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Il Coscritto Di Cui Andare Fiero: Na Hong-Jin


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19 replies to this topic

#1 Tom

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Inviato 17 aprile 2018 - 22:23

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POPOLARE

L'altro giorno in una pizzeria di Verona volevo parlare a Kristofferson e The Man del regista oggetto del topic, ma figurati se dal vivo mi riesce di ricordarmi nomi e titoli delle cose. Ecco dunque un topic sul tizio che intendevo.
 
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Il Coscritto Di Cui Andare Fiero: Na Hong-jin

Titolo stupido, ma se mettevo solo il nome da muso giallo il topic lo aprivano ancora meno di quei pochi che lo apriranno, per non parlare dei pochissimi che lo leggeranno. E sarebbe un peccato, perche' un altro titolo stupido che mi era venuto in mente era "Dalla Corea Con Rigore", per dire che, si', Na Hong-jin e' il tipico autore orientale poco inquadrabile negli standard occidentali, ma e' anche un regista piu' quadrato e narrativo, meno portato alla sboronata visiva e stilistica rispetto ai connazionali e gli affini colleghi giappo/hongkong-esi. Insomma, c'e' la possibilita' che possa piacere anche a chi mal sopporta certi eccessi del cinema con gli occhi a mandorla.

Altra particolarita' che lo distingue dai suoi simili e' che a 10 anni esatti dall'esordio ha diretto solo tre film, media bassissima per la cinematografie orientali. Solo tre film, ma che, almeno a me, bastano tranquillamente per considerarlo come uno dei migliori registi emersi nell'ultimo decennio.

Poi appunto, scopro ora, che e' mio coetaneo ('74) e quindi mi fa ancora piu' simpatia.
 
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The_Chaser.png
 
2008 The Chaser
Un sadico ammazza le prostitute di un ex-poliziotto diventato pappone...
Comincia come un thriller raggelante, si trasforma in una commedia satirica e grottesca, si intenerisce lievemente con il personaggio di una bambina, si conclude come una discesa nell'abisso della bestialita' umana. Nonostante in piu' punti ci sia spazio anche per momenti semi-comici (tutti dedicati all'inefficenza della polizia: tema molto sentito dal regista) e' un film di una tensione a tratti al limite del sopportabile. Il protagonista e' un pezzo di merda che deve attraversare l'inferno per ritrovare un po' di umanita', ma lo spettatore non puo' fare a meno di identificarsi con lui fin dall'inzio, pur di trovare un appiglio nel mondo marcio messo in scena. Un mondo totalmente preda del Male e del Caos, roba che in confronto il coevo “Zodiac” di Fincher e' un film solare. Il serial killer e' una figura miserabile, ma proprio per questo piu' terrificante di qualsiasi Hannibal Lecter. C'e' qualche trucco melodrammatico di troppo per prendere meglio a calci nei denti lo spettatore, ma e' comunque uno dei migliori e piu' neri thriller degli anni zero: quasi gia' capolavoro.
 
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2010 The Yellow Sea
Un poveraccio cino-coreano viene mandato in Corea del Sud come sicario, lui ne approfitta per cercare la moglie che era emigrata in cerca di fortuna prima di lui...
Noir action violentissimo e cupissimo di impressionante coinvolgimento. Le folgoranti scene d'azione fanno impallidere i film occidentali, ma mantengono una fisicita' e un tasso di realismo e sporcizia d'altri tempi, rinunciando alla stilizzazione e alle geometrie virtuosistiche del cinema orientale degli ultimi decenni. Ancor piu' che nel suo film d'esordio il regista mette in scena un mondo maschile totalmente votato al Male e alla sopraffazione del prossimo, dove l'eventuale innocenza appartiene solo ai personaggi femminili e in particolare alle bambine. Qui il lato femminile e' pero' lasciato ai margini della narrazione (lo spettatore sa fin dall'inizio che la moglie e' morta) e il film si concentra sulla folle corsa verso l'autodistruzione in cui si incanalano, piu' o meno coscientemente, tutti i personaggi. Adrenalinico e senza speranza, politicamete arrabbiatissimo: capolavoro.
 
