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Lazzaro Felice (Rohrwacher, 2018)


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15 replies to this topic

#1 Conato

    Roadie

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Inviato 03 giugno 2018 - 15:38

Quella di Lazzaro, un contadino che non ha ancora vent’anni ed è talmente buono da poter sembrare stupido, e Tancredi, giovane come lui, ma viziato dalla sua immaginazione, è la storia di un'amicizia. Un’amicizia che nasce vera, nel bel mezzo di trame segrete e bugie. Un’amicizia che, luminosa e giovane, è la prima, per Lazzaro. E attraverserà intatta il tempo che passa e le conseguenze dirompenti della fine di un Grande Inganno, portando Lazzaro nella città, enorme e vuota, alla ricerca di Tancredi.

 

lazzaro-felice_locandina1-jpg.jpg

 

http://www.ondacinem...aro-felice.html


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Ogni uomo nella culla
succia e sbava il suo dito
ogni uomo seppellito
è il cane del suo nulla

#2 selva

    mainstream Star

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Inviato 15 giugno 2018 - 09:58

Non mi capitava da un po' di provare sentimenti opposti e incertezza nel stabilire se un film mi è piaciuto o meno. Forse perché la regista ha lavorato sui contrasti, pennella sequenze di una tenerezza magica mai viste nel cinema italiano, ma a volte appare troppo didascalica con punte di moralismo che cozzano con quello che da qualche anno a questa parte viene definito cinema del reale (e a cui lei si affilia, stando alle interviste rilasciate - per me è lontana da quel tipo di linguaggio). A tal proposito mi pare evidente l'intreccio con Bella e perduta, come sottolineato nella recensione, ma nel film di Pietro Marcello c'è tutt'altra apertura di sguardo e di ricerca. 

In Lazzaro Felice ho apprezzato l'humour, meno forse come viene tratteggiata la subalternità dei contadini (al contrario di Novecento, qui il massimo della rivolta è lo sputo di un bimbo sulla ricotta da servire ai padroni). 

Come sempre pessima la Braschi, Natalino Balasso è un gigante a confronto (e andrebbe sfruttato di più dal cinema italiano).  


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#3 Greed

    round control to major troll

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Inviato 15 giugno 2018 - 10:31

La subalternità è dipinta così anche per la loro assoluta ingenuità (non quanto Lazzaro, ma insomma). L'affermazione quasi orgogliosi di essere "mezzadri della marchesa" non porta a nessun tipo di rivendicazione, ma solamente a un generico scherno nei confronti dei padroni (lo sputo, i fischi).

La storia del lupo e del santo che storia è? Non è quella di San Francesco mi pare.


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#4 William Blake

    Titolista ufficiale

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Inviato 15 giugno 2018 - 10:44

Una fiaba ispirata a san Francesco
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Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#5 selva

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Inviato 15 giugno 2018 - 11:23

La subalternità è dipinta così anche per la loro assoluta ingenuità (non quanto Lazzaro, ma insomma). L'affermazione quasi orgogliosi di essere "mezzadri della marchesa" non porta a nessun tipo di rivendicazione, ma solamente a un generico scherno nei confronti dei padroni (lo sputo, i fischi).

Vero, ma purtroppo indosso occhiali sbagliati per poter guardare dalla giusta angolazione (sono troppo affezionato al mondo contadino, con tutte le sue contraddizioni). 

Comunque la loro ingenuità  nel film è dettata dalla mancanza di contatto con la Storia e la sua evoluzione, l'inganno appunto orchestrato dalla marchesa, la quale discetta con nonchalance sulla natura dell'uomo che sottomette il prossimo suo.

Dietro c'è la parabola sul contemporaneo, in cosa differiamo, noi uomini studiati (q.b.), dai contadini sottomessi sempre a debito? Quando il carabiniere dice: "La mezzadria è finita da 50 anni, voi dovete essere contrattualizzati" pare quasi una battuta. 

 

Lazzaro è sì un personaggio del vangelo, resuscitato, ma è anche un cavaliere con la fionda, un Orlando non furioso e senza senno che l'Astolfo/marchesino proverà a salvare (nella scena del fosso l'Astolfo/marchesino dice: "sembra di stare sulla luna") ma non troverà l'ampolla. La luna compare spesso quasi un leitmotiv del film, Lazzaro nel prefinale preso coscienza piange - controcampo sulla luna;  viene anche "simulata" con una scodella dal marchese. Ma forse sono partito per la tangenziale  asd     


  • 1

#6 Greed

    round control to major troll

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Inviato 18 giugno 2018 - 15:37

Mah, direi di no (sulla tangenziale). Ariosto è citato esplicitamente quando il marchese arriva nel rifugio (eran rivali eran di fè diversi). Alla tua identificazione non avevo pensato, e non ci so lavorare perché non sono studiato q.b. sul Furioso.

Mi pare rilevante però il modello cavalleresco -che già per Ariosto era ftm*- che il marchese sovrappone alla realtà, ma che non è adeguato. Tanto è vero che i contadini diventano più disgraziati di quanto erano (non vivono neanche più, sopravvivono senza voglia di lavoro o di fatica, non raccolgono neanche le cicorie spontanee) e l'aristocratico diventa un aristocratico spiantato. Hanno perso tutti: chi si salva (?) è la gente della città, la gente comune dentro la banca, che poi malmena il più disgraziato tra i disgraziati (ennesimo "idiota"-cristo).

 

 

*sigla creata ora: fuori tempo massimo.


