sono stati dei grandi anche in loro album considerati minori, come Drums And Guns e The invisible Way.
nel primo ci sono delle idee di giro di basso inedite e sbarazzine senza per niente risultare frivole (tipo in "Hatchet"), nel secondo pur essendo un album molto tradizionale, c'è un lavoro di batteria perfetto, e mostra coraggio nel prolungare alcune parti di cantato oltre il limite del sopportabile in una struttura pop (tipo la coda di "So Blue" e "just Make It Stop").
comunque secondo me il loro segreto sta nella voce bellissima e straziantissima di Alan (senza essere minimamente piagnucolona) e nella voce bellissima e versatilissima di Mimi, e soprattutto nelle armonie incredibili che emergono dalla loro combinazione.
Inviato 06 settembre 2018 - 10:37
Ok però specialmente in questo disco c'è anche un lavoro di produzione senza precedenti
Inviato 06 settembre 2018 - 11:24
Per me il ragionamento di Lassi in generale è giusto: questi sì che cercano la bellezza, ovunque.
Anche questo che non ho ancora ascoltato per intero è bellissimo, se esistesse anche solo una musica trascedente al mondo sarebbe la loro.
Inviato 06 settembre 2018 - 11:45
The invisible Way.
... pur essendo un album molto tradizionale, c'è un lavoro di batteria perfetto
E reso alla grande dal vivo.
Inviato 06 settembre 2018 - 12:16
Per me il ragionamento di Lassi in generale è giusto: questi sì che cercano la bellezza, ovunque.
Anche questo che non ho ancora ascoltato per intero è bellissimo, se esistesse anche solo una musica trascedente al mondo sarebbe la loro.
Loro sono tra i pochi che, pur con la musica che fanno, riescono a non trasmettere tristezza, ma solo spiritualità.
Inviato 06 settembre 2018 - 12:19
a me non sembrano spirituali, vabbeh è un'impressione; ho come la sensazione di semplicità, di natura, campagna (anche un po' cavalli)
edit: esempio classico per tutti di gruppo spirituale-> Popol Vuh
Inviato 06 settembre 2018 - 12:31
Inviato 06 settembre 2018 - 12:32
Vabbè uno poi dà alla spiritualità il valore/le corrispondenze che vuole.
intendo questo: alla spiritualità attribuisco un valore di droga, come di un mondo lontano dalla realtà, i Low mi sembrano abbastanza terreni, sognatori ma semplici
Inviato 06 settembre 2018 - 13:25
Vabbè uno poi dà alla spiritualità il valore/le corrispondenze che vuole.
intendo questo: alla spiritualità attribuisco un valore di droga, come di un mondo lontano dalla realtà, i Low mi sembrano abbastanza terreni, sognatori ma semplici
dipende da quale loro fase intendi.
io ci vedo la spiritualità un po dappertutto nelle loro canzoni, ma in pezzi come Words, Cut, Lullaby, I Am the Lamb, Amazing Grace, Candy Girl, Diamond, Jon Prine, Shots and Ladders,Violence, Don't Understand (e altri di cui non ricordo il titolo) mi è proprio difficile pensare a dei sempliciotti che coltivano l'orto e alla sera suonano spensierati attorno al focolare.
Inviato 06 settembre 2018 - 13:48
dei sempliciotti che coltivano l'orto e alla sera suonano spensierati attorno al focolare.
vabbeh descritti così sembrano dei cretini, c'è anche una accezione positiva nella semplicità; a me comunque stare spensierato davanti al focolare a ascoltare musica non dispiace, anzi lo farei ogni sera
Inviato 06 settembre 2018 - 13:56
Ricordiamoci che sono mormoni eh
Inviato 06 settembre 2018 - 13:58
Ricordiamoci che sono mormoni eh
davvero?
che significa?
cioè cosa comporta?
dio, forse è la prima volta che stimo dei religiosi
Inviato 06 settembre 2018 - 14:01
Nella rece è citato il documentario di una decina d'anni fa, "You May Need A Murderer", in parte si trova su youtube.