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2016 The Wailing / Goksung
Twin Peaks in Corea. In un villaggio di montagna vengono commessi degli atroci delitti. L'ingenuo poliziotto del paese che indaga sugli omicidi si trovera' coinvolto in misteri infinitamente piu' grandi di lui...
L'ombra di Lynch si avverte sia per come Na Hong-jin confonde le idee alla spettatore e si diverte sadicamente a non dare una risposta univoca sull'origine del Male, sia per come accosta esilaranti momenti comici a sequenze inquietantissime. Beninteso che lo stile del coreano resta piantato per terra, senza cercare l'algido distacco dell'americano. Stavolta il protagonista e' simpatico e umano, un poliziotto fin troppo bonaccione e un buon padre di famiglia, il che rende ancora piu' angosciante l'ennesima discesa all'inferno organizzata dal regista. Allo stesso tempo il suo film piu' ostico, per i suoi scarti narrativi e per le spiegazioni non date, ma anche quello piu' piacevole, dato che per buona parte si respira un'aria quasi da giallo di paese, e anche la parte soprannaturale ha i suoi momenti buffi e colorati. Il suo film piu' ambizioso e romanzesco, 2 ore e 40 di bella sostanza e densita': capolavorone.
  • 28

#2 Gonzalo Pirobutirro

    Tony Nelli

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  • LocationMaledetta Toscana

Inviato 17 aprile 2018 - 22:29

Ti ho messo un più senza leggerti, anche solo per aver aperto il topic; tanto avrai scritto solo cose giuste, lo so. Poi leggo tutto, eh.

 

Io sarò più sintetico perché ho mal di testa: "The chaser" filmone; "The Wailing" forse ancor di più. Mi manca ancora "The yellow sea": ho visto che si trova in blu-ray e vorrei recuperarlo; ci sono pure gli altri due e mi sa che me li piglierò tutti, così me li rivedo.

Aspetto il suo prossimo film a cazzo ritto.


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#3 Perfect Prey

    Fumettaro della porta accanto

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Inviato 17 aprile 2018 - 23:11

Non lo conosco: visto che si occupa di un genere che adoro la considero una mancanza a cui devo rimediare. Grazie Tom. Ora ti do il +.
  • 0
L'amour physique
Est sans issue

#4 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 18 aprile 2018 - 09:33

Meno male che non ne hai parlato, sarebbe servito a sottolineare una volta di più quanto io sia ormai cinematograficamente arretrato ashd

Comunque sembra roba veramente molto interessante, pigrizia permettendo cercherò di recuperarli in qualche modo.


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#5 William Blake

    Titolista ufficiale

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Inviato 18 aprile 2018 - 10:05

Lo volli quando facemmo lo speciale sugli autori emergenti degli ultimi anni. The Chaser veramente bello e, concordando con Gonzalo, The Wailing forse anche di piu
  • 0
Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#6 lazlotoz

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Inviato 18 aprile 2018 - 11:18

Io invece The Wailing al tempo lo trovai un po' sovrastimato. Era al TFF, e se ne parlava come di una roba imperdibile. Non lo ricordo però tale.

Su tutto un'eccessiva lunghezza che mi sembra non portasse a molto. Pure nello stile.

Però mi confermate che sono davvero uno dei pochi a vederne i difetti. Magari non ci ero semplicemente entrato a dovere.

 

Mi recupero gli altri due, così magari mi ricredo.


  • 0

#7 William Blake

    Titolista ufficiale

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Inviato 18 aprile 2018 - 12:48

Io invece The Wailing al tempo lo trovai un po' sovrastimato. Era al TFF, e se ne parlava come di una roba imperdibile. Non lo ricordo però tale.

Su tutto un'eccessiva lunghezza che mi sembra non portasse a molto. Pure nello stile.

Però mi confermate che sono davvero uno dei pochi a vederne i difetti. Magari non ci ero semplicemente entrato a dovere.

 

Mi recupero gli altri due, così magari mi ricredo.

 

i difetti che dici, prolissità e ridondanza, ci stanno pure


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#8 Dark Mavis

    Snacky Mike’s haircut fan

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Inviato 18 aprile 2018 - 17:57

Avevo recuperato sia the chaser che the wailing, a pelle mi erano sembrati notevoli, ma non li ho ancora visti. Dopo questa ottima disamina lo sembrano ancora di più. Provvederò a spararmeli più prima che poi.


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#9 Mr. Atomic

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Inviato 18 aprile 2018 - 18:24

 Lo ricordo al TFF di 2 anni fa, quando presento The Wailing. Disse che il suo regista preferito fu senz'altro Antonioni! 


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#10 gwoemul

    GwoemulGPT

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Inviato 18 aprile 2018 - 18:58

Anche io avevo visto The Wailing al TFF dove già mi era piaciuto un sacco e col tempo mi è anche cresciuto. The Chaser, vabbè, un altro filmone clamoroso.

Mi manca invece The Yellow Sea che comunque mi ero ripromesso di recuperare prima o poi e a questo punto sarà prima.


