Mi sembra che non state cogliendo il punto della questione che volevo sollevare, ma capisco che il tono sopra le righe del mio post non aiuti. Non credo di riuscire a spiegarmi meglio, ma ci provo.
Ce l'ho con tutto un certo tipo di film, non tanto con questo in se'. L'ho usato come esempio perche' e' esemplare di quel tipo di visione, pur essendo un'eccezione come riuscita cinematografica (ottima).
Io dico che sono un tipo di film borghesi fino al midollo, fatti apposta per commuovere noi borghesacci di merda. Film che danno una visione della poverta' assolutamente stereotipata e prevedibile, quindi, di fondo accomodante.
Sono spesso film durissimi e senza scampo, ma che non volendo dare scampo agli spettatori non lo concendono neanche ai loro personaggi, finendo per togliere vita a tutto, trasformando tutto in esempio e dimostrazione.
Per questo il personaggio della madre mi ha irritato. Non mi interessa se e' un personaggio socialmente e antropologicamente accurato, ne ho conosciuta anch'io gente cosi'. Ma per come funziona all'interno del film, che e' la cosa che mi interessa, finisce per essere esattamente tutto quello che ci aspettiamo sia. Infatti e' un personaggio incanalato come un treno, che fa e dice esattamente sempre quello che ci si aspetta faccia e dica, non derogando mai neanche per un secondo dalla visione deterministica che gli e' stata cucita addosso. Giusto un barlume quando la mostrano che si rilassa in piscina con l'amica... ma ero SICURO che quella scena sarebbe stata utile a una successiva rottura tra le due e a tutta una serie di casini: tac, preso in pieno! Quel grottesco "Fuckyouuuu!" finale mi e' sembrata una deformazione grottesca molto cinica e troppo "cinematografica" (mi ha quasi ricordato l'urlo finale di Tuco in "Il buono il brutto il cattivo").
Non sto discutendo della buona fede di Sean Baker e di altri come lui. La pelosita' dello Sguardo Borghese, ce lo portiamo dentro tutti incosciamente. Il suo film e' migliore di altri anche perche' un pelo piu' onesto, non nasconde del tutto la finzione: a livello visivo e' quasi "Wes Anderson negli slum" con tutte quelle inquadrature e quei colori arty che abbelliscono scenari squallidissimi. La stessa caratterizzazione dei bambini su cui ho ironizzato e' una specie di stilizzazione da "favola" che accetto, per quanto un pelo monocorde.
Non sono film trumpiani, ma dimostrano come un certo sguardo "di sinistra" condivida con lo sguardo trumpiano molte piu' cose di quello che tanti anti-triumpiani vorrebbero ammettere. Noi magari ci mettiamo piu' empatia e giustifcazioni sociali, ma le cose ce le raccontano e ce le raccontiamo piu' o meno dagli stessi punti di vista.
Sono sostanzialmente melodrammi fatti apposta per farci sentire piu' buoni e sensibili. Ovvio che se ci "entri dentro" diventa quasi offensivo metterli in discussione (e partono i "meno" dei permalosoni).
e poi i bambini terribili li odi solo se non sei stato un bambino terribile anche tu.
Ho rivisto tantissimo della mia infanzia invece.
Non ho mai appiccato incendi, ma le nostre imprese sono finite un paio di volte sul giornale.
Non mi sembra, purtroppo, facessimo tutte quelle adorabili smorfie. Forse non eravamo abbastanza poveri.