Per l'occasione l'ho recuperato, anche se non l'ho trovato appassionante.
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
Inviato 06 settembre 2018 - 14:24
Il Signore è lì che ci guarda e sapete cosa si aspetta? Si aspetta un AMEN da tutti da noi, e non vorremo mica farlo attendere... quindi tutti insieme... AMEN!
Lui è là in alto lontano, quindi forse non ha sentito bene, urliamolo verso la sua Dimora del cielo con la grandezza dei polmoni che Lui stesso ci ha donato... AMEN!
Inviato 06 settembre 2018 - 14:28
Il Signore è lì che ci guarda e sapete cosa si aspetta? Si aspetta un AMEN da tutti da noi, e non vorremo mica farlo attendere... quindi tutti insieme... AMEN!
Lui è là in alto lontano, quindi forse non ha sentito bene, urliamolo verso la sua Dimora del cielo con la grandezza dei polmoni che Lui stesso ci ha donato... AMEN!
ha ma quindi è una religione semplice, basta dire AMEN per essere integrati
Inviato 06 settembre 2018 - 14:31
Il Signore è lì che ci guarda e sapete cosa si aspetta? Si aspetta un AMEN da tutti da noi, e non vorremo mica farlo attendere... quindi tutti insieme... AMEN!
Lui è là in alto lontano, quindi forse non ha sentito bene, urliamolo verso la sua Dimora del cielo con la grandezza dei polmoni che Lui stesso ci ha donato... AMEN!
ha ma quindi è una religione semplice, basta dire AMEN per essere integrati
boh, credo di si. non funziona così il Cristianesimo?
Inviato 06 settembre 2018 - 14:32
vabbeh almeno a messa devi andare dai, poi dipende dal livello; ci sono anche i sacramenti
Inviato 06 settembre 2018 - 14:49
sono molto più Cristiano io che ascolto i Low di domenica rispetto a quelli che vanno in chiesa solo per poter spettegolare a messa finita (mia mamma lo fa da una vita)
Inviato 13 settembre 2018 - 20:11
Oggi finalmente il FLAC rip.
Il sound è davvero incredibile: in "Tempest" è praticamente impossibile capire cosa sta cantando Alan, eppure la sua voce sommersa da rumori di superficie e sporcature digitali riesce quasi a farmi piangere. Ma sto riassaporando ogni canzone e non escludo che il mio 7,5 salga di un altro mezzo punto.
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
Inviato 14 settembre 2018 - 08:32
Inviato 14 settembre 2018 - 08:42
è il loro album più wave di sempre, siamo in zona 4AD quasi, quella buona vecchia eh
Inviato 14 settembre 2018 - 09:44
è il loro album più wave di sempre, siamo in zona 4AD quasi, quella buona vecchia eh
Inviato 20 settembre 2018 - 17:58
Ho ascoltato i primi 3 pezzi, quelli che si susseguono nel video da 14 minuti. Una lagna totale. Altro che roba coraggiosa, innovativa e apocalittica. Mi sembra solo un accozzaglia di suoni freddi e rumorosi eseguiti a casaccio, che sarebbero stati vecchi perfino 10 anni fa.
Inviato 22 ottobre 2018 - 08:53
Ok però specialmente in questo disco c'è anche un lavoro di produzione senza precedenti, e la formula classica ne esce così "snaturata" da oltrepassare di molto la loro comfort zone di sound e scrittura. Mi sorprende che un gruppo sinora così ben identificabile – sempre se stesso, per l'appunto – sia riuscito a fare un salto nel vuoto (digitale) di questa entità.
Non mi sono innamorato di questo disco ma ne sono davvero molto colpito, e il fatto che non sembri un passo più lungo della gamba è già un risultato encomiabile.
Questo di paloz e quello sopra di tankian sintetizzano la "forbice critica" in cui ci muoviamo.
Detto che penso che tankian esageri, dico timidamente la mia.