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#11 Dudley

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Inviato 19 aprile 2018 - 21:14

The Yellow Sea: capolavoro

The Chaser: ottimo, peccato per i poliziotti un po' rincoglioniti

The Wailing: devo rivederlo, sono indeciso, probabilmente è un grande, imperfetto film


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#12 xone89

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Inviato 20 aprile 2018 - 15:12

E' da tempo che devo recuperare i primi due (che per qualche strano motivo a me sconosciuto non ho ancora fatto), ma mi basta la visione di Goksung - esempio sempre più raro di film che letteralmente ti "sposta" durante e post visione - per definirlo uno dei talenti più autenticamente promettente degli anni 10, e non solo limitatamente al cinema orientale...


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#13 cinemaniaco

    FЯEAK ON A LEASH

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Inviato 23 aprile 2018 - 15:12

spinto dalla curiosità ho visto the chaser

si, è decisamente un film che può tranquillamente incontrare i gusti di uno spettatore occidentale. lontano dalla pomposità da film d'arte del cinema orientale che maggiormente viene incensato in europa, è un film che guarda più all'america con le sue tinte noir, l'ambientazione urbana e notturna, la narrazione lineare e i richiami ai meccanismi da procedurale televisivo tanto ben conosciuti dagli spettatori occidentali

è nettamente koreano invece nei temi (l'ossessione della vendetta privata: in questo paese sembra non esistere lo stato, e se c'è è inguaribilmente corrotto), in certi radicalismi e colpi bassi (comunque anche qui meno estremo della media) e nel tetro finale ben lontano dal potenziale happy ending di un film hollywoodiano

il problema di questo film sta nel mezzo: buon inizio, buon finale, ma una parte centrale troppo lunga che allenta la tensione, prende una spiazzante piega surreale, grottesca e paradossale che conferisce un andamento un po' schizofrenico al tono del film
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#14 lazlotoz

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Inviato 24 aprile 2018 - 09:07

 

 

20160704045005_The_Yellow_Sea_2010.jpg

 

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2010 The Yellow Sea
Un poveraccio cino-coreano viene mandato in Corea del Sud come sicario, lui ne approfitta per cercare la moglie che era emigrata in cerca di fortuna prima di lui...

Noir action violentissimo e cupissimo di impressionante coinvolgimento. Le folgoranti scene d'azione fanno impallidere i film occidentali, ma mantengono una fisicita' e un tasso di realismo e sporcizia d'altri tempi, rinunciando alla stilizzazione e alle geometrie virtuosistiche del cinema orientale degli ultimi decenni. Ancor piu' che nel suo film d'esordio il regista mette in scena un mondo maschile totalmente votato al Male e alla sopraffazione del prossimo, dove l'eventuale innocenza appartiene solo ai personaggi femminili e in particolare alle bambine. Qui il lato femminile e' pero' lasciato ai margini della narrazione (lo spettatore sa fin dall'inizio che la moglie e' morta) e il film si concentra sulla folle corsa verso l'autodistruzione in cui si incanalano, piu' o meno coscientemente, tutti i personaggi. Adrenalinico e senza speranza, politicamete arrabbiatissimo: capolavoro.

 

Son andato a recuperarlo. Discreta bomba, va detto.

 

Ha forse due difetti, veniali, che non me lo hanno fatto amare alla follia. La lunghezza prolissa e l'inseguimento in macchina.

La lunghezza a questo punto (due su tre) mi vien da pensare che sia un suo marchio di fabbrica, e io lo vedo come un difetto non da poco. Non per il fatto in sé, ovviamente, ma perché a un certo punto non aggiunge più nulla ma accumula solamente. 

Che pure l'idea di accumulare può interessare qualcuno, a me solitamente annoia il cinema che si ripete. E qui pesa ancora di più perché il film fino a un certo punto ti toglie davvero il fiato e si trasforma ed evolve... cioè quando diventa Rambo (nel senso più positivo del caso) il film è già stato mille altre cose, ma dopo quando le trame e sottotrame si incrociano e diventa solamente un massacro che si sovrappone all'altro io mi perdo.

 

L'inseguimento delle macchina, per il motivo di cui sopra e perché sinceramente non mi è sembrato ben orchestrato. Pensavo, vedendolo, che comunque deve essere difficilissimo rendere la cosa. Perché Na Hong-jin dimostra di essere un registra con i controcazzi, e di avere l'azione nel sangue... eppure si sgonfia con le macchine. Mi pare di ricordare la stessa sensazione con il più grande di questi tempi qui con l'azione, Gareth Evans.

