Aye! Conato che lo paghiamo a fare?!
Cià, apro io, passami il mouse
#filmoscuro
Completata la transizione al cast americano, Farrell è un chirurgo brillante e padre di famiglia estremamente pulitina, ma nonostante ciò il solito zombie con tracce di autismo lanthimosiano, almeno all'inizio. È estremamente responsabile prima delle operazioni (non beve neanche, come i migliori ex alcolisti) e abbastanza attento all'educazione dei figli. La moglie, Nicole Kidman, è sia una brava casalinga sia una donna con una carriera autonoma (certo, il marito è un cardiochirurgo con le mani in pasta, mentre lei fa l'oftalmologa, forse, ma ha una mente propria). I figli sono una ragazzina pubescente, carina e con ambizioni musicali, abbastanza fragile, e un bambino sui 9 anni piuttosto normale.
Farrell però ha un rapporto particolare con un 16enne dalla faccia di troglodita, alcuni problemi relazionali e un trauma.
Il film inizia con la storia meno interessante e più realistica di Lanthimos, per poi svoltare verso il vero e proprio horror (dal punto di vista delle giustificazioni agli eventi) e nella tragedia greca e biblica (negli eventi stessi e nella simbologia).
La recensione di ondacinema cerca la critica sociale e non la trova, facendo perno sul fascino borghese della famiglia "Farrell" e l'estrazione più umile del ragazzetto, perché la differenza è esplicitata in un dialogo e in alcune mosse. Ma fare di questa la traccia di un intento critico di Lanthimos verso la società moderna [cfr. We Live in a Society] a me è parso fuori fuoco.
Anche perché non ho mai visto i film di Lanthimos come una critica allo stato delle cose reali, quanto piuttosto un continuo esperimento su cosa della natura umana (che possiamo desumere non tanto dalla società nel suo complesso, quanto dalle elaborazioni individuali o al più familiari) può portare ad esiti assurdi, anche su scala sociale.
Questo film, pure horror, mi sembra sulla stessa traiettoria. Un patriarca vero e proprio, una matriarca che lo affianca nella conduzione del piccolo Stato che è la loro famiglia, e un agenzia esterna, ma esterna davvero, da un altro piano della realtà, a perturbare il corso delle cose.
Il titolo stesso rimanda al sacrificio (ed il titolo italiano lo fa con ridondanza oscena), giacché l'uccisione di un cervo sacro è l'uccisione di un animale che non dovrebbe morire, a cui è già riconosciuto uno status superiore (come potrebbe essere la vacca indù), ma allo stesso tempo il sacrificio per essere "vero" richiede che ci si privi di quanto di meglio per offrirlo agli dèi e non esattamente in do ut des (non credo che questa rivoluzione sia esclusivamente cristiana o comunque monoteistica, ricordo anche ne L'Ardore di Calasso la precisazione dell'efficienza paradossale del sacrificio, il senso di colpa nel regno animale, etc, ma dovrei ripassare).
C'è Abramo e c'è Agamennone, c'è Maria Maddalena ed Elena di Troia. Tutta la violenza è perché non vi sia più violenza, per sanare la violenza precedente, racchiudere ed escludere una bolla di morte dalle vite sociali di ciascuno.
Ci sono anche vari tipi di amore.
Formalmente, azzardo, il film migliore di Lanthimos, dove con forma intendo la scelta delle luci, dei movimenti di camera, delle posizioni statiche della telecamera stessa, la scelta dei paesaggi e degli ambienti. La musica, scontata nel genere e nelle atmosfere (inquietante sull'inquietante, pomposa sul sangue che pompa, etc) ha comunque il merito di superare a tratti le parole e tagliare fuori la percezione del mondo esterno come fanno appunto le emozioni esagerate.
Non è solo la musica a fare delle incursioni nei luoghi comuni, che da Yorgos non ti aspetteresti comunque, ed il risultato alla fine è molto buono per me. Chiarisco, per un bel tratto si rischia di rimanere con l'idea che abbia stroppiato, cazzo il quarto film co' 'sti casi umani e succede ancora meno, non ha un cazzo da dire in più e invece poi fa un bel passo di lato e si eleva da lì.
Tra l'altro io gli horror non li guardo quasi mai e tendono pure a non spaventarmi, mentre questo, e non nei momenti propriamente horror fa proprio "prendere un colpo", si sente.
Insomma, ondacinema dice 6.0, io direi un bel 6.5 nunziatiano scherzo.
Adesso spiegatemelo