Timidamente perchè non ho mai amato i Low - allo slowcore sono affezionato per un dato generazionale e ci sono band del filone che mi piacciono, di loro posso apprezzare proprio il tradizionalismo compositivo di fondo ma secondo me sono dei darkettoni, quand'è alla fine, ed è per questo che non li amo - ed è proprio perchè non li amo che questo nuovo rischia di essere il mio disco preferito dei Low.
Ovviamente non sopportando la voce di lei starà comunque fuori playlist, ma il punto è che questa sperimentazione - che anche io ho trovato spinta benchè sciroppabilissima - non sarà eccessiva?
Mi spiego: la trovo un po' fasulla anche se quasi quasi mi vergogno a dirlo, perchè sappiamo bene che un po' tutto è "fasullo" in musica (e quindi non dovrebbe avere alcun peso negativo il fatto che dietro a questo disco dei Low ci sia un produttore trendy, almeno così ho letto da qualche parte: la musica è da sempre un prodotto collettivo, e in questo non c'è scandalo alcuno).
Premesse tutte queste cose, mi interrogo comunque sul perchè l'azzardo dei Low mi suona appunto come un azzardo programmatico, studiato a tavolino per farsi notare e cercare l'hype pur con un album che tecnicamente sarebbe "difficile" (e che a me in definitiva piace anche!). Mi viene da pensare che il sospetto di "non sincerità" derivi dal fatto che i Low sono esponenti di una stagione e di uno stile musicale in cui - ingenuo e ipocrita quanto vogliamo - il concerto di "sincerità" era percepito come valore autentico della "musica alternativa" e i Low in particolare avevano fatto della noiosa e prevedibile e granitica coerenza estetica un pilastro della loro arte.
Poi, ribadisco, io che non li amavo ho trovato questa svolta interessante e in definitiva benvenuta, ma il conto in qualche misura non mi torna. Aiutatemi!
Inviato 22 ottobre 2018 - 08:58
[Risponderò quando smetterai di usare compulsivamente la parola 'hype']
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
Inviato 22 ottobre 2018 - 09:04
Inviato 22 ottobre 2018 - 09:09
[Risponderò quando smetterai di usare compulsivamente la parola 'hype']
eh, ma è il dato fondamentale della comunicazione musicale di oggi. Non l'abbiamo inventato oggi, eh, esiste da eoni, solo che nel marasma di oggi la logica dell'hype è dominante. E' un po' come i talent show, in un certo ambito è diventata l'unica porta d'ingresso per il professionismo (o la sopravivvenza, che può essere il caso dei Low). Detto ciò, chiamare in causa l'hype era inevitabile ma non è il punto centrale della questione, che invece attiene alla "percezione critica" di 20-25 anni fa (quando i Low entrarono in scena) rispetto ai mutatissimi orizzonti critici di oggi.
Il vero leitmotiv della mia persistente polemica con l'attualità è in realtà proprio questo: la rimozione dei vecchi criteri del pensiero critico che mi pare permei buona parte della critica che si legge in rete (e non mi riferisco certo a chi si spende per parlare di Erstwhile, beninteso)
Inviato 22 ottobre 2018 - 09:29
Il vero leitmotiv della mia persistente polemica con l'attualità è in realtà proprio questo: la rimozione dei vecchi criteri del pensiero critico che mi pare permei buona parte della critica che si legge in rete (e non mi riferisco certo a chi si spende per parlare di Erstwhile, beninteso)
Perdona il fatto imperdonabile che mi auto-quoto e perdona pure l'OT.
Una ricaduta concretissima del problema a cui mi riferisco è - ad esempio, cronaca musicale del mese scorso - il fatto che nella playlist anni '80 di Pitchfork ci siano due dischi giapponesi in tutto, con Midori Takada in una posizione più avanzata rispetto a Sakamoto. Un assurdo antistorico che non solo appiattisce il giudizio storico sul presente in maniera eccessiva - il presente dell'analisi dovrebbe essere il punto di partenza, non il Totem della verità - ma calpesta brutalmente alcuni dati oggettivi e il punto di vista di quei pochi (ma non pochissimi) occidentali che seguono la musica nipponica da 20 o 30 anni.
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