 

Comunque, detto questo, il film è eccezionale. La sua frenesia nel montaggio una cosa che fa esplodere il cervello. C'è tipo una telefonata di dieci secondi che è composta da almeno cinque inquadrature, ci son intramezzi (tipo, il viaggio del protagonista per andare a trovare la figlia) che dovrebbero essere distensivi (di solito si vede il viaggio, si dilata il tempo) trattati come fossero scene d'azione TAC-TAC-TAC tre inquadrature sparate alla velocità della luce. E tutto cresce in tensione, tenendo però (paradossalmente) il ritmo costante.

Un film sul montaggio, protagonista assoluto.

 

Avevate ragione, avercene di gente così.

 

Voto 7/8


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#15 William Blake

    Titolista ufficiale

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Inviato 07 maggio 2018 - 21:20

"Yellow Sea" mi sa che è il suo più debole: la descrizione ambientale marcissima e le scene d'azione violentissime sono davvero notevoli e confermano il talento di Na. In tal senso è appassionante e si fa seguire. Dall'altra parte, come dice lazlo, è troppo lungo e troppo ripetitivo nello schema scontro/massacro-fuga-piano-scontro/massacro-fuga e approfondisce una serie di subplot nell'ultimo segmento (dopo la sequenze dell'inseguimento, davvero bruttina) abbastanza superflue: in sostanza, lui individua l'altro mandante dell'omicidio nella moglie?


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#16 kristofferson

    Giù la testa, coglioni

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Inviato 10 maggio 2018 - 13:59

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2008 The Chaser
Un sadico ammazza le prostitute di un ex-poliziotto diventato pappone...
Comincia come un thriller raggelante, si trasforma in una commedia satirica e grottesca, si intenerisce lievemente con il personaggio di una bambina, si conclude come una discesa nell'abisso della bestialita' umana. Nonostante in piu' punti ci sia spazio anche per momenti semi-comici (tutti dedicati all'inefficenza della polizia: tema molto sentito dal regista) e' un film di una tensione a tratti al limite del sopportabile. Il protagonista e' un pezzo di merda che deve attraversare l'inferno per ritrovare un po' di umanita', ma lo spettatore non puo' fare a meno di identificarsi con lui fin dall'inzio, pur di trovare un appiglio nel mondo marcio messo in scena. Un mondo totalmente preda del Male e del Caos, roba che in confronto il coevo “Zodiac” di Fincher e' un film solare. Il serial killer e' una figura miserabile, ma proprio per questo piu' terrificante di qualsiasi Hannibal Lecter. C'e' qualche trucco melodrammatico di troppo per prendere meglio a calci nei denti lo spettatore, ma e' comunque uno dei migliori e piu' neri thriller degli anni zero: quasi gia' capolavoro.


Visto il primo. Una cannonata. Stilisticamente impeccabile ed elegante (come molto cinema orientale) ma anche di una fisicità impressionante. Un Tutto in una notte che è una lunga discesa agli inferi ma si trasforma anche in percorso di redenzione. Tensione a tratti insostenibile e un uso del montaggio da scuola del cinema. Vedendo film come questo si ha l’impressione che il cinema asiatico sia avanti rispetto a quello europeo ed americano sotto molti punti di vista, tra cui quello strettamente tecnico, vedasi la maniera magistrale con cui sono realizzate le scene d’azione (una per tutte quella in cui il protagonista ammanettato all’interno del cellulare si libera dei quattro poliziotti). Bravissimo anche l’attore protagonista, che assomiglia a una specie di Bronson coreano. Grottesco ma durissimo il ritratto della polizia di Seoul (in questo ricorda da vicino Memories of Murder di Bong Joon-ho, altro film su serial-killer coreani). Ora vedo di capire come recuperare il secondo.
  • 1

#17 Giubbo

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Inviato 10 maggio 2018 - 15:46

L'altro giorno in una pizzeria di Verona

 

al di là di tutto quello che hai scritto che leggerò con calma e che mi interessa parecchio, ma quando e dove vi siete trovati? perchè non organizziamo spesso incontri del genere (visto che io ci abito pure a Verona)?

 

dai usiamo il buon caro e vecchio forum come chat di incontri.


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#18 Mr. Atomic

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Inviato 11 maggio 2018 - 00:46

il buon Tom dovrebbe scrivere almeno 2 libri sul cinema. Un percorso storico a ruota libera personale, ed uno dove critica il cinema d'oggi. Io sicuramente la comprerei entrambi! 


  • 1

#19 lazlotoz

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Inviato 14 maggio 2018 - 23:27

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The_Chaser.png
 
2008 The Chaser
Un sadico ammazza le prostitute di un ex-poliziotto diventato pappone...
Comincia come un thriller raggelante, si trasforma in una commedia satirica e grottesca, si intenerisce lievemente con il personaggio di una bambina, si conclude come una discesa nell'abisso della bestialita' umana. Nonostante in piu' punti ci sia spazio anche per momenti semi-comici (tutti dedicati all'inefficenza della polizia: tema molto sentito dal regista) e' un film di una tensione a tratti al limite del sopportabile. Il protagonista e' un pezzo di merda che deve attraversare l'inferno per ritrovare un po' di umanita', ma lo spettatore non puo' fare a meno di identificarsi con lui fin dall'inzio, pur di trovare un appiglio nel mondo marcio messo in scena. Un mondo totalmente preda del Male e del Caos, roba che in confronto il coevo “Zodiac” di Fincher e' un film solare. Il serial killer e' una figura miserabile, ma proprio per questo piu' terrificante di qualsiasi Hannibal Lecter. C'e' qualche trucco melodrammatico di troppo per prendere meglio a calci nei denti lo spettatore, ma e' comunque uno dei migliori e piu' neri thriller degli anni zero: quasi gia' capolavoro.
 
 

 

Recuperato pure lui. 

Brevemente: tutto giusto. Na Hong-jin è un fenomeno come regista e si accompagna a un signor montatore e a un ottimo direttore della fotografia.

Per fare quel passo in più gli manco uno sceneggiatore che sappia scrivere quelle venti pagine in meno.

Perché pure qui si perde in fasi troppo lunghe che non giovano affatto alla resa finale. Peccato davvero.

Le cose positive le avete già dette e son tutte vere.

 

 

Viste le affinità, gli preferisco di gran lunga Bong joon Ho che 5 anni prima aveva diretto e scritto (benissimo entrambi) quel capolavoro (qui si) che è Memories of murder. 


  • 1

#20 kristofferson

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Inviato 30 maggio 2019 - 12:58

20160704045005_The_Yellow_Sea_2010.jpg

2010 The Yellow Sea
Un poveraccio cino-coreano viene mandato in Corea del Sud come sicario, lui ne approfitta per cercare la moglie che era emigrata in cerca di fortuna prima di lui...
Noir action violentissimo e cupissimo di impressionante coinvolgimento. Le folgoranti scene d'azione fanno impallidere i film occidentali, ma mantengono una fisicita' e un tasso di realismo e sporcizia d'altri tempi, rinunciando alla stilizzazione e alle geometrie virtuosistiche del cinema orientale degli ultimi decenni. Ancor piu' che nel suo film d'esordio il regista mette in scena un mondo maschile totalmente votato al Male e alla sopraffazione del prossimo, dove l'eventuale innocenza appartiene solo ai personaggi femminili e in particolare alle bambine. Qui il lato femminile e' pero' lasciato ai margini della narrazione (lo spettatore sa fin dall'inizio che la moglie e' morta) e il film si concentra sulla folle corsa verso l'autodistruzione in cui si incanalano, piu' o meno coscientemente, tutti i personaggi. Adrenalinico e senza speranza, politicamete arrabbiatissimo: capolavoro.


Visto anche il secondo. Cannonata numero due. Rispetto a The Chaser mi è sembrato più sbilanciato, anche con dei difetti (laddove The Chaser era asciutto e senza un fotogramma di troppo questo pecca forse di eccessiva lunghezza e prolissità col rischio evidenziato qualche post più sopra di scadere nella ripetizione: bisogna però anche dire che Hong-jin gira talmente bene che si potrebbe stare a guardarlo senza annoiarsi anche per 5 ore di seguito), però mi pare anche un’opera decisamente più complessa, ambiziosa e stratificata.
Tutta la prima ora e mezza, in cui di fatto succede poco o niente, e in cui il regista mette in scena con ammirevole realismo le condizioni in cui vive la comunità sino-coreana espatriata in Cina nella prefettura Yanbian, reietta e dimenticata agli occhi del mondo, è esemplare, come anche la descrizione dei meccanismi per immigrare clandestinamente in Corea del Sud (gli scafisti evidentemente non sono una prerogativa solo del Mediterraneo) con il Mar Giallo del titolo che diventa metafora di divisione ed emarginazione.
Dopodiché inizia la carneficina e il film si trasforma in un’interminabile escalation di violenza e di morte che alterna sequenze tiratissime ad altre che raffreddano il ritmo, in cui lo spettatore non può che restare incollato alla poltrona a guardare ammirato.

Cose ovvie che non avevo realizzato: in Corea in inverno deve fare un freddo cane.
Ora vedo di capire come recuperare il terzo.


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