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#7 verdoux

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Inviato 04 luglio 2018 - 19:36

Lazzaro vive felice, nell'ignoranza della sua condizione di indigente sfruttato dai ricchi possidenti che gli danno il minimo indispensabile per sopravvivere, vitto alloggio e nulla più. Il giorno che prenderà coscienza della sua condizione, diventerà un cosciente infelice, ma non e detto che uscirà vittorioso dalla lotta di classe che dovrà combattere. Ma prima deve morire e poi risorgere, altrimenti che Lazzaro sarebbe; il risveglio è amaro, la realtà che ritrova non bella come la improbabile favola che ha vissuto, i ricchi sono cattivi ed i poveri non scherzano, bisogna fare la rivoluzione, ma non un gioco da ragazzi, si può soccombere. Una favola di sinistra senza lieto fine, questo è il film che non concede nulla all'arcadia del mondo contadino, se mai è esistita, che lascia che i fanciulli vengano e me, così li sfruttiamo meglio.


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#8 pooneil

    Enciclopedista

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Inviato 08 aprile 2020 - 09:19

Avevo questo film lì da un po' di tempo ma non ero mai troppo ispirato per vederlo, nonostante i precedenti lavori della regista mi fossero pienamente piaciuti, seppur senza particolari entusiasmi.

Entusiasmi invece adesso giustamente scatenati dalla visione di Lazzaro Felice, un'opera in cui ho notato un salto di livello importante: più solida e con più personalità e che riesce a permettersi anche qualche tocco comico (specialmente nel compagno di Antonia adulta).

Quello che più mi ha colpito, piuttosto che, necessarie, letture politiche e sociali come nei messaggi precedenti, è stata l'umanità e la sensibilità che Rohrwacher è stata capace di imprimere in ogni scena.

Avrei forse preferito che lo scarto temporale tra le due parti del film fosse stato specificato in maniera più netta, in modo da non restare con il dubbio su quanti anni siano efffettivamente passati, qualche altra scena più incisiva (tipo il reincontro tra Lazzaro e Antonia) ma in generale sono molti di più gli applausi, per momenti come ad esempio quando Lazzaro, nella roulotte, vede i suoi occupanti con l'età che avevano nella fattoria.


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#9 Giovanni Drogo

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Inviato 08 aprile 2020 - 09:27

Sono d'accordo con te Pooneil, anche rispetto a Le Meraviglie che già mostra una passione per il cinema immensa siamo su un altro livello. Detto questo non mi aspettavo che un maschio alfa come te apprezzasse una storia del genere. 


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Statisticamente parlando, non lo so.


#10 pooneil

    Enciclopedista

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Inviato 08 aprile 2020 - 09:29

Detto questo non mi aspettavo che un maschio alfa come te apprezzasse una storia del genere. 

 

ah ah ah ma perché?


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#11 Tom

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Inviato 08 aprile 2020 - 09:34

I film della Rohrwacher sono molto belli, ma hanno questa cosa che sembrano parlare di un'Italia rimasta come minimo agli anni 70.

Qui il paradosso temporale e' voluto e alla base del racconto, ma invece di contestualizzare meglio la cosa a me sembra che ne accentui i limiti, dove invece la dimensione infantile/adolescenziale dei film precedenti creava una specie di salutare atemporalita'. Insomma 'sto Lazzaro sembra uscito direttamente da una sceneggiatura di Sergio Citti del 1971 rimasta nel cassetto. E ok, se si vuole fare un cinema apertamente "vintage", come in fondo fanno pure Sorrentino e Garrone, i quali pero' usano i riferimenti all'eta' dell'oro del cinema italiano per parlare (non senza intoppi) del presente, mentre la Rohrwacher sembra parlare di un'Italia che esiste in una dimensione parallela.


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#12 PDeVo

    Classic Rocker

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Inviato 08 aprile 2020 - 09:37

 

Detto questo non mi aspettavo che un maschio alfa come te apprezzasse una storia del genere. 

 

ah ah ah ma perché?

 

quoto Drogo


  • 0

#13 gwoemul

    GwoemulGPT

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Inviato 08 aprile 2020 - 09:43

Sono d'accordo con Tom, infatti la seconda parte, urbana, di Lazzaro mi è parsa meno a fuoco della prima, praticamente perfetta. Alla fine preferisco il più compatto Le Meraviglie.

Comunque regista sicuramente in crescita, da proteggere.


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#14 Giovanni Drogo

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Inviato 08 aprile 2020 - 11:59

 

Detto questo non mi aspettavo che un maschio alfa come te apprezzasse una storia del genere. 

 

ah ah ah ma perché?

 

Non so ho in mente un tuo post sulla virilità come funzione della grandezza del quadrante degli orologi o il tuo post sul travet depresso che son roba tipica da maschio alfa.  asd


I film della Rohrwacher sono molto belli, ma hanno questa cosa che sembrano parlare di un'Italia rimasta come minimo agli anni 70.

 

Mi sembra una visione abbastanza realistica della situazione.  asd


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Statisticamente parlando, non lo so.


#15 pooneil

    Enciclopedista

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Inviato 08 aprile 2020 - 12:29

Comunque regista sicuramente in crescita, da proteggere.

 

indubbiamente, direi che in questo film inoltre si emancipa dal grosso debito verso Fellini che avevo riscontrato ne Le Meraviglie.

 

 

 

Detto questo non mi aspettavo che un maschio alfa come te apprezzasse una storia del genere. 

 

ah ah ah ma perché?

 

Non so ho in mente un tuo post sulla virilità come funzione della grandezza del quadrante degli orologi o il tuo post sul travet depresso che son roba tipica da maschio alfa.  asd

 

ammetto che facevo il tifo per la marchesa.


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#16 Giovanni Drogo

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Inviato 08 aprile 2020 - 14:05

Ahahah!


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Statisticamente parlando, non lo